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Autore: Moriko_    22/04/2023    0 recensioni
Quando una spada ricorda che la guerra non è affatto un gioco.
[Spoiler! capitolo 11 del manga di Cells at Work! BLACK | J-1178 centric]
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Fanfiction

Sommario.

Fanfiction scritta per il 일하는 세포 전력 60분. Prompt: “Knife/Sword”.
(Spoiler! capitolo 11 del manga di Cells at Work! BLACK.)

 

 

Sword.

(#일세포_전력60분)

 

 

J-1178 | Cells at Work! BLACK

 

 

"When we were boys

We played pretend

Army tanks and army men

Hide and seek

Grow to be the kings we dream"

 

«Maestra! Quando sarò grande, voglio essere una guerriera forte e coraggiosa come te!»

Era un innocente desiderio scaturito da un cuore che non conosceva ancora la crudeltà del mondo che l'aveva messa al mondo. Se J-1178 avesse saputo ciò che l'avrebbe attesa una volta maturata e uscita dal midollo osseo rosso, non avrebbe esitato a restare per sempre in quel mondo fatto di illusioni e sogni che, mai, si sarebbero realizzati.

Lo avrebbe fatto volentieri, ogni volta che aveva impugnato l'arma giocattolo a forma di spada che le ricordava ciò per cui era nata: proteggere le altre cellule, salvarle da morte certa e garantire che avrebbero completato il loro naturale ciclo vitale senza brusche

Da piccola, J-1178 amava le armi giocattolo che ogni giorno le maestre portavano a lei e alle sue compagne. L'allenamento era la parte più bella della sua giornata da mielocita: era un momento ricco di gioia e divertimento, durante il quale impugnava la sua spada costituita da un morbido materiale che non avrebbe mai fatto del male nemmeno al più piccolo degli eritroblasti presenti in quella zona pacifica dell'organismo.

Con quella spada dalla lama morbida e non tagliente tra le mani, J-1178 si divertiva a immaginarsi di fronte a un batterio, pronta a farlo fuori con tutta la forza che aveva dentro di sé, e insieme alle sue amiche imitava le maestre che ogni giorno le insegnavano i segreti del combattimento.

J-1178 era ignara di tutto ciò che l'aspettava una volta uscita dal midollo osseo rosso. Credeva che la guerra sarebbe stata divertente come in quei giochi innocenti, credeva di essere invincibile, che ogni ferita che avrebbe avuto sul suo corpo sarebbe stata un trofeo, da indossare con orgoglio per il resto dei suoi giorni.

 

 

"Where do we go?

We’re standin' on the frontline

Where do we go, we go?"

 

Tuttavia, fin dal primo minuto nel quale si ritrovò fuori dal midollo osseo rosso, J-1178 si rese conto che la realtà era ben diversa da quella che aveva vissuto nella spensieratezza dei giochi d'infanzia.

Morte.

Distruzione.

Cadaveri ovunque, sangue che aveva imbrattato strade e muri dei quartieri che attraversava.

Quello scenario era ben lontano da ciò che lei aveva immaginato nelle simulazioni con le loro amiche: non aveva nulla a che vedere con la gioia, non c'era nessuno che esultava per lei e, soprattutto, parlare di sopravvissuti era una cosa rara.

Nel midollo osseo rosso, i combattimenti simulati erano solo un gioco.

Nel resto dell'organismo, i veri combattimenti non erano affatto uno scherzo.

Con la spada ancora impugnata, J-1178 si rese conto che il suo lavoro non era un gioco. Nessuno le avrebbe mai dato un premio per le sue gesta, e ogni giorno doveva sperare che lei e le sue amiche tornassero al quartier generale sane e salve.

Quella spada, simbolo del suo essere, era ben diversa da quella che la maestra le aveva dato durante le simulazioni. Quella spada le ricordava, ogni giorno, che lei era un difensore dell'organismo, ma allo stesso tempo era un potenziale carne da macello. Era solo una minuscola parte del sistema immunitario, perfettamente sostituibile nel caso in cui lei fosse venuta meno.

Sì, "carne da macello" era la parola adatta per descrivere quei primi attimi che stava vivendo da globulo bianco.

Fu in quel preciso momento, con quelle tre parole fisse nella sua mente, che J-1178 ripose la spada nel fodero e strinse i denti.

Doveva impegnarsi molto, in quella feroce corsa per la sopravvivenza. Doveva impegnarsi molto, per cercare di salvare quante più cellule possibili, e allo stesso tempo anche se stessa.

«Quindi, così stanno le cose…» mormorò, e in cuor suo rimpianse di essere maturata in un tempo che lei maledisse essere avvenuto troppo in fretta.

 

"I don’t wanna be a soldier, soldier

I don’t wanna have to play with real blood

'Cause we ain’t playin' now

Can’t turn and run

No water guns

Just body bags that we’ve become"

 

 


 

[Angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]

Una breve fanfiction nata per il 일하는 세포 전력 60분. L’obiettivo è disegnare (o anche scrivere) qualcosa in un’ora di tempo dal prompt proposto in precedenza.
Il tema di questa storia è “Knife/Sword”, e qui si è accesa una piccola lampadina nella mia immaginazione. Dato che in questo periodo sto ascoltando spesso la canzone di Remo Forrer, "Watergun", in questa occasione ho pensato di raccontare un parallelo tra passato e presente nella mente di J-1178, delle differenze tra la sua infanzia (che possiamo immaginare essere stata spensierata) e il presente (che ben conosciamo tra le pagine del manga).

Alla prossima!

--- Moriko

 

 

   
 
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