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Autore: Musical    18/04/2023    2 recensioni
Esistono tanti modi per dire "Ti amo" senza dirlo esplicitamente, e Sanji è un maestro in questo.
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(Piccole storie che erano state scritte e pubblicate per la SanNami week del 2017. Ripubblicata nel 2023)
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#3: Le piccole cose
I raggi del sole le diedero il buongiorno e la ragazza decise di alzarsi per riprendere lavoro; dopo essersi cambiata, si recò allo studio e, con suo grande stupore, trovò sul suo tavolo un piatto con una fetta di torta, un bicchiere pieno di succo e una rosa rossa appoggiata su un foglio di carta ben piegato. Incuriosita, Nami lo prese e l’aprì, cominciando a leggere.
Buongiorno, Nami-san!
Spero che la torta che ho preparato sia di tuo gradimento. Se hai bisogno di qualcosa, chiamami e correrò da te. Fai del tuo meglio.
Con amore, il tuo valoroso cavaliere.

La navigatrice si concesse pochi minuti per godersi la colazione, decidendo sulla sorte che sarebbe toccata a quell’idiota.


# 7: Madre
“Ecco”, si fece sentire la voce priva di emozioni della sua Nami, mentre gli porgeva il piatto sporco.
“Grazie”, le rispose semplicemente, non osando alzare lo sguardo per vederla in viso.
Mentre con il resto della ciurma il cuoco era riuscito a ricostruire un rapporto senza fatica, con Nami questo non era ancora possibile, e Sanji non le dava torto.
“Ho visto la foto di una donna, nel castello dei Germa.”
Nami aveva iniziato nuovamente il discorso, trovando opprimente la situazione che entrambi avevano creato, chi per orgoglio, chi per senso di colpa, e dalla quale nessuno dei due riusciva a trovare il coraggio e la forza per uscirne.
“Reiju-sama ha detto che quella donna era vostra madre.”
Sanji non poté far altro che annuire, continuando a non guardarla.
“Sì, è una delle poche foto che sono rimaste intatte, dopo la sua morte.”
La rossa si voltò, notando la schiena rigida del ragazzo. Per amor suo, decise di non rivelare di conoscere l’intera storia.
“Le assomigli, anche se i lineamenti sono più maschili. Ma hai il suo stesso sorriso.”
Sanji sentì i suoi occhi riempirsi di lacrime, mentre un nodo alla gola rischiava di soffocarlo; prese a guardare la sua dea, sempre così bella, e le sorrise grato.
“Grazie, Nami-san.”


# 37: Mi senti?
S’erano separati, cercando di arrivare tutti sani e salvi a destinazione, ma Nami era rimasta indietro, era ferita, e molti soldati erano determinati a catturare il Mugiwara tra loro più pericoloso; Nami tirò fuori un den den mushi e decise di avvertirlo.
“Nami-san? Cos’è successo? Sei in pericolo?”
“Vengono da te, Sanji-kun. Ti prenderanno se non raggiungi subito Rufy!”
“Ascoltami, Nami-san, nasconditi e non farti vedere! Ti raggiungo subito!”
Con un sorriso affranto, perché doveva immaginarlo che quello stupido sarebbe tornato indietro ad aiutarla, la ragazza abbassò il den den mushi, inspirando profondamente e chiudendo gli occhi.
“Nami-san, mi senti? Nami-san!”
Nami afferrò il suo Climattack, decidendo d’usarlo al massimo della potenza.
“Aspettami dove non possono trovarti!”
Un miliardo di fulmini furono scagliati, colpendo la maggior parte dei nemici.
“NAMI-SAN!!!”


# 66: Gelosia
“Dovevi vedere come parlava, la sua voce era troppo impostata, troppo mielosa, dovevo capire che c’era qualcosa che non andava in quella psicopatica!”
“Quindi, il suo atteggiamento ti ha infastidito?” le chiese Robin, incurvando appena le labbra verso l’alto.
“Ovviamente! Non puoi essere tutto gentile all’inizio, e poi mostrare la tua vera natura non appena un idiota, stupido, deficiente cade ai tuoi piedi! Grrr! Se dovessi incontrarla di nuovo, giuro, la schiaffeggerei fino alla fine dei miei giorni! A rischio di gonfiarmi le mani!!!”
“Se fossi in te, non lo farei”, l’avvertì Robin, lanciandole un’occhiata eloquente, ma la rossa parve non cogliere il messaggio.
“Perchè no?”
“Il motivo è semplice. Perché sennò quell’idiota, stupido, deficiente potrebbe pensare che tu sia gelosa.”
Il volto di Nami divenne porpora con quell’insinuazione.
“Cosa? Non sono geloso!”
“Certo che no, non l’ho mai detto, ci mancherebbe”, l’archeologa decise che una piccola bugia non poteva far del male a nessuno, ma non riusciva a smettere di sorridere, indicando poi una foto stropicciata che Nami aveva in mano.
“Ma penso sarebbe meglio sbarazzarsi di quella foto, prima che il nostro cuoco s’accorga di come hai sgualcito la foto che si sono fatti.”


# 73: Biancheria intima
“Allora, eccoci qua.”
“Già.”
“Totalmente soli.”
“Esattamente.”
“Nessuno può disturbarci, nessuno può chiamarci nel momento meno opportuno, nessuno può urlare come un matto per alcun motivo, oppure—”
“Sanji-kun, se non la smetti me ne vado!”
“Ma… Nami-san…”
“Scegli. Sì o no?”
Il cuoco, arreso, si sdraiò sul lettino, abbassandosi le mutande, rosso dalla vergogna.
“Mi spiace costringerti a fare una cosa del genere”, le confessa, implorandola con lo sguardo.
“Non preoccuparti, Sanji-kun. Pagherai presto il tuo debito”, gli rispose Nami, con un sorriso serafico, abbassando ancora di più i suoi boxer.
“Sappi che ti costerà una fortuna.”
La mente di Sanji, piena di appuntamenti, dolci parole e la sua dea, venne portata alla realtà dalla puntura dolorosissima della siringa, facendolo urlare.
Nel frattempo, Nami massaggiava tranquillamente la parte lesa, lamentandosi dell’infantilismo degli uomini davanti a un piccolo ago.


# 177: Confessione
Stava tracannando l’ennesima bottiglia, con la sola luce dell’acquario a farle compagnia, illuminando la stanza d’azzurro. Lontana da occhi indiscreti che potessero chiederle perché si trovasse lì, con mezza bottiglia in mano e altre dieci vuote per terra, non voleva sentire nessuno, neanche i suoi stessi pensieri, voleva solo essere circondata da quel colore così disgustoso.
“Eccoti qua”, una voce interruppe quel chiassoso silenzio, mentre dei passi avanzarono.
Nami iniziò ad accigliarsi, infastidita dall’intrusione non gradita.
“Cosa stai facendo?” Sanji continuò ad avvicinarsi.
“Non sono affari tuoi.”
“Dovresti andare a riposare, Nami-san.”
“E tu non dovresti immischiarti nella mia vita!” Nami si sedette immediatamente, guardandolo furibonda.
Dopo un momento di smarrimento, in cui aveva capito che non era gradito, Sanji abbassò la testa. “Scusami se ti ho disturbato.”
Mentre si voltava per lasciare Nami da sola, i suoi passi s’arrestarono nel sentire nuovamente la voce della ragazza, più flebile e tremolante questa volta.
“Non puoi capire cosa ho provato quando quella pazza ha detto che ti avrebbe ucciso nel bel mezzo del matrimonio”, confessò, per poi prendere un altro sorso, senza degnare di uno sguardo il cuoco.
Sanji non poté fare a meno di tornare a guardare la sua amata navigatrice, non riuscendo a trattenere la sua curiosità.
“Che cosa?”


# 178: Inaspettato
“Che cosa?”
“Non hai mai provato cosa significhi vedere una persona cara essere uccisa davanti ai tuoi occhi. No, non puoi capire. Come puoi?!”
Vedendo la ragazza cominciare a singhiozzare, Sanji la raggiunse, inginocchiandosi di fronte a lei.
“No, non riesco a capirlo. Ma non credo che sia bello.”
“È terribile! E vivere quei momenti con la paura, il terrore di rivedere quella scena una seconda volta è… Dio!”
Sanji le sfiorò una guancia, asciugandole una lacrima.
“Non voglio rivivere quel momento”, le sfuggì un singhiozzo, chinando la testa per non farsi vedere. “Non voglio!”
“Nami-san?” Sanji le accarezzò il mento per alzarle il volto e poterla fissare negli occhi nel dirle quella parola. “Scusami.”
“Pensi che sia abbastanza? Pensi davvero che basti un semplice ‘mi dispiace’ per farmi dimenticare la tua voglia di sacrificarti per salvarci?”
“Hai ragione. Ma almeno sai che sono mortificato di averti fatto rivivere un momento simile.”
La navigatrice alzò lo sguardo colmo di lacrime e il cuoco non riuscì a trattenere il desiderio di abbracciarla, cogliendola alla sprovvista e chiedendole ripetutamente scusa per come si era comportato; dopo alcuni minuti, Sanji avvertì le braccia di Nami intorno alla sua schiena, mentre altre lacrime sgorgarono dagli occhi della ragazza.


# 373, bonus: un desiderio che si avvera
Corse, corse senza sosta, desiderando di arrivare in tempo, prima che quel proiettile fosse sparato, prima che si rompesse un altro cranio, prima che la vita di un'altra persona a lei cara venisse spezzata per sempre.
“Bellemere-san, per favore! Non anche lui!”
Tuttavia, prima di aprire la porta che conduceva alla sala principale, sentì uno sparo seguito da molti altri e le pareti intorno a lei si macchiarono di sangue.


“AHH!!!”
Con il respiro affannato e la fronte sudata, Nami si ritrovò nella camera da letto condivisa con Robin; impiegò qualche secondo per calmarsi, tuttavia l'incubo sembrava così reale, così vero, che la ragazza non ci pensò due volte: decisiva, andò a controllare che fosse tutto ok; si alzò dal letto e corse fuori dalla camera da letto, andando a controllare la cucina. Era completamente in ordine. Con l'ansia che cominciava a prendere il sopravvento, Nami si diresse nella stanza dove dormivano i ragazzi, sperando di trovarlo lì; vi trovò solo nove teste e nessuna di esse apparteneva al cuoco; come ultima occasione, Nami uscì sul ponte, vagando con gli occhi alla ricerca di quella dannata testa bionda.
“Nami-san? Tutto bene?”
La voce alle sue spalle la colse alla sprovvista, quasi spaventandola, e lei si voltò, notando che Sanji era completamente sano e salvo, con la testa inclinata, la sigaretta che gli pendeva dalle labbra e quello sguardo preoccupato nel vederla in maglietta e pantaloncini, in una notte gelida come quella.
“Sì. Sto bene.”
La ragazza tornò sui propri passi, non l’aveva ancora perdonato per le sue azioni, ma in qualche modo si sentì sollevata per averlo trovato lì, con loro, vivo.
“Mi fa piacere”, Sanji le rispose, con un sorriso leggero per smorzare il senso di imbarazzo.
“Bene, torno a letto”, Nami gli risponde fredda, passandogli accanto.
“Fai sogni d'oro, Nami-san.”
La navigatrice si bloccò, non sapendo come reagire, poi si voltò appena, con gli occhi rivolti al prato.
“A domani”, si ritrovò a sussurrare, per poi riprendere la strada per tornare a riposare.
All'insaputa della ragazza, Sanji sorrise serenamente mentre le rivolgeva le stesse parole, lo stesso saluto e la stessa promessa che, il giorno dopo, si sarebbero rivisti.
"Grazie, Bellemere-san per aver realizzato il mio desiderio."

   
 
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