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Autore: Keeper of Memories    07/05/2023    1 recensioni
[Genshin Impact/Star Wars crossover]
19 BBY, Kashyyyk
Il maestro jedi Dainsleif rientra alla base della repubblica alla testa del suo plotone di soldati cloni. La base risulterà essere vuota, fatta eccezione per una sua vecchia conoscenza, ormai data per spacciata.
[Dainslumi]
[Questa oneshot partecipa alla Crossover Challenge del gruppo facebook Non Solo Sherlock-gruppo eventi multifandom]
Genere: Angst, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dainsleif, Lumine
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Dainsleif sollevò una mano, segnalando al plotone di cloni alle sue spalle di fermarsi. I suoi occhi saettarono tra la folta vegetazione di Kashyyyk, allertato da un disturbo nella Forza.
«C’è qualcosa più avanti» disse alle sue truppe, stringendo l’elsa della sua spada laser «questa volta potrebbe non essere una creatura del posto. Massima allerta!»
«Si, signore!»
La marcia proseguì senza apparenti intoppi, una situazione inusuale in un pianeta in cui perfino la flora tenta di ucciderti. Eppure, tutto era innaturalmente immobile.
 
Erano tornati a uno degli avamposti della Repubblica, dopo un’attenta missione di ricognizione, solo per trovare il campo mortalmente vuoto. Dainsleif accese la spada laser e diede ordine alle sue truppe di disporsi in formazione difensiva. Avanzarono lentamente, il bagliore bluastro della spada del maestro jedi l’unica fonte luminosa nella buia notte senza astri di Kashyyyk.
 
«Lumine.»
Quella singola parola uscì come un singhiozzo strozzato dalle labbra di Dainsleif. Al centro del campo c’era solo lei, la compagna di una vita, una parte del suo cuore che aveva abbandonato per sempre sul campo di battaglia di Boz Pity. O così credeva.
«Dainsleif.»
Lumine si voltò lentamente e avanzò verso di lui, un passo alla volta, tra i cadaveri dei soldati cloni che giacevano ai suoi piedi. Occhi rossi che mai aveva visto si posarono su di lui e per un attimo, Dainsleif sentì le forze venirgli meno.
«Ti stavo cercando» gli disse con voce atona, piegando leggermente la testa com’era solita fare.
«Ordini, signore?» chiese il Comandante clone.
«Mantenete la posizione, questa non è una battaglia per voi.»
Dainsleif spense la spada e avanzò. Gli sarebbe bastato allungare le braccia e avrebbe potuto sfiorare il volto che tanto amava, ma non lo fece.
«Credevo fossi morta… che ti hanno fatto?»
Lumine scosse la testa.
«Nulla Dain. Questo è ciò che sono e sono sempre stata.»
«Cosa… che cosa significa?»
Dainsleif strinse forte le mani a pugno, graffiandosi i palmi con le unghie per reprimere quelle emozioni che minacciavano di fargli esplodere il petto.
«Unisciti a me Dain. Con il potere del Lato Oscuro possiamo porre fine alla guerra e dare nuova vita a una nuova galassia, come abbiamo sempre sognato.»
Lumine tese una mano verso di lui, abbozzando un sorriso.
«Nulla di buono può venire dal Lato Oscuro, Lumine! È colpa sua se la galassia è in questo stato e lo sai benissimo.»
Dainsleif fece qualche passo indietro e di nuovo accese la sua spada, mettendosi in posizione di soresu.
«Del Lato Oscuro? O di quell’Ordine Jedi che così strenuamente difendi? Cos’hanno mai fatto per noi Dainsleif? Per le vittime che ogni giorno da troppi anni la guerra miete? Per il bene di questa galassia marcia e corrotta?»
«Sono i sith la causa di questa guerra, non i jedi.»
Lumine sospirò. «Hai preso la tua decisione, vedo.»
«Lumi, ti prego…» la supplicò, invano.
Ci fu un bagliore rossastro e, dopo appena qualche istante, le spade rosse gemelle di Lumine e quella blu di Daisleif cozzarono con forza.
 
Combatterono a lungo e con foga, la notte silente riempita dal solo fragore delle spade che si scontrano. Dainsleif iniziò ben presto a sentire la stanchezza prendere possesso del suo corpo, affaticato dalla violenza e dall’aggressiva rapidità dei colpi di Lumine. Mai aveva sentito una tale furia da parte sua, non in tutti i lunghi anni di addestramento e sparring che avevano passato insieme.
Cosa doveva fare? Poteva veramente uccidere la donna che amava?
 
Comandante, esegui l’ordine 66.
 
Una voce familiare sovrastò per alcuni istanti il frastuono del loro duello. Gli occhi di Lumine si spalancarono e la sorpresa attraversò il suo volto per un lungo istante. Fece un balzo, frapponendosi tra i soldati e Dainsleif, parando con le spade i colpi di blaster che quest’ultimo non vide arrivare in tempo. Il jedi le fu subito accanto, pronto a difendere entrambi dai proiettili in arrivo.
Cosa stava succedendo?
 
«Hanno l’ordine di uccidere gli jedi. Devi andartene, Dain!»
Lumine allungò le braccia verso i soldati, le mani vibranti di elettricità statica che scaricò su di loro in una potente ondata luminosa.
«Cosa? No. Non ti lascerò di nuovo!»
«Io non sono una jedi, non mi faranno nulla. Ora va!»
«NO!»
I cloni non erano morti, ma storditi a sufficienza per permettere alla sith di fare l’unica, sciocca follia che il suo cuore desiderava.
«R4!» chiamò, sollevata di vedere il suo droide astromeccanico apparire dalla boscaglia. Si avvicinò allo jedi e gli accarezzò delicatamente una guancia con il dorso delle dita.
«Ci rivedremo, te lo prometto» gli disse, prima di stordirlo con una leggera scossa.
I cloni stavano riprendendo coscienza, Lumine li vide scuotersi dal torpore e imbracciare nuovamente i fucili blaster. Aveva poco tempo.
Usò la Forza per spingere lontano il corpo esanime di Dainsleif, verso il suo droide astromeccanico.
«Portalo alla nave R4! Andatevene!» urlò, parando a malapena i primi colpi di blaster.
Si lanciò sui soldati, lasciando ampi squarci sulle corazze di ciascuno di loro al suo passaggio. Stava contravvenendo agli ordini di Darth Sidius e la sua punizione sarebbe stata esemplare, più tremenda di qualche proiettile preso in pieno petto. Eppure, per nessuna ragione poteva permettere a qualche soldato di frapporsi tra lei e Dain.
 
La Forza li avrebbe guidati verso il loro destino, come sempre aveva fatto fino ad allora.
   
 
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