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Autore: amy_hime    01/04/2023    1 recensioni
Bizzarra fanfiction a tema Mihael "x" Kaito. Beh, più o meno...
Dal testo: "Mihael allungò la mano, facendola scivolare sulle dita dell’amico. Era meglio procedere per gradi, partendo dalle zone più avvezze al contatto fisico. "
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Kaito Tenjo/Kite Tenjo, Michael Arclight/ Three
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mihael rivolse a Kaito un sorriso di incoraggiamento, cercando di metterlo a suo agio. Gli era già grato per aver accettato di assecondare il suo desiderio, e non voleva assolutamente che il ragazzo ne ricavasse un’esperienza spiacevole. Lentamente, Kaito si sfilò la maglietta, poi le scarpe e anche i pantaloni. Mihael rimase in attesa, studiando quel bellissimo corpo che si svelava sotto i suoi occhi. Sulle guance del più grande si diffuse un rossore di imbarazzo:-… Devo togliere… qualcos’altro?

Il ragazzo scosse il capo, cercando di non apparire troppo autoritario:-Solo se ti senti a tuo agio. Non fare cose che non vuoi.

Il biondo si guardò. Essere lì, seminudo, davanti al suo migliore amico, doveva essere una strana esperienza per lui, che non si era mai trovato in situazioni simili. Per un istante, Mihael ripensò alla sua prima volta, qualche anno prima, ma archiviò immediatamente il ricordo. Quella relazione gli aveva fatto più male che bene. E avrebbe fatto di tutto per proteggere Kaito da un destino analogo.

Esitante, Kaito lo raggiunse sul letto, facendo cigolare le molle. Si stese supino, le braccia abbandonate lungo i fianchi. Mihael si portò sopra di lui, guardandolo fisso negli occhi:-Se faccio qualcosa che non ti piace, che ti mette a disagio… dimmelo subito. Okay?

Il ragazzo annuì, contraendo la mascella:-Va bene. Te lo dico.

Mihael allungò la mano, facendola scivolare sulle dita dell’amico. Era meglio procedere per gradi, partendo dalle zone più avvezze al contatto fisico. Accarezzò lentamente le lunghe dita snelle di Kaito, studiandole con attenzione, memorizzando ogni dettaglio. Le unghie lisce, ma un po’ rosicchiate. Le nocche ossute. Il callo alla base del dito medio, causato dall’anello che il giovane uomo indossava sempre, e quello sulla seconda falange, lasciato dall’uso continuo delle penne, in università. La pelle del dorso della mano era liscia, ad eccezione di un paio di graffi, e c’erano anche alcune piccole cicatrici, più chiare, ma impossibili da carpire usando solo il tatto. L’indice di Mihael scivolò sul palmo della mano destra di Kaito, seguendo la linea del destino. Per un istante, il giovane dai capelli color dell’aurora desiderò di saper leggere quelle linee, poter capire il significato dei segni sul corpo della persona che amava, ma poi scosse il capo, preferendo l’ignoranza al dolore. Continuò a muovere la mano, sentendo le ossa del polso. Erano deformate, Kaito aveva fatto una brutta caduta tempo addietro e nemmeno l’operazione chirurgica era riuscita a riportarlo alla normalità. Le abilità manuali del giovane non ne avevano risentito così tanto, e il suo sogno di diventare un chirurgo era ancora abbordabile. La cicatrice lasciata dall’intervento era in rilievo, e scintillava pallida sulla pelle eburnea.

Kaito sussultò, quando il polpastrello di Mihael scivolò sulle vene bluastre. Il più piccolo lo guardò preoccupato:-Vuoi che smetta?

-No, no, è che… sei ghiacciato. Prima non me n’ero accorto, scusami.

Il sorriso dell’aspirante chirurgo sembrava sincero, anche se negli occhi restava traccia della tensione. Mihael annuì:-Scusami. Ci metto un attimo, risolvo il problema e torno.

Prima che l’altro potesse rispondere, il giovane schizzò in bagno. Si lavò le mani con l’acqua calda (al momento era a corto di idee), poi se le asciugò sommariamente con l’asciugamano. Voleva solo tornare in camera e finire quello che aveva iniziato, sempre che Kaito non avesse cambiato idea. Quando rientrò nella stanza, l’oggetto dei suoi desideri aveva cambiato posizione: ora era seduto, con la schiena premuta contro i due cuscini. Si stava rosicchiando di nuovo le unghie, ma smise non appena incrociò gli occhi smeraldo del più giovane.

-Davvero, Kaito. Se non vuoi, va bene. Non sentirti… obbligato a farlo, solo perché sono stato io a chiederlo.

Una luce divertita passò negli occhi grigi del giovane uomo:-Non credere di avere tutto questo ascendente su di me, Mihael. È vero, sono nervoso, ma sono anche curioso.

-Ora ho le mani più calde?

Mihael appoggiò le dita sull’addome del compagno, sotto il diaframma. Le fece scivolare verso il basso, esplorando l’addome, assaporando la sensazione dei muscoli duri sotto la pelle liscia. Kaito fremette sotto il suo tocco, ma non si lamentò e, dopo un attimo di esitazione, il giovane Arclight riprese a concentrarsi su quel corpo caldo. Mosse le mani lentamente, accarezzandogli i fianchi, poi la base della schiena, infine tornò indietro, stuzzicando delicatamente l’ombelico. I peli di Kaito erano radi e quasi invisibili, e per un istante Mihael rimpianse di non poter esplorare anche il pube dell’amico, ma non voleva turbare quel momento così intimo con delle richieste fuori luogo. Sentì Kaito irrigidirsi, quando mosse le mani verso il basso, sfiorando accidentalmente l’elastico dei suoi boxer, e si ritrasse. L’improvviso contatto con il tessuto sintetico lasciò Mihael scontento, e fu costretto a lasciar vagare le mani sulle pelvi di Kaito, imparando a memoria il modo in cui le ossa premevano contro la pelle. Sollevò lo sguardo verso il biondo:-Scusami. Non volevo, davvero. Te la senti di… continuare?

La risposta fu un cenno d’assenso, accompagnato da un grugnito. Mihael riportò le dita sull’addome di Kaito, massaggiandolo delicatamente, fino a quando l’espressione del giovane uomo non si rilassò. Controvoglia, il ragazzo dai capelli color dell’aurora interruppe il contatto fisico, spostando le mani sulle cosce del più grande. I muscoli erano tesi, fin troppo, e il giovane passò lunghi minuti a scioglierli, muovendo delicatamente i polpastrelli sulla pelle. Si concentrò maggiormente sul lato esterno, Kaito era già abbastanza turbato e Mihael non voleva aggravare la situazione. Cambiò nuova zona, accarezzando il polpaccio, e quando il biondo mosse la gamba, ne approfittò per passare le dita nell’incavo del ginocchio, sentendo i tendini subito sotto la pelle. Li seguì con le dita fin dove poté, fino a quando i muscoli sodi e ben torniti non li sostituirono, e a quel punto fece scivolare i polpastrelli sullo stinco, dal ginocchio fino alla caviglia. Kaito si lasciò sfuggire uno strano verso, mentre Mihael gli accarezzava le piante dei piedi, dove la pelle era più coriacea.

-Mihael. Scusami, ma…- l’aspirante chirurgo inspirò profondamente, mentre un lieve rossore gli tingeva le guance:-… Soffro il solletico.

Mihael ridacchiò sottovoce, interrompendo il contatto:-E me lo dici adesso? Se l’avessi saputo prima, non ti avrei mai chiesto… tutto questo.

Kaito intrecciò le dita sull’addome:-È solo ai piedi, non fa niente. È che… a volte mi dimentico. Non capita spesso che qualcuno ti chieda… tutto questo, per usare le tue parole.

Il ragazzo annuì, sorridendo. Stava per chiedere a Kaito cosa ne pensasse, di tutto quello, ma l’altro si protese verso di lui, allungando una mano fino a sfiorargli il volto:-Mihael… posso…

-Certamente.

Le dita affusolate del più grande gli accarezzarono le spalle, scivolando lungo il deltoide e sopra le scapole, infine scesero verso la base della schiena, premendo contro la spina dorsale. Sembrava che Kaito gli stesse contando le vertebre una ad una. Mihael prese ad armeggiare con il primo bottone della camicia, voleva sentire il contatto diretto con la pelle, senza la stoffa in mezzo, ma si fermò quando il biondo gli afferrò i polsi, con delicatezza.

-Scusami, Mihael… non ce la faccio. Sarebbe… troppo.- sussurrò l’amico, seppellendo il viso nell’incavo del collo del giovane Arclight. Il suo respiro bollente gli fece accapponare la pelle, mentre lo costringeva ad abbassare le braccia, tenendole contro i fianchi. Per un istante, Mihael temette che Kaito volesse leccarlo, ma il giovane uomo si staccò da lui, guardandolo dritto negli occhi:-Stai bene? Ti sei irrigidito di colpo.

-Non è niente, davvero.

Mihael ignorò lo sguardo sospettoso del futuro medico, e intrecciò le dita con le sue:-Te lo direi, se stessi male.

-Mmmh…

Kaito tornò ad accarezzarlo, facendo correre le dita nei capelli lisci del giovane. Mihael sussultò, quando il polpastrello del compagno scivolò dietro l’orecchio, sfiorando una zona particolarmente sensibile, ma lo tranquillizzò subito con un sorriso. Il più grande gli si avvicinò ancora, inclinando la testa di lato, mentre gli passava il pollice sulle labbra:-Sai, mi sono sempre chiesto… come sarebbe stato il mio primo bacio.

Il rosa cercò di non cambiare espressione, odiava i baci, erano osceni, ma non lo avrebbe mai detto a Kaito. Se davvero voleva baciarlo, non lo avrebbe fermato, era… giusto che sperimentasse. Del resto, aveva sopportato senza batter ciglio tutto  quello che Mihael aveva voluto fare. Kaito ridusse ulteriormente la distanza che li separava e, dopo un’ultima esitazione, Mihael si costrinse a dischiudere le labbra. Chiuse gli occhi, cercando di non serrare i pungi, ignorando la goccia di sudore freddo che gli scivolava lungo la schiena.

 

-Domani devi alzarti presto per andare in università, giusto?

Mihael riaprì gli occhi, sorpreso:-Uhm… sì, esatto.

Kaito si allontanò da lui, tirando fuori dal cassetto del comodino la maglietta che usava a mo’ di pigiama:-Allora ti conviene dormire, Mi. Non puoi permetterti di perdere il treno perché sei stanco e non riesci ad alzarti.

Il giovane annuì confuso, sfiorandosi le labbra. Non riusciva a credere che Kaito si fosse fermato. Quasi leggendogli nel pensiero, il più grande sorrise:-Non sono tanto ansioso di trovare una risposta alla mia domanda, in tutta onestà. Buonanotte, Mihael.

-Buonanotte, Kaito, e… grazie. Di tutto.

 

 

Angolo autrice

Mmm… non so esattamente cosa dire, su questa fanfiction. L’idea originale era scrivere di questa bizzarra coppia, con Mihael asessuale e Kaito aromantico e asessuale, e forse in futuro ne scriverò un seguito, ma al momento ho davvero troppe altre storie in corso per poter pensare di iniziarne una nuova. Quindi… spero che questo strano esperimento vi sia piaciuto!

Hime

   
 
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