Ciao a tutti! So
che vorrete uccidermi per il mancato aggiornamento alla mia fic, All
for Love,
però in mia difesa posso dire che il capitolo
arriverà presto, e che intanto mi
è venuta voglia di scrivere qualcosa sulla prima guerra, sui
Malandrini ma in
particolare su quelli che diventeranno poi i
mangiamorte…Questo primo capitolo
è un po’ noioso e abbastanza corto, dal prossimo i
Black e tutti gli altri si
troveranno direttamente ad Hogwarts e spero che sia un po’
più interessante…comunque,
fatemi sapere che ne pensate!
Nascite
L’aria che si
respirava quel giorno al numero 12 di Grimmuld Place era a dir poco
agitata. Orion
e Walburga Black, pur cercando di rimanere impeccabili come si
conveniva a
purosangue del loro livello, non potevano evitare che le loro
espressioni
mostrassero più o meno evidentemente rabbia e stupore.
Il motivo di tutto
ciò era racchiuso nella lettera che Orion continuava a
rileggere, come sperando
di sbagliarsi: la gravidanza di Druella Rosier, moglie di Cygnus Black,
cugino
di Walburga, era finalmente giunta al termine. La notizia aveva
inizialmente
riempito di gioia i cuori di tutti i Black, che vedevano realizzarsi
prima del
previsto la certezza della sopravvivenza del loro nome. Ma
l’entusiasmo si
spegneva rapidamente continuando a leggere la lettera di Cygnus, che
parlava
del realizzarsi di un’eventualità che nessuno
aveva considerato: era nata una
femmina.
In questo clima di
delusione e tensione venne al mondo Bellatrix Black, tra la delusione
dei
parenti e gli occhi arrabbiati di suo padre.
In ogni caso, i
Black non potevano mostrarsi turbati da niente al mondo: si dissero
felici e
soddisfatti e organizzarono una festa per l’elitè
dei purosangue, in cui
avrebbero annunciato che c’era tempo e che presto Cygnus o
Orion avrebbero dato
alla casata uno o più eredi.
La festa
organizzata era impeccabile: Druella, ripresasi subito dallo shock e
dalla
gravidanza, aveva tiranneggiato gli elfi domestici in modo che tutto,
nel
salone di Black Manor, fosse indiscutibilmente perfetto. Chiunque
contasse
qualcosa nel mondo magico di allora fece il suo ingresso a quella
festa: i
Malfoy, i Lestrange, i Nott e tutti gli altri.
Abraxas Malfoy, uno
dei personaggi più in vista a quella festa a causa della sua
ricchezza, del suo
sangue puro e dei suoi agganci, salutò Orion Black e gli
propose una
passeggiata in cortile, che l’altro accettò.
Abraxas e Orion
erano stati amici ai tempi della scuola, ma in seguito si erano trovati
rivali
in così tante situazioni che la competizione aveva superato
l’affiatamento che
c’era tra i due. Nonostante questo restava una certa
innegabile complicità,
anche se spesso velata di sarcasmo.
“allora,
Orion,
come hai preso la notizia?”
“come nulla
di cui
preoccuparsi. Se anche Cygnus dovesse
fallire ancora, ci penseremo io e mia moglie a dare un valido erede ai
Black”
“tanta
determinazione ti fa onore, ma sei sicuro di riuscirci?”
“assolutamente.
E
poi hai visto la bambina?E’ bellissima, sono sicuro che
faranno a gara per la
sua mano. A
proposito, come procede la
gravidanza di tua moglie?”
“Molto bene,
grazie. Siamo sicuri che sarà un maschio.”
Orion trattenne a
stento una risposta poco gentile, ma si incamminò in modo
apparentemente
casuale verso il salone. Abraxas lo stette a guardare con un sorriso: a
scuola
aveva dovuto combattere contro la supremazia che emanava Orion, contro
il suo
carisma, la sua bellezza…era finalmente felice che le stelle
avessero
cominciato a sorridere anche a lui. Era diventato un uomo adulto,
arrogante e
sicuro di se, non temeva più la competizione con Orion e
soprattutto era sicuro
di poterlo battere…di potersi prendere la sua
rivincità.
Alla fine di quella
stressante giornata fatta solo di discussioni programmate e sorrisi
falsi, tutti
i Black, rimasti soli, discussero a lungo dell’urgenza di
dare un erede alla
famiglia: anche se il tempo non mancava, era meglio poter tornare a
dormire
sogni tranquilli.
Nonostante tutto
però la famiglia era riuscita a uscire a testa alta da
quella situazione
imbarazzante, e addirittura a Druella sfuggì un fugace
sorriso materno guardando
la bimba indifesa che dormiva tranquilla nella culla.
Se in
quell’occasione
i Black riuscirono a restare ottimisti, la loro pazienza fu messa a
dura prova
due anni dopo, al termine della seconda gravidanza di Druella.
“Un'altra
femmina,
per Salzar!Orion, ti rendi conto?”
“certo che mi
rendo
conto Cygnus, la situazione sta diventando ridicola”
“Alphard, non
pensi
che sia il momento di sposarti?Avremmo più
possibilità”
“non ne ho
alcuna
intenzione, almeno per il momento.” Il fratello di Cygnus e
Walburga era sempre
stato un tipo particolare, più interessato a girare il mondo
che a preoccuparsi
della sua famiglia: neanche suo padre Pollux, un uomo notoriamente
energico e
prepotente, era riuscito a mettergli in testa l’idea di
prendere moglie.
“Cygnus,
Orion,
sapete che non voglio legami, non mi piace sentirmi in gabbia”
I due cognati
sembravano pieni di insulti da rivolgergli, ma decisero che non era il
momento
di perdere tempo con quella che giudicavano una causa persa in partenza.
“Andromeda…bellissima
anche lei, per carità, ma ancora una femmina!”
Nonostante la rabbia e l’incredulità,
la situazione si risolse come due anni prima: una festa per
l’arrivo della
bambina, auguri e sorrisi, e tanta speranza perché un domani
fossero stati più
fortunati.
Poco più di
un anno
dopo la scena si ripetè con la nascita della piccola
Narcissa, gettando Cygnus
e Druella nel più totale sconforto. La situazione fu salvata
solo da Orion, che
annunciò che sua moglie quello stesso giorno, dopo ore di
complicato travaglio,
aveva partorito Sirius, il nuovo erede dei Black.
I Black, sollevati,
andarono a complimentarsi sia con Orion per quel bambino che li aveva
salvati,
sia con Cygnus, sostenendo che in fondo le sue figlie erano bellissime
e che
doveva esserne fiero.
Andati via gli
invitati, Druella si lasciò andare a lacrime di commozione e
di sollievo,
felice di non doversi più preoccupare di quel dannato erede,
il suo principale
pensiero in quegli anni di matrimonio con Cygnus.
Nascosta dietro
l’angolo
della stanza, una bambina di appena tre anni vedeva sua madre piangere
senza
capire che cosa avessero fatto di sbagliato lei e le sue sorelle.