Film > Zootropolis
Segui la storia  |      
Autore: Freez shad    25/04/2023    2 recensioni
Fiabe, favole, storie narrate e racconti d'ogni epoca.
Antiche novelle che tutti i cuccioli del mondo conoscono, con i loro protagonisti, antagonisti e a volte morali che superano i secoli...dove, ad alcune, sarà necessaria una piccola rivisitazione
Ovviamente, fatte da un punto di vista completamente diverso, dove anche il cattivo finalmente può dire la sua su come sono realmente andate le cose.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Finnick, Judy Hopps, Mr. Big, Nick Wilde
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il sole aveva preso già da tempo la sua curva discendente, cominciando a tingere di tenui sfumature arancioni cielo che ricopriva le sinuose e verdi praterie della periferia di Zootropolis.
Piccoli batuffoli di cumulonembi, come macchie bianche su di una tela ancora azzurra, venivano oziosamente spostate da est verso la città da un leggero vento che soffiava gentile. Quest’ultimo in particolare, giungendo a terra, smuoveva in un moto dolce e ondulatorio i lunghi fili d’erba che si scagliavano alti dal terreno.
Apparentemente, sembravano come messaggeri tra la terra e il cielo per cercare un punto di congiunzione; un contatto palesemente impossibile, pur facendo parte di un tutt’uno, ma da provare ad ottenere anche in una maniera così indiretta.
 

 
<< Che tristezza! >> commentò Nick.
La volpe, affacciata al finestrino del treno che faceva da sponda tra la realtà cittadina e quella delle zone periferiche, se ne stava placidamente a contemplare il paesaggio. Una mesta malinconia, natia di un momento vissuto passato, si mostrò in quel volto solitamente sornione e sagace.
Come attratto da un richiamo primordiale e al contempo recente, Nick si era rifugiato in una delle due estremità del treno, al momento vuoto rispetto al resto dei vagoni, in modo da poter approfittare della struttura vetrata per potersi appoggiare ad una delle ringhiere circolari e gustarsi il tepore del sole che si rifletteva sui vetri.
Suo era quell’immaginario sogno ad occhi aperti che lo aveva portato a delineare quella fantasia dallo spirito agro-dolce.
Anche se non era solito lasciarsi andare a simili fantasticherie, o perdersi in utopie da cucciolo sognatore, di tanto in tanto si sorprendeva della vena finemente poetica a cui la sua scaltra mente sembrava attingere per creare queste storie. Merito, comunque, da spartire con le atmosfere serene e silenziose, di cui difficilmente riusciva a mettersi in contatto, assentandosi dalla stressante routine quotidiana.
Assenza la sua che, se per il ritmo frenetico della città poteva valere quanto perdere un semplice sassolino di ghiaia di un’immensa montagna, non poteva passare inosservata alla coniglietta che lo stava accompagnando nel suo viaggio e che, dopo un primo attimo di attesa, lo aveva semplicemente raggiunto.
<< A che ti riferisci? >> gli chiese Judy, udendo la strana affermazione del rosso,
<< Oh, a certe carotine che si divertono ad andare ad origliare in giro! >> esclamò divertito, tornando ad indossare il sorrisetto canzonatorio, ottenendo di conseguenza un buffetto sul braccio << Permalosa e…manesca come sempre, eh? Vorrei comunicarti che ciò che hai così gravemente leso, altro non sia se non il mio braccio preferito! Hai idea di quante cose abbiamo passato insieme? >> fece infine, suscitando ilarità in Judy, massaggiandosi la parte colpita fingendo dolore
<< Più di quante vorrei sapere, probabilmente! >> chiosò lei, lanciandogli un'occhiata sagace << Sul serio però, a parte queste battutine, a che cosa ti stavi riferendo? >> ,
<< Se devo dirti la verità, a niente in particolare. Stavo solo sognando ad occhi aperti, immagino! >> rispose semplicemente la volpe, tornando a scrutare l'esterno con espressione serena.
Un'espressione che difficilmente Judy gli aveva visto sul volto. E sì che di tempo ne avevano passato insieme da quando, nel giorno della cerimonia d'ammissione, era entrato nel corpo in polizia.
Né sorniona né spavalda, ma semplicemente serena.
 
 

 
<< Oh, quindi il nostro caro signor Wilde non è soltanto un freddo e astuto calcolatore, attento al proprio tornaconto e con relativamente poca emotività… ma è anche capace di sognare! >> fece lei, avvicinandosi al rosso << Sono piacevolmente sorpresa! >>,
<< Esattamente, che idea ti sei fatta di me, carotina? >> domandò perplesso Nick, falsando offesa << Dov’è finito il brillante, acuto ed intraprendente mammifero che hai desiderato al tuo fianco, tanto da convincerlo ad intraprendere la strada del fin troppo dentro-legge? >>,
<< Giusto! E mi dica, signor Wilde, ha altre sorprese di cui non sono a conoscenza? >> continuò furbamente la coniglietta, con quel tono provocatorio che ben aveva appreso dal suo più alto collega,
<< Ormai dovresti averlo imparato, noi volpi siamo sempre piene di sorprese! >> aggiunse quindi Nick, facendo specchio col suo charme al fare di Judy,
<< Ah, sì? Beh, spero che lei possa omaggiarci di una dimostrazione delle sue qualità nascoste già questa sera! >> concluse quindi la leporide, premendo il naso di Nick e annullare la fascinosa espressione che aveva assunto per contro.
<< Già…a proposito di questo…ti dispiacerebbe ricordarmi perché sono su questo treno anch’io? >> domandò a quel punto Nick, interrompendo totalmente il gioco che avevano inscenato,
<< Di nuovo? Nick, ormai non ricordo più quante volte l’avrò ripetuto! >> fece lei di risposta, lanciandogli uno sguardo contrariato,
<< Devi capirmi, carotina! La mia età avanza, sono quasi ad un passo dal non ricordarmi dove lavoro…il che non credo sarebbe un guaio per il capoccia cornuto…ed è per questo ringrazio il cielo nell’averti sempre con me e lo prego che non ti faccia mai allontanare! >> spiegò con un minimo d’ironia, non millantando affatto quel suo pensiero liberatorio, poggiando delicatamente la propria zampa sulla spalla della compagna,
<< Davvero? >> fece Judy, stupita da quel gentile gesto e al contempo entusiasta dalle dolci parole rivoltele, non riuscendo a nascondere il leggero fremito che colse la punta della sua piccola coda,
<< Certamente! Hai idea di quanto spenderei in taccuini e agende, se non avessi te a ricordarmi tutti i miei impegni? >>.
Così, con la stessa facilità con cui l’aveva creata, la volpe distrusse quel piccolo momento catartico e poetico che la faceva avvicinare al rosso; ovviamente, conoscendo bene il soggetto, si rimproverava ogni volta che cascava nel tranello che Nick spesso le riserbava.
D’altra parte, la volpe stessa approfittava spesso e volentieri di questa sua naturale ed impulsiva propensione di cui, mosso a coscienza, faceva ammenda strofinandole la punta delle orecchie con i polpastrelli. Consolazione che non dispiaceva affatto da entrambe le parti.
 
 
 
<< Il solito cabarettista! >> esclamò sottovoce Judy, godendosi quel tocco, a tono di rimprovero,
<< Che vuoi farci, carotina? Madre natura mi ha fatto così, prenditela con lei…e poi tu di certo non aiuti! >> fece, elargendole un ghigno divertito << Comunque, scherzi a parte, per quale motivo stiamo andando a “Tana dei Conigli”? >>,
<< Per una cena di famiglia che i miei hanno organizzato! >>,
<< Ok…questo spiega perché su questo treno ci sei tu…ma io? >>,
<< Beh, da quando ti hanno visto al concerto di Gazelle, non fanno altro che chiedermi di te. Su cosa fai? Se sei anche tu un poliziotto?... >>,
<< Se per mal disgrazia lavoro con te?... >> aggiunse con sorniona non-chalance,
<< Cose così, insomma! E a questo punto mi sono detta “perché non invitare anche lui, così possono vedere con i propri occhi che mammifero sei?” e loro hanno accettato ben volentieri. >>,
<< Senza che tu abbia dovuto insistere pregandoli in ginocchio, ovviamente! >> continuò, con accentuata ironia,
<< Quasi…diciamo, senza esagerare troppo! >> chiarì, arrossendo leggermente imbarazzata,
<< Carotina, tutto questo per me? Probabilmente, deve essere stato questo a convincermi a seguirti. Lasciatelo dire, sei davvero troppo… >>,
<< Non dirlo! >> squittì la leporide, balzando in avanti per tappargli la bocca, troppo tardi,
<< …tenera! >> concluse con un risolino Nick, osservando deliziato il dolce volto imbronciato che gli riserbò la coniglietta, prima di rassicurarla con una zampa posta sul cuore << Stai tranquilla, ti prometto che non dirò nulla che possa metterti a disagio. So essere un mammifero serio, se voglio! >>,
<< È quel “se voglio” che mi preoccupa…ma voglio credere a quella zampa >>.
 
 
 



Per il resto, il viaggio proseguì piuttosto tranquillo. Punzecchiature e scherni vari, provenienti da una parte o dall’altra, spezzavano di tanto in tanto la durata di un viaggio che si faceva sempre più breve, ma costantemente monotono.
La delicatezza delle distese di prati vergini lasciava poco alla volta spazio alle più precise e geometriche forme che delineavano i confini dei campi che si spargevano all’orizzonte fin dove l’occhio, specie quello naturalmente dotato di Nick, riusciva a scorgere alla lunghezza del più lontano promontorio.
Spesso Judy, mossa da una sorta di sentimento nostalgico o forse da un semplice desiderio di sdebitarsi per le numerose attenzioni che la volpe le aveva e continuava a riservarle nel suo più esperto territorio cittadino, lo intratteneva con racconti riguardanti quella regione di periferia.
Una zona talmente tanto ricca di colture che, come lei narrava, diversi suoi abitanti avevano costruito un’abitazione proprio sotto il proprio terreno, sfruttando appieno ogni singolo centimetro del loro fazzoletto di terra, abituandosi alla poca luce. Del resto, in luoghi dove il prodotto delle fatiche è commisurato alla vastità della terra di cui si era in possesso, ogni metro guadagnato era una possibilità in più per racimolare qualche soldo e far vivere in maniera maggiormente agiata la propria famiglia.
Come aveva fatto ad esempio una tale famiglia di talpe della zona, dall’improbabile nome di Mc Blind, sviluppando una serie di cunicoli la cui parte superiore, di poco sotto l’ultimo strato di terra, era possibile smuovere con una serie di meccanismi per permettere la fuoriuscita dai luoghi sotterranei e giungere alla luce del sole. Tecnologie all’avanguardia, per un posto così rurale ma densamente abitato.
Esattamente come testimoniava il cartellone di benvenuto i cui numeri, indicanti la densità della popolazione, era in costante movimento di crescita.
Ennesima cosa a cui la volpe, sebbene non avesse stentato a crederlo, difficilmente avrebbe considerato al di fuori di un’esagerazione. Specie perché riguardava una zona principalmente abitata da conigli.
Ciò spiegava anche il motivo per cui, quando Judy si perdeva nei suoi racconti, citava sempre numeri diversi e sempre in esponente crescendo riguardo alla popolazione in essere del luogo.
Ora, non che Nick fosse uno che badasse più di tanto ai luoghi comuni, soprattutto se di natura denigratoria, ma non poté fare a meno di farsi scappare un lieve risolino ripensando alla famosa abilità principale dei conigli che Judy specificò al loro secondo incontro, adducendolo ad uno di quei luoghi comuni. Sfogo che pensò bene di nascondere all’orecchio attento della coniglietta, millantandolo per una schiarita di voce, per evitare situazioni drammatiche per la propria incolumità.
 
 
L’arrivo fu puntuale, secondo la tabella di marcia indicata dal cartello luminoso presente alla stazione. Un evento più unico che raro vista l’andirivieni quasi quotidiano.
Lo stesso non era possibile dirlo per il “comitato di benvenuto” tanto ripetuto da Judy che, a detta sua, doveva essere lì ad attenderli proprio fuori l’ingresso.
<< Mhmm! Carino il mezzo. >> esclamò infine Nick, osservando il vuoto dinanzi a sé << Forse un po' rustico, con qualche ammaccatura qui e là, ma…tanto rustica, maschia! >>,
<< Hai finito? >> domandò contrariata la coniglietta, adocchiandolo con uno sguardo di sufficienza,
<< Ancora un momento, per favore… >> fece, interrompendosi per inspirare profondamente << …ecco, ora ho finito! >>.
L’occhiata lanciatagli da Judy era più eloquente di mille parole e tutte queste erano da avvertimento di desistere con quello humor fuori luogo; sguardo a cui la volpe aveva fatto il vezzo e non mostrava più di quel tanto timore, sebbene una lieve fitta cominciò a farsi sentire all’altezza del gomito di quel solito braccio che la coniglietta era abituata a colpirgli ogni qualvolta non veniva presa sul serio.
<< Bene, sembra che dovremo fare uso del mezzo più ecologico ed economico che ci ha provveduto madre natura! >> fece il rosso,
<< Ossia? >>,
<< Le zampe! Dimmi, carotina, è molto distante il luogo ove le nostre code sono tanto attese? >> domandò, scuotendo fluentemente l’estrema protuberanza,
<< Abbastanza…ma dopo quel tanto stare fermi, non potrà farci male un po' di moto… >> spiegò, stiracchiandosi e balzando poco più avanti alla volpe << …e chissà che magari non andremo incontro ai miei parenti un po' ritardatari! Sempre che tu sia d’accordo, dato che sei mio ospite! >>,
<< Non credo di essere stato più in accordo con te come in questo momento! Purché non ti venga in mente di fare una… >>,
<< Chi li incontra per primo o arriva a casa, vince una doppia porzione di torta di carote, ci stai? Via! >>.
Prima ancora di poter terminare la frase, volutamente ben interrotta dalla leporide, Nick si ritrovò distanziato di una decina di passi dalla partner che si era lanciata in avanti con uno scatto degno della sua atleticità.
<< Un momento, era proprio quello che non volevo fare…e poi sei partita per prima! >> sentenziò Nick, correndole dietro nel tentativo di recuperare il terreno perso, ricevendo una risposta divertita,
<< Andiamo, volpe acuta, prova a starmi dietro! >>.
Nick la guardò contento. Per quanto poteva sembrare strano, gli sembrò di vedere una Judy diversa in quell’ambiente che doveva essere per lei più familiare di quanto volesse dare a vedere.
Questo, nonostante la frustrazione di dover faticare anche in un giorno che avrebbe dovuto essere libero e di relax.
<< Ma a me non piace neanche la torta di carote! >> si limitò quindi ad urlarle dietro, cercando di far valere le sue ragioni senza successo, ottenendo solo un suo risolino divertito.
 
Se la giornata in territorio straniero doveva essere quella, non gli sembrò cominciare nei migliori auspici.
 
 
 
 

I due corsero per una buona ventina di minuti.
Sebbene la volpe alla fine fosse riuscita a recuperare la sua contendente, qualcosa gli fece capire che, quella sua impresa, non era completamente dovuta alle sue capacità. Più volte aveva infatti notato come la coniglietta, ad ogni lesto movimento degli occhi indirizzati al suo inseguitore, avesse poco alla volta rallentato quel tanto che bastava per farsi raggiungere. Nick non seppe descrivere quel sentimento che nacque in quel momento.
Era felice del risultato ottenuto, ma allo stesso trovò umiliante il fatto di essere stato così miseramente trattato dalla sua più giovane partner. Per non parlare della parte più importante. Poteva una preda rallentare appositamente per farsi raggiungere dal suo predatore naturale? Non aveva un minimo senso, ma tant’è, forse per amor proprio, che la volpe preferì non soffermarsi troppo e continuare quella gara improvvisata.
Gara che terminò nel momento in cui riuscirono ad incontrare i tanto mentovati parenti che avrebbero dovuto venirli a prendere al loro arrivo alla stazione, assieme alla ragione che li aveva portati a questo ritardo.
Ragione che si mostrò sottoforma di vecchio furgoncino Foxwagen, molto simile a quello di Finnik anche se meno tamarro, posto al ciglio della strada e con due giovani leporidi chine e in evidente difficoltà.
Dopo un primo accalorato saluto da parte delle due verso Judy, le due si rivolsero poi al rosso ospite; nel farlo, cosa che non dispiacque affatto e che anzi sorprese Nick, non mostrarono alcuna riluttanza nel porgere le loro zampe alla volpe.
Si presentarono col nome di Jacky e Jill, cugine tra di loro e quindi di Judy.
Jacky si mostrava come una coniglietta non troppo alta per la sua specie e più robusta; non del tipo dovuto ad un qualche eccesso del genere alimentare, bensì alla sua stessa costituzione che risaltava un’anatomia particolarmente forte e resistente. Il pelo nero, lucido abbastanza da presentare chiari riflessi argentati alla luce del sole, la copriva interamente, schiarendosi leggermente fino al raggiungere una tonalità d’un grigio particolarmente cinereo sulla punta delle ritte e larghe orecchie.
Jill, d’altra parte, si distingueva molto dalla cugina. Non solo riguardo all’altezza, persino superiore a quella della stessa Judy, ma anche per quanto riguardava il resto.
La corporatura, per esempio, era più snella e longilinea; apparentemente gracile sotto certi aspetti, figurava invece un corpo flessibile e tonico, che molto aveva in comune con alcune ballerine di danza con cui in passato la volpe si era ritrovato a fare affari. La pelliccia, d’un marroncino molto chiaro, risultava soffice alla semplice vista. Quello che comunque lasciò incuriosito Nick fu nel notare le orecchie, particolarmente lunghe e lievemente allargate nella parte centrale, costantemente ripiegate verso il basso ai lati della stessa; sembrava quasi non rispondere in alcun modo ad un qualsiasi sprone emotivo, come similmente aveva invece visto nella sua giovane partner.
Comunque, tanto per educazione quanto nel non voler sembrare azzardato, preferì non indagare oltre, lasciando piuttosto che fosse la sua più salubre apparenza a parlare per sé stesso.
 
 
Fortuna volle che il fantomatico guasto in realtà non fosse nulla di particolarmente grave, permettendo a Judy di mettere in mostra parte delle conoscenze apprese dal compagno, che si guardò bene di rivelare.
<< Bene gente! >> esclamò quindi Jacky, aprendo il vano posteriore del furgoncino adibito per l’occasione ad abitacolo posteriore << Che ne dite di smuovere le code e avviarci verso casa? Non vorrete farvi crescere il muschio come delle belle statuine, vero? >>,
<< Jacky, cerca di contenerti! Che figure ci fai fare? >>,
<< Oh, non preoccuparti, Jill. Nick è abituato a linguaggi ben più coloriti, dico bene mio caro? >> la rassicurò Judy, lanciando uno sguardo di complicità verso il rosso,
<< Vero! Questo in realtà è niente, avreste dovuto sentire Judy i primi giorni al suo arrivo in città! >> sentenziò furbamente la volpe, mentendo spudoratamente, sbeffeggiando con un sorrisetto divertito la faccia stupita della coniglietta,
<< Davvero? Ho sempre saputo quanto tu fossi…dedita a lavori particolari, diciamo…ma non avrei mai detto che fossi persino volgare, Judy >> si meravigliò Jill, stropicciandosi imbarazzata le punte delle orecchie,
<< Ma non è vero! Sta mentendo, io non ho mai… >>,
<< Insomma, vi date una mossa? Ci sarà tempo per queste scemenze, ora partiamo! >>.
Sollecitate da quest’ultimo richiamo, le due cugine balzarono nel vano posteriore mentre Nick, vista la divertente situazione che si era venuta a creare, furbamente parve bene di occupare il sedile accanto al conducente onde evitare rappresaglie da parte della sua collega.
Sapeva quanto fosse un solo rimandare l’inevitabile, ma si sarebbe goduto comunque quella situazione il più a lungo possibile.
Almeno, fino al loro arrivo alla fattoria Hopps.        
  
 
 
 
 
 






Dalla scrivania dell’autore:
 
Salve a tutti!
Approfitto di questo breve spazio per ringraziare tutti coloro che avranno dedicato parte del loro tempo per leggere questo semplice racconto che, come penso molti su questo fandom, è stato scritto al solo scopo di intrattenere con quella stessa speranza che molti amanti del buon scrivere hanno nei fandom. Quello di poter offrire del semplice svago con parte della propria fantasia.
Per quelli che non mi conoscono, spero possiate trovare questa raccolta piacevole, mentre ringrazio e saluto con particolare affetto tutti quelli che hanno già avuto modo di leggere o recensire qualcosa di mio in passato.
Questo, in particolare, lo dedico al “collega” Redferne e a quelli che come lui hanno una famiglia con tanto di pesti in giro per casa.
 
Buon proseguimento a tutti e come sempre…arrisentirci!

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Zootropolis / Vai alla pagina dell'autore: Freez shad