Anime & Manga > Cells at Work - Lavori in corpo
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Autore: Moriko_    08/04/2023    0 recensioni
[QJ0076/Glomerulus day]
"Tutto ebbe inizio quando i personaggi di una certa serie con la parola "BLACK" nel nome erano stati riuniti in occasione della progettazione dell'anime. Tra i prescelti erano stati convocati anche alcuni del secondo corpo perché - a detta dei produttori - sarebbe stata un'ottima occasione per confondere le idee di chi aveva già letto il manga."
Il dietro le quinte della produzione anime di Cells at Work! BLACK, vista dagli occhi di chi non è stato scelto... non ancora.
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Fanfiction

Sommario.

Storia scritta per il QJ0076/Glomerulus day, lʼ8 aprile.
Unʼidea nata un anno fa, per giustificare una piccola delusione che una fan di questa splendida coppia ha avuto nel non vedere uno dei due personaggi nellʼanime, e che ora si sta chiedendo «Cosa accadrà nella S2? Rivedremo ancora Glomerulus?»
Ecco a voi la mia risposta. Godetevi questa storia molto leggera e divertente!

 

 

 

 

Ready, action!

( #4月8日は76くんと糸球体ちゃんの日)

 

 

Tutto ebbe inizio quando i personaggi di una certa serie con la parola “BLACK” nel nome erano stati riuniti in occasione della progettazione dell’anime. Tra i prescelti erano stati convocati anche alcuni del secondo corpo perché – a detta dei produttori – sarebbe stata un’ottima occasione per confondere le idee di chi aveva già letto il manga.

«Il piano è questo» disse il capo dello staff di produzione. «Non sappiamo come sarà accolto questo anime, per cui in ogni caso dobbiamo correre ai ripari. Per ora abbiamo pensato a un’unica stagione di tredici episodi, nei quali includeremo alcune scene tratte dal vostro ambiente di lavoro.»

«Posso interromperla?» SS1104, un giovane eritrocita dai capelli argentei raccolti in una coda, alzò la mano per intervenire. «Questo significa che ci sarà qualche adattamento di trama? Intendo tagli, cambi di scena: questo non influirà sulla qualità di un’eventuale seconda stagione? Chi ha letto il manga si aspetterà di vedere alcune cose...»

«Domanda legittima, caro SS1104. Ma stai tranquillo, abbiamo pensato a tutto.»

Il capo della produzione prese in mano una cartellina dal tavolo che si trovava al centro della stanza e l’aveva aperta.

«Oh, mi stupisci.» Con la bocca semiaperta il suo amico dai capelli neri, DA4901, si rivolse sottovoce al suo compagno. «Non ti facevo così... intelligente. Sai, potresti superare queste selezioni e comparire fin dalla prima puntata!»

«Non prendermi in giro.» L’altro incrociò le braccia con disappunto. «E poi lo so benissimo: per quanto io possa essere “diversamente intelligente”, caro mio neurone travestito da globulo rosso, so bene che noi non compariremo mai in questa stagione. Quindi rilassati, finita questa riunione torneremo a lavorare.»

La voce del capo della produzione richiamò l’attenzione dei presenti e così interruppe quel breve dialogo che era iniziato tra i due eritrociti. Con gli occhi puntati sulla cartellina, l’uomo iniziò a scorrere con l’indice l’elenco che stava leggendo. «Adesso vi dirò i nomi di chi abbiamo scelto tra voi per la prima stagione. I primi sono i tre globuli rossi che maltrattano il protagonista quando arriva nel vostro ambiente di lavoro.»

«Oh. Non me l’aspettavo!» Un robusto eritrocita si fece strada tra il gruppo, seguito dal suo compagno dai capelli verdi.

Il capo della produzione arricciò le sopracciglia. «Chiedo scusa: il vostro amico dov’è finito? Non eravate in tre?»

«Ha deciso di licenziarsi perché non gli andava di comparire in un video» rispose l’eritrocita, con un tono colmo di arroganza. «C’è forse qualche problema?»

«Nessuno… anzi: forse in due riusciamo a gestire meglio la situazione.»

«Cosa dobbiamo fare?» chiese il giovane dai capelli verdi, con un sorriso beffardo. «Sarebbe fantastico continuare a svolgere il nostro ruolo, adoro prendere in giro coloro che sono in difficoltà!»

«Ed è quello che farete anche qui» replicò il capo della produzione. «Tutto quello che dovete fare è essere voi stessi, nulla di più.»

«Grandioso! Non potevamo chiedere di meglio: girano voci che questo corpo sia destinato a salvarsi rispetto alla pattumiera nella quale stiamo lavorando!»

Il robusto eritrocita prese - o, per meglio dire, tolse bruscamente dalle mani del capo della produzione - i copioni che gli erano stati offerti e con un ghigno si allontanò insieme al suo compagno, senza prima rivolgere un’ultima provocazione nei confronti dei suoi colleghi. «Voi altri divertitevi a marcire nel vostro amato corpo: per noi sarà una bella vacanza rispetto a prima!»

«... ‘fanculo» mormorò DA4901, cercando di trattenere la sua rabbia. «Se per un miracolo anch’io dovessi essere scelto, sarò io a spingerli dentro al primo burrone che trovo...»

 

«Bene!» continuò il capo della produzione. «I prossimi sono... la ghiandola sebacea e il neurone che è in coppia con il comandante.»

Mentre egli si avvicinava a un anziano sorridente seduto in fondo alla sala, che recava sulle spalle il peso del sebo che aveva accumulato, l’altro personaggio che era stato appena nominato, una ragazza con i capelli raccolti in una treccia, si indicò con gran stupore. «Eh? Io? Ha detto proprio me?» chiese al suo comandante, che in quel momento si trovava al suo fianco.

Quest’ultimo la confortò. «Sono certo che saprai cavartela alla grande.»

«Non intendo questo» replicò lei, sistemandosi gli occhiali dalle grandi lenti che nel frattempo le erano scivolati sul naso. «Io sono un neurone, non una cellula del sangue: se finisco nel primo corpo, vuol dire che nel caso di una seconda stagione... noi due...»

«Su questo non avrai di che preoccuparti.» Il capo della produzione tornò da lei e le consegnò il copione. «Basterà un cambio di stile e il gioco è fatto: inganneremo anche chi ha letto il manga!»

«In che modo?»

«Osserva la prima immagine del copione e vedrai.»

Mentre l’altro si era allontanato da lei, la giovane aveva guardato l’immagine che si trovava sulla copertina. Vi era un disegno che la rappresentava, con una cravatta al posto del fiocco che adornava la sua divisa e un semplice nastro in sostituzione del secondo fiocco che legava la parte terminale dei suoi capelli.

«Scusate se mi permetto, ma non credo che questo funzioni!» osservò lei.

«Mai sentito parlare dell’effetto Paperinik? Basta davvero poco per diventare un’altra persona e non farsi riconoscere da nessuno!»

«Chi cavolo è questo “Paperinik”?!» commentò lei con grande confusione, sotto lo sguardo divertito del suo comandante.

 

«Bene! Gli ultimi... o, per meglio dire, le ultime sono...»

A quell’affermazione, tutti i presenti erano rimasti in trepidante attesa di saperne di più. Per come il capo della produzione aveva pronunciato quelle parole era chiaro che si stava riferendo ad alcune ragazze, e tra i personaggi del secondo corpo vi erano pochi gruppi del genere: le prime erano i leucociti, le seconde le idol del sistema simpatico, mentre le terze facevano parte del gruppo dei glomeruli.

«Ho l’impressione che saranno le idol a essere catapultate nel primo corpo...» osservò DA4901.

«Come mai?» domandò SS1104.

«Se dovesse esserci una seconda stagione, J-1178-san e le sue compagne sono fondamentali per portare avanti la storia...» iniziò a dire sottovoce, indicando con lo sguardo una ragazza minuta dai capelli rosa e raccolti in due piccole code, vestita con abiti bianchi che identificavano la sua appartenenza alla sezione neutrofili. «Il gruppo dei glomeruli è necessario per due motivi: per spiegare la differenza di lavoro tra i due corpi e perché i reni saranno uno scenario fondamentale per il diabete.»

«Ti sei documentato bene, a quanto vedo!» esclamò il suo amico con soddisfazione.

«Dovresti farlo anche tu, visto che finora non abbiamo niente da fare» replicò DA4901. «Potresti imparare tante cose dagli altri ambienti di lavoro, sai?»

«Allora dimmi: perché dovrebbero scegliere proprio le idol?»

Dalla sua borsa a tracollo DA4901 prese un piccolo quaderno e lo mostrò al suo compagno: sulla prima pagina vi era una fotografia di alcuni sambeiri che sembravano più aver dato una grande festa piuttosto che ballare al ritmo veloce di una musica che avrebbe dovuto dare maggiore energia alle cellule. «Lo sapevi che originariamente avevamo un gruppo di casinisti al posto delle idol? Non oso immaginare cosa avrebbero combinato gli autori se avessero portato avanti questa idea nel nostro organismo...»

L’altro osservò l’immagine che ora si mostrava ai suoi occhi, con grande ammirazione. «Wow, no...» A essere sincero, SS1104 avrebbe preferito incontrare quel gruppo di simpatici sambeiri: non gli dispiaceva lo stile delle idol, ma sentiva che con loro sarebbe stato in perfetta sintonia.

«Perciò, in conclusione, secondo me hanno scelto loro.» DA4901 aveva chiuso il quaderno e rimesso al suo posto, per poi rivolgersi nella direzione opposta al suo compagno.

Al suo fianco vi era un altro dei suoi amici, un globulo rosso più alto e più robusto di loro. QJ0076 stava osservando i tre gruppi con occhi colmi di preoccupazione, al che DA4901 gli si avvicinò ulteriormente e gli disse: «Qualcosa non va?»

Il possente compagno incrociò le braccia, con un sospiro. «In effetti c’è qualcosa che non va... se dovessero spostare il gruppo dei Glomeruli sarà un casino: cosa accadrà nel nostro corpo, poi?»

A loro due si avvicinò anche SS1104, che con un rapido gesto fece volteggiare la coda nell’aria. «Pensa positivo: se spostano loro niente diabete... e tu non finirai arrosto come un tacchino!»

«Ma insomma!» QJ0076 diede al suo amico uno scappellotto sulla nuca. «Non è divertente!»

«Ahia, questo ha fatto male!» esclamò SS1104, massaggiandosi la parte colpita. «Se fai così anche con la tua “fidanzatina”, è ovvio che quella non riesce a spiccicare parola con te! È terrorizzata!»

«Ma-ma-ma che cacchio dici?!» replicò QJ0076, con le guance più rosse degli abiti che indossava. «Primo, lei non è la mia fidanzatina, e secondo–»

A quel punto il capo della produzione dell’anime li richiamò con un forte colpo di tosse. «Voi due volete smetterla, per favore? Vi prego di comportarvi come si deve, qui stiamo per fare un annuncio importante.»

I due interpellati si misero sull’attenti, l’imbarazzo che colorava i loro volti di un rosso carminio. «Sissignore!»

«Che figuraccia...» mormorò DA4901, nascondendo il volto nella mano. «Io non lavoro con questi due nella seconda stagione: piuttosto, mi faccio assumere nella direzione del cervello...»

 

«Dunque, come stavo dicendo... le fortunate che avranno l’onore di comparire fin dalla prima stagione sono...»

Il capo produttore aprì la busta che aveva in mano con fare solenne, come se fosse stato un conduttore di qualche festival musicale pronto ad annunciare il vincitore del primo premio.

Di fronte a quella scena, QJ0076 congiunse le mani e iniziò a pregare tutti i santi del paradiso delle cellule. «Ti prego, non lei... non lei... non lei... non so come farei senza di lei se dovesse esserci una seconda stagione...»

«... i glomeruli! Congratulazioni, siete state scelte per rappresentare l’episodio dei reni!»

Il gruppo appena nominato si rallegrò. Le ragazze si presero per mano e si abbracciarono, e il vociare sempre più crescente mandarono su tutte le furie un’anziana donna, l’unica del loro gruppo, che prese fiato e iniziò a riprenderle.

«Smettetela, non siete delle cheerleader che fanno il tifo per i globuli rossi come in Cells at Work! E non credete che l’andare in un altro corpo significhi che ora siete libere di comportarvi come vi pare: dovete fare lo stesso, identico lavoro!»

«V-vi chiediamo scusa, Decana!» dissero in coro, zittendosi subito dopo.

«Nooooo!»

In quel momento, si udì un sonoro tonfo provenire dal fondo della sala. Tutti si voltarono, in preda al panico perché dal rumore credevano che fosse crollato parte del soffitto... per accorgersi che l’unica cosa che effettivamente era caduta sul pavimento era il corpo del povero QJ0076, svenuto subito dopo aver lanciato quell’urlo.

«Beh... direi che l’ha presa bene...» commentò SS1104, guardando il suo compagno mentre cercava di trattenere le risate. «Dici che si riprenderà dallo shock?»

«Non senza danni» rispose DA4901. «Questo è certo.»

 

 

 

«Ouch... sono morto? Sì, devo proprio esserlo...»

QJ0076 aprì lentamente gli occhi e iniziò a guardarsi intorno. Non appena mise a fuoco ogni singolo dettaglio della stanza dove si trovava, capì di trovarsi all’interno di un ambulatorio: sul comodino al fianco del suo letto vi erano lo stetoscopio e dei medicinali, e appesi lungo le pareti vi erano alcuni poster che raffiguravano il complesso mondo del corpo umano.

In quel momento sentì la porta aprirsi e dei passi veloci sempre più vicini a lui.

«Grazie al cielo, ti sei svegliato! Tieni, ti ho portato un panino!» SS1104 agitò sotto il suo naso un grande panino farcito con patatine fritte e mozzarella filante.

Già dall’odore lʼaltro globulo rosso fu sul punto di svenire per la seconda volta, questa volta per la forte nausea.

«Il dottore ha detto che hai avuto un calo di pressione... per cui ne hai bisogno. Su, mangia!» gli disse il suo amico, portando il panino a diretto contatto con le sue labbra.

QJ0076 lo allontanò, scuotendo la testa. «Ma se noi siamo cellule... come facciamo ad avere proprio noi la pressione bassa?»

«Che ne so? Ti dico solo ciò che ha detto il dottore: hai avuto un calo di pressione, punto. Ora non chiedermi il perché: sono un globulo rosso, non un esperto in medicina...»

«Appunto! La cosa è assurda!»

Il possente eritrocita si sedette e diede un profondo sospiro. «Se anche tu sei qui... sei morto anche tu, oppure sono ancora vivo?»

«Direi lʼultima. Non abbiamo ancora la seconda stagione dell’anime... grazie al cielo, sono ancora sano e salvo.»

«Mi stai dicendo che anche tu morirai?» QJ0076 spalancò gli occhi. «Non l’avrei mai immaginato: è vero che tra noi sei quello più propenso a cacciarti nei guai... però finora te la sei sempre cavata.»

«Non mi ci far pensare. Se già penso a quell’orrore che mi aspetta... ma io mi domando e dico: cari autori, potevate darmi una bella lancia con la quale mi sarei potuto difendere prima di morire? Invece no: colpito alle spalle come un normale cretino, con un buco bello grosso come se fossi stata una ciambella! Senza contare che a causa di ciò i fan hanno iniziato ad associarmi alle ciambelle...»

«Pensa al lato positivo: almeno il nostro 01-kun vivrà, e lo farà anche per noi.»

«Per fortuna che è fuggito via da quel covo di grande vomito di cellule impazzite, altrimenti anche lui sarebbe diventato uno spiedino! A proposito, devo chiedergli come è andata a finire, spero tutto bene.»

Tra loro calò il silenzio, spezzato di tanto in tanto dal cinguettio degli uccelli che si udivano dalla finestra. Poi, fu QJ0076 a riprendere il discorso: «Quindi... è tutto vero, o me lo sono immaginato?»

«Cosa?»

«Il fatto che i glomeruli sono stati scelti per la prima stagione dell’anime.»

SS1104 gli diede una dolce pacca sulla spalla. «Condoglianze, amico mio.»

L’altro chiuse gli occhi e iniziò a pensare. «Da una parte ne sono felice. AA2153-san ci ha sempre raccontato di come la situazione nel loro organismo sia migliorata e che ora quel corpo se la stia passando bene... per cui come faccio a non essere felice per lei? Lei merita di vivere in un mondo migliore, è ciò che ho sperato prima di morire: per questo mi sono sacrificato, l’ho fatto per voi... e per lei.»

«Però dall’altra parte stai bestemmiando tutte le cellule staminali emopoietiche per il fatto che così sarete separati per sempre, vero? Dalla tua faccia, si vede lontano da un miglio che sei infuriatissimo con la produzione dell’anime...»

«... porca miseria» riuscì a dire QJ0076, incrociando le braccia.

 

 

 

Seduto su quel letto, QJ0076 iniziò a stilare nella sua mente una serie di lamentele accompagnate da querele e denunce nei confronti dell’intera produzione dell’anime.

Come si erano permessi di stroncare sul nascere il legame che egli aveva intrecciato con quella giovane cellula dai modi gentili? Già era stato difficile per loro vivere quella relazione interrotta dalla nefasta evoluzione del diabete nel loro organismo: gli era stato facile immaginare la disperazione della Glomerulo nel sapere del suo sacrificio, lei che gli aveva raccomandato di stare attento e di tornare da lei il prima possibile... e invece gli autori cosa avevano fatto? Lo avevano fatto fuori nel giro di qualche pagina, bruciandolo vivo come un arrosticino su un falò!

«E io per chi cacchio morirò nella seconda stagione dell’anime, oltre ai miei amici?» iniziò a borbottare. «Si rendono conto che il mio sacrificio è servito per i glomeruli, per quei glomeruli? Bella produzione che abbiamo, se hanno stravolto fino a tal punto la storia originale... e che non mi venissero a dire “Ma no, caro QJ0076: ti sacrificherai comunque per il bene dei reni, però ci saranno dei personaggi originali che copriranno il vuoto lasciato dai tuoi amati glomeruli!” Con che coraggio potrò più guardarla in faccia, se mi affiancano qualcuno che si accascerà su di me proprio come ha fatto lei? Come minimo lei mi tirerà il soffione della doccia sulla testa, e avrebbe tutte le ragioni per farlo!»

«Scusa, vedo che sei impegnato... forse è meglio se ripasso più tardi...»

Quella voce improvvisa lo colse di sorpresa. Puntò gli occhi nella direzione di quella voce, incrociando il suo sguardo con quello di una giovane donna con i capelli raccolti in alto, e che portava in mano un vassoio con un pasto caldo e un bicchiere d’acqua.

«Ecco...» QJ0076 divenne rosso in viso, perché era facile intuire che lei avesse ascoltato per caso quelle lamentele che non riusciva più a trattenere dentro di sé. «S-scusami, puoi restare... sempre se ti va, ovvio...»

«Posso davvero? Non ti disturbo?»

«Tanto, peggio di così non può andare... per cui meglio avere al mio fianco una persona che stimo, in questo momento difficile...»

QJ0076 vide anche le guance della sua compagna di lavoro andare a fuoco: nonostante ciò, la ragazza gli si avvicinò, gli porse il vassoio e si sedette al suo fianco.

«Spero che ti piaccia» gli disse e abbassò lo sguardo, «e che tu ti riprenda presto.»

«Lo farò, in fondo non sono malato!» rispose lui con un sorriso. «Inoltre meglio questo pranzetto che il panino che il mio amico mi ha portato poco fa: non ho avuto il coraggio di dargli un morso... invece questo ha proprio un ottimo aspetto, sei stata tu a prepararlo?»

«S-sì.»

«Allora sarà buonissimo: pancia mia, fatti capanna!»

L’eritrocita cercò di divorare tutto nel giro di pochi minuti, sia per la fame che per il desiderio di mettere sotto i denti qualcosa che era stato preparato – sicuramente con tanto affetto – da quella ragazza.

«Grazie mille, era tutto così buono!» esclamò con un sorriso raggiante, per poi tornare cupo in viso. «Sai... sono felice per te, però mi dispiace un sacco che ci abbiano fatti separare. Però non hai nulla di che preoccuparti: posso prometterti che nel caso di una seconda stagione impedirò a qualsiasi cellula anche solo di parlare con me!»

«Ma tu incontri un sacco di gente nel tuo lavoro...»

«Non importa, farò finta di aver perso la voce... anzi, di essere muto dalla nascita!»

«Non si dicono le bugie, lo sai...» Con quell’ultima affermazione anche lo sguardo di lei si incupì, al punto che QJ0076 iniziò a entrare nel panico. Pensava di aver trovato una soluzione al suo problema, al loro problema, ma aveva finito per mettersi in cattiva luce di fronte a quella cellula alla quale era molto affezionato.

Lui, un bugiardo? Mai!

«S-stavo scherzando!» la rassicurò. «Ovvio che non fingerò di essere ciò che sono, solo che non so proprio come fare. Io... io non voglio che altre cellule si accascino su di me come hai fatto tu, io...»

Glomerulo entrò in allarme. «T-ti chiedo ancora scusa per questo! E-ero molto stanca e non sono riuscita a essere vigile, mi dispiace tanto!»

«No no no, invece hai fatto bene: dovevi riposarti! Ecco...» L’eritrocita si portò una mano tra i capelli, visibilmente imbarazzato. «Ecco... sono un disastro, vero?»

«Assolutamente no, non lo sei!»

«Sì, quelli della produzione hanno fatto bene. Tu meriti di meglio, meriti di vivere in un mondo migliore... con altre cellule che sanno davvero proteggerti...»

QJ0076 si morse il labbro inferiore. Si ricordò di ciò che gli era accaduto qualche tempo prima, quando le fiamme lo avevano avvolto completamente. Prima di morire, tra atroci sofferenze, il suo pensiero era corso a lei e alle sue compagne di lavoro, e fu in quel momento che si sentì uno stupido.

Lei lo aveva avvisato. I suoi amici lo avevano avvisato. Se oltrepassi il limite, farai una brutta fine.

Invece lui no, aveva ignorato quegli avvertimenti nella convinzione che il suo gesto sarebbe stato fondamentale per risolvere la tragica situazione nella quale si trovavano, loro malgrado. Sono un globulo rosso, e i globuli rossi rischiano la vita tutti i giorni: a me non cambia nulla se lascio questo mondo in un modo o in un altro; voleva ergersi come difensore dell’organismo, al pari delle cellule del sistema immunitario, come i supereroi dei quali aveva letto nei libri quando era un eritroblasto.

Così, egli aveva finito per peccare di presunzione. Per giocare a fare l’eroe, nella convinzione che essendo grande e forte niente e nessuno avrebbe potuto fermarlo, aveva perso la vita rischiando che altri la perdessero insieme a lui. E quando aveva saputo cosa era successo subito dopo la sua scomparsa, all’improvviso si era sentito piccolo e miserabile.

Dopotutto, sono solo un globulo rosso.

Aveva realizzato che in questo modo aveva lasciato soli i suoi amici, sola quella giovane cellula, a marcire in una sofferenza che sembrava essere senza fine.

Un globulo rosso che non merita la loro fiducia.

«Tu meriti di meglio» le ripeté, con lo sguardo rivolto verso le lenzuola e le lacrime agli occhi. «Non sono riuscito a proteggerti come avrei voluto... sono stato davvero arrogante a pensare di riuscirci con le mie sole forze... col senno di poi, sono felice di questa opportunità che ti hanno dato. Vedrai che starai bene in quel mondo... senza un idiota come me...»

Nella stanza calò il silenzio. Un silenzio assordante, ma che esprimeva alla perfezione ciò che l’eritrocita stava sentendo dentro di sé: impotenza di fronte a un evento fuori dal loro controllo, consapevolezza della propria immaturità dalla quale era scaturita una grande vergogna.

A rompere quel silenzio, come un fulmine a ciel sereno, fu lei. «Tu non sei un idiota» Con dolcezza gli sfiorò la guancia, invitandolo a guardarla dritto negli occhi. «Il tuo sacrificio non è stato affatto vano, grazie a te siamo riusciti ad andare avanti... certo, con molte difficoltà, ma ce l’abbiamo fatta. E questo lo dobbiamo anche a te, perciò... perciò grazie. Grazie da parte di tutti noi.»

QJ0076 notò che anche gli occhi di Glomerulo erano più lucidi e allo stesso tempo colmi di determinazione. Quello sguardo era l’esatto opposto dall’insicurezza che più volte gli aveva mostrato, era privo di imbarazzo e timore: era lo stesso che, per una frazione di secondo, aveva visto quando, nel terribile giorno della sua morte, l’aveva vista raccogliere il glucosio che era caduto a terra quando era inciampata.

«Ti ringrazio... ma ne risentirete anche voi globuli rossi se non assimiliamo questi zuccheri» gli aveva detto, con il volto provato dalle fatiche ma lo stesso coraggio che ora gli stava infondendo.

Da dove le arriva tutta questa forza? si chiese, sinceramente sorpreso da quell’atteggiamento di fermezza.

Con un sorriso, lei aggiunse: «Sappi che mi mancherai moltissimo. Sono felice per questa opportunità... ma sento che senza di te non sarà la stessa cosa. Sarai sempre nei miei pensieri, questo è certo.»

Dopodiché gli lasciò la guancia, con la stessa delicatezza con la quale l’aveva sfiorata. Portò le mani tra i capelli e sciolse lo chignon che spiccava sulla testa come il campanile della scuola dove egli aveva vissuto nei primi giorni di vita. A quel gesto lui cercò di fermarla: era conscio del fatto che quell’acconciatura era ciò che identificava i glomeruli, era parte della loro natura.

Senza di essa, lei non sarebbe stata più la stessa.

«C-che cosa stai facendo?»

«Dammi la mano destra, per favore.»

Nonostante l’iniziale esitazione, QJ0076 fece come lei gli aveva appena richiesto. Le porse la mano e lei avvolse al polso il nastro che tutti i giorni teneva unito il suo chignon. Quando lei lo lasciò libero, l’eritrocita osservò il polso, non cogliendo bene il significato di quel gesto.

«Se non possiamo essere insieme...» gli disse, con le guance che divennero di nuovo rosse, «farò in modo di essere sempre al tuo fianco, anche quando non mi vedrai.»

«Ma questo... questo nastro è una parte di te. Come farai?»

Glomerulo prese dalla tasca interna del suo abito un altro nastro, di un rosso leggermente più chiaro di quello che gli aveva appena legato al polso. «Non preoccuparti, ho questo nastro come riserva!» disse, mentre si sistemava i capelli nella sua quotidiana acconciatura. «Però sappi che questo che ti ho dato è il mio preferito... è il nastro che la Decana mi ha regalato quando ho iniziato a lavorare. L’ho indossato tutti i giorni, fino a oggi.»

Poi gli prese le mani, e lo guardò dritto negli occhi. «Se dovesse esserci una seconda stagione e noi due resteremo separati, promettimi che non ti dimenticherai di me.»

QJ0076 annuì con risolutezza. Era certo che non l’avrebbe più delusa, perché avrebbe fatto di tutto per mostrarsi degno della sua fiducia.

«Lo farò... e questa volta tornerò da te, anche se dovessi rinascere. Lo giuro.»

 

 


 

[Angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]

Qualche nota finale. Qui non vi elenco tutte le differenze tra l'anime e il manga (d'altronde chi ha letto il manga le conosce meglio di me, haha) ma altre cose che forse non tutti sanno:

- "PK" è un riferimento al personaggio di Paperinik, identità segreta di Paperino ;D

- Il braccio destro del comandante dei neuroni del secondo corpo ha una sorella gemella che si trova in un altro mondo. Curioso, vero? :3 Nel quinto episodio dell'anime, compare un personaggio quasi uguale a lei, che affianca il T Helper e che non compare nel manga. Si suppone che (come i glomeruli, i due globuli rossi bulli e la ghiandola sebacea) anche lei sia stata presa tra i personaggi del secondo corpo, ma non è del tutto sicuro dato che è l'unica che in realtà ha un ruolo diverso...

- Invece una bella differenza che non tutti conoscono riguarda le edizioni dei capitoli del manga, cioè la versione pubblicata sul magazine e quella finale del volume del manga. Una di queste riguarda la rappresentazione del sistema nervoso simpatico, che potete trovare qui. Sapevate che, all'inizio, il sistema nervoso simpatico era rappresentati come un gruppo di ballerini di samba? Ebbene, ora lo sapete! XD

Per oggi è tutto. Alla prossima!

--- Moriko

   
 
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