IL GIURAMENTO

Rating: non per i più piccoli, amicizia e amore

Fandom: Lady Oscar.

Note: uno sviluppo diverso della storia, con un amico e alleato che fa un giuramento di dedizione a due eroi.

“Dov’è la nostra comandante?”, chiedo a quei tre o quattro miei compagni che giocano a carte, più silenziosi del solito, e non solo perché temono che ci sia in giro ancora qualche soldato nemico che può ucciderli. Oggi è stato un inferno qui a Parigi, ma c’era da aspettarselo, e il fatto che noi ci siamo schierati contro i soldati del re è stato un atto eroico ma che ci ha messo in pericolo.

“È con Grandier, fuori dalla chiesa”, risponde Hulin, facendo una risatina stupida che mi irrita. Mi avvicino incavolato, pronto a menarlo, non deve mancarle di rispetto, non dopo quello che è successo oggi, non dopo il giuramento che .

“Dai, non prendertela!”, mi fermo Jean Moreau.

Ha ragione, preferisco andare da lei, devo dimostrarle il mio appoggio.

Mi dirigo verso la chiesa in cui sono sepolti i nostri compagni caduti oggi: so che lei si sente in colpa per ognuna delle loro morti, sono stati degli eroi, e a volte agli eroi capita questo, di cadere in battaglia. Ma il loro ricordo rimarrà per sempre.

Il vicolo arriva sulla piazzetta in cui c’è la chiesa: la vedo in lontananza, seduta sui gradini, e non è da sola. Lui è seduto accanto a lei e la stringe in un abbraccio totale, non solo l’abbraccio di un amante, ma molto di più. Mi do dello stupido mentalmente, sono venuto qui per dare loro il mio appoggio e la mia protezione, ma li sto disturbando, sono entrato nelle loro vite e nella loro intimità.

Nello stesso tempo, non riesco ad allontanarmi e a distogliere lo sguardo da loro due. Ho maturato un certo cinismo nel corso della mia vita, ho sempre pensato che si cerca l’amore per soddisfare desideri e voglie, poi dopo quello che è successo a Diane la mia visione di certe cose è peggiorata. Ma poi penso a loro due, e in Oscar e André ho visto un amore vero, totale, come se ne vedono pochi.

Mi avvicino in punta di piedi a loro, e vedo il capo di lei appoggiato contro il cuore di lui, i suoi capelli sparsi intorno, mentre André la stringe per le spalle, con le mani sotto quella cascata d’oro puro. La mia comandante sta dormendo, vedo la sua schiena che si alza e abbassa impercettibilmente. Deve essere molto stanca, ho accennato qualcosa ad André, che mi sembra che non stia bene, tossisce, è pallida, e lui ha detto che si prenderà cura di lei e cercherà di capire cosa le sta succedendo.

André ha le labbra affondate nella sua testa, ma il suo udito è all’erta e lo vedo alzare il volto e guardare verso di me, quel poco che riesce a vedere.

“Alain, sei tu?”, mormora in un sussurro, per non svegliare lei.

“Sì, vi siete addormentati qui, più in là c’è un magazzino dove potreste stare più comodi”, dico, con un tono non certo malizioso o offensivo. Meglio che stiano più sicuri, anche se non dovrebbero arrivare qui quei bastardi del Royal Allemand e simili.

“Sei molto gentile, adesso cerco di portarla lì, è stanca...”, dice André e poi aggiunge: “mi sembra da un lato di essere tornato bambino, quando lei si addormentava vicino a me dopo una giornata di avventure e giochi e io poi la portavo in camera. Sai, è distrutta, e tanto addolorata per i morti...”

Lo so, ho imparato ad apprezzare il suo valore e la lealtà, e anche la sensibilità nascosta dietro il suo rigore e il suo atteggiamento algido, che André mi ha detto che è uno scudo dietro cui c’è il suo vero carattere, appassionato e partecipe. Mi ha raccontato la storia di quando affrontò quel grandissimo pezzo di merda che aveva ucciso il piccolo Pierre, la abbraccerei già solo per quello, ma ora non posso più farlo.

Delicatamente André prova ad alzarsi, tenendo la sua Oscar tra le braccia. Lei si scuote e apre leggermente gli occhi.

“Andiamo a metterci più comodi”, le dice lui, baciandola con dolcezza sulla fronte. Io distolgo lo sguardo, come se non volessi profanare quel momento di intimità, poi faccio loro strada fino a quel magazzino, dove saranno più al sicuro.

Mi tolgo il mantello e lo butto sulle spalle di André, cercando di coprire anche lei.

“Così starete al caldo”. Poi penso alla passione che c’è tra di loro, una passione calda come il sole, travolgente come le fiamme, e resto zitto.

“Grazie”, mormora Oscar stringendosi ad André, mentre lui la porta nel magazzino, stendendola sopra un sacco dove dentro ci sono scampoli di stoffa. Mi allontano, non prima di aver visto come lei guarda lui e la carezza neanche tanto furtiva che gli ha dato sul volto. André la stringe a sé, le sussurra qualcosa ed ora sono davvero di troppo.

Esco, spero che si riposino, perché domani sarà anche peggio, temo, sentivo qualche voce in giro, c’è chi dice che quel pazzo di Launay, il comandante della Bastiglia, ha deciso di puntare i cannoni della fortezza su Parigi, e si parla di dargli una lezione.

Resto in zona, vicino al magazzino, e in quel momento giuro a me stesso che veglierò su loro due, sul mio migliore amico André Grandier e sulla mia comandante Oscar, una donna da ammirare certo, ma anche da amare e tanto.

Non lascerò che vi succeda niente, vi proteggerò ad ogni costo, domani e i giorni che seguiranno, sarò la vostra ombra, e anche doveste lasciare l’esercito io sarò con voi. Per sempre, perché quello che ho visto in voi è qualcosa di unico, perché in qualche modo ne farò parte.

Resto lì a fare la guardia, mentre le ore passano. Presto, sorgerà un’altra giornata, e qualcosa mi dice che sarà indimenticabile, ma io veglierò su di voi, domani e ogni altro giorno che ci verrà dato, finché di me non saranno rimaste che le ossa.