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Autore: Angel_7    14/04/2023    0 recensioni
“Tu sei un senziente, Harry.”
“Io sono cosa?”
“Un senziente. Una persona con un avanzato livello di empatia che ha sviluppato una profonda connessione psichica con un simile, me... in questo caso.”
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Storia ispirata a Sense8 e in cui Draco è un consumatore compulsivo di biscotti al cioccolato.
Genere: Azione, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Draco/Harry, Luna/Neville
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Draco se ne stava sulla poltrona in pelle intento a leggere un grosso libro di medicina che avrebbe dovuto studiare in vista dell’ennesimo esame che gli avrebbe permesso di diventare medimago.
Dall’ampia finestra che dava sulla strada principale del suo quartiere filtrava una luce pallida che rendeva i suoi capelli ancora più chiari.
Erano ore che se ne stava a gambe incrociate cercando di leggere quel dannato libro, ma non era riuscito ad andare oltre le prime pagine. Non che non ne avesse voglia, ma aveva ben altro che gli frullava in testa.
Cosa gli era passato in mente?
Che Harry gli piacesse era ormai appurato, ma da lì a dirgli apertamente che sposare Ginny sarebbe stato un errore, beh… era stata un’assurdità.
Si chiese con che faccia sarebbe tornato a guardarlo ancora negli occhi dopo il suo matrimonio. Si chiese se avrebbe accettato ancora la sua presenza nella vita.
Con un gesto nervoso chiuse il libro, si alzò e lo lanciò in malo modo sul tavolo in legno, dopodiché si infilò la giacca e uscì dall’appartamento con l’intenzione di schiarirsi le idee.
Camminò per minuti, forse ore, senza riuscirci. Le parole di Harry gli risuonavano nelle orecchie come se fossero state impresse a fuoco nella sua mente.
Che tipo di relazione avrebbe voluto vivere lui?  Aveva avuto molte storie, ma nessuna lo aveva colpito tanto da fare in modo che durasse più di un paio di settimana.
La prospettiva di svegliarsi tutti i giorni con una persona che lo capisse per davvero non gli sembrava poi tanto male, ma ci sarebbe mai stato qualcuno in grado di sopportarlo per tutto il resto della vita? Di sopportare lui e soprattutto la sua lingua tagliente? E quante probabilità c’erano che quella persona fosse proprio Harry?
Doveva parlarne con qualcuno, ma con chi? Blaise gli avrebbe risposto di prendere le cose così come venivano, vivere al momento e sperare che la buona fortuna non lo abbandonasse. Pansy gli avrebbe suggerito di andare da lui e scoparlo finché non avesse capito che grande errore fosse in procinto di commettere. Soppesò per un attimo l’idea, poi scosse la testa.
Come un’illuminazione, ricordò di aver ricevuto un invito per dei biscotti fatti in casa e, senza sapere bene cosa lo spingesse a farlo, strinse tra le mani l’orologio da taschino che “sbadatamente” aveva dimenticato di restituire al padre.
Andata via la solita sensazione di vertigini, si guardò intorno e osservò il piccolo salotto nel quale era arrivato. Ad attenderlo c’era una giovane ragazza dai capelli biondi con un vassoio tra le mani. Biscotti al cioccolato. Già l’amava.

-“Benvenuto Draco, ti stavo aspettando.”-

Draco rimase un po’ interdetto, ma preferì non fare domande. In fondo, se Luna gli avesse chiesto che cosa ci facesse lì non avrebbe saputo cosa risponderle.

-“Mi dispiace essere piombato qui senza avvisare.”-

-“Tranquillo, i Nargilli lo hanno fatto al posto tuo.”-

La ragazza lo invitò a sedersi e gli porse una tazza fumante di tè.

-“Questi Nargilli sanno davvero tutto?”-

-“Dipende da cosa vuoi sapere.”-

Draco soffiò un paio di volte per far raffreddare il tè, dopodiché volse lo sguardo verso destra. Un prato incredibilmente verde si estendeva senza limiti al di fuori della grande finestra che illuminava il salottino e un leggero vento scuoteva le chiome degli alberi in fiore.
Quella veduta portò un po’ di pace nel suo cuore, ma non abbastanza da fargli dimenticare le parole di Harry.

-“Credi nei colpi di fulmine?”-

Luna sorrise dolcemente.

-“No, Draco. Credo che l’amore, quello vero, si conquisti una passo alla volta. Puoi vedere una persona e rimanerne colpito, ma l’amore… quello viene dopo.”-

Gli occhi di Draco si mossero veloci sulla ragazza e la sua bocca si socchiuse in una piccolo ‘o’.
Non si aspettava quella risposta. Era come se lei sapesse. Era come se sapesse di chi stesse parlando.

-“Credo nelle sensazioni. Se il cuore ti guida verso una persona, se ti suggerisce che quella persona ti renderà felice, tu credigli. Il cervello può sbagliare, commettere errori, ma il cuore… il cuore sa ciò che è meglio per te.”-

-“Ma se quello che è meglio per me fa del male a qualcun altro?”-

-“La linea di confine tra il volere il proprio bene e l’essere egoisti è molto sottile, sta a te fare la differenza.  La tua scelta renderà infelice qualcuno? Allora fai in modo di non averlo reso tale invano.”-

A quelle parole, il cuore di Draco si gonfiò di una consapevolezza tutta nuova.
Sapeva cosa fare.
 
 
 
 
Harry si guardò allo specchio e tentò per l’ennesima volta di addrizzare quel dannato papillon che aveva al collo, ma un colpo di tosse lo spinse a rinunciare al tentativo.

-“Amico, ma guardati.”-

Ron era entrato come suo solito senza bussare e vederlo lì lo rese incredibilmente nervoso.

-“Guarda te, piuttosto. Non eri così elegante dal tuo matrimonio.”-

Ron rise e fece un piccolo inchino, o almeno ci provò.Il risultato fu talmente goffo che il nervosismo di Harry si allentò almeno un po’. Tuttavia, una volta che si fu rimesso in piedi, il sorriso di Ron lasciò posto a un’espressione seria che Harry gli aveva visto addosso pochissime volte.

-“Qualunque cosa succeda oggi, tu resterai sempre mio fratello. Lo sai, vero?”-

Harry si irrigidì e abbassò subito gli occhi, non riuscendo a sopportare il peso dello sguardo dell’amico addosso.
Era ovvio che lui ed Hermione ne avessero parlato.

-“Volevo solo dirtelo. Ti aspetto fuori.”-

La voce di Ron era seria, ma non sembrava celare rabbia o alcun tipo di risentimento.
Quando il ragazzo si voltò con l’intenzione di andarsene, sembrò esitare un secondo di troppo sul pomello della porta, ma poi scrollò le spalle e proseguì.
Harry aveva osservato attentamente il riflesso delle sue spalle allontanarsi e provò una sorta di sollievo, ma ben presto la realtà tornò a crollargli sulle spalle.
Possibile che lui fosse l’unico a non sapere come quella storia sarebbe andata a finire? Sembrava che tutti fossero a conoscenza dei suoi dubbi e che sapessero in principio quale sarebbe stata la sua decisione. Il problema era che lui, lui che avrebbe dovuto fare una scelta, non aveva la minima idea di cosa fare.
Non amava più Ginny, ma era un valido motivo per infliggere un dolore tanto grande a chi gli aveva dato così tanto amore?
Un leggero bussare alla porta gli fece capire che il momento era giunto.
Preso alla sprovvista, Harry decise di fare una delle poche cose in cui era davvero bravo. Improvvisare.
Le feste a casa Weasley erano sempre uguali, ma questa volta sembravano aver dato il meglio di sé. Il giardino era stato addobbato per l’occasione e ovunque si guardasse c’erano rose bianche e bacche rosse a rendere il tutto un luogo da favola. Le sedie per gli ospiti erano state disposte in modo tale che non vi fossero distinzioni tra i familiari della sposa e quelli dello sposo e affinché Ginny potesse passare accompagnata dal padre nel bel mezzo degli invitati. Ad attenderla c’era un arco il legno, dello stesso colore delle sedie, abbastanza grande da ospitare il ministro della magia che avrebbe celebrato il matrimonio e i due sposi.
Harry prese posto là dove Ginny gli aveva detto di posizionarsi almeno un migliaio di volte durante le numerose prove, affiancato da Ron che quel giorno gli avrebbe fatto da testimone.  Di fronte a lui c’erano le damigelle, Hermione e Fleur, avvolte dai loro abiti rossi in pendant con il papillon che gli invitati maschi stavano indossando.
Hermione lo guardava dritto negli occhi, forse nel tentativo di infondergli sicurezza e fargli capire che lei ci sarebbe stata, sempre.
Avevano trascorso la sera precedente a parlare, ma dalla loro conversazione ne era uscito più confuso di prima. Le aveva rivelato pensieri e insicurezze, aveva anche pianto, e lei lo aveva stretto tra le braccia finché non si era tranquillizzato. Primi di andarsene lo aveva stretto a sé una seconda volta, sussurrandogli all’orecchio che si fidava di lui e che avrebbe fatto la scelta giusta.
Dando un’ultima occhiata agli invitati, si accorse che mancavano all’appello solo Neville e Luna.
Probabilmente Neville aveva perso la cognizione del tempo mentre lavorava nella serra e sarebbero arrivati con qualche minuto di ritardo.
La musica partì.
Ginny fece la sua comparsa accompagnata dal signor Weasley ed Harry la trovò incredibilmente bella nel suo abito bianco, ma la sensazione che provò nel vederla non era minimamente pari a quella che aveva provato nel vedere Draco sano e salvo su quel letto bianco.
Draco. Bastò il ricordo del suo volto, del suo sguardo, a scaldargli il cuore.
Non era giusto. Era tutto così sbagliato.
Ginny lo affiancò, gli sorrise da sotto il velo trasparente e il ministro iniziò a parlare.
Venne il momento delle promesse. Le lesse, come se non gli appartenessero, e in fondo un po’ era così. Era stata Hermione, la sera precedente, ad aiutarlo, ma nel pronunciarle lì ad alta voce, di fronte ad amici e parenti, si rese conto di quanto fossero vuote.
Alcuni ospiti piangevano, altri sorridevano, inconsapevoli dei pensieri che stavano tormentando Harry.
E poi quella domanda arrivò.

-“Vuoi tu, Harry James Potter, prendere come tua legittima sposa la qui presente Ginevra Molly Weasley per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?”-

Ed Harry capì.
Capì quello che Draco, Hermione e persino Ron avevano tentato di dirgli, capì la grandezza dell’errore che stava per commettere e capì, finalmente capì, che ciò che provava per Draco non poteva essere ignorato.

-“N…”-

-“Fermatevi. Fermate il matrimonio!”-

Le teste di tutti gli invitati si voltarono indietro, là dove Neville, Luna e una terza persona se ne stavano in piedi con il fiato corto.


 
Continua...

 
Capitolo breve, ma il prossimo (e ultimo) arriverà molto presto! 
Angel
 
  
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