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Autore: Serpis093    12/04/2023    0 recensioni
Se vi aspettate una storia d'amore tra la brava ragazza ed il cattivo ragazzo, vi interrompo subito.
Questa è la storia della famiglia Turchese, composta da Carla, Giorgio ed i loro sei figli:
Linda, la figlia maggiore prossima alle nozze;
Simone, un ragazzo responsabile e dedito alla famiglia;
Marisa, diciottenne alla ricerca della sua strada;
Pietro, sedicenne arrabbiato con il mondo;
Michele, un ragazzino carino ma problematico;
Teresa, la piccola viziata di casa.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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«Uno, due, tre! Sorridete all'obiettivo, mi raccomando!»

Quella mattina del primo agosto la famiglia Turchese l'aveva aspettata da oltre un anno.

Era una giornata molto calda ed afosa e la signora Carla, assieme a suo marito Giorgio, stavano ultimando gli ultimi preparativi per quello che sarebbe stato l'evento più chic di tutta la loro generazione familiare: il matrimonio della figlia maggiore Linda.

La signora Carla era una donnina di mezza età molto bassa di statura, arrivava a malapena al metro e cinquanta, oppositamente a suo marito che era un metro e ottantacinque.

Per quell'occasione aveva comprato un bellissimo paio di scarpe nere a punta con tacco da dodici centimetri che la facessero sembrare più alta, ed un completo rosso sfavillante.

Nella vita di tutti i giorni non era abituata a truccarsi molto, ma quel giorno aveva chiamato una truccatrice amica di sua figlia che la aiutasse a ringiovanire e nascondere le rughe dell'età, ed aveva chiamato anche la parrucchiera il giorno prima che le aveva tinto i capelli di un colore biondo cenere cercando di mimetizzare alcuni dei suoi capelli bianchi.

Il signor Giorgio, d'altro canto, non si curava molto delle apparenze, era un tipo molto più trasandato, ma quel giorno era stato obbligato dalla moglie a radersi la barba ed indossare l'unico completo elegante che aveva appeso nell'armadio da decenni e che era praticamente inutilizzato, se non appunto per occasioni speciali.

«Mamma, quand'è che potremo andare alla chiesa?» Teresa, la figlia minore della famiglia Turchese, aveva dieci anni. Tutti in casa la trattavano sempre come una bambolina e la vestivano anche come tale, sempre con nastrini, pizzi e merletti. Abituata ad essere viziata da tutti quanti, era spesso capricciosa, ingorda, ed anche sovrappeso.

«Presto, cara, ora vai a fare le foto in soggiorno con tua sorella Linda».

«Mamma, come si allaccia la cravatta?» il secondo figlio più piccolo della famiglia Turchese aveva quattordici anni e si chiamava Michele. Era molto alto per la sua età ed aveva dei lineamenti molto dolci, tanto quanto la sua personalità, infatti nessuno riusciva mai ad arrabbiarsi con lui. I suoi occhi erano grandi e verdognoli ed i capelli biondissimi gli toccavano le spalle.

«Ti aiuto io, vieni qui» il secondogenito della casa si chiamava Simone ed era un ventenne molto responsabile verso la famiglia, anche perché dopo il matrimonio di Linda sarebbe diventato lui il figlio maggiore. I suoi capelli castano chiaro erano raccolti in una coda di cavallo disordinata, alcuni fili fuoriuscivano ricoprendogli parte della fronte e degli occhi.

Si sentì improvvisamente un vociare molto forte provenire dall'unico bagno dell'appartamento, erano Marisa e Pietro, rispettivamente di diciotto e sedici anni, che continuavano a bisticciare tra di loro disturbando il fotografo che si stava occupando di fare le foto a Linda nella stanza adiacente.

«Sembri uno spaventapasseri con quel vestito» Pietro continuava ad insultare Marisa, secondo lui era troppo alta e magra per indossare un vestitino corto del genere.

«Non sfogare la tua frustrazione su di me, non è colpa mia se sei nato basso» Marisa si specchiò cercando di sistemare le lenti a contatto con molta precisione ed attenzione.

«Tanto anche se indossi le lenti a contatto al posto degli occhiali non è che il tuo aspetto migliora molto eh» Pietro fissò lo specchio con aria sarcastica.

«Insomma, volete fare silenzio?» le urla di Linda provenienti dal soggiorno erano più isteriche del solito.

«Non fare la schizzata, ti è venuto il ciclo per caso?» urlò Pietro di tutta risposta dal bagno.

«Ragazzi, fate silenzio, non siamo mica al mercato del pesce» Simone apparve a fare da mediatore tra i due fratelli, poi si rivolse a Linda. «Come sei bella, Linda» un sorriso dolce dipinto sul volto.

Linda indossava un abito bianco simile a quelli delle principesse delle fiabe, stretto in vita e gonfio sotto. Delle rose bianche adornavano la sua chioma dorata pettinata in uno chignon. Mentre camminava per casa continuava a trattenere tra le mani il lungo velo in pizzo che altrimenti avrebbe toccato terra.

«Oggi mi farai tu da autista» camminò verso Simone con gli occhi gonfi di lacrime, abbracciandolo.

Proprio in quel momento il fotografo iniziò a scattare fotografie all'impazzata per immortalare la scena.

«Non piangere, o ti si sbaverà il trucco» Simone ricambiò l'abbraccio affondando la testa sulla spalla di Linda. «Profumi di rose».

Linda ebbe quasi un crollo emotivo ma cercò di trattenere le lacrime, non voleva che tutto il lavoro dell'amica truccatrice andasse perduto.

«È ora di avviarci alla chiesa, Simone inizia a scortare Linda» disse la signora Carla cercando di radunare tutti i suoi figli in un'unica stanza.

Linda e Simone scesero a piedi le quattro rampe di scale di quell'appartamento senza ascensore, il fratello le reggeva il velo.

Davanti al portone della loro casa, che era adornato di fiori e fiocchi bianchi, si erano riuniti tutti i vicini, i passanti ed i negozianti che si erano avvicinati presi dalla curiosità. Tutti iniziarono ad applaudire presi dall'euforia.

Il maggiolino bianco era parcheggiato proprio davanti al portone, un enorme fiocco color panna era situato sul tetto dell'auto, quasi fosse un pacco regalo.

Simone mise le mani sul volante, mentre Linda prese posto sui sedili posteriori.

Il fratello iniziò a suonare il clacson insistentemente, quasi a voler attirare l'attenzione.

«Ma che fai? Mi vergogno» disse Linda coprendosi il volto con la mano.

«Oggi è il tuo giorno speciale, devono saperlo tutti in città» Simone sorrise. «E poi con questo fiocco enorme non passi di certo inosservata» mise in moto ed iniziò a percorrere il tragitto continuando a suonare il clacson tutto il tempo.
                                                                                  

                                                                                            *

Quella mattina, probabilmente, Mirko aveva spento almeno sei sigarette in un'ora, non riusciva proprio a stare tranquillo.

Le sue dita continuavano a tremare in modo incontrollato, mentre sua madre cercava di calmarlo con scarso successo.

«Figlio mio, sei ancora in tempo a lasciar perdere!» la signora Brigitta non perdeva occasione per dire al figlio di non sposarsi. Lei era stata lasciata dieci anni prima da suo marito per una donna molto più giovane di lei e da quel momento in poi era diventata una zitellona acida, sempre con il fiato sul collo di suo figlio.

«Smettila, mamma» si accese la settima sigaretta, poi la rispense subito alla vista della famiglia Turchese che gli venne incontro con un sorriso.

«Che piacere, Brigitta» Carla, con un sorriso più falso di una banconota da tre euro, salutò Brigitta.

«Carla, carissima, da quanto tempo» anche lei con un sorriso stampato in faccia salutò Carla, ignorando del tutto suo marito Giorgio che ogni volta doveva assistere al solito teatrino.

Pietro si mise a chattare con dei suoi amici al cellulare per ammazzare il tempo, mentre Marisa se ne stava a chiacchierare con i suoi fratellini più piccoli, Michele e Teresa.

«Eccola! La sposa!» Teresa urlò tra la folla di invitati, tutti si girarono verso il maggiolino in arrivo che continuava a strombettare allegramente.

L'espressione di Brigitta era contrariata, ancor di più dopo aver visto ciò che accadde dopo.

 

   
 
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