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Autore: Hermione4ever    26/05/2005    16 recensioni
“Harry… Ti prego non lasciarmi adesso… Adesso che ho capito come stanno le cose… Cosa c’è fra noi… Cos’è successo… Ieri sera… Scusa devo dirtelo, so che non ti piacerà parlarne, con tutte le cose che ti sono successe non sarebbe giusto nei tuoi confronti… Ecco, però devi sapere che…”
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era successo tutto così in fretta…Troppo in fretta per accorgermi della gravità dell’accaduto. In poco più di alcuni giorni mi sono sentita come un animale in gabbia, come un ragno incastrato sotto un bicchiere. Non ero ancora pronta perché succedesse. Non adesso. Ti prego non portarmelo via, non ne ha ragione… Tu piuttosto, lurido e viscido verme, perché gli hai fatto questo? In fondo non l’ ha neanche fatto apposta tempo fa a ferirti…E ora sta soffrendo tantissimo in quel letto d’ospedale, per colpa tua. Guarda, sembra che dorma tranquillo e invece sta lottando fra la vita e la morte. Non avevi modo di ridurlo così…. Soprattutto ora, che avevo capito che per me era tutto, la mattina mi svegliavo e già pensavo a lui, come se la notte che ci ha separato fosse stata eterna, anche se sapevo che a minuti l’avrei visto, sorridente come sempre e quando mi vedeva mi faceva l’occhiolino e mi diceva

“Ciao Herm! Dormito bene?”

E io gli rispondevo con un semplice

“Bene, te invece Harry?”

E sempre la solita risposta che non era mai quella reale:

“Anche io benissimo…”

Sapevo che la notte, se dormiva, faceva tantissimi incubi, che gli ricordavano i genitori, Sirius e Voldemort. Nell’ultimo periodo, mi aveva detto Ron, che la notte lo sentiva ansimare e a volte gridare cose come “Lasciateli in pace!” e anche “Lurido bastardo smettila!” Come osi ora, dopo essere tornato dopo 18 anni, pretendere di ucciderlo? Ti prego, non portarmelo via. Ricordo anche quando, una mattina, mi svegliai e, una volta scesa in sala Grifondoro, lui mi chiese

“Ehi Herm, mi accompagneresti di sotto? Ron oggi sta male e non verrà a lezione”

“Ah sta male eh? Gli hanno fatto male tutti quei dolci di ieri?”

“Infatti ha la nausea e un mal di pancia che non immagini…”

Quella mattina avevamo due ore di Pozioni con Serpeverde, che da 7 anni ci accompagnavano in quel putrido sotterraneo che sapeva di umido e lercio, proprio come il Mangiamorte che insegnava quella materia: Severus Piton. E’ anche per colpa sua che ora Harry rischia al San Mungo. E’ stata una giornata davvero memorabile, perché sono successe tante di quelle cose…Nella sera, Harry era rimasto seduto davanti al fuoco a finire i compiti di Trasfigurazione e io avevo deciso di aiutarlo.

“Ehi non è che mi aiuteresti con questa roba? Che vuol dire Trasfigurazione Maximale?” mi aveva chiesto Harry.

Avevo già capito che lo faceva per attaccar bottone, perché aveva la pagina aperta proprio nel punto nel quale parlava casualmente della Trasfigurazione Maximale, ma stetti al gioco.

“E’ un tipo di trasfigurazione che permette di trasfigurarsi in un oggetto e in un animale. Per esempio, se dici la formula giusta, potresti trasfigurare il tuo corpo in un sasso con le ali.”

“Ma che storia è mai questa? Guarda, vieni qui, il libro dice un’altra cosa!”

Io, esterrefatta dal fatto di aver sbagliato, abboccai alla sua trappola e, dopo aver girato il tavolo e averlo raggiunto appoggiai una mano sul libro e lessi la pagina.

“Ehi Harry, ma che cavolo dici, qui è lo stessa cosa che ti ho detto io…” dissi rivolgendomi verso di lui.

Harry però, aveva afferrato la mia mano e si era tirato in piedi. Eravamo vicinissimi, io ero senza fiato e mi ero persa dietro quelle lenti di occhiali, dove risiedevano i suoi occhi smeraldini, che mi esprimevano tenerezza e dolcezza. Lui aveva ancora una mano che afferrava la mia, che poi intrecciò. Fece così anche con l’altra, in modo di portarmi più vicino a lui. Il cuore mi batteva tantissimo, non ci voleva molto che uscisse dal petto e si andasse a riparare, perché Harry parlò e mi disse le cose più belle che avessi mai sentito uscire dalle sue labbra.

“Herm, io… Ti devo dire una cosa…”

“Sì Harry dimmi”

“Ecco... Vedi... Io... Cioè, tu… Io… Hermione.” Disse poi deciso.

Sul mio viso si era stampato un sorriso nel notare che il ragazzo davanti a me non riusciva a esprimersi.

“Riformula la frase, dai, non ci vuole molto…”

“Ok. Allora… Devi sapere che da un po’ di tempo tu… Ecco vedi, sei diventata per me molto più che una amica… E’ una cosa che va al di sopra della normale attrazione e del piacere… In poche parole, io Hermione… Ti amo”

Rimasi immobile nel mio posto, senza battere ciglio e mantenendo sul viso un’espressione da pesce lesso incredibilmente imbarazzante. Mi ero persa di nuovo nei suoi occhi e oltretutto non provavo la sensazione del tatto, ovvero le carezze di lui sulle mie dita. Poi presi coraggio e, con una grande forza fisica della quale mi sento fiera, chiusi gli occhi e appoggiai le mie labbra alle sue, per scambiarci un tenerissimo bacio, che fu interrotto da un forte stridio e poi un boato. Io per lo spavento saltai e Harry mi riparò con le sue forti braccia. Poi un altro boato, più vicino a noi, e una luce rossa, che mi colpì in pieno. E poi nulla. E ora sono qua, seduta davanti alla porta numero 625 ad aspettare notizie di Harry da Ron,che in quel momento era accanto a Harry. Lui mi aveva raccontato che i Mangiamorte avevano attaccato Hogwarts, capeggiati ovviamente da Voldemort, che Harry ha affrontato e ucciso, ma subendo un sacco di Maledizioni Cruciatus e… l’Avada Kedavra. Non l’aveva ucciso, però, perché ancora una volta la Maledizione senza perdono si rivoltò contro di lui e uccise colui che la mandò. A parte Harry, non c’erano stati altri feriti, perché i Mangiamorte erano stati fermati da Neville e gli altri. Ma… Perché…

Perché, Voldemort, hai rovinato quella magica sera? Perché hai attaccato la scuola?

Perché esisti schifo di uomo? Perché sei esistito? Non potevi non nascere? Non potevi andare a berti un caffè invece di venire ad attaccare Hogwarts in una notte così speciale? Sei un insensibile. Un danno per la comunità. Ma in fondo ti sta bene. Harry ti ha ammazzato e ora non ci darai più fastidio, perché il mio Harry si sveglierà e torneremo a scuola contenti, seguiremo di nuovo le lezione stupide di Hagrid, mangeremo ancora insieme nel tavolo Grifondoro e faremo ancora i compiti tutti e tre insieme, sì, perché noi siamo il trio indivisibile, siamo il trio perfetto, il modello da seguire per la scuola, e tu non puoi più rovinarlo con il tuo stupido egoismo e con la tua stupida fissazione per Harry Potter…

“Hermione…” disse la voce di Ron uscendo dalla stanza e richiudendo la porta alle spalle. Io balzai in piedi e corsi da lui e gli chiesi disperatamente

“Come sta Harry? Si riprenderà non è vero? Non è grave… Vero?”

Lui stette zitto, e si limitò a guardare il pavimento.

“Non vuoi dirmi che… No… Non può essere… Non adesso… Ti prego non dirmi che lui è…” cominciai singhiozzando io e con gli occhi gonfi. Ron mi guardò direttamente negli occhi e disse

“E’ meglio che vai tu sola dentro”

Io, col viso fra le lacrime, entrai in quella stanzetta. Non ci ero mai entrata, e il luogo sapeva di chiuso e… di morte. Harry aveva la maschera ossigena, ma respirava ancora, ma perché lo tenevano in vita le macchine. Era ridotto davvero male, era bianco in faccia, e non aveva gli occhiali, perché probabilmente il dottore glieli aveva tolti e messi sul comodino. Mi sedetti affianco a lui e gli presi la mano, proprio come fece lui la sera scorsa a me.

“Harry… Ti prego non lasciarmi adesso… Adesso che ho capito come stanno le cose… Cosa c’è fra noi… Cos’è successo… Ieri sera… Scusa devo dirtelo, so che non ti piacerà parlarne, con tutte le cose che ti sono successe non sarebbe giusto nei tuoi confronti… Ecco, però devi sapere che…”

Scoppiai in un pianto liberatorio e appoggiai la testa sulla mano che teneva la sua, per poi versare altre lacrime sul lenzuolo bianco che assieme alla coperta lo scaldava.

Alzai lo sguardo, ancora lacrimante e dissi lacrimando

“Harry, svegliati devo dirti una cosa…”

Ancora silenzio. Un silenzio che era interrotto solo dai respiri affannosi di Harry, che sembrava avesse perso i sensi.

“Harry… Io ti amo…” dissi piangendo ancora e appoggiando la testa al suo petto.

Ci fu per l’ennesima volta silenzio e poi la magia. Sentì la mia mano stringersi debolmente. Di scatto mi voltai verso il suo viso, che aveva riaperto gli occhi, ma che erano leggermente socchiusi per la fatica. Respirava ancora affannosamente.

“Harry…”

Lui non disse una parola per il momento ma si limitò a stringermi la mano. - Fa che mi ha sentito, fa che mi ha sentito… Fa che si riprenda, fa che si riprenda…- Questi erano i miei pensieri in quell’istante lunghissimo. Poi mi parlò. Due parole che la fecero rincuorare e chiamare gli altri.

“Sto bene…”

Ma poi continuò, sforzandosi

“… Quando ci sei te, sto sempre bene… Non lasciarmi mai…”

Io sorrisi e, una volta preso il pomello, lo stavo per girare quando pensai, rivolta al soffitto

- Non portarmelo via di nuovo -

  
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