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Autore: Andrex91    08/04/2023    0 recensioni
Sono pensieri, un po' fuori tema su Aang e la sua infanzia. Come potrebbe averla vissuta, ecc.
i pensieri sono di un Aang adulto, avatar affermato che fa uno strano sogno (o forse viaggio nel mondo spirituale, chi lo sa? :P A voi la scelta).
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gyatso
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Se potessi riaprire la porta del tempo tornerei da te. Tutti i giorni.

 

 

 

Sono pensieri, un po' fuori tema su Aang e la sua infanzia. Come potrebbe averla vissuta, ecc.

i pensieri sono di un Aang adulto, avatar affermato che fa uno strano sogno (o forse viaggio nel mondo spirituale, chi lo sa? :P A voi la scelta).

 

 

 

Ho fatto un sogno la scorsa notte. Un sogno che mi ha colpito.

L'orizzonte era un turbinio di colori: montagne rocciose dai profili imponenti e catene montuose più dolci erano pervase da una luce dorata e calda che le faceva brillare. Potevo quasi percepire quel calore e quella pace. Intorno a me le ombre della notte stavano finendo di pervadere il mondo. Il mio sguardo era rapito da quello spettacolo e mi sforzavo di capire perchè il mio cuore fosse così attento al bagliore roseo e caldo di quell'alba. Osservavo quelle terre lontane e dentro di me avevo la sensazione che quell'orizzonte fosse familiare, come se laggiù qualcosa dicesse “Io sono qui”. Il Cielo mi concedeva la possibilità di guardare quel posto lontano e bellissimo... ma in fondo al mio animo sentivo i miei piedi fusi a terra. Come se potessi essere solo spettatore di quel mondo, ma non visitatore.

 

Mi voltai: in quel momento realizzai di avere i piedi sui binari di una ferrovia. Dietro di me solo questa strada di ferro e qualche struttura impersonale. Rivolsi di nuovo lo sguardo all'orizzonte verso quel chiarore rassicurante.

Ad un tratto un pensiero si chiarì nella mia mente e non ebbi più incertezze: “Casa”. Sì, quei monti erano casa mia.

 

Non appena arrivai a questa epifania, scese dal cielo una corda di spago. Senza esitazione la afferrai. Nel cuore, la certezza che il Cielo mi stesse concedendo di arrivare a quel posto magnifico.

 

Questa prese a muoversi dolcemente. Il cielo intorno a me era roseo e limpido come quell'alba. Le prime tenui sfumature azzurre e qualche dolce nuvoletta iniziavano a comparire. Era un clima di pace.

La corda mi fece attraversare un villaggio, nessuno era per le strade, probabilmente bambini e adulti erano ancora addormentati.

Dopo il villaggio iniziava un campo, arato e seminato di grano. Dopo l'ambiente civilizzato passai a prati verdi e lussureggianti, con erba alta e soffice.

Davanti a me si stendeva una foresta. La velocità aumentava, ma schivavo gli alberi senza timore di ferirmi, con leggere inclinazioni del tronco e degli arti.

Ad un tratto un'enorme casa si piazzava sulla mia strada: Bloccava il mio viaggio e mi sorprese. Il cuore ebbe un sobbalzo, ma non appena vide una piccola finestra rotonda aperta sul lato riacquistai animo. Con uno slancio mi ci buttai, percorsi la struttura e, saltando da un'altro foro nel muro, mi riappropriai della fune.

Era molto strano quell'edificio abbandonato nel bosco. Anche questo ostacolo era stato superato, mi rallegrai.

 

La foresta iniziava a diradarsi e si apriva su un immenso prato dorato dall'erba lunga e profumata. Fiori colorati facevano capolino. Alberi a foglia larga facevano gruppo qua e là ma senza essere invadenti. Il cielo era azzurrissimo, non c'era una nuvola in cielo e il sole era così alto che il suo calore dava piacere al viso. I suoi raggi dorati erano diffusi ovunque. Il mio corpo camminava come se sapesse dove andare. I fiori di campo, dapprima radi, iniziavano a far compagnia ad ogni filo d'erba.

 

D'un tratto localizzai un ragazzino accucciato tra i fiori, giocare e correre tra di essi.

 

Poco lontano da lui, un signore più anziano era seduto a una roccia. Osservava compiaciuto il bambino che, leggero, faceva volteggiare i fiori raccolti.

 

Osservai il bambino e un sorriso si disegnò sul mio viso. Non lo conoscevo, a dire la verità...

 

Appena mi avvicinai, lui smise di giocare, si voltò verso di me e mi sorrise a sua volta. Il bambino mi corse incontro felice e mi disse con voce gentile:

 

“vogliamo giocare insieme?”

 

Nel frattempo, sentivo lo sguardo del signore anziano osservarmi compiaciuto.

 

La pace di quel luogo pervadeva tutto me stesso. Col calore di quel cielo nel cuore, gli dissi:

 

“Aspetta, è molto che non vi vedo INSIEME. Prendo un attimo per me e arrivo”.

 

Detto questo mi svegliai. Nel momento in cui aprii gli occhi, compresi chi fossero il vecchio e il bambino.

 

Il bambino ero io, Aang. L'uomo era il mio padre spirituale Gyatso.

 

Il mio essere bambino e Gyatso se ne sono andati insieme, quel giorno. Quando la nazione del fuoco lanciò il suo attacco.

 

Sono diventato avatar e uomo in questo mondo. Ma ho perso una parte profonda di me che non credevo.

 

Mi aspetteranno entrambi in quel luogo, finchè non li raggiungerò.

 

Non ho rimpianti, non ho tristezza. Quello che sono lo devo a Katara, Sokka, Toph e a tutti coloro che mi hanno permesso di evolvermi e diventare quello che sono.

 

 

NDA

---Ho scelto di non mettere azioni di dominio degli elementi in quanto cambierebbe l'atmosfera, a mio parere. Critiche ben accette. So che è molto campata per aria ma avevo voglia di scrivere qualcosa di simile. ---

Mus(ic)a ispiratrice:

 

But I know, all I know, is that the end's beginning.

 

Who I am from the start, take me home to my heart.

 

Let me go and I will run, I will not be silent.

 

All this time spent in vain, wasted years, wasted gain.

 

All is lost, hope remains, and this war's not over.

 

There's a light, there's the sun, taking all shattered ones.

 

To the place we belong, and his love will conquer all.

 

Trading Yesterday - Shattered Lyrics

  
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