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Autore: An13Uta    01/04/2023    0 recensioni
Ti chiami Aristide Lofiri, hai passato sedici anni della tua vita a cercare di farti chiamare Iris piuttosto che quell'orribile nome da vecchio che ti hanno appioppato alla nascita, e hai appena fatto una cazzata enorme.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Camelia, Iris, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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prima di lasciarvi alla storia, due piccole note:
1. Praticamente l'intero contenuto di questa fic è un headcanon, dalle relazioni tra personaggi al loro passato. Potrebbe contraddire il canon della serie. Alcuni personaggi e nomi sono completamente originali.
2. Non so quale oscuro potere eserciti su di me la saga Pokémon quando si tratta di scrivere, perché io storie così lunghe non sono mai riuscita a farle prima. Questa mi occupa 27 pagine di Word con oltre 16mila parole; le varie fic (in inglese) a cui fa da accompagnamento ammontano al momento a  un totale di 106.462 parole, di cui la principale non ancora finita ne conta circa 85mila. Qualcuno mi aiuti.

nota informativa! Ragionamenti dietro a vari nomi: Lofiri è una sezione del subgenus limniris del fiore iris, a cui appartiene la shaga - iris japonica, da cui deriva il nome giapponese di Aristide; Cris è diminutivo di "cristata", una specie di iris della stessa sezione della shaga; Astrid deriva da asteridi, il clado (gruppo tassonomico) a cui appartiene il tarassaco, in inglese "dandelion", da cui il nome di Dandel; Myrtales è l'ordine di piante a cui appartiene l'adeku, pianta da cui deriva il nome giapponese di Nardo.

 

Vita di un'Iris Japonica, o Shaga
(Biografia in seconda persona del capopalestra Aristide)


 





Ti chiami Aristide Lofiri, hai passato sedici anni della tua vita a cercare di farti chiamare Iris piuttosto che quell'orribile nome da vecchio che ti hanno appioppato alla nascita, e hai appena fatto una cazzata enorme.


Perché di anni ne hai diciannove e come chi ha diciannove anni hai voluto provare a fare lo spavaldo anche se non ce n'era né voglia né bisogno, e ora lei è nei casini fino al collo – perché se abortisce i suoi genitori la pesteranno a sangue, se lo da in adozione i suoi genitori la pesteranno a sangue, e se lo tiene i suoi genitori la pesteranno a sangue.

(Questa è una di molte varie volte in cui penserai che c'è al mondo gente che dovrebbe prendersi certi calci rotanti in bocca da ricordarseli anche da morti.)

L'unica via di fuga è che questo bambino lo prenda tu, e tu quella palla la cogli neanche al balzo, la afferri mentre è ancora in aria, la strappi a quello che la lancia, questa palla, subito, non c'è neanche discussione, anzi sei tu quello che lo propone per primo, prima ancora che lei scoppi in lacrime dicendoti che in casa sua questo non può accadere neanche per scherzo. La fai stare da te nel frattempo, ricavi una stanza per lei; i tuoi genitori non hanno scelta, e anche se gliene avessi lasciata la possibilità di certo non approverebbero nessuna delle opzioni che finiscono col farla venire pestata a sangue.

In nove mesi addestri un Deino che diventa uno Zweilous che diventa un Hydreigon affezionatissimo e più forte di qualsiasi altro tu abbia mai visto, e quando lei se ne torna a casa da sola (perché non siete innamorati e lei un figlio non lo vuole e se vi va bene forse sarete al massimo amici che si perdono di vista) con quel mostro d'amore che le svolazza attorno i suoi genitori se ne guardano bene da anche solo a provare a toccarla con un fiore.



Hai vent'anni: dopo due settimane che tuo figlio Cris ti sveglia urlando ti alzi mentre strilla inconsolabile e dalla finestra spunta Nardo Myrtales, che ti chiede se è vero che sei un padre adesso e se lui può essere lo zio.

Gli tiri uno schiaffo che lo fa volare sul pavimento di naso e gli dici Nardo ma che cazzo smettila di infenestrarti in casa mia ma ti sembra questo il modo e l'ora; poi gli insegni come tenere un neonato in braccio e lui guarda tuo figlio mentre lo fai riaddormentare per la seconda volta stanotte.


Non c'è scampo.

Adesso è zio.



I tuoi genitori te lo dicono in tutte le lingue, che qualcuno con cui crescerlo questo bimbo lo dovrai trovare prima o poi, che se vuoi te lo possono guardare mentre ti cerchi una qualsiasi dolce metà che ti aggradi.

Tu rispondi che c'è già Nardo. Tuo padre ti guarda come a dire sì, ma io intendo qualcuno che prima o poi ti sposi; tua madre ti guarda come a dire Aristide, regalo dei Draghi, amphitere della mia vita, gli puoi volere tutto il bene del mondo ma sappiamo entrambi che Nardo non conta proprio un beneamato cazzo se si parla di accudire un neonato.

Effettivamente ha ragione, ma il punto è un altro.

Il punto è che tu stai già bene così, con tuo figlio e basta. E comunque tempo per appuntamenti non ne hai, tra studi, bimbo e apprendistato con il Capopalestra di Boreduopoli. Il tuo amico va benissimo.

Tua sorella non la consideri neanche vagamente una possibilità anche solo come babysitter. Non è tipa da bambini.



Quando Cris ha quattro anni salta come un pazzo sul letto perché zio Nardo è diventato Campione; quando ne ha cinque lo porti a vedere la schiusa dell'uovo del suo primo Axew com'è tradizione in famiglia, e dai sette in su cominciano già tutti e due a rimanere ore accucciati sugli spalti della palestra, a seguire intenti le tue mosse, le tue strategie e quelle degli sfidanti.

A scuola straparla di quanto tu sia forte e di come ti alleni facendo a cazzotti con il tuo Druddigon. Che non è propriamente sbagliata, come definizione della routine in cui tu e i tuoi Pokémon vi tenete in forma, ma da un'idea un po', come dire... Distorta, di quello che effettivamente fai.

Perché non è che uno tira un pugno a un Druddigon così. C'è gente che si rompe la mano a provarci.


Parte all'avventura quando ha tredici anni, Axew sul punto di evolversi e la bizzarra idea fissa di riuscire a prendersi un Vanilluxe come quello di Nardo, per battere suo zio e prendere il suo posto come campione; non gli è concesso battere la sua ultima palestra a Boreduopoli per evitare casi di favoritismo (anche se sa benissimo che tu non gli daresti mai la medaglia senza prima testare la sua forza e vedere com'è cresciuto il tuo piccolo lindworm, come lo chiamavi affettuosamente quando strisciava sbavante per casa sui gomiti prima di cominciare a camminare) quindi, se va bene, lo rivedrai ancora appena prima che scali la Via Vittoria.

Già dal primo giorno la casa vuota ti mette il magone.

Tua sorella non ti capisce per niente, ed è sollevata che suo nipote non ci sia. Dice che piuttosto che avere un bambino si inculerebbe un Beartic.

Tu la prendi sul ridere.


Il bello è che poi lei quando si sposa non ha un bambino, ma ben due: due gemellini, nati puntuali come orologi nell'ospedale di Fortebrezza (dove si è trasferita) a soli undici minuti di distanza. Sono pallidissimi – un po' perché tu e tua sorella avete già la pelle abbastanza chiara da passare per bianchi, e poi comunque con un padre rubicondo come il loro non è che potessero scurirsi più di tanto; hanno ereditato un vecchio, raro gene che gli colora occhi e capelli di una tonalità tra grigio chiaro e bianco.

Si chiamano Andy e Torn. Tua sorella spiega sarcastica mentre è costretta a tenerli in braccio che i loro nomi completi sono Andare e Tornare.

Di nuovo la prendi sul ridere, e li adori di già; tuo figlio (ormai è adulto, e sono anni che ha perso contro Nardo) cerca invano di distrarre il cuginetto che strilla senza posa nell'orecchio dell'altro che gli dorme accanto senza fare una piega, battendo con tutta la leggerezza possibile le dita scure sul suo naso dritto.



Da lì in poi per anni non ne vedete neanche l'ombra.



Intanto il tuo lindworm si innamora, e continua ad innamorarsi. Sembra che le infatuazioni più potenti avvengano mentre tu non ci sei; hai conosciuto più donne al suo braccio da quando si è trasferito di quante te ne abbiano presentate i tuoi genitori quando insistevano perché ti trovassi qualcuno.

Tu invece provi a fare il sindaco. In fondo, ami Boreduopoli.

Il primo mandato è claudicante: verso le nuove elezioni speri che arrivi qualcun altro perché a questo punto ti sembra di star facendo solo cazzate. Tiri un sospiro di sollievo quando passi il testimone per non creare più casini.

Poi quello fa peggio di te e a quel punto ti rimbocchi le maniche perché porca puttana questo non può buttare tutto affanculo così.

Vieni rieletto tre volte di fila (verrai rieletto ancora più volte).

Si vede che hai imparato il mestiere abbastanza bene.



Un giorno Cris torna dal lavoro con la testa tra le nuvole, sospirando sognante, inciampando ad ogni passo, gli manca giusto una margherita con cui fare M'ama Non M'ama, e ti dice che questa è la volta buona, la volta definitiva: lei gli fa tremare le ginocchia, gli fa saltare il cuore in gola, gli fa la bocca arida, gli fa bruciare le guance da quanto arrossisce. È cotto, assolutamente cotto.

La storia finisce discretamente male.

Non per colpa sua; ma lei di uomini proprio non se ne interessa.

Alla sua ex-ragazza Astrid, invece, che ha un bambino di tre anni da un precedente divorzio, piacciono un po' di più.

Questa, che non comincia nemmeno come una cotta, va molto meglio.


La prima volta che incontri il bambino della futura moglie di tuo figlio, quel poverino si spaventa tanto da nascondersi dietro a sua mamma. È lei che deve presentarlo un po' imbarazzata dalla sua ritrosia, visto che di solito non si fa problemi a saltellare davanti a chiunque e cercare di dar pugni imitando un qualche lottatore di boxe che vede alla televisione.

Ma tu lo capisci, onestamente: vedendo un altissimo muro di mattoni come te anche uno impavido come Marzio si fa un po' suggestionare.

Tempo sei mesi, e sei già nonno per lui. Quando te lo chiede gli fai volentieri da allenatore, e per quanto severo tu sia quando si tratta di migliorare la sua tecnica non riesci a trattenere la tua gioia roboante quando nella sua prima finta lotta con un Fraxure di cui ti prendi cura noti con orgoglio che colpisce nella maniera giusta ogni singolo punto proprio come gli hai insegnato. Ha un po' più di problemi ad allenare Pokémon, ma per quello c'è tempo.

A cinque anni fa un figurone al matrimonio di sua mamma e del suo nuovo papà, con una sua meritata medaglia di bronzo di judo a collo.


Nardo appare da non si sa dove come sa fare solo lui, saltando bellamente tutto il tedio della cerimonia completa per fare i suoi più sentiti complimenti agli sposi e strizzare il suo non-proprio-nipote fino a fargli scoppiettare le ossicine della schiena. Sembrano anni che non vi parlate, visto che lui è ancora Campione e tu sei impegnato fino al collo tra politica e palestra; a un certo punto lasciate che tutti ballino e cantino e mangino e vi spostate un po' fuori, un po' più lontano dal ricevimento. Vi avvicinate già al lato sbagliato dei cinquanta, e ancora siete scapoli: che impressione.

State benissimo così, però.

I Superquattro si stanno facendo vecchi, ti confida. Erano lì quando eravate ragazzotti voi ed erano già vecchi allora; anche tra i capopalestra ce ne sono alcuni che ormai farebbero bene ad andare in pensione. Sarà ora di cercare delle facce nuove.

E noi due, gli chiedi? Sarete dei vegliardi anche voi tra poco. Tu hai anche intenzione di andare avanti ad oltranza con la palestra, come quella signorina di Galar che dicono sia arpionata alla sua da circa mezzo secolo, ma Nardo? Fare il Campione è ben stressante. Non è che potrà ritrovarsi a settant'anni ancora a difendere e riprendersi il titolo e pretendere di avere la stessa energia che aveva da giovane, o anche solo quella che ha adesso.

Poi lo insulti male e gli chiedi perché tu stai già biancheggiando e lui invece è ancora rosso come una Baccamodoro. Lui si sbellica dalle risate, dice che è perché a differenza tua si mantiene giovane dentro; quando insinui che si faccia la tinta ogni sera cerca di tirarti un pugno sulla spalla che finisce per fare più male a lui che a te.


Lo introduci a Marzio quando tornate alle festività matrimoniali.

Nardo diventa nonno subito.

Senza neanche possibilità di dibattito.

Tra l'altro il tuo nipotino sembra convinto che voi due siate innamorati.

Immagini che uno debba essere un po' innamorato di Nardo, effettivamente, per rimanere suo amico per tutto questo tempo anche dopo che si è infenestrato in qualsiasi casa in cui tu abbia mai vissuto.


In due anni, Marzio riesce a convincere il suo non-proprio-nonno a fargli da mentore, e pensa di fare il Capopalestra come te anche se non ha voluto un Axew com'è tradizione familiare.

O forse farà l'attore di film di arti marziali, come Silvestro, che ha una palestra a Mistralopoli ed ha già sfornato più film per Pokéwood di quanti tu ne possa vedere in un giorno. Forse tifi di più per la seconda scelta, guardandolo mentre ricrea la sua scena preferita con il suo Timburr in giardino.

Ti manca un pochino avere la tua famiglia sotto lo stesso tetto. I tuoi genitori – che il sonno eterno sia dolce per loro – tuo figlio, tua sorella.

È un bel po' che non la senti, in effetti.


Quando un giorno ti bussano alla porta non hai idea di cosa aspettarti aprendola – un paio di reporter ficcanaso, qualche assessore magari; di certo non due ragazzini lerci e malmessi, con gomiti e ginocchia martoriati e l'aria distrutta, zaini pesanti di libri e vestiti e una Trubbish non ancora nella sua Pokéball, occhi biancastri che ti guardano intimoriti, spaventati non tanto da te quanto da qualcosa che tu potresti dire o fare.

Le tue mani vanno a cingere le loro guance mentre gli chiedi cos'è successo; Torn scoppia in lacrime senza una parola. Andy dice solo che sono scappati di casa e non ci vogliono tornare mai più.

Li lanci in doccia, disinfetti il disinfettabile, prendi accapatoi e lenzuola, li copri di cerotti idrofobi e pomate contro i lividi: la vecchia camera di tuo figlio ha un letto, ma è più piccolo rispetto al divano e meno adatto ad ospitare due ragazzini, quindi ti dovrai adoperare per prenderne uno domani. Mentre divorano la cena di tramezzini che sei riuscito a fargli con così poco preavviso e ti raccontano del breve viaggio per arrivare a Boreduopoli, dove sono stati massacrati da Pokémon selvatici e allenatori ben più esperti di loro che la regione non l'hanno mai girata per guadagnare medaglie perché i loro genitori non volevano avessero nemmeno un Pokémon, li osservi.

Hanno quindici anni, ma sono così magri che ne dimostrano forse tredici.

Si addormentano sul divano rintanati sotto le coperte in cui li hai avvolti, acciambellati l'uno contro l'altro, respirando profondamente.



Tua sorella non ti chiama per sapere dove siano, e anche se lo facesse non ti degneresti di risponderle.

Che vadano al diavolo lei e suo marito.



I gemelli hanno otto anni più di Marzio, ma la loro preparazione in quanto a lotte è poco superiore al quella del cuginetto: la Lampent di Andy e l'Eelektrik di Torn si sono evoluti da poco, sofferenti di un allenamento saltuario e clandestino, e faticano a tenere testa ad altri Pokémon al loro stesso livello. Trubbish, che hanno trovato in un bidone dell'immondizia sotto al Ponte Villaggio, è stata selvatica fino a ieri ed è un po' più preparata; i due Joltik che si portano dietro, uno per ciascuno, sono più peluche viventi che altro.

Cominci ad allenare i tuoi nipoti nelle due settimane che precedono la loro iscrizione al semestre di studi. Marzio si unisce volentieri ai tuoi sforzi per mettere un po' di muscoli su quegli stecchi dopo un breve periodo di sospetto per l'improvvisa apparizione di due fiocchi di neve mai visti prima in casa tua: cerca di insegnargli boxe, judo e capoeira tutti in una volta, ma loro sono poco recettivi, un po' restii a fare a botte. Il loro stile è drasticamente diverso da quello famigliare, più basato su meditazioni e strategie formulate a tavolino prima di essere testate che su un approccio fisico, diretto. È comunque una tattica vincente, come dimostrano più volte.

Oltre alle lotte, l'unica cosa che sembra farli impazzire sono i treni.

E quando Torn scambia uno dei loro Joltik per un Ariados che si mette a corteggiare subito la sua Galvantula con fare galante e trova la prima covata sotto il letto, anche l'allevamento.

La loro camera vede una mezza dozzina di uova di Joltik ogni quattro mesi.

Andy protesta che a furia di prendere scosse gli stanno andando in avaria i nervi; suo fratello a un certo punto ne prende così tante che diventa immune.

Per non essere da meno, il gemello maggiore sviluppa un'immunità ai veleni.

Secondo Marzio sono pazzi scimuniti, a farsi elettrizzare e intossicare così. Poi lui si allena per le lezioni di lotta libera con Sawk e Throh due contro uno, e cerca di migliorare i riflessi bloccando i colpi dell'Axew dei gemelli, ma quello a detta sua e di Nardo è normale.



Un anno e qualcosa dopo che hai praticamente adottato i tuoi nipoti diventi nonno una seconda volta – ma questa volta di anni ne hai quasi sessanta, che è effettivamente un'età da nonno, e Aristide finalmente è un nome che ti dona: puoi passare il tuo nomignolo alla nuova nata.

Il suo fratellastro e i suoi cugini la guardano come fosse la risposta ad ogni singolo quesito dell'universo. Ne sono assolutamente stregati.


Iris urla come una pazza e smette solo quando Andy urla con lei, forse perché lui per natura grida più forte di chiunque e qualunque cosa; appena smette lei riprende, e la casa non è tranquilla un secondo.

Marzio la trascina all'asilo da solo, come un ometto, mentre lei piange che vuole la mamma e il papà e il nonno finché non la lascia giocare con le orecchie di Mienfoo, che ha una pazienza assolutamente infinita.

Da quando comincia a camminare Torn mette una qualche canzone sul grammofono di tua madre, se la pianta sui piedi, e la fa ballare. Non è facile quando lei è un pacchetto di patatine e lui una pertica, ma funziona.



La bimba cresce e cresce a vista d'occhio, e come suo fratello e suo padre passa le ore sugli spalti della palestra, a guardare come comandi il tuo Haxorus contro gli sfidanti. Passa le giornate a parlare con tutte le teste di Hydreigon e a scalare Druddigon come una montagna; quando puoi, visto che è tanto sola, la porti con te in giro per Unima, ad incontrare i nuovi Capopalestra. Ormai i vegliardi che hanno intenzione di stare ancora ancorati ai loro posti a questo giro siete tu, Silvestro, Rafan e Aloè; la vecchia chef di Levantopoli sospira tutte le volte che la incontri che vorrebbe che venisse qualcuno se non a prenderle la palestra, almeno ad ereditare il suo caffé, e a Ponentopoli ormai mancano uno o due anni prima che Anemone, nipote dell'aviatore, prenda ufficialmente le redini dal nonno.


Intanto, sapevi che Nardo ha un nipote? Certo che non lo sapevi, non lo sapeva neanche lui fino a otto mesi fa, quando gliel'hanno scaricato addosso.

Si presenta un giorno con un bimbo di sei anni, stessa età di Iris, una peste di cavernicolo che subito si azzuffa con tua nipote (e perde male al primo round, perché Marzio le ha insegnato bene) e ti dice ma tu lo sapevi che avevo una figlia giù alla Foresta Bianca?

Al che replichi Nardo com'è che quando appari tu hai sempre una qualche cagata incomprensibile da rifilarmi?


Non sei proprio dell'umore giusto di sapere come questo sia successo – lui ti rassicura che non lo sa neppure lui perché non si ricorda di aver mai copulato, menchemeno con qualcuno che avrebbe potuto dargli prole (ti rendi conto che questo è preoccupante, gli dici, e lui agita la mano come a dissipare un brutto pensiero e dire che comunque è roba vecchia) spiegando che gli serve solo che tu lo tenga un momento, giusto magari... un paio di settimane.

Ti dispiace dirlo ma questo proprio non riesci a farlo: da una parte, qualcosa ti dice che quel paio di settimane rischiano di diventare una serie di mesi; poi, i gemelli vivono ancora con te e pieni di esami universitari fino al collo come sono hanno i nervi tanto a fior di pelle che basta che questo scalmanato (Fedio, si chiama) gli tocchi un libro perché lo ribaltino come un calzino.

Cris ed Astrid anche sono da escludere, con una bimba piccina che già gli da una discreta Purrloin da pelare perché a quanto pare parla e comprende i tipi Drago come se niente fosse e un quindicenne che oltre alla scuola si sta allenando in previsione del concorso al titolo di Superquattro. Sì, mancano ancora tre anni prima che possa anche solo fare domanda, ma lui insiste nel portarsi avanti, per essere sicuro.


Ecco, a proposito dei Superquattro – e lui si fa improvvisamente serio – è per questo che sta cercando un posto per Fedio.

Il membro più giovane, scelto appena un anno fa... Te lo ricordi vagamente, occhi da Liepard e un sorriso bastardo, Mirton qualcosa, una specie di mezzo erede aristocratico specializzato nei tipi Buio, nato nella Città Nera.

In teoria, ha compiuto diciotto anni da poco; in pratica è già bandito da diversi casinò per una nomea di baro ludopatico, ha gli inizi di una nuvola cancerogena nei polmoni, un fegato che comincia a faticare quando filtra il sangue nel suo alcol e pupille che si allargano e si restringono fin troppo (e non per i cambi di luce), vomita più di quanto mangia, rompe qualsiasi cosa gli capiti a tiro nei continui sprazzi d'ira che si susseguono. Riesce a rimanere nella sua posizione solo perché è impeccabile durante lotte ed eventi ufficiali, perché piange disperato e prega in ginocchio fino a sputare sangue di non cacciarlo quando viene minacciato con una squalifica, e perché Nardo continua a mettere la sua buona parola di Campione.

È una causa persa in partenza.

A Nardo serve la casa completamente libera per tenerlo da qualche parte dove ci sia qualcuno che gli impedisca di ammazzarsi a furia di far cazzate, per avviarlo su un sentiero che lo faccia riabilitare almeno un po'.

Ti verrebbe da dire che è ironico, che qualcuno si affidi a lui per evitare di fare casini su ulteriori casini, ma sai che non è proprio il momento di scherzare.


Aloè e Cirillo accettano volentieri di tenere Fedio con loro, a patto che mantenga la sua promessa di non toccacciare nulla nel museo (no, non vale neanche se ha le mani pulite, perché lui ha questa brutta abitudine di schiaffeggiare invece di accarezzare) e di tenere la voce bassa in biblioteca: Zefiropoli è piccola e circondata da foreste, perfetta per uno scapestrato come lui, e il nonno verrà a visitarlo quanto più spesso possibile. Prima che parta, il birbante estorce ad Iris un'eventuale rivincita; lei accetta senza esitazione, sicura di una vittoria facile, perché il suo fratellone è sempre ben felice di aiutarla a migliorare sia con i Pokémon che col tirare sberle.

A proposito di Marzio, la sua camera è un trionfo di metalli preziosi. Con un nonno come te, dicono, non c'è da stupirsi; e invece tu ti stupisci tutte le volte che porta a casa un bronzo, un argento, o come sembra fare sempre più spesso negli ultimi tempi un oro, non perché tu non creda nelle sue abilità ma perché tutte le volte continua a migliorare anche senza che tu sia lì al suo fianco a supervisionare la sua crescita, a dargli consigli, ad incoraggiarlo, e quando mostra i frutti del suo lavoro ti rende orgoglioso oltre ogni misura.

Si è ricavato un posticino di tutto rispetto anche tra i talenti emergenti dei tipo Lotta, pare: il suo buon Mienshao è considerato quasi degno di un Campione, anche se secondo lui non è ancora lontanamente al livello di Nardo.

Intanto battibecca con Iris, lascia che lei tiri pugni sul braccio che potrebbe farle saltare la testa dalle spalle se lo flettesse appena per far guizzare il bicipite quando protesta perché non la lascia venire con lui ai suoi allenamenti con il non-proprio-nonno o perché pensa che sia troppo piccola per tornare a casa da sola da scuola. Ha una pazienza infinita, come tutti i fratelli maggiori bravi o rassegnati; tu, a questo punto te ne sei accorto, eri rassegnato.

È una pazienza che gli servirà già un anno e mezzo dopo, quando Mirton lo incontra di persona e gli fa un'impressione neanche brutta, peggio.


È uno stronzo, ti dice; è pieno di bile fino al collo, è una persona cattiva. Mi ha aggredito mentre il nonno non c'era, ha provato a schiacciarmi contro il muro e mi ha sputato in faccia. Mi ha detto che posso anche essere il preferito di Nardo ma appena si volterà e si scorderà di me non sarò mai niente. Parla come se fosse l'Ideale, la Verità e il Drago originale tutto assieme.

Gli ha sputato in faccia?

Marzio vacilla un momento, quasi confuso: non letteralmente, ammette. E in effetti non lo ha neanche toccato. Ma il modo in cui gli si è avvicinato, il modo in cui gli ha parlato, era come se cercasse di fare a botte. Tuo nipote non si è fatto abbindolare, è rimasto impassibile come sa che si deve fare in questi casi; lo ha soltanto spintonato appena col gomito quando ha cominciato ad appiccicarsi a lui.


I gemelli quella pazienza che ha dimostrato loro cugino non ce l'hanno, o almeno non hanno la testa abbastanza calma mentre ascoltano di nascosto per pensare chiaramente e agire di consequenza.



Andy ti chiama nel panico dall'ospedale per dirti che loro stanno bene ma devi chiamare zio Nardo perché Mirton forse è in coma e forse è colpa loro e un attimo solo okay no non è in coma sta già un po' meglio, scusa zio, è comunque colpa nostra – Torn gli strappa il telefono di mano e ti dice che non è colpa loro, non sanno cosa sia successo, e mentre si alternano e battibeccano su chi debba parlare e se loro colpa ce l'abbiano o meno spiegano che volevano solo fare una lotta in doppio con lui per non fargli più trattare Marzio in quel modo, ma poi quando hanno vinto lui è sballato e si è messo a tirarsi i capelli e urlargli contro e schiumare dalla bocca, e poi è caduto a terra senza che lo toccassero e si è messo ad avere convulsioni su convulsioni rantolando come un mezzo morto e non sanno cosa sia successo perché a parte la lotta in doppio loro due non gli hanno fatto niente.

Mirton sta bene solo perché lo hanno preso e trascinato nell'ambulatorio più vicino appena la crisi è partita.

Lo guardi rannicchiato contro il cuscino dell'ospedale, tremolante come una foglia e più inviperito di un Serperior, le ginocchia quasi ingoiate nella bocca tanto pallida da essere quasi cianotica: buon cielo, pensi soltanto.

Sembra un foglio di carta bagnato.

Qualsiasi cosa abbia detto a Nardo, quando finalmente arriva trafelato e più che spaventato dalla Lega, mentre stanno in quella stanza da soli, rimane tra loro due.


I gemelli gli chiedono scusa. Dopo un paio di mesi senza ricadute, lui chiede scusa a Marzio. Iris lo fa scoppiare in lacrime quando gli dice che ha la faccia da stronzo bastardo fedifrago e figlio di puttana (dove diamine l'ha sentita una cosa del genere, ti chiedi prima di ricordarti che Fedio è suo amico e Cirillo ha quella brutta abitudine di sacramentare come se non ci fosse un domani quando pensa di essere solo) e lui ride con una risata amara mentre le dice che in effetti ha ragione; tu, suo padre, sua madre, suo fratello e i suoi cugini (solo Andy; Torn le fa i pollici in su) la fate scusare immediatamente.

Qualcosa nel modo in cui Mirton cambia, nel modo in cui migliora visibilmente rispetto a quello spettro di rabbia e miscugli letali che hai intravisto all'ospedale e che ti è stato descritto, nella sua cauta discesa verso una tranquillità sì nevrotica ma più stabile mentre ogni mese segna un traguardo di sobrietà da una lunga serie di cose, ti dice che Nardo, se si fosse messo quando era giovane, sarebbe stato un buon padre.

Ti stai davvero rintronando.


(Lui ti spintona con una delle sue risate sguaiate, mentre il giovane che non è suo figlio si perde la fine di un film dormendo con la testa sulle ginocchia di tuo nipote e la sua sorellina accovacciata sullo stomaco.)



Marzio diventa il terzo Superquattro a diciannove anni, e Mirton brinda con limonata in un calice di plastica perché quelli di vetro li ha spaccati tutti. Antemia, la più vecchia della nuova generazione (ventisette anni e non sentirli, scherza), lo stordisce con una parlantina entusiasta e una stretta di mano degna di un batterista di heavy metal.

I gemelli se ne sono andati da un anno o due, ormai – diplomati quasi con lode e trasferiti il più presto possibile a Sciroccopoli, sacrificando quella vacanza a Galar che volevano tanto fare dopo gli studi; ora lavorano alla Stazione Ruotandentata come ferroviari, per il momento assegnati soprattutto sulla linea per Roteolia, e sono molto eccitati riguardo a dei piani che sono riusciti a sbirciare di nascosto, cianografie e diagrammi per alcune nuove carrozze fatte apposta per le lotte.

 

Iris se non è con i genitori rimane sempre al tuo fianco, un po' insicura all'idea di andare in giro per Unima da sola ora che i suoi fidati cavalieri sono altrove.

Ricorda ancora vagamente quei viaggi in cui la portavi con te da piccina, e di come Rafan le faceva un po' paura per l'ombra del suo cappello sul viso arcigno, e di come Aloè le aveva fatto vedere le ossa di un drago che venivano da Kalos, e di come Silvestro le fosse parso stranissimo senza i costumi che gli facevano mettere nei suoi vecchi film. Ricorda anche i cannoni di Anemone che venivano installati e quando ha testato di sua volontà le pareti di miele nella palestra di Austropoli, che a te non avevano fatto impazzire perché la soluzione era ancora troppo molle ed avevi temuto di doverle rasare la testa a zero vedendole i capelli tutti impiastricciati.

Ora che ci pensi, forse è meglio che non vada a fare il giro delle palestre, visto che quasi tutta la Lega la conosce tanto bene e le è così affezionata che potrebbe tranquillamente venire squalificata per favoritismo in ogni città.

Dov'è che non ti farebbero lagne? Pensi ad Alisopoli, ma poi ricordi che l'intera scuola la conosce: fuori discussione. Il nuovo Capopalestra di Grecalopoli non l'ha mai incontrata, quel giovanotto con la vitiligine sulle gambe, Ciprian; è il gemello di Artemisio (omozigote, tra l'altro – le meraviglie della genetica) e l'artista di sicuro gliene ha parlato bene, ma forse vale lo stesso.

Rimane giusto Zondopoli, forse... E anche Camelia, l'ultima arrivata e nuova star di Sciroccopoli, non ha avuto il tempo di conoscere tua nipote. Se anche Levantopoli trova una nuova faccia nei prossimi tre anni, fanno forse quattro medaglie disponibili. Appena la metà.

Sospiri. Forse sarebbe più facile se fosse Capopalestra anche lei.

Non che sia possibile.


...


È possibile o no?



Passi un giorno a studiare il regolamento.

Allora.


Non è legale che una palestra sia lasciata in mano a un bambino, e fin là ci arrivavi anche tu; TUTTAVIA, c'è la possibilità che un minore di età non inferiore ai dodici anni venga scelto (previo necessario e strettissimo controllo della condotta e dell'idoneità del presente Capopalestra, a causa di casi alquanto disdicevoli avvenuti in passato) come apprendista o successore e possa operare in via ufficiale come Capopalestra nello stesso periodo in cui il suo mentore è attivo.

Quindi, in due anni, se lo volesse, Iris potrebbe stagliarsi al tuo fianco se non direttamente in tua vece contro gli sfidanti di Boreduopoli e avere in seguito la possibilità, in quanto a capo di una palestra, di affrontare la Lega Pokémon.

L'idea la fa impazzire di gioia.

Ti salta al collo, ti abbraccia, ti bacia le guance anche se la tua barba selvaggia le pizzica la faccia, ti promette con tutto il cuore che d'ora in poi passerà tutto il tempo ad allenare la sua squadra fino a diventare degna della vostra palestra, e poi ti ragguaglia: ma nonno, questo non è il caso di piangere!

Ma che ci posso fare, vivernuccia del mio cuore (come si arrabbia di solito quando la chiami in quel modo!), se mi fai commuovere così?



E Iris mantiene bene le sue promesse: si ritaglia tre giorni alla settimana in cui viene da te e vi mettete di buona lena a far venire alle sue squamose amiche muscoli sani e tonici, guizzanti, mentre la metti alla prova con strategie diverse e le insegni a perdere con stile, ad accettare la sconfitta nobilmente – perché anche quello deve fare un buon Capopalestra, specialmente l'ottavo.

Marzio la sottopone a sfide contro tipi diversi portandosi dietro tutti i nuovi Superquattro finalmente al completo, inclusa la ritrosa Catlina appena arrivata da Sinnoh, che comincia ad aprirsi proprio mentre la sua Gothorita si rafforza con ogni lotta fino ad evolversi, e ogni tanto persino Nardo e Fedio si palesano per offrirle esempi più variegati e complessi. Andy e Torn, desiderosi di aiutare ma impantanati nel lavoro fino al collo, la invitano a testare le carrozze del Metrò Lotta con loro: le loro squadre pluritipo e i loro diversi stili di lotta sono un ottimo allenamento, devi ammetterlo.


(Appena le Linee Lotta sono inaugurate, proprio dopo che loro sono promossi a Capometrò, sono un successone. I gemelli da totalmente sconosciuti diventano celebrità: è in questo modo che sono introdotti propriamente a Camelia, e dopo un periodo di formalità impacciata i tre diventano amici inseparabili. Ora i fratelli lamentano che non c'è alcun tipo di lotta che sia tre-contro-tre; dalla discussione che segue viene fuori l'infernale proposta per iscritto di una varietà di lotta quattro-contro-uno che sostituisca il tedio di quattro singole prima del Campione, che meno male non viene approvata quando Antemia la presenta alla burocrazia della Lega.)


Un'altra ragione per festeggiare: habemus Levantopoliis capopalestram!

Neanche uno, ma ben tre, e anche qui gemelli: Chicco, Maisello e Spighetto – quest'ultimo a cui Iris si appiccica subito e con lei Fedio, nonostante sia ben più grande di loro. Tra i suoi fratelli e le due pesti ti fa un po' pena.



Intanto qualcosa sta bollendo in pentola.

Non sai cosa, ma c'è gente stramba per tutta la regione che va in giro appiccicando volantini criptici senza permesso. Non hai tempo per occupartene al momento, però.


Il Volcarona di Nardo sta male.


È una malattia non chiara, ma degenerativa: peggiora a vista d'occhio, ogni giorno di più, e non c'è nulla che possa fermare il suo declino. Anche il miglior Audino di Unima può fare ben poco se non offrire conforto e cercare di alleviare il dolore che impedisce ormai al Coleottero anche solo di sbattere le ali.

Questo Volcarona è una creatura ineffabile, quasi mitica. Era di Nardo da prima che fosse nato, o almeno così lui dice – pare essergli stato accanto da quando ha aperto gli occhi a quando anche lui è stato costretto ad andarsene dalle sabbie ormai troppo tempestose per essere considerate lontanamente abitabili persino dagli ultimi discendenti dei nomadi del deserto. Non ne ha mai parlato come se fosse stato un Larvesta; se davvero era già evoluto quando lui era un bambino, dev'essere un Pokémon incredibilmente vecchio.

Ti ricorda l'Haxorus di tuo nonno: ne ha gli occhi dolci e stanchi, resi languidi da un alone malinconico; ne ha il respiro profondo e affaticato, non ancora un rantolo, ma sulla via dell'andata. Ne ha la testa pesante sulle ginocchia del suo padrone e la voce sottile, sottilissima, a malapena percepibile, che mugola dolce e chiede ancora una carezza, una sola.


Nardo torna nel deserto a seppellirlo. Poi non torna più.


Che scemenza. Nardo torna sempre. A volte a distanza di anni, ma torna sempre. Questa volta però prendi angosciosamente coscienza del fatto che Nardo non ha un telefono, o un computer, o un Interpoké, o un qualunque altro modo per contattarlo.

Mirton ti assicura che torna, ma solo quando lui dorme. Gli lascia note appiccicate alle pareti che gli dicono di fare il bravo, di ricordarsi che c'è sempre per lui, e che si scusano, si scusano, si scusano.

Fedio ti assicura che torna, puntuale ogni due mesi, ma non si fa mai trovare da nessuno oltre al suo nipotino. Secondo il ragazzino, è ancora triste.

Iris ti assicura che torna, come le dicono i tipi Drago che lo incontrano. Vuole solo stare da solo.

Tu vorresti che non lo facesse.



Ma domani la tua nipotina debutta al tuo fianco nel suo primo giorno del suo primo anno come Capopalestra, e sai che il tuo amico sa prendersi cura di sé stesso: quindi ti sforzi di non pensarci, gli compri un Interpoké da dargli appena te lo ritrovi davanti, aiuti la tua vivernuccia a fissare bene i codini dei suoi capelli, e con la tua grossa mano appoggiata sulla sua schiena a sostenerla la accompagni alla sua prima lotta ufficiale.



Quei volantini che erano apparsi un anno fa spariscono. Bene!

Al loro posto entra in scena il Team Plasma. Male.

Il suo capo è Ghecis. Peggio.

La sfiducia nell'apparente desiderio dell'organizzazione di liberare i Pokémon dall'oppressione degli umani, già nutrita appena la propaganda Plasma ti è stata esplicitata, subisce un picco non appena vedi quello stronzo camminare tronfio e sicuro tra i suoi templari in quel mantello di merda che sembra più un tappeto incastrato nel guscio vuoto di un Chandelure. Se ti vede, mentre passa per le strade di Boreduopoli, mentre fa il suo sermone alla folla che preghi non lo stia a sentire, non cerca in alcun modo di fartelo notare.

Tanto quel bastardo sa già che cosa ha fatto.


(Ricordi la sua provocazione, insinuando con un sorriso che siete esattamente come i fratelli leggendari di cui ancora portate il sangue nelle vene; ma gli Harmonia Gropius e i Lofiri sono lontanissimi rami completamente opposti in uno stesso albero, anche se sono forse gli ultimi rimasti, e voi due non avete più geni in comune di quanti non ne abbiano un Pidove e un Sandile.)


Il ragazzo che si trascina dietro come un Lillipup è una novità, lo ammetti. Non hai ancora ben capito quale sia il suo nome; da quanto hai sentito, riesce a comprendere i Pokémon come se gli parlassero, e i seguaci di suo padre si inchinano davanti a lui chiamandolo il loro re, l'eroe di Unima.

Ha gli occhi vacui, quando lo incontri. Parla di cose che comprende, ma non appieno; crede di fare la cosa giusta.


Quando il castello erutta da sotto la Lega pensi a mille cose – evacuare la Via Vittoria, chiamare rinforzi, avvertire le autorità, gli altri Capipalestra, cercare i due adolescenti che erano sul punto di sfidare Nardo.

Pensi a Marzio.

Se quel pezzo di merda torce anche solo un capello a tuo nipote lo strozzi con le tue stesse mani.

Non ne hai l'occasione, perché quell'infame riesce a scappare insieme al suo finto eroe. Ma Marzio sta bene, e stanno bene Mirton e Antemia e Catlina e Nardo, e anche se i pesci piccoli si dividono tra smarriti prigionieri e furibondi latitanti e quelli grossi corrono a nascondersi per la regione la polizia internazionale gli è alle calcagna, e in un paio di mesi tantissimi sono presi e sbattuti in cella. C'è un gran tumulto, un gran viavai e panico e ricerche e ricostruzioni e arresti e ancora paranoie: poi le acque si calmano, e tu e Nardo e i capipalestra potete tirare un sospiro di sollievo.



(Gli allacci l'Interpoké al polso a tradimento, come se lo ammanettassi, e lo guardi dritto negli occhi e gli dici: non provare a togliertelo perché lo scopro e ti spacco la faccia, brutto bastardo. E chiama ogni tanto.)

(Nardo appoggia la testa stanca alla tua spalla e non dice niente. Lo stringi in un mezzo abbraccio.)

(Mirton, Marzio, Fedio ed Iris gli si accoccolano accanto la prima notte che dorme di nuovo a casa sua da quando è morto il suo primo Volcarona.)



Insiste a rimanere Campione quando i primi due ragazzini che lo battono rifiutano il titolo, francamente stanchi e sconvolti dai mesi di fuoco passati a cercare di fermare il Team Plasma (come dargli torto? Nessuno ha chiesto a loro di risvegliare i Draghi dormienti, diventare gli eroi di Unima e sconfiggere una specie di finto re; speri si facciano una bella dormita, che se la meritano più di tutti), e non designa alcun successore specifico, neanche tra i Superquattro. Per quanto ami le lotte è distrutto pure lui, ormai: finge che non sia così, ma non ne può più.

Fedio scala la Torre Nera e l'Antro dell'Albero Bianco, facendo strage di sfidanti. Aloè è fiera di lui tanto quanto suo nonno, ma non arriva ancora ai livelli di Iris, che dal canto suo è migliorata tanto da essere sul punto di superare suo fratello – non ancora i gemelli, ad essere sinceri, perché come dicono lei e Camelia quei due sono pazzi scatenati e quando si mettono d'impegno, vale a dire praticamente sempre, fanno quasi paura.


A proposito di Aloè: ha stanziato ad Alisopoli un Capopalestra suo apprendista, un ragazzo che aveva provato a fare la Lega, amico di Belle l'aiutante della professoressa Aralia. Te lo ricordi di viso, un giovane abbastanza serio; Komor, ecco, quello è il suo nome. Effettivamente era molto promettente, più vecchio di tua nipote ma più giovane dei tre fratelli di Levantopoli. Invece a Zondopoli un po' di mesi dopo arriva anche un'altra faccia nuova, Velia, che suona il basso e canta in una band rock o punk o qualcosa del genere, insomma il tipo di musica che piace ad Andy e che piaceva anche a Torn quando aveva sedici anni e si era tinto da solo i capelli di nero facendo un disastro.

Quando glielo menzioni ti lancia addosso la sua Durant arrabbiatissimo sibilandoti di non farne parola a nessuno, e tu ridi.

A parte il collasso della Via Vittoria – pochi feriti e nessun disperso né vittime, per fortuna, perché era bassa stagione – questi due anni sono tranquilli.

C'è sempre una certa tensione nell'aria, avvistamenti di fregate e bisbiglii di una specie di scienziato pazzo (“Acromio” ti ricorda qualcosa ma non molto), un tentativo di intrusione in casa tua sventato da Druddigon.


Allo stesso tempo però Iris finalmente concia i Superquattro per le feste, e al primo colpo stende il suo non-proprio-nonno: Nardo la incorona Campionessa a quattordici anni. Hai salvato per sempre su un dischetto la cerimonia ufficiale, lo stesso sul quale c'è quella del tuo amico, e ancora a volte mandi avanti veloce fino al momento in cui Marzio rompe le righe dall'emozione e lancia la sua sorellina in aria per issarsela sulle spalle e gridare al mondo che è il suo scricciolo la più forte allenatrice di Unima.

Accuse di favoritismo si alzano comunque, perché la Lega la conosce bene, ignorando che così è anche per tutti gli altri Capipalestra. Basterà una lotta per “vedere se davvero se lo merita”, quel trono così importante - e che vittoria, quella della tua nipotina.

La sua prima lotta da Campionessa... Ti fa venire le lacrime agli occhi.

Guardala là, com'è cresciuta ormai.

I suoi genitori non potrebbero essere più orgogliosi.



C'è un periodo del suo primo anno a difesa del titolo – poco meno di un mese forse, alcune settimane – che hai rimosso quasi completamente dalla memoria. Ti ritorna alla mente solo quando ti chiedono opinioni e testimonianze, commenti, e subito cerchi di scordarlo di nuovo.

Al posto del freddo lancinante e il sole sul ghiaccio perenne cerchi di ricordare solo il patetico spettacolo di Ghecis che impazzisce mentre lo portano via in elicottero, e lo sguardo terrorizzato e mortificato del suo giovane eroe, ora diametricamente opposto a colui che lo ha plasmato, che incrocia il tuo per un momento solo prima che sparisca di nuovo tra il fogliame senza che tu possa anche solo pensare una parola nella sua direzione.


Il Team Plasma è di nuovo allo sbando.

Gli ultimissimi estremisti si nascondono sapendo di non poter trovare alcun appoggio dopo quello che non vuoi ricordare, e Acromio scompare nel nulla come un bravo prestigiatore. Mirton dirà di averlo intravisto sulle spiagge di Alola in una specie di giaccone-scafandro tecnologico, durante la sua permanenza forzata nell'arcipelago a causa di una ricaduta catastrofica da stress; ma il ragazzo stesso avviserà di prendere le sue descrizioni con le pinze visto il suo stato di miseria e mancanza di magnesio in buste con cui sopravvivere nel clima tropicale.

(Ti dovrai ricordare di dire a Nardo di fissargli una visita del sangue per vedere se ha una carenza di ferro. È più pallido di un morto, quel poveraccio.)



Il resto dell'anno passa normalmente.

Forse – forse – la regione può tirare un sospiro di sollievo.


Si ritorna alla routine, ora: sfide e stagioni di Lega. Cris ha trovato un nuovo lavoro come infermiere in un Centro Pokémon, Astrid mantiene il suo come allevatrice; sentono i loro bambini per Interpoké e gli dicono che gli mancano tanto tanto, mentre sono lassù tutti e due a decimare sfidanti.

Cercano di contattare la famiglia di lei a Galar, per far sì che per una buona volta Iris e Marzio i loro cugini veri e propri li incontrino, per vedere se possono venire loro a Unima o vice versa: ma niente da fare, dicono che Dandel anche ora che non è Campione da un annetto si è buttato a capofitto nell'allenamento e nella ristrutturazione della Rose Tower per farla diventare una Torre Lotta, e tra l'altro adesso è pure il presidente della Lega... E Hop invece, si è messo sotto con gli studi per diventare un professore di Pokémon, proprio come il suo bisnonno! Fanno tutti e due i complimentoni alla cuginetta per la sua vittoria – mandano un video ripreso di nascosto dove i fratelli sono incollati al televisore ricalibrato per mostrare la diretta in streaming della finale di Unima e per poco non lo distruggono quando esultano.

Però! C'è una possibilità che al prossimo raduno delle Leghe, che sarà a Galar se tutto va bene, lascino venire anche il precedente Campione regionale... Tuo figlio dice che sarebbe anche giusto, visto che è rimasto su quel cucuzzolo per sedici anni ininterrotti!

Chiedi a Nardo se vuole andarci pure lui, che ha tenuto il titolo un bel po' di anni – non di fila, ma comunque. Lui ti assicura che di voglia non ne ha neanche l'ombra, e anzi starà benissimo a casa con Fedio e Mirton.

Gli ricordi di ricaricare l'Interpoké: lui promette, e se lo scorda subito. Nove volte che lo chiami su dieci parte la segreteria.



Ormai puoi anche ritirarti dalla carica di sindaco, no? Per favore. Va bene che sei bravo e poi chi è che ci arriva se te ne vai tu, ma onestamente ti sei abbastanza stufato della burocrazia urbana. Ancora tre anni e mezzo e poi ti dedichi completamente a palestra e Lega e basta, giurin giurello. Sei proprio un po' stanchino e almeno per metà in pensione non ti dispiacerebbe andare.

Torn ti chiama un giorno per sapere se Andy è venuto a stare da te a Boreduopoli ieri, se magari è rimasto a mangiare. Tu dici no, non li vedi entrambi da un po', e comunque sai che ti avrebbe avvisato prima di presentarsi così all'improvviso. Ti chiede ancora se proprio non l'hai visto, se non l'hai neanche sentito; no, perché?



Andy è scomparso.



Per mesi interi cercano tutta la regione. La ribaltano, la mettono sottosopra, la stravolgono, indagano in ogni cunicolo, ogni grotta, ogni mucchio di foglie. Tuo nipote non si trova. Come se si fosse volatilizzato.

E non è che non ci si mettano d'impegno. Il caso non viene chiuso, non può essere chiuso: Torn lo riapre con le sue stesse mani se solo ci provano a chiuderlo. Voi capipalestra cercate anche, chi ha una qualche impresa mezza internazionale (come Rafan, ad esempio) fa stare attenti i propri dipendenti, cerca pure la professoressa Aralia se riesce.

La Stazione Ruotandentata è ancora in funzione.

Il Metrò Lotta è ancora in funzione.

Le linee Singola e In Doppio corrono senza lotte solo per i primi due mesi.

 

Capometrò Torn Continua A Sorridere! L'Allenatore Più Forte Del Metrò Lotta Non Sembra Preoccupato Dalla Sparizione Del Gemello.


(Li vorresti prendere a schiaffi. Rincoglioniti che non sono altro. Dov'erano? Dov'erano quando tuo nipote non faceva altro che girare le stazioni nella speranza che suo fratello fosse solo in ritardo? Dov'erano quando cercava di unirsi ai gruppi di soccorso e doveva essere mandato a casa a forza? Proprio ora devono affilare le punte delle matite e pungolarlo con accuse implicite perché sta cercando di uccidersi a furia di mandare avanti un intero sistema ferroviario e struttura lotte da solo per cercare di non pensare alla possibilità di essere improvvisamente figlio unico? Pensano che si diverta a tentare di dare una sembianza di normalità a scapito della sua salute mentre evita in tutti i modi di abbandonarsi al lutto? Pensano che non abbia incubi, che non stia male come la merda? Come osano? Cosa cazzo vogliono da lui? Cosa CAZZO vogliono? Vogliono che invece di non commentare e di cacciarli via perché peggiorano la situazione gli pianga nei microfoni? Vogliono che scoppi in lacrime dove tutti possono vederlo, lo vogliono vulnerabile e patetico come un Mareep senza lana e senza mamma perché il mondo intero possa giudicare il suo dolore abbastanza straziante, la sua agonia abbastanza credibile, per farla diventare un nuovo dibattito della merda tra chi gli crede e chi invece pensa sia tutta una recita? Vogliono che li porti al tribunale per diffamazione e faccia un bel teatrino per giustificarsi e urlare che non è stato lui, che no, non ha ucciso lui la persona a cui voleva più bene al mondo per semplice gelosia, per avere tutti i riflettori su di sé, per essere capo e divo incontrastato della Stazione? Cosa cazzo pretendono da lui?)



La prima volta che chiedi a Torn di venire a Boreduopoli un giorno solo, per restare con il resto della famiglia, cambia discorso e non ti risponde. Non viene.

La seconda volta risponde che è molto occupato col lavoro e non può, ignorando che l'invito è apposta per farlo staccare.

La terza volta ti dice direttamente di no, senza neanche scuse.

La quarta volta credevi avrebbe lasciato suonare e basta.


Invece ti riattacca in faccia.


A quel punto non ci provi più.


Forse hai sbagliato a chiederglielo più volte, così, di settimana in settimana. Devi lasciargli il suo spazio, permettergli di respirare. È già tanto stressato. Tanto preoccupato. Non ha tempo per distrazioni. Gli hai forzato la mano. State tutti male, e lui sta più male di tutti. Assillandolo non fai che peggiorare la situazione. Quando se la sentirà, ti chiamerà lui. È la cosa migliore.

Per tre anni e mezzo l'unico modo di sapere se è vivo o no è Camelia.


La ragazza è una manna dal cielo; ringrazi i Draghi per la sua amicizia con i gemelli, per come nonostante il dolore abbia il tempo di tenerti informato su come sta, se mangia, se dorme, come va la Stazione.

La buona Excadrill di suo fratello lo mantiene in vita, lo costringe a prendersi cura di sé quando tutti gli altri falliscono nell'intento, ti racconta. Tutta la squadra del gemello maggiore ci prova.

La capopalestra, dopo un anno e qualcosa, nomina a sua insaputa tra i ferroviari un Campometrò Sostituto (non un Capometrò: Andy mantiene ancora il titolo e finché suo fratello vive lo manterrà) che gli tolga un po' di peso dalle spalle. È un uomo particolare, una tipetta alta sì e no due gazzose una sopra l'altra, completamente sorda e per questo sempre accompagnata da una Mawile di supporto, che di nome fa Briosa Crociera e che pare l'unica impiegata della metropolitana che non sia appassionata di treni: nonostante si mormori una serie di vaghe stranezze sul suo conto e abbia spaccato una sedia di plastica in testa ad almeno un passeggero particolarmente fastidioso, è altresì impeccabile, attenta, laboriosa.

Bene. Una personalità forte ma leale al fianco di Torn è quello che gli serve.


(Ti manca. Ti manca da impazzire. È tuo nipote. Il tuo ragazzo. E non ti vuole sentire, non ti vuole vedere. Sta male e tu non ci puoi fare niente. Lo vorresti stringere forte nelle tue braccia e tenerlo lì finché tutto non sarà passato. Lo vorresti rincuorare. Lo vorresti baciare sulla testa. Vorresti che si sentisse al sicuro abbracciato a te, come quando era un adolescente scappato di casa. Ma non ti vuole, non ti vuole. Ti manca. Ti manca.)

(Nardo ti consola piano mentre piangi nella tua casa che ti sembra una voragine aperta su un abisso infinito.)

(I tuoi due amati, adorati nipoti.)

(Li hai persi entrambi.)



Iris mantiene il titolo con le unghie e con i denti. Al raduno delle Leghe rimane meravigliata dal suo incontro con Lance, Marzio cerca di non farsi tremare le gambe dall'emozione stringendo la mano del suo ben più anziano collega e mezzo idolo Bruno, ed entrambi finalmente incontrano Dandel che arriva in ritardo a causa di direzioni poco chiare e li strizza in un abbraccio come se si conoscessero da sempre.

Gli altri Campioni e Superquattro gli fanno la cortesia di ignorare completamente le notizie che con più insistenza e baccano trapelano da Unima, e almeno loro due per un paio di giorni riescono a dimenticarsi di interviste e di ricerche e di tutto quell'inferno e si divertono.


La polizia internazionale prosegue bazzicando in giro per la regione ancora un altro un po', in modo che tutto sia sotto controllo e per fare da esca a possibili cellule terroristiche del Team Plasma che vogliano agire mentre hanno una preda tanto succosa davanti ai loro artigli. Senza il gran capo, i suoi sei saggi, quel freddoloso idiota di Violante o il loro tanto odiato scienziato voltafaccia, quei gruppi che persistono non sono che branchi di teppisti fondamentalisti forse anche ben equipaggiati ma decisamente impreparati su un piano strategico e organizzativo.

Colpiscono un paio di volte, in attacchi mal sincronizzati che finiscono per mandare allo sbando le squadriglie presto neutralizzate.

Non che non ci provino a commettere atrocità con successo.

Dopo un'ardua caccia in lungo e in largo per la regione covi e gruppi vengono infine trovati e incarcerati – ognuno in prigioni diverse, cercando di tenerli separati quanto più possibile. Non si può mai sapere, con tipi così.


Poi tutti (non tutti), lentamente, tornano alla normalità.


Ciprian mantiene il suo stato di ottavo capopalestra mentre la Via Vittoria è riparata, perché Silvestro è ancora totalmente preso dalla sua rinnovata carriera cinematografica, che lo porta ad Alola; suo gemello Artemisio, finalmente colto dall'ispirazione, prepara una mostra da portare a Sinnoh.

Anche Komor sembra avere contatti con la regione, o almeno con la capopalestra di tipo Ghiaccio, e pensa di andare ad osservare un paio di rovine sul monte Corona visto che Aloè è troppo occupata a cercare furiosamente quell'archeologa che incastra fossili a caso e poi porta in vita creature destinate ad una vita in agonia, per tirarle le orecchie e dirgliene quattro.

Anemone nel frattempo lamenta che suo nonno insiste che se lei non si decide a chiedere a Camelia di sposarla lui non muore; Rafan si offre scherzosamente di trovarle un bel diamante per l'anello.

Dalla parte invece dei giovanissimi Velia sta progettando di fare una collaborazione con un cantante di genere simile proveniente da Galar, un tal Ginepro, e i fratelli di Levantopoli dopo il loro intervallo di allenamento sono tornati in servizio più forti che mai.

La Lega anche, dopo un paio di anni di stagione dopo stagione senza pause, si prende un periodo di pausa: Mirton ha quella ricaduta orribile e viene spedito da Nardo ad Alola per evitargli ulteriore stress (quando manda una serie di foto di creature orripilanti che escono da buchi nel cielo aggiunge come commento sarcastico che il clown alieno con la testa che esplode è in effetti particolarmente rilassante); Catlina mette i suoi poteri psichici a disposizione della dottoressa Zania per alcune ricerche riguardo la proiezione astrale. Antemia, sentendo l'ispirazione soffocata nei paesaggi che già conosce a menadito, ha deciso di partire e stare a Kanto un mesetto circa, per cambiare aria in cui scrivere. Marzio invece ritorna a concentrarsi più seriamente sul proprio allenamento, anziché su quello dei suoi Pokémon – che comunque, come ha imparato da te, non se ne stanno in panciolle ma lavorano inseme a lui – e partecipa per divertimento ad alcune gare di lotta mista tra umani se gli capita di sentirne parlare in giro, vincendo un paio di medaglie.

Iris, stanchissima dai ritmi che ha mantenuto, fa una breve vacanza a casa per la gioia dei suoi genitori, e appena sente di essere ritornata in forze chiama Fedio per sfidarlo in una specie di mega maratona attraverso la regione, alla “Giro del mondo in 80 giorni”.

Ancora oggi battibeccano su chi effettivamente abbia vinto, e se valeva fare scorciatoie per terreni battuti, e se valeva usare le bici a nolo.


Tu hai quasi finito il tuo ultimissimo mandato di sindaco: non ti sei ricandidato, quindi devi solo preparare le tue cose per portarle via ormai. Nardo appare ogni tanto dal nulla a salutare e fare in modo che tu stia bene, spesso entrando dalla finestra anche se ormai non ha più il fisico per fare queste baggianate. Ora che non è più Campione gira e gira e gira com'è tradizione dei figli del deserto e torna sempre da te, a controllare che tu stia bene.

Giornaletti di poco conto insistono su una tresca tra te e lui a danno dei più disparati tra i tuoi (inesistenti) amanti. Chi dice tu stia tradendo Rafan (ti ha regalato la gemma del tuo cravattino, perché siete amici e colleghi), chi dice sia Silvestro il cornuto (ben più giovane di te, e al massimo animato nei tuoi confronti da un discreto rispetto), qualcuno ancora indica il povero cuore spezzato con Artemisio (FIN TROPPO GIOVANE anche se effettivamente una sorta di vaga cotta pareva essersela presa), Ciprian (idem come suo fratello, con l'aggiunta del fatto che vi conoscete appena), o il padre della professoressa, uomo di scienza che hai incontrato due volte circa.

Altri affermano di aver visto una fede sotto il tuo guanto sinistro. Interessante, considerato che i tuoi guanti sono ben spessi (altrimenti a furia di gratuggiarle contro squame di Drago le mani non ce le avresti più), non possiedi anelli, e in ogni caso non sei mai stato sposato. Anche qui, sembra che prevalga una curiosa convinzione tra le teorie sui cazzi tuoi per cui l'identità della tua fantomatica dolce metà sarebbe quasi esclusivamente di sesso maschile.


Ti viene in mente qualcosa che ti ha detto una volta Aralia – che le tue relazioni con gli uomini sono inscrutabili, incomprensibili ad un occhio esterno. Che non si capisce se gli sguardi tradiscono intenti carnali o semplice cameratismo.

Vai a capire che diamine intenda con quello...



Pare abbiano trovato un ragazzino (ragazzina? Comunque, dell'età dei quattro che avevano neutralizzato Ghecis rispettivamente cinque e tre anni fa) scomparso a Sinnoh. Sembra che Komor sia stato tra i primi soccorritori a sentire sia la poveretta (poveretto?) che un secondo disperso sgolarsi da una grotta sotterranea mentre era in giro per il monte Corona con una capopalestra locale, Bianca, alla ricerca di rovine.

La notizia ha fatto il giro del mondo a tempo di record ed è arrivata ad Unima con il telegiornale del mezzogiorno. Quella povera creatura mancava da mesi – sua madre era praticamente in lutto.

Ogni ora aggiungono ai reportage e sugli articoli di internet un nuovo dettaglio sull'identità dell'adolescente: prole di una star delle Gare Pokémon, ha fatto la sua ascesa alla Sala d'Onore cinque anni fa, appena decenne, proprio come l'enigmatico Campioncino di Kanto e l'imbattibile Dandel; il professor Rowan in persona gli ha affidato un Pokédex e secondo una vecchia intervista fatta a Camilla, nota per essere anche lei un'allenatrice assai ardua da sconfiggere, è “una tra le più promettenti nuove facce nel campo della lotta Pokémon”. Del secondo soggetto ancora praticamente nessuna informazione, anche se potrebbe essere più grande di età.

Da quanto dicono le fonti, entrambi starebbero relativamente bene.

Te ne rallegri.


Marzio è venuto a salutarti questa sera. Ha approfittato del fatto che Iris si è accampata da te un paio di giorni, per scappare a paparazzi vari che hanno circondato la casa di tuo figlio nel tentativo di acchiappare lei e suo fratello, per farti una visita e romperle un po' le balle.

C'è un venticello gradevole e voi due state seduti fuori a bervi un tè dopo cena mentre la tua nipotina sta dentro. Erano anni che non passavate un'ora buona a parlare pigramente di lotta libera e della finzione (a te un po' amara, perché ti sembra ridicolizzare la nobile arte del combattimento corpo a corpo) del wrestling – lui ti chiedeva da piccolo se davvero gli sfidanti di Omar il Distruttore si facessero male quando faceva una delle sue tecniche fantasiose come la Morsa Letale Coda-di-Buizel, e ora ti racconta ridacchiando di un video di un certo Mister Royale che manda al tappeto un Incineroar con un colpo segreto che gli avrebbe insegnato un Hawlucha.

Bah, bofonchi proprio come un vecchio brontolone: se avesse detto che si era allenato con un Drago bello grosso, un bel Druddigon, avresti anche potuto credere che una belva di quella stazza l'avesse potuta buttar giù, ma un Hawlucha... Sarà anche Volante/Lotta, ma la stazza, la massa... La mancanza di scaglie che ti tritano le nocche...

Tuo nipote ridacchia e ti da' dello scettico.

Tu replichi che la differenza tra allenarsi con un tipo piuttosto che un altro la sa anche lui, glielo hai insegnato tu!

Lo so nonno, ma non tutti possono scrostarsi contro un Fraxure a sei anni.

Iris vi raggiunge agitando in mano il tuo Interpoké.


Come hai sentito dire da Catlina, parli di Giratina e spunta la distorsione: ti stanno chiamando Mirton e Silvestro proprio da Alola. Dallo schermo il più giovane non vi guarda neanche, gli occhi puntati da qualche parte che voi non potete vedere e così assorbito che non risponde neanche al saluto con la mano che gli fa Marzio; tocca a Silvestro piazzarsi davanti all'aggeggio e chiederti con urgenza se hai sentito dei dispersi a Sinnoh.

Ah, giusto. Da dove sono loro gli arrivano ben prima le notizie, magari ne hanno già avute altre... Gli chiedi se i due ragazzini stanno bene.

Uno dei due è decisamente adolescente, ma non credo che tuo nipote si possa ancora definire così!



Cosa.



Senti il crack della porcellana che si rompe, e noti distrattamente che se Iris è rimasta immobile tanto scioccata quanto te suo fratello dalla sorpresa ha chiuso la mano a pugno così forte da spaccare il manico della sua tazzina, facendo riversare il liquido in essa contenuto sul tavolino accompagnato da un suo MANDIBUZZ di auto-censura.

Nelle due ore che seguono ricevi una sessantina di messaggi tutti a lettere maiuscole e qualcosa come cinque dozzine di chiamate da circa trenta numeri diversi, alcuni conosciuti, altri meno, altri ancora completamente alieni. Allo stesso tempo non riesci a rispondere ad almeno la metà perché stai cercando di chiamare tuo figlio e tua nuora e soprattutto Torn – lo stanno cercando di chiamare tutti quelli che conoscete, perché Draghi onnipotenti praticamente l'intero circuito della Lega in un modo o nell'altro è venuto a sapere che Andy è appena emerso dalle profondità del monte Corona come un fossile riportato alla luce, e porca puttana per quanto li si cerchi né lui né Camelia rispondono.

(Forse anche perché la linea è straripante di chiamate.)


Come in un qualche incubo da abbiocco pesante le ore e i minuti si confondono fino a sparire in un enorme gorgo. D'improvviso sbatti le palpebre e sei al computer, nipotina e nipotino vicino a te, faccia a faccia con un numero spropositato di tasselli più o meno sgranati in cui le facce dei vari capipalestra si susseguono con una caciara terrificante, in una chiamata di gruppo organizzata da Anemone.

Nell'occhio del ciclone c'è Artemisio, che sta seguendo la diretta del salvataggio da Sinnoh, e che tutti interpellano in continuazione con un'insistenza snervante come fosse un oracolo di tempi andati.

Manca Komor, che è direttamente sulla scena ma a cui non prende l'Interpoké.

(Manca anche Nardo perché si è dimenticato di nuovo di caricare il suo e lo sai perché chiamandolo è partita la segreteria e se non fosse che le gambe ti stanno tremando ti saresti lanciato in una caccia all'uomo e lo avresti già trovato e incatenato a una sedia perché Draghi onnipotenti hanno trovato vostro nipote sta bene lo stanno portando all'ospedale sta bene sta bene sta bene brutto rincoglionito non ti puoi perdere questo.)

Camelia non si unisce alla chiamata collettiva ma finalmente risponde ad Anemone: sta lavorando, c'è una sfilata al Teatro Musical e fino ad adesso non ha avuto neanche un attimo di respiro. Quando la sua fidanzata le dice che Andy è vivo e vegeto e da qualche parte a Sinnoh quasi non ci crede.

Artemisio spara un STATE ZITTI CAZZO TRA POCO ARRIVANO ALL'AMBULANZA E AVRANNO SEGNALE che in qualche modo riesce a sovrastare il caos per quindici secondi al massimo, prima che la notizia faccia partire una ola vocale terrificante; Ciprian per poco non fa cadere l'Interpoké con cui è stato incaricato di chiamare Komor.


Una qualche congiunzione astrale ripristina la linea di Kanto, e anche Antemia riesce a palesarsi sebbene sgranata oltre misura e riprodotta alla vertigginosa velocità di cinque frame al secondo quando la registrazione non si blocca – essendole stato affidato il compito di capire cosa diamine è successo a Torn, racconta tra una connessione quasi saltata e un'altra che comunque lo si chiami non risponde mai, come se avesse dimenticato l'Interpoké, ma alla Stazione assicurano che è ancora sui treni, e che dovrebbe tornare presto.

Tiri un sospiro di sollievo. Speriamo stia bene.

E Andy?

È sull'ambulanza, finalmente! Tra poco scenderanno a valle e ci si potrà accertare che sia lui e che stia bene (Draghi per favore fate che stia bene). Iris, povera vivernuccia, non riesce più a trattenere la tensione e scoppia in lacrime tra le braccia del suo fratellone esultante tra l'elazione generale.

La voce di Camelia ti arriva lontanissima; tutti i suoni ti sembrano essere diventati una flebile eco.


Vuoi solo sentire la risposta di Komor.


Il giovane capopalestra risponde dopo cinque squilli. Sentire una ventina di voci gridare il suo nome gli fa urlare di togliere il vivavoce.

Ora c'è un silenzio di tomba.

Si aspetta la risposta.


Sta bene?


Ti prego.

Ti prego.

Ti prego.

Ti prego.

Ti prego.

Fa' che stia bene.

Ti prego.

Fa' che stia bene.

Fa' che stia bene.

Fa' che stia bene.

Fa' che stia bene.

Fa' che stia bene.

Draghi, vi prego.

Arceus.

Arceus, ti prego, fa' che stia bene.

Ti prego, fa' che il mio bambino stia bene.

Ti prego.

Ti prego.

Ti prego.

Ti prego.

Ti prego.

Fa' che stia bene.





Sta bene!



Camelia tira un bestemmione così forte da far cadere il cielo in mille pezzi e far stridere gli altoparlanti.

Ti accasci sulla scrivania con un sospiro che ti sgonfia completamente.

I tuoi nipoti ti stringono fortissimo, ti abbracciano come se ti dovessero comprimere in un cubetto di ghiaccio, e tu piangi piano contro il dorso delle tue mani con la sensazione di pesare all'improvviso ottanta chili in meno.


Non c'è esattamente quella che si dice festa grande a casa tua quella sera, ma il sollievo è tanto potente da agire su di te come buon vino e ti svegli con un gran mal di testa e gli occhi secchi, e il ricordo vago di Cris che chiama Torn e ti assicura che è venuto a saperlo da Camelia ed era così felice che parlando la sua voce, sempre così monotona, tremava.

Nardo appare dalla finestra della tua camera da letto con il sole mattutino, trafelato, come se avesse corso per arrivare qui.

Tuo nipote sta bene, ti dice. Mirton glielo ha scritto.

Se potessi gli piangeresti sulla spalla, ma tutte le tue lacrime le hai spese già ieri. Ti stringe in un abbraccio e continua a parlare, a parlare a vanvera, e ti sembra che avessi davvero un bisogno smisurato di sentire la sua voce con la testa sulla sua spalla. Dice cose che sai già: ogni volta che le ripete ti sembra che siano un po' più vere.



Komor ti manda dei messaggi, poi Artemisio ti chiama in mattinata; entrambi ti fanno più o meno lo stesso discorso, visto che l'uno è la fonte dell'altro – al momento Andy è ricoverato all'ospedale, si è addormentato appena arrivato sull'ambulanza, sembrava star andando in ipotermia ma grazie ai Draghi a parte un taglio non particolarmente profondo su un palmo, una discreta febbre che forse lo ha mandato in confusione e pallide tracce di cianosi su labbra e dita i primi soccorsi non gli hanno trovato nulla di rotto. L'artista patito di Coleotteri aggiunge nel suo verbale che prima lo ha chiamato Torn e lui lo ha avvisato di tutte le novità, per metterti l'anima in pace.

Dice che era allegro.


Non credi tu abbia sentito qualcuno dirti che fosse allegro di mattina una volta sola in tre anni.


Non lo sa ancora nessuno al di fuori della Lega, senza contare tuo figlio, tua nuora, e Fedio. Ai giornalisti Unimani che hanno ricevuto la notizia non è stato permesso intervistare nessuno, menchemeno i dispersi, e non avendo prove concrete oltre a poche immagini vaghe dei loro colleghi Sinnohiani (non c'erano emittenti straniere sul luogo a documentare l'accaduto) che giustamente si sono concentrati sull'ex-Campioncino-o-Campioncina, hanno preferito trattenersi dal mandare la regione in subbuglio, senza avanzare l'ipotesi che questo secondo prima disperso potrebbe forse essere il Capometrò scomparso. Le speculazioni sono rese più ardue per loro dal fatto che l'uomo in questione parrebbe aver ringraziato Komor per il suo aiuto ma senza riconoscerlo minimamente. Forse era ancora frastornato?

È un bene che non sappiano ancora che è veramente lui, comunque. L'ultima cosa che vi serve è che arrivino flotte di reporter a strillarvi alla finestra e chiedere deposizioni. Già stanno tallonando Catlina per chiederle se conosceva l'ex-Campioncina-o-Campioncino e come si sente ora che il caso della sua scomparsa si è concluso.

Marzio sta disperatamente cercando di trattenerla dal causare una serie di implosioni di cervelli a catena con i suoi poteri per essere lasciata in pace.



È un giorno... stranamente calmo.

Quieto.

Il tipo di giorno che si dimentica.

Lo passi tra una decina di veloci lotte di routine che ti permettono di staccare durante le tue ultime preparazioni e riassettamenti dell'ufficio sindacale per lasciarlo definitivamente; ti sta già scappando dagli artigli della memoria mentre vai a dormire.



Il pomeriggio dopo ti arriva una chiamata.

Lo conosci, il numero.

La conosci, la faccia che ti guarda con gli occhi umidi.

È tanto che non ci vediamo, mormori.

Lo vedi che deglutisce a vuoto, morde appena il dito medio nel guanto bianco; l'aria sibila tra i denti di Torn quando inala prima di parlare.


Ho delle novità.


Riesci a convincerlo a lasciarti aiutare, a fare alcune delle telefonate al posto suo – con un po' di diplomazia riesci a estorcerne la maggior parte, lasciando che a dirlo a Camelia sia lui, in quanto suo amico. Temi che abbia accettato, e che abbia rotto al momento questo silenzio totale, solo perché è ricaduto così velocemente nel sentirsi male dopo aver avuto il baluginio di una speranza da perdere quasi completamente le forze.

Non ti saluta comunque quando chiudi la chiamata.

(Deve essere ancora arrabbiato.)

(Cerchi di non pensarci.)



Le reazioni sono in generale coerenti con la tua: un silenzio stupito, uno sguardo leggermente vacuo, un momento per digerire la notizia. Magari uno sbattere di ciglia per vedere di non star sognando, una domanda giusto per accertarsi di aver capito bene. Un dispiacere che non è propriamente di lutto, ma qualcosa che forse gli è adiacente.

Andy è amnesico.

Ricorda poco o niente.

Non è riuscito nemmeno a ricordare di avere un fratello – non sapeva nemmeno chi fosse quando Komor gli ha mostrato una sua foto.

Tuo nipote è vivo, ed è un sollievo.

Ma non ha la più pallida idea di chi tu sia, o di chi siano i suoi cugini, i suoi amici, i suoi Pokémon, i suoi colleghi. Le persone che lo conoscono da quando aveva quindici anni, i luoghi in cui ha vissuto, i libri che ha letto, i treni su cui ha combattuto. Le volte che ti si è appoggiato contro per sentirsi al sicuro.

È egoista ed egocentrico concentrarsi sul fatto che non si ricorda di te, ma l'egoismo egocentrico è tipico degli umani, così come è tipico dei padri che si disperano per i propri figli.


Iris piange. Vivernuccia tua, piange come te. Non è giusto, dice, non è giusto.

Non è giusto davvero.


Se non altro tornerà a casa presto. Già domani sera, assicura Anemone. Aveva già parlato con Komor per accordarsi e volare a prenderlo, e dovrebbe riuscire a riportarlo verso le ventritré. Immagini che sarà stanco morto, quando arriverà, e faresti meglio a non dar fastidio né a lui né al suo povero gemello per un po'.



Due giorni dopo il suo ritorno a Unima (rimasto segreto, ovviamente, prima che venga assediato da paparazzi e simili specie di rompicoglioni) qualcuno posta da qualche parte che alla Stazione Ruotadentata sembra che gli annunci di servizio vengano fatti con un'imitazione perfetta del Capometrò Andy.

Dopo una qualche dozzina di segnalazioni Torn risponde che Briosa è molto brava a imitare le voci.

Qualcun altro chiede, in preda alla confusione, se Briosa non era sorda.

Sì, risponde uno dei ferroviari con la benedizione di tuo nipote.


E abbandona la conversazione mentre gente su gente continua a fare sempre più domande per capire che diamine sta succedendo.


Marzio viene trascinato dalla sua sorellina alla stazione di Boreduopoli, per andare a vedere se riescono a far luce su questo mistero una volta arrivati Sciroccopoli. Tornano a casa nel tardo pomeriggio, raggianti, dopo essere stati stritolati a dovere da loro cugino e avergli insegnato di nuovo come si usi un Interpoké, in modo che possa rimanere sempre in contatto con loro e con suo fratello, per evitare che vada nel panico o lo faccia sorvegliare da qualcun altro ogni volta che non ce l'ha sotto gli occhi.



La prima volta che tu riesci a vederlo, ormai alcuni giorni dopo il suo arrivo, è... diversa. Per dirla gentilmente.


Cris ti chiama per dirti che qualcuno alto sì e no come il tavolo della segreteria ha appena trascinato di peso un tizio incosciente che ha tutta l'aria di essere Andy al pronto soccorso di Boreduopoli dopo che è stato colpito da uno Stordiraggio (che è un discreto fastidio per un Pokémon, sì, ma per un umano vuol dire ritrovarsi il cervello completamente centrifugato) durante una lotta sulla Linea Singola del metrò. Quella specie di Timburr vestito da Capometrò in grigio – ah, pensi distrattamente: questa dev'essere la fantomatica Briosa – ha poi furiosamente stilato un biglietto di scuse per avergli tirato un ceffone tale da tramortirlo in modo da impedirgli di vomitare l'anima per tutto il vagone prima di andarsene, e forse è meglio se vieni tu perché io sono ancora occupato e non so quanto bene si sentirà quando tornerà in sé tra la Confusione e la manata.

Tuo nipote non riesce proprio a prendersi una pausa.


È magro. Queste cose le noti, tu; le avevi notate quando aveva quindici anni ed era scappato di casa e le noti ora che è trentaseienne e a casa ci è tornato. Ha delle occhiaie da far paura, che gli scavano la pelle come ferite, e una barba piccola e appuntita che gli scappa dal mento come bambagia da un peluche strappato. Da come questi tre anni di assenza lo hanno trattato, plasmato, cambiato, se non sapessi la sua età, quasi diresti che è sulla settantina.

Non si muove quando gli passi la mano tra i capelli biancastri: deve aver preso un colpo bello forte davvero.

Il biglietto di scuse sta sul comodino al fianco del letto. La grafia è tremolante.


Non è strano?, ti ritrovi a pensare tutto d'un tratto. È qui. Qui, a pochi centimetri da te, addormentato. Lo stai toccando. Le tue dita sono sulla sua testa. È solido, reale. Lo senti respirare. Come se non fosse successo niente. Assolutamente niente.

Fa quasi venire le vertiggini.


Quanto rimani così, ad accarezzargli la tempia sovrappensiero quasi aspettassi che si svegli per poi mettergli il termometro sottobraccio e provargli la febbre? Ad un certo punto scosta la spalla, arriccia il naso, fa una specie di mugolio che assomiglia ad un ringhio mentre sposta il capo come per infilarsi meglio nel tuo palmo. Ha gli occhi ancora bianco lucente come fanali a led; le spore che gli avranno dato per aiutarlo a far passare la nausea gli allargano le pupille puntate su di te come buchi neri in tutto quel candore.

Ti fissa un attimo, intontito, e tu non riesci neanche a spiccicare parola.


Salve, biascica un poco a fatica.

Senti gli occhi umidi. Mannaggia a te.

Ciao Andy, rispondi con un sorriso tremulo nella voce.


Sbatte le palpebre una, due volte, assottiglia gli occhi.


Sei mio zio?

Annuisci.


Forse ti voleva abbracciare, ma tra tutte le sue beghe proprio non ce la fa: prende male la mira e le sue mani finiscono dritte nella tua barba quando si scontrano malamente contro il tuo mento. Le tue gli afferrano piano i polsi, senza spostarli; i tuoi pollici disegnano ellissi sulle ossa sporgenti.

Appena prova ad alzarsi anche solo per mettersi a sedere il suo corpo produce un gorgoglio preoccupante che cerca di risalirgli l'esofago. Ha la fronte un po' tiepida quando la spingi gentilemente giù, così che resti sdraiato senza rischiare di scartavetrarsi lo stomaco per trovar qualcosa da vomitare, e sotto la tua mano il broncio che già mutava in una smorfia dolorosamente disgustata torna ad essere la sua solita espressione corrucciata che ancora fatica ad addolcire in qualche modo. Le sue dita stringono pigre mazzi di peli bianchi sulla tua mascella senza farti male.

È ispida, commenta piano con tono affascinato come un entomologo davanti ad un Vivillion dal motivo mai visto prima.

Riesce persino a farti ridere un po'.



Non riuscite a parlare molto, tra lui mezzo cosciente mezzo no e te che non sai neppure cosa diamine dire – ma appena ti pieghi su di lui per baciargli la fronte (ne hai bisogno, dopo tutto questo tempo, ne hai bisogno) riesce in qualche modo ad aggrovigliarti le braccia senza forza attorno al collo e mugugnare che ti vuole bene. Lo stringi a te pianissimo, in modo che non si faccia male; lo lasci solo quando lo senti cominciare a russare appena, quando hai la certezza che sta dormendo di nuovo.

Probabilmente deve ancora smaltire lo Stordiraggio. Meglio che riposi, che gli può far solo bene – anche per quelle sue occhiaie.



Al bancone dicono che Cris è occupato con un altro paziente al momento, quindi non può essere chiamato. Gli lasci un biglietto per rassicurarlo che è andato tutto bene, che tuo nipote ha avuto un po' di nausea ma è passata e ora si sta facendo un pisolino.

Mentre stai per uscire dall'androne, ti viene incontro il viso del moribondo.


Torn si blocca ad un paio di metri da te, forse notandoti solo adesso, con gli occhi sbarrati e la bocca stirata, i pugni stretti fino quasi a spezzarsi le nocche, un po' di fiatone come se avesse corso fino a qui direttamente da Sciroccopoli: sembra terrorizzato.

Ha la stessa brutta cera sia sullo schermo dell'Interpoké che dal vivo.

Alzi le mani per tranquillizzarlo – di certo è preoccupato per suo fratello, ma va tutto bene. Soffre solo un po' ancora la Confusione.

Non cambia espressione.

Cos'è che lo spaventa, allora?

Tu?





Fa per aggirarti e procedere senza spiccicare parola, e le spalle gli saltano in aria con un tremito quando lo tocchi appena per fermarlo prima che se ne vada ignorandoti completamente; voltandosi verso di te – evitando comunque il tuo sguardo, fissando le sue pupille sul tuo mento per non incontrare i tuoi occhi – pare cercare di farsi piccolo piccolo per sparire completamente tra il colletto della giacca e il suo cappello.

Non è questo il luogo né il momento, ma ne dovrete parlare, di... Di tutta questa situazione.

Annuisce con un movimento rigido.

Non si muove quando gli dai una leggera pacca sulla spalla. Come un Deerling selvatico appena uscito dall'uovo, congelato dalla paura davanti a un umano.

Provi a non pensarci troppo prima che ti faccia il cuore a brandelli.



Sdraiato sul divano di casa tua, fallisci miseramente nel tuo intento.

(Perché dovrebbe avere paura di te? Cos'hai fatto? Credevi fosse solo arrabbiato – forse lo è, e tu hai sbagliato a interpretare la sua espressione? Dubiti sia così, il viso di Torn è un libro aperto. Pensaci bene, pensa a quella chiamata all'Interpoké, come ti era sembrato mentre parlava con te? Oltre alla stanchezza e alla mestizia, aveva avuto un qualche sentimento diretto a te nello specifico? Non ti aveva salutato quando aveva chiuso la comunicazione, ma pensavi appunto fosse perché non ti aveva ancora perdonato per averlo assillato così intensamente quasi quattro anni fa ormai – forse ha fatto qualcosa lui? Qualcosa di cui si vergogna? Di cui si sente in colpa? Qualcosa per cui ha paura tu possa arrabbiarti? Non è possibile: hai sbagliato tu, sei tu il motivo per cui ha interrotto ogni contatto. Forse ti stai facendo solo un film. Forse non ha niente a che fare con te. Forse era così preoccupato per suo fratello che non riusciva a pensare ad altro, che non ti ha nemmeno sentito quando gli hai detto che era tutto sotto controllo. Chiaro che poi quando l'hai toccato ha sobbalzato in quel modo, non era presente con la testa. Non riesci comunque a smettere di credere che è colpa tua. Devi aver fatto qualcosa, qualcosa di tremendo, per farlo reagire in questo modo. Per forza. Draghi, vorresti esplodere. Che diamine hai fatto?)



Tuo figlio ti chiama dopo alcune ore: Andy ha dei problemi all'orecchio interno che gli scombussolano l'equilibrio quando sta in piedi ma nessun danno cerebrale, quindi per una o due settimane starà tranquillo in sedia a rotelle finché non saranno sicuri che non cascherà più come un sacco di patate tentando di camminare – quindi niente di troppo grave, meno male.

Ah, invece poi è riuscito a convincere Torn a venire a cena da loro una volta. Così riuscirete a stare tutti assieme dopo tutto questo tempo, e Astrid potrà anche lei a vedere i gemelli, che altrimenti è l'unica che tra lavoro e altre robe non ha ancora avuto l'occasione di salutarli ora che sono tornati tutti e due.

Perché da quando è sparito uno l'altro ha evitato tutti come se avesse la rogna.


L'idea ti fa venire l'ansia.


Ma all'ospedale gli avevi detto che prima o poi ne avreste dovuto parlare, di questa sua chiusura, di cosa è successo.

Offri di cucinare con tua nuora, quando decidete una data.

Di certo apprezzerà, Cris ti assicura.

Speriamo.



Quando ti arriva la notizia che la serata fatidica è stata scelta te ne sei già quasi dimenticato, anche se è passato quanto, una settimana? La voce squillante di Astrid esce dall'Interpoké col suo sorriso per dirti che i gemelli hanno confermato: saranno da lei e Cris per le otto e mezza. Andy sembrava particolarmente eccitato all'idea di rivedere tutti; Torn è apparso per una frazione di secondo con una faccia un po' preoccupata, ma ha assicurato che saranno puntuali.

Chiede se non-proprio-zio Nardo potrebbe venire a salutare, visto che non risulta lo abbiano incrociato e gli farebbe sicuramente piacere riabbracciarli, lui che doveva sempre dargli quelle due uova da far schiudere da quando avevano tipo diciotto anni e che continuava a scordarsene ogni anno. Ripensando al suo Interpoké sempre scarico, rispondi che ti sa proprio discretamente difficile che riesca a presentarsi in tempo.

Astrid ride: eh vabbè, sarà per la prossima volta, come per la fantomatica e tanto sognata visita ad Unima di Hop e Dandel. Certo che questi ex-Campioni non si fanno mai trovare.

Sai com'è, troppo abituati ai paparazzi – sono dappertutto, come gli Audino!

Ride più forte, e meno male non nota la tua ansia.



Ti presenti quasi due ore prima dei tuoi nipoti, con la timida raffazzonata giustificazione che tanto non hai neint'altro da fare (certo, hai chiuso la palestra prima apposta) se non darle una mano con le preparazioni. Tua nuora accetta di buon grado l'aiuto: non dice nulla mentre prima ripulite la casa e poi incominciate a cucinare a parte ordinarti ogni tanto di fare o di darle qualche cosa, tanto è concentrata – è lenta come un Carracosta perché vuole essere sicura di spazzare ogni centimetro, di non bruciare nulla e di stare seguendo la ricetta ben bene, punto per punto, milligrammo per milligrammo, ma questo non ti infastidisce per niente, anzi. Ti da tutto il tempo necessario per rimuginare vorticosamente su come parlare a Torn.


Quando sarebbe un buon momento? Certo non appena prima di mangiare. E neanche a tavola, Draghi, a tavola proprio no. Troppa gente: vorresti parlargli da solo. Forse però si sentirebbe più a suo agio, circondato da persone piuttosto che costretto a difendersi sul ring in una lotta uno-contro-uno... Ma non è una lotta. Non è neanche una discussione o un dibattito. Perché pensi sempre alle lotte? (Sei un capopalestra, rintronato, ovvio che ci pensi sempre.) No, è una chiacchierata, una richiesta di spiegazioni. Un'occasione per scusarti, ecco, e per capire come lo hai ferito. Meglio non parlarne a tavola, è una cosa tra voi due, e se andasse male farebbe più casino che altro. E si potrebbe sentire minacciato, con tutti quegli occhi su di lui. Allora dopo cena. Ma potrebbe scappare a quel punto, prendere Andy e svanire improvvisamente. Ovvio che adora suo fratello e se lui vuole restare dopo tutto questo tempo per ricomporre i ricordi di una vita intera che rivuole indietro di certo lo lascerà fare, ma allora si sentirebbe davvero in trappola, e Torn in trappola è come un Ferroseed, pronto a esplodere e correre ai ripari nella confusione creatasi in ogni momento. Quando ve ne andate? No, Andy è ancora sulla sedia a rotelle. Si ritroverebbe ben incastrato tra voi due ad ascoltarvi. Se non ne sa niente passerà una mezz'ora tesa ed imbarazzante, uscendone ugualmente arrabbiato con te. O peggio potrebbe schierarsi dalla tua parte.

Forse faresti meglio a rimandare tutto questo.

No, rincoglionito! Poi che pensi che fareste voi due per tutta la serata? Vi evitereste? Fingereste che l'altro non ci sia? Congelereste completamente l'atmosfera! Sarebbe un disastro!

Ti tiri in fronte il cucchiaio di legno.

Porco Bouffalant che male.

Basta: ne dovete parlare, il prima possibile. Appena arrivano sarebbe troppo presto, quindi... Aspetterai un attimo, ecco; quando sono rilassati e a loro agio, troverai un qualche plausibile motivo per stare con lui un attimo e vi chiarirete. Niente giustificazioni. Gli chiederai spiegazioni, ti scuserai (onestamente, perché ti dispiace davvero di averlo allontanato da chi gli voleva bene in un momento così fragile), e se poi ti vorrà ancora parlare lo deciderà lui.


Bene.


Hai comunque paura di come andrà, e se lo farai esplodere o no, ma è deciso.

Bene.

Ti tremano le gambe un po' all'idea, ma è deciso.


Bene.



Arrivano per primi Iris e Marzio verso le otto, forse un pochino dopo, scesi dalla Lega in tutta fretta riuscendo a precedere loro padre, che si presenta alla porta con alcuni minuti di ritardo. Non è certo un problema: con il ritmo giurassico di Astrid, è quasi pronto.

I gemelli arrivano in anticipo di cinque minuti precisi, prima ancora che la tavola sia stata propriamente apparecchiata.


È divertente vedere come tua nuora molla tutto e schizza a salutarli appena sente la voce di Andy tuonare alcune stanze più in là. Senti la sua che squilla dalla gioia appena, immagini, lo vede e lo stringe attentamente tra le braccia. Dopo un secondo squilla di nuovo, ma la risposta viene stavolta in un tono piatto: anche Torn deve essere onestamente felice di venir di nuovo stritolato dall'allevatricecome quando era un ragazzino.

Tu aspetti più tranquillamente di quanto non pensassi, lavando già padelle e teglie varie per darti un attimo di tempo e soprattutto evitare che Astrid debba farlo dopo, quando tutto lo sporco si sarà ben solidificato e servirà minimo un Lanciafiamme per pulirlo via. Ci sono delle croste su alcune che se le lasciassi così per un'altra ora probabilmente diventerebbero senzienti.

Iris ti distrae un momento, per prendere le posate – e come ti volti il viso di Andy quasi ti acceca dal bagliore di quello che dovrebbe essere un sorriso e che forse lo è davvero.



Allunga le braccia verso di te stordendoti quasi con un saluto e tu ti pieghi, grondante d'acqua, a strizzarlo tra le tue prima che possa cercare di alzarsi in piedi e capitombolare a terra. Si scusa per non essere riuscito a parlargli in ospedale, ma d'altronde era così sedato che lo rassicuri non se ne deve preoccupare, e comunque vi siete visti di nuovo adesso, no?

Sta molto meglio, ti assicura, e sta facendo piccoli tratti a piedi in casa per vedere a che punto è per recuperare l'equilibrio, e vuoi vedere una cosa? Lo assecondi: lui prende entrambe le maniglie attaccate alle ruote e le tira indietro di scatto, alzando la parte anteriore della sedia da terra ma mantenendosi in equilibrio col torso in modo da non ribaltarsi. Attende il tuo responso guardandoti come se fosse la figata più grande dell'universo, opinione tra l'altro chiaramente condivisa dalla tua vivernuccia: tu l'hai già vista fare anni fa, ma non cambia che è forte davvero. Forse capisce che l'olly in sedia a rotelle ti è familiare da come rispondi, e subito ti chiede se davvero suo fratello si è quasi rotto entrambi i piedi quando erano più giovani, perché un dottore deve averlo menzionato ma il suo gemellino bastardo com'è non vuole dirglielo. Confermi a malincuore (ti aveva fatto venire un infarto): Andy diventa livido di indignazione in un modo quasi pagliaccesco e borbotta, mentre accetta i piatti che Iris gli posa sulle gambe per portarli poi a tavola, che suo fratello lo sentirà, eccome se lo sentirà, perché come diavolo fa uno a rompersi entrambi i piedi e si rende conto che poteva essere tremendo e lo sa che cose così al suo fratello maggiore le deve dire?

Sono anche passati tipo quindici anni, eh, gli fai notare...

Sì, ma lui se l'è ricordato solo adesso!

Ti scappa da ridere.


Acchiappi la tua nipotina prima che possa seguire il capotreno che si spinge via di tutta fretta per tirare le orecchie a Torn, e le chiedi se invece può dirgli che lo aspetti qui in cucina un attimo mentre finisci di lavare cose. Un po' lo fai, effettivamente, per salvarlo dall'ira del gemello più vecchio di undici minuti.



L'ansia comincia a prenderti la gola appena Iris va a chiamare suo cugino.

Respira: hai ancora una padella da scrostare. Immergere le mani nell'acqua ti calma un pochino, e lo sgrit-sgrit-sgrit con cui graffi via i grumi neri che cercano di rimanere aggrappati con tutte le loro forze alla superficie che ormai anti-aderente non è ti distrae dal mulinello di pensieri che cerca di risucchiarti. È tuo nipote. Gli vuoi bene. Qualsiasi cosa deciderà dopo che parlerete, te la farai andare bene.



Quando erano ragazzini Torn tendeva a pestare forte i piedi ovunque andasse. Quando invece entra in cucina, tra lo sciabordio dell'acqua e il grattare continuo, non te ne accorgi minimamente. Non fa alcun rumore, non annuncia la sua presenza in alcun modo: lo scorgi solo con la coda dell'occhio alcuni secondi dopo che si è spostato al tuo fianco, mantenendo comunque una certa distanza, per sicurezza. È così bianco che sembra un fantasma.

Non ti guarda. Tiene gli occhi abbassati sulle sue mani, sulle sue dita, sulle unghie che raschia in silenzio. Non sorride. Sembra sul punto di dire qualcosa, ma non ci riesce; così aspetti, facendo solo un breve 'uhm' per fargli capire che lo hai notato.

Mordicchia ansioso il labbro.

Se solo la tua barba non ti ricoprisse proprio tutta la faccia – potresti perlomeno sorridergli per rassicurarlo un po'. Sai che hanno imparato a leggerti il viso come tu hai imparato a leggere il loro, ma a volte sarebbe meglio non dover decodificare un messaggio criptato per sapere cosa pensa un familiare.

Prende un respiro ed esala veloce, più rumorosamente del solito.

Aspetti.



Sei arrabbiato con me.



La tua mano gratta sempre più adagio finché non si ferma.

Ti volti: Torn ti guarda cauto, colpevole, sperando che la sua sentenza non sia l'abbandono, l'esilio, la prigionia in una cella frigorifera, sperando di non dover scontare la sua pena lontano dai tuoi occhi.


No, gli rispondi costernato, no, assolutamente no, non sei – perché dovresti essere arrabbiato con lui?

Sposta di nuovo lo sguardo sulle sue dita, su come le stringe e piega e tortura. Per tutto questo, risponde: per questi quasi quattro anni in cui ti ha cacciato dalla sua vita, in cui ha rifiutato di farsi vedere o sentire, in cui ti ha negato forse il sollievo di sapere he almeno uno di loro due c'era ancora e stava bene, almeno fisicamente; per come ti ha trattato quando volevi aiutarlo a stare meglio, sbattendoti la porta in faccia. Devi essere arrabbiato. Lo dovreste essere tutti, anche Iris, Marzio, Cris, Astrid. Dovreste essere arrabbiati con lui.


Torn, cominci, ma le parole ti si ingarbugliano in bocca.

Appoggi una mano sulla sua spalla, delicatamente, dolcemente, con tutto l'amore possibile, in modo che ti guardi negli occhi di nuovo.



Torn, noi eravamo preoccupati per te.


Draghi onnipotenti, eravamo terrorizzati. Non sapevamo nulla, non potevamo sapere nulla su come stavi, non volevi dircelo – abbiamo avuto paura ti potesse succedere qualcosa, capisci? Ma non siamo mai stati arrabbiati. Mai.

Non potrei mai essere stato arrabbiato con te.

Soprattutto in un momento simile.



Deglutisce. Non risponde.

Sembra star cercando di non piangere.

Gli accarezzi la testa. La tua mano gli copre interamente la nuca: ha i capelli puliti, cresciuti da un taglio fatto un po' approssimativamente. A sedici anni se li era fatti crescere fino a coprirsi completamente gli occhi, dopo una vita costretto a tenerli corti. Mentre ci ripensi lo senti appoggiarsi al tuo palmo.


È per questo che aveva paura di te?

Perché pensava fossi arrabbiato?

Annuisce.


Aggiunge, molto piano, che non avevi più provato a chiamarlo. Pensava che dopo averti riattaccato senza rispondere fossi furibondo, e non volessi più saperne di lui.

Lo abbracci appena – con un braccio lo cingi attorno alle spalle, in modo che appoggi la tempia su di te, seppure con un po' di riluttanza iniziale. Gli confidi, molto piano, molto dolcemente, che anche tu credevi di averlo stressato fino a farlo infuriare e tagliare ogni contatto.


Siete solo due idioti.

Meno male.



Torn sorride un po', con una risata ferma in gola che sembra un colpo di tosse, e si lascia stringere appena più vicino a te. Gli baci la testa.



Ti voglio un sacco di bene, lo sai?

Ti voglio bene anch'io.

Bene quanto?

Tantissssimo.


È una scemenza che facevate quando era ragazzino, ma vi strappa un sorriso.


Ti è mancato.

Il tuo ragazzo, ti è mancato.



Aspetta ancora un attimo stretto a te, in un silenzio che riconosci. È un silenzio quasi allegro, se non altro tranquillo.

Poi ti fa notare che gli stai facendo il bagno mettendogli addosso le tue braccia grondanti d'acqua e mannaggia a Kyurem, davvero gli hai passato il gene dell'idiozia al tuo povero nipote. Tra questo qui e quello dell'espressività inesistente che è toccato ad Andy non sai a quale dei due tu abbia fatto il torto maggiore. L'unico che ne è uscito normale è stato Cris, e lui è tuo figlio biologico – come si sia salvato lo sa solo lui.

Tuo nipote ride mentre provi a frizionarlo un po' con uno strofinaccio, per evitare che si prenda un raffreddore.

Perlomeno la padella è pulita ormai. L'ultima crosta di sporco si stacca nella tiepida acqua saponata che è un piacere, e le bolle spariscono in un piccolo gorgo quando le lasci sparire nel buco del lavello: scrolli le mani per vedere di non arrivare a cena proprio grondando litri su litri come un Frillish emerso dal mare in cerca di vittime, e Torn ti offre di nuovo lo strofinaccio per evitare che ti inzuppi i pantaloni a furia di asciugarti su quelli.

Ti sorride. Sembra un po' stanco, come se chiarirsi gli avesse tolto un peso enorme che però lo ha esausto.

Pare decisamente sollevato.



Astrid vi chiama: la tavola è pronta ormai, poi lava lei il resto.

Marzio aggiunge che sono qualcosa come dieci minuti buoni che papà sta descrivendo nei minimi dettagli vari tipi di fratture a suo cugino e se lasciate che vada avanti ci passa l'appetito.

Dai, meglio che cominciate a portare il cibo di là, altrimenti finisce che mangiate tutto freddo.

Va bene, zio.



Dopo quasi quattro anni, Aristide, puoi dire di sentirti felice.

   
 
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