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Autore: Stregatto_Vintage    30/03/2023    1 recensioni
Buon compleanno, Vincent Van Gogh.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                                                 NOTTE STELLATA


La follia è il prezzo del genio? Se lo chiedeva spesso, specialmente ora che era rinchiusa in quella stanza così vuota e bianca. Si sfiorò delicatamente il buco dove prima c’era il suo orecchio. Certe volte pensava di aver fatto un patto con il diavolo, ma di non ricordarselo.
Nulla turbava il silenzio, era quel momento della giornata in cui anche i più mattinieri dormivano ancora. Solo gli insonni erano svegli, preda dei loro pensieri.
Si affacciò alla finestra, il cielo era blu cobalto, gigantesco, millenario titano, trapuntato da migliaia di stelle, piccoli diamanti che avevano percorso distanze siderali solo per poter donare luce agli umani. Per un attimo si sentì rassicurato da quell’immensità, poi però la sua inquietudine, la sua perenne angoscia, riemerse. Quanto era antico il cielo? Quanto erano antiche le stelle? Avevano visto tutta la storia dal mondo, avevano vissuto tutte le epoche, tutta l’evoluzione. Maremoti, vulcani, isole inabissate, Atene, Sparta, lo splendore di Roma, la caduta di Bisanzio, la perdita della Terra Santa, la Peste Nera, la Rivoluzione, tutto. Una simile antichità abissale lo atterriva e si sentì quasi spiato da quegli occhi lucenti, nudo davanti al loro sguardo perforante.
Il bisogno di dipingere lo colse d’improvviso, feroce, irresistibile. Voleva racchiudere quel frammento d’immensità nella sua tela. Quando veniva colto dall’ispirazione, tutto passava in secondo piano, anche Theo, a cui aveva promesso di scrivere. Nella sua mente le stelle presero a vorticare come la spirale dei suoi pensieri ossessivi. Giravano, giravano all’infinito, brillanti come tanti piccoli soli e il cielo, il cielo ondeggiava, come il mare. Voleva scuotere quell’immobilità come era stata scossa la sua mente. Il cielo era la sua mente, le stelle erano i pensieri e come l’umanità era piccolissima rispetto a loro, così lui era un essere minuscolo al cospetto della sua follia.
Sorrise. Venere, la stella del mattino, sarebbe stata testimone del suo capolavoro.


 
   
 
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