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Autore: Domenico De Ferraro    15/04/2023    0 recensioni
La luna splende mentre il fabbro Ferraro
canta la sua canzone sull’incudine.
Appena va a bottega, accende er foco, ripensa alla sua vita.
A quando era un ragazzo ed era pazzo d’amore per una pischella del suo quartiere ,che aveva visto correre nel vento.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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ER FABBRO FERRARO
 
Cosi và la vita, mo’ c’è semo ,domani semo in un altro posto a seguire i nostri sogni.
Solitudine a volte , conduce alla disgrazia .
Passando in mezzo alla piazza con tanti pazzi come te I quali sorridono , seduti, sparando al sole della libertà
E siamo tutti folli, folle le mamme, folli i padri folli i figli mentre canta il gallo tre volte.
Folli questi concetti , saltellanti da un rigo all’altra me sembrano strisciare e cianciare come bisce tra i sassi .
La luna splende mentre il fabbro Ferraro canta la sua canzone sull’incudine.
Appena va a bottega, accende er foco, ripensa alla sua vita.
A quando era un ragazzo ed era pazzo d’amore per una pischella del suo quartiere ,che aveva visto correre nel vento.
Nella vanità, dei suoi anni ,ella gli aveva aperto il mondo a nuove meraviglie a nuove intendimenti .
Il mondo per il fabbro era freddo e senza un cuore da dare a quel suo amore .
Grasso se ne stava nella sua coscienza Tra 'na tirata ar mantice il fuoco s’ attizzava je sfavillava, scrocchiava , schizzava cosi er ferro s'ariscaldava a poco a poco.
Faticando, quanti ricordi , in fila nella sua mente bruciavano come la fiamma del suo amore.
E fuori in strada le signorine, erano lucciole, vestite di raggi di luna e miagolavano con i gatti sopra ai tetti de Roma.
Ed egli sperava , le stagioni esplose dentro di se come un mantice di parole.
Potesse essere una passare nello spazio di un nuova esistenza.
E tutto diventava causalmente una lingua nova che volava sopra tante strade sporche.
Sopra scale che conducono verso un principio, verso la settima stella che arde nel cielo a notte.
Calda notte come una donna nuda nel suo letto.
Come i ricordi , ingordi , raggruppati nella pancia tra le mani di un uomo senza tempo.
Ed ogni cosa è un passaggio uno spazio si restringe in se stesso mentre il ferro prende forma.
Fuoco , riscalda il corpo delle parole gonfie di speranza di miti sentimenti, parte di un narrare blues.
Ed entrà in officina, sentiva un'oppressione; ma presto preso l'abitudine.
Lavorava sempre e cantava le mejio canzone.
Cantava la sua vita nel divenire verso una nuova redenzione.
Nell’imago di un immagine che riscalda come una fiamma bruciante nel tardo inverno della vita.
Seguiva il battito del martello ballare nella sua mente , ritornelli e stornelli
Sentiva le voce del ferro , le voci di chi soffre.
Di chi dorme sotto gli archi di marmo Eretti da vespasiano da Claudio ,da Nerone.
Sentiva il cigolare della caretta , passare con il peso del suo tempo.
Piegarsi nella mente e nella sua espressione.
Ed improvvisamente prendeva coscienza una canzone d’amore per la vita
E le cantava co' tanto sentimento ch'er martello, nel battere su l'incudine, je faceva una specie d'accompagnamento musicale .
Le note volavano per l’ aria , andavano sopra le nuvole sopra la testa dei ben pensanti ,sopra i cappelli dei preti
Fermi agli angoli di questo mondo Osservando oltre quello che si sa Allora pare che je vada in faccia quella libertà cercata
Con tanta fatica , forgiata con il ferro Creando quella croce di metallo fatta di oro e argento Croce di ferro solitaria dentro una chiesa
Dentro a tante risposte, davanti il velo della sposa La storia è fatta con il ferro
L’amore , muore lentamente Mentre il treno passa velocemente lungo i binari di ferro.
Ed il fabbro Ferraro piange la sua giovinezza
Piange il suo tempo La sua popolare canzone
La sua vita, battuta come un ferro arrugginito Il fuoco riscalda l’animo
Riscalda il dire ed il fare
Tutta quanta la fatica der fornello, allora sente er peso der martello, nu' ne pô più, je cascano le braccia!
Lassa perde l'incudine e s'incanta ,canta e spera Mentre la luna splende nel cielo ,sopra Roma
Sopra questo amore terreno coll’occhio spalancato su quel buio Poi se dà pace, e canta:
Dimmi si me vôi bene , si te piaccio: Io, sto vicino ar foco e non m'abbrucio, ma tu m'abbruceresti con un bacio!
   
 
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