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Autore: Gatto1967    15/05/2023    5 recensioni
C'era una volta una bambina (oddio, non più tanto bambina) che vestiva sempre con una mantella rossa.
Un giorno incontra un lupo cattivo (vabbè, forse non tanto cattivo)
Quella bambina si chiamava Candy...
Che dite? Sto facendo un po' di confusione?
Vabbè, forse è meglio che leggete questa breve versione candyana di una fiaba immortale.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Cappuccetto Rosso… Candy

 

Candy uscì dalla casa di Nonna Pony, dove viveva da sempre, e attraversò il piccolo villaggio nel bosco, diretta verso gli alberi ai margini del piccolo agglomerato di case.
Sentiva freddo, quindi si calò il cappuccio della sua mantella rossa sui capelli biondi che portava da sempre raccolti in due buffi codoni ai lati della testa.

-Ciao Candy!-

Si voltò verso la voce che la chiamava: era quella di Anthony, il figlio di due abitanti del villaggio che si guadagnavano da vivere allevando galline e coltivando un piccolo orto di cui vendevano i prodotti ad altri villaggi vicini.

-Ciao Anthony!- 

I due ragazzi erano praticamente cresciuti insieme, quasi come fratello e sorella, e insieme si stavano affacciando a un’età che non era più quella dell’infanzia.

-Stai andando nel bosco?-

-Sì certo, devo raccogliere un po’ di castagne per cena.-

-Posso accompagnarti?-

-Non ce n’è bisogno Anthony! Gli alberi delle castagne sono vicini alle case, non mi dovrò allontanare molto.-

-Sì, ma sarai comunque da sola, lascia che…-

-Non ce n’è bisogno Anthony!- Candy voleva bene ad Anthony, ma negli ultimi tempi era diventato noioso, sembrava avere per lei attenzioni che lei non voleva.

-Resterò sul sentiero e non starò via per molto. E poi voglio stare un po’ da sola!-

Senza dire altro Candy se ne andò incamminandosi sul sentiero che la portava fuori dal villaggio.

 

Passò vicino all’albero, quell’albero sotto il quale Nonna Pony l’aveva trovata abbandonata tanti anni addietro. Più volte le aveva raccontato di come l’avesse trovata dentro ad una cesta abbandonata sotto quell’albero, mentre rientrava da una casa di nobili signori a cui aveva venduto delle uova. Più volte le aveva mostrato quella bambola con su scritto quello che poi era diventato il suo nome. “CANDY”.

Ogni volta che passava lì vicino non riusciva a non farsi prendere dalla malinconia, non riusciva a non farsi tutte quelle domande su chi l’aveva abbandonata lì e perché.

Voleva bene a Nonna Pony, quella donna buona che da sempre si prendeva cura di lei, ma le domande erano sempre lì.

Dopo un triste sospiro riprese la sua strada e camminò per qualche minuto fino a raggiungere quella parte di bosco dove c’erano le castagne.

Uscì dal sentiero e cominciò a raccogliere le castagne e a riporle nella sua cesta.

 

-Ciao… Cappuccetto Rosso!-

Candy si girò all’improvviso in direzione della voce vagamente canzonatoria che l’aveva chiamata.

-E… e tu chi sei?- disse rivolta ad un giovane poco più grande di lei dai lunghi capelli castani.

-Io mi chiamo… Terence, e tu non dovresti girare da sola nel bosco lo sai? Si possono fare brutti incontri.-

-E… e tu sei un “brutto incontro”?-

-Forse… Cappuccetto Rosso…- disse lui con aria irrisoria

-Io mi chiamo Candy!- disse lei stringendo inconsciamente quella “croce della felicità” che Nonna Pony le aveva regalato qualche anno prima e che lei portava sempre con sé come il più prezioso dei tesori.

-D’accordo, d’accordo Cappuccetto Rosso… Candy. Comunque sta tranquilla, non ti farò niente di male. Non sono un “brutto incontro”, ma questo non significa che tu non possa farne…-

Ciò detto lo strano giovane se ne andò.

 

Quella sera Candy e Nonna Pony cenavano insieme al lume d’una candela, cenavano silenziosamente finché Nonna Pony non ruppe quel silenzio.

-Oggi ho visto sai?-

-Cosa nonna?-

-Anthony ti ha offerto di accompagnarti nel bosco e tu hai rifiutato.- 

Lei fece una faccia contrita

-Ci sono molti ragazzi qui al villaggio che vorrebbero la tua compagnia…-

-Sì lo so: Anthony, Stear, Archie, persino quel cretino di Neal. Ma io… non voglio nessuno.- 

-Ehi! Non devi mica giustificarti! Se questo è il tuo desiderio va bene così. Però su una cosa Anthony aveva ragione: andare da sola nel bosco a volte può essere pericoloso.-

-Lo so nonna, e posso assicurarti che sto sempre molto attenta posso assicurartelo…-

Non ritenne opportuno raccontare a Nonna Pony dell’incontro con lo sconosciuto, ma quando andò a dormire quasi le sembrò di sentirsi chiamare “Cappuccetto Rosso”.

 

Il giorno dopo Candy si alzò di buon’ora e uscì nel cortile dietro casa per raccogliere le uova eventualmente deposte dalle loro poche galline. Il cortile dava direttamente sul bosco, e quella mattina la nebbia che avvolgeva il bosco e il villaggio, non mancò di inquietarla.

Mentre stava per entrare nel pollaio un pauroso ululato provenne dagli alberi avvolti nella nebbia e lei rimase come paralizzata dalla paura: nessun lupo si era mai avvicinato tanto al villaggio!

Di nuovo l’ululato risuonò nell’aria fredda e nebbiosa, e stavolta sembrava spaventosamente vicino. 

D’un tratto vide l’ombra vicino a un albero, ed era inconfondibilmente l’ombra di un lupo.

Sbarrò gli occhi a dismisura e il suo respirò rallentò mentre l’ombra si avvicinava a lei.

Poi il lupo emerse dalla nebbia e lei poté distinguerne nitidamente il muso e gli occhi, quegli occhi blu cobalto che sembravano fissarla fin nel profondo dell’anima mentre lei stringeva forte a sé la croce della felicità.

Gradualmente Candy sentì la paura svanire dal suo cuore finché il lupo si fermò ai margini del cortile, senza scavalcare la fragile recinzione che lo cingeva, e lì rimase per un lunghissimo istante… poi si voltò e se ne andò.

 

Passò qualche giorno dal curioso episodio e Candy aveva taciuto a Nonna Pony e a chiunque altro quanto accaduto quella mattina, si era limitata a raccontare di aver sentito in lontananza degli ululati. In fondo la presenza di un lupo nei paraggi era una cosa da segnalare.

Avvolta nella sua mantella rossa Candy attraversava il villaggio diretta verso il sentiero che portava agli alberi delle castagne, quando notò alla sua destra un assembramento di persone che sembravano riunirsi a qualcuno, qualcuno che stava piangendo.

-Ma quella è Elisa!-

Elisa era la sorella di Neal, più antipatica del fratello. Da sempre loro due erano invise l’una all’altra e tendevano a ignorarsi, ma quella scena non mancò di attrarre la sua attenzione e quasi inconsapevolmente, si avvicinò all’assembramento.

-Vi dico che era un lupo!- frignava Elisa dai capelli rossi, così era conosciuta nel villaggio.

-Stavo camminando sul sentiero, tornando al villaggio, e l’ho sentito dietro di me. Mi sono girata e l’ho visto: era un lupo enorme con degli occhi blu che mi fissavano!-

-Su buona Elisa!- cercò di consolarla sua madre -Adesso sei al sicuro…-

-Sei sicura di essere rimasta sul sentiero Elisa?- le chiese uno degli anziani del villaggio -I lupi normalmente se ne stanno nel bosco…-

-Ero sul sentiero vi dico!-

Candy sbarrò gli occhi. Un lupo enorme dagli occhi blu… come quello visto da lei.

 

Senza che nessuno badasse a lei, Candy riprese la sua strada in direzione degli alberi di castagne, non priva di un certo timore reverenziale. 

Arrivata in prossimità della svolta dal sentiero che doveva imboccare per arrivare agli alberi di castagne, Candy lo vide: un uomo a torso nudo che si stava infilando una giacca in pelle.

Pur vedendolo di spalle lo riconobbe: era il giovane da lei incontrato qualche giorno addietro… Terence le sembrava di ricordare che si chiamasse.

Una volta che il giovane si fu rivestito, si accorse di lei.

-Ah sei tu… Cappuccetto Rosso.-

Quel giovane non sembrava molto raccomandabile, ma stranamente Candy si sentiva al sicuro, non lo vedeva come una minaccia.

-Da… da dove vieni Terence? Io non ti ho mai visto da queste parti…-

Terence esitò

-È una lunga storia Cappuccetto Rosso…-

-Ti dispiacerebbe chiamarmi Candy?!!!- disse lei stizzita

Lui sorrise

-D’accordo, d’accordo… Candy…-

-Non fa un troppo freddo oggi per girare a torso nudo?- chiese ingenuamente lei

-E tu di cosa ti impicci ragazzina?- disse lui con aria profondamente seccata, al punto di spaventare la ragazza davanti a lui.

La squadrò severamente con quegli occhi blu cobalto… occhi che, assurdamente lei credette di riconoscere!

 

Il volto severo del giovane Terence si sovrappose al volto del lupo!

Che diavolo stava succedendo?

-Io… io… devo andare. Arrivederci signore!-

Ciò detto girò i tacchi e tornò velocemente al suo villaggio.

 

Per qualche giorno Candy non andò nel bosco, e tutto il villaggio sembrava titubante ad avventurarsi sul sentiero che conduceva fuori dal villaggio. Ma poi tutto tornò alla normalità.

Una mattina, mentre il sole stava sorgendo sul villaggio e sul bosco che lo circondava, Candy uscì nel cortile sul retro della casa di Nonna Pony, per raccogliere le uova, e accadde!

Lo vide! Un lupo gigantesco, dal pelo grigio, con occhi grigi e freddi più dell’aria di quella mattina nebbiosa nel bosco. Oltre lo steccato del piccolo cortile il lupo le ringhiava contro, pronto a balzarle addosso e a ghermirla tra le sue fauci voraci…

Ma proprio mentre il mostruoso animale stava per spiccare il salto finale, qualcosa deviò il suo mostruoso corpo dalla traiettoria che sarebbe stata fatale per Candy!

Un altro lupo, dal pelo più scuro era saltato addosso al lupo dal pelo grigio e stava sostenendo con lui una lotta all’ultimo sangue.

I due mostruosi animali lottarono senza quartiere fra gli alberi del bosco fino a scomparire dalla vista di Candy che inconsapevolmente si avvicinò allo steccato per vedere cosa stesse succedendo, e dopo alcuni lunghissimi minuti non udì più alcun rumore di lotta.

Uscì dal cortile e udì dai cespugli davanti a lei come un respiro ansimante. Con non poca paura si avvicinò e vide una scena assolutamente incredibile: un uomo giaceva a terra con il corpo nudo e ricoperto di orribili ferite, e il lupo che l’aveva salvata, perché questo aveva fatto per incredibile che potesse sembrarle, che ansimava dolorante e ferito a terra. L’animale la stava guardando con quegli occhi blu cobalto.

Candy sgranò a dismisura gli occhi quando si accorse CHE QUEL LUPO SI STAVA TRASFORMANDO!

 Gradualmente lo vide trasformarsi in un essere umano, in un giovane dai lunghi capelli castani e dagli occhi blu, come quelli del lupo.

-T-Terence?- riuscì a dire quando l’incredibile trasformazione fu completata.

-A-Aiutami Candy…-

-Sì… sì certo… adesso ti porto in casa e…-

-NO! Non in casa tua! Potrebbe essere molto pericoloso per te e per i tuoi ospitarmi.-

-Non capisco… Nonna Pony è brava a curare le persone.-

-Non capisci quello che è successo? Non intuisci cosa sono?-

Candy esitava. Non poteva credere che le parole che aveva in mente potessero corrispondere a qualcosa di vero, ma tant’era: l’aveva visto con i propri occhi.-

-Ci sono degli uomini che danno la caccia a quelli come me, e se mi trovano in casa tua non esiteranno a uccidere anche te e tua nonna, capisci?-

-Cosa… cosa devo fare allora?-

-Per prima cosa recupera i miei vestiti e aiutami a indossarli. Sono là: dietro a quell’albero.-

Candy fece quanto le era stato richiesto.

-Adesso aiutami a raggiungere il mio nascondiglio, non è molto lontana da qui.-

Candy aiutò Terence a rialzarsi e insieme si incamminarono nel bosco. Dopo diversi minuti raggiunsero una specie di grotta nascosta da rovi spinosi che si trovava sotto una collinetta.

-Ecco Candy, questo è il mio nascondiglio. Qui ho un po’ di provviste e delle coperte. Potrò cavarmela per qualche giorno finché non guarisco.-

-Sciocchezze! Tu sei ferito e devi essere curato! Le tue ferite sono profonde e non guariranno da sole! Ci penserò io a curarti. Nonna Pony conosce i poteri curativi delle erbe del bosco e qualcosa ha insegnato anche a me.-

-Candy, è troppo pericoloso!-

-Tu mi hai salvato la vita e io devo fare lo stesso per te! Non preoccuparti: starò attenta.-

Ciò detto Candy aiutò il giovane a sdraiarsi su alcune pelli stese per terra e dopo averlo aiutato a spogliarsi gli lavò le ferite con l’acqua attinta ad un ruscello che scorreva poco fuori dalla grotta.

-Ora cerca di mangiare qualcosa, io devo tornare da mia nonna. Tornerò più tardi con dei preparati per curare le tue ferite.-

 

Nei giorni successivi Candy si assentava sempre più spesso dal villaggio, e più d’uno cominciò a notarlo, nonostante il fatto che lei passasse dal retro della casa di Nonna Pony.

Anthony, il ragazzo che non tanto segretamente spasimava per lei, un giorno le si parò davanti in mezzo al villaggio.

-Ti devo parlare.- le disse semplicemente

-Anthony, pensavo di essere stata chiara: io ti voglio bene sì, ma come ad un fratello.-

-Non si tratta di questo Candy! Devo parlarti in privato di una cosa estremamente importante.-

Candy scalpitava, doveva recarsi da Terence che l’aspettava nella grotta. Il ragazzo stava sì meglio, ma aveva ancora bisogno di aiuto.

-Va bene Anthony, andiamo sul sentiero, lì staremo tranquilli.-

-E perché non… dietro il cortile di casa tua?-

Candy sbarrò gli occhi: Anthony l’aveva per caso spiata?

-Andiamo Candy.- le disse sottovoce -Non possiamo parlare qui.-

Dopo pochi minuti Candy e Anthony erano dove aveva detto Anthony, nello spazio erboso dietro il cortile di Nonna Pony, vicino a dove qualche giorno addietro era stato trovato il cadavere di quell’uomo mezzo sbranato dagli animali della foresta.

-Prima che me lo chiedi Candy, io non ti ho affatto spiata! Altri l’hanno fatto, e hanno visto che ogni giorno ti addentri nel bosco da sola. Che accidenti stai combinando?-

-Non… non sono affari tuoi!-

-Sì che lo sono Candy! E non per quello che inutilmente provo per te, quello non c’entra niente.-

-E allora di che si tratta?-

-Hai presente quegli uomini capitati al villaggio qualche giorno fa?-

-Sì, e allora?-

-Sono cacciatori, cacciatori di lupi mannari!-

Candy impallidì

-Non… non crederai a queste sciocchezze spero…-

-Che io ci creda o no, non ha nessuna importanza Candy. Ci credono loro e questo basta.

Se quelle persone pensassero che tu o chiunque altro in questo villaggio ha a che fare con i lupi mannari, potrebbero prendersela con tutto il villaggio, lo capisci?-

-Non esistono i lupi mannari!-

-Ne sei sicura Candy?-

La voce di Anthony la inquietò, non l’aveva mai sentito così.

-Io… io devo andare!- disse infine lei prima di girarsi e scappare via.

 

Fece un largo giro per depistare Anthony o eventuali altri inseguitori, si arrampicò persino su un albero e fece parte del percorso saltando di ramo in ramo, e infine arrivò comunque alla grotta dove si nascondeva Terence.

Spostò i rovi spinosi che ostruivano l’ingresso ed entrò nella grotta, senza accorgersi che qualcuno la stava spiando…

 

Neal sogghignò. Finalmente aveva l’occasione per far cacciare quell’antipatica biondina dal villaggio. Senza perdere tempo si voltò e tornò da dove era venuto.

 

-Terence, posso farti una domanda?-

-Dimmi Cappuccetto Rosso. È il minimo che io possa fare…- disse con tono vagamente irrisorio.

-Tu… sei un licantropo?-

Lui si fece serio.

-No Candy, sono un mutaforma.-

-E… qual è la differenza? Tu… ti trasformi in lupo, no?!-

-Un licantropo non può controllare la sua trasformazione. La subisce quando c’è luna piena, un mutaforma può trasformarsi quando vuole. Potrei anche decidere di trascorrere tutto il resto della mia vita sotto forma di lupo.-

-E… lo faresti?-

-A volte ne sono tentato lo sai?-

Seguì un lungo istante di silenzio.

 

-Ma tu sei sempre  stato così? Voglio dire… sei nato così o lo sei diventato dopo?-

-È una lunga storia Cappuccetto Rosso.-

-Raccontala!-

Terence la guardò, forse  raccontarle  qualcosa  di se stesso e del suo passato avrebbe fatto bene ad entrambi.

-D’accordo. Mettiti comoda Cappuccetto Rosso…-

 

Terence sembrò quasi prendere fiato, e poi iniziò il suo racconto.

-Devi sapere che la mia è una famiglia di antica nobiltà, mio padre è un Lord. Io sono nato e ho vissuto per lungo tempo nella campagna a nord di Londra. La mia infanzia tutto sommato è stata tranquilla fino ad una terribile notte di dieci anni fa…-

 

Il piccolo Terence scese le scale che  dal piano terra del castello di famiglia portavano nei seminterrati. 

I rumori che aveva sentito già da sopra si facevano sempre più nitidi.

-Mamma… dove sei?-

Nessuna risposta, ma quegli strani rumori continuavano e il bambino si addentrò sempre di più in quel pauroso corridoio a stento illuminato dalle torce appese ai muri.

-Mamma…-

Arrivato in fondo al corridoio il piccolo Terence si avvide che la porta dell’ultima stanza, quella che un tempo era stata una prigione per i criminali del feudo, era socchiusa,  e gli strani rumori provenivano proprio da lì.

A passi timorosi si avvicinò alla porta e la spinse in avanti.

Quello che vide lo segnò per sempre.

 

-Capisci Candy? Un lupo, un enorme lupo stava finendo di sbranare mia madre!-

-Mio dio Terence… è orribile…-

-Si, lo è…-

 

A stento il piccolo Terence riuscì a scuotersi quando lo sguardo del lupo si volse su di lui.

Si voltò e scappò via.

 

-Riuscii ad uscire dal castello e ad avventurarmi nella campagna, ma quella bestia era sempre dietro di me.-

-E poi… cos’è successo?-

 

Terence correva a perdifiato ma il lupo era più veloce e in breve lo raggiunse.

Sentì i duri denti del lupo rigargli il braccio, e contemporaneamente vide qualcuno correre in suo aiuto.

Alcuni contadini che vivevano nelle vicinanze del castello erano accorsi armati di bastoni e forconi, con i quali colpirono ripetutamente l’orribile bestia.

Questa riuscì a sfuggire all’assalto dei coraggiosi contadini, e dopo averne ucciso uno mordendolo alla gola, scappò via.

Terence fu soccorso e portato al villaggio dove  vivevano i contadini. Lì le donne gli lavarono la ferita, ma ormai il danno era fatto.

 

-Quel lupo… era come te… giusto? Un mutaforma, e il  suo morso ti trasformò.-

-Esatto Cappuccetto Rosso. Purtroppo il peggio doveva ancora arrivare.-

 

I contadini si recarono al castello, ma non vi trovarono nessuno, nessuno vivo s’intende. Sia la madre di Terence che i servitori erano stati uccisi, letteralmente sbranati.

Del padre di Terence, il duca di Grandchester, nessuna traccia. I contadini mandarono qualcuno di loro a Londra, in cerca di qualche parente del bambino, e comunque per denunciare l’accaduto alle autorità. Per qualche giorno non avrebbero fatto ritorno.

Nel frattempo Terence rimase nel villaggio dei contadini accudito dalle loro mogli.

 

-In mezzo a quelle persone semplici e buone capii che esisteva un altro mondo al di fuori delle mura dorate del mio castello.

Ma non poteva durare: dopo qualche giorno accadde qualcosa.-

 

-Terence.-

Il bambino si voltò a quella voce che riconosceva.

-Papà!-

Corse ad abbracciarlo, e suo padre lo accolse fra le braccia chinandosi su di lui. L’abbraccio durò qualche minuto poi l’uomo si accorse del segno sul braccio di Terence. Si alzò e si rivolse ai contadini presenti in quella capanna.

-Vi ringrazio di quello che avete fatto per mio figlio, ma adesso lui deve venire con me.-

-Abbiamo fatto solo il nostro dovere Vostra Grazia.-

-Tenete quello che c’è in questo sacchetto e dividetelo con gli altri abitanti del villaggio. Vorrei potervi dare di più, ma il resto del denaro serve a me, devo pensare a portare mio figlio al sicuro.-

-Tornerete Vostra Grazia?-

-No, non torneremo. Potenti nemici ci stanno cercando. Se qualcuno dovesse chiedervi di me non mentite: dite pure loro la verità, che sono fuggito dall’Inghilterra verso il nuovo mondo. Non provate a depistarli.-

-No, Vostra Grazia.-

 

-La sera stessa ci imbarcammo su una nave diretta verso il nuovo mondo, ma solo quando arrivammo a destinazione, mio padre mi raccontò tutto.- 

 

-Ascoltami bene Terence, perché non ci rimane molto tempo. Devo dirti tante cose.-

-Ti ascolto papà.-

-la nostra è una famiglia molto antica e nobile, questo lo sai già. Quello che non sai è un segreto che portiamo nascosto nel nostro sangue da tempo immemorabile.

Noi siamo dei mutaforma.-

-Siamo cosa?-

-Noi possiamo trasformarci in lupi!-

Terence sgranò gli occhi.

-Eri… eri tu!!!-

-Sì Terence, ero io…- disse l’uomo in lacrime.

-Tu… hai ucciso la mamma!!!-

-Non ho potuto evitarlo Terence! I mutaforma possono controllare la loro trasformazione, ma non sempre ci riescono. Quella notte mi sono trasformato quasi senza volerlo, e non sono riuscito a controllare la trasformazione…-

-Tu… hai ucciso la mamma!!!-

Terence non lo stava a sentire, ma Richard lo aveva previsto.

Un uomo entrò nella stanza della locanda di Boston dove risiedevano.

-Come prevedevo John, non mi sta a sentire.-

-Mi dispiace Richard.-

-Dovrai essere tu a occupartene. Presto i cacciatori di lupi mannari saranno qui, li ho attirati apposta per farmi catturare. Nel frattempo tu porterai in salvo mio figlio e gli insegnerai tutto quello che deve sapere per gestire la sua situazione.-

-Come è potuto succedere Richard? Come hai potuto perdere il controllo.-

-Ero ubriaco…- disse lui in lacrime. -Erano anni che non mi trasformavo, ero sempre riuscito a tenere la mia famiglia e i miei servitori lontani dall’orrore che ci portiamo dentro, ma quella sera ero ubriaco, e non sono riuscito a controllarmi.

Terence non aveva in sè il germe del mutaforma, ma io l’ho morso…-

-Sta tranquillo Richard, penserò io a lui.-  

 

-Il resto puoi immaginarlo Cappuccetto Rosso. Quell’uomo, John, mi portò con sé e mi insegnò tutto quello che dovevo sapere per gestire la mia situazione. Il germe che ci portiamo dentro non sempre si manifesta, e io avrei avuto buone speranze di poter vivere una vita normale, ma il morso di mio padre mi ha trasformato, senza speranza.-

 

Candy tacque a lungo: il racconto di Terence l’aveva colpita.

 

-Qualche giorno fa al villaggio sono capitati dei cacciatori di lupi mannari!-

-Cosa? Maledizione! Mi hanno raggiunto fin qui!-

-Chi sono? Cosa vogliono da te?-

-Uccidermi! Solo questo! Sono dei pazzi fanatici che vogliono soltanto distruggere tutto ciò che non capiscono! Io non ho mai fatto del male a nessuno, ma loro mi cercano lo stesso.-

-L’uomo che hai ucciso l’altro giorno… era come te?-

-Sì, anche lui era un mutaforma, ma lui ci godeva a fare del male, e ti avrebbe uccisa per… mangiarti.-

-E… tu… hai mai…-

-Vuoi sapere se ho mai ucciso qualcuno? A parte quel farabutto dell’altro giorno immagino… beh, la risposta è no! Se sei disposta a credermi ovviamente…-

-Sì che ti credo. Quando ti ho visto la prima volta sotto forma di lupo avresti potuto facilmente uccidermi, ma non l’hai fatto. Quindi perché non dovrei crederti?-

-Piuttosto… se quei dannati cacciatori di lupi mannari sono da queste parti, devo andarmene.-

-Ma sei ancora debole, le tue ferite…-

-Le mie ferite stanno molto meglio, grazie alle tue cure Cappuccetto Rosso. Fra uno o due giorni potrò trasformarmi in lupo e allora me ne andrò. In quella forma non ci metterò molto ad allontanarmi da questa zona.-

Gli occhi di Candy tremolavano, conosceva appena quel ragazzo me le dispiaceva perderlo. Certamente quando lui se ne fosse andato non lo avrebbe visto mai più.

 

Il giorno seguente Candy si recò in un villaggio vicino per svolgervi una commissione per conto di Nonna Pony, e sulla strada del ritorno, a poca distanza dal suo villaggio, vide due persone che si stavano picchiando, e li riconobbe.

-Neal! Anthony! Che state facendo?-

Anthony riuscì a spedire Neal al tappeto con un pugno diretto al mento.

-Tu non sai chi stai difendendo Anthony…- biascicò Neal steso a terra. Poi vide Candy e ritenne opportuno non dire altro. Si alzò e se ne andò via con la coda fra le gambe.

Andato via Neal, Anthony si accorse della presenza di Candy.

-Ah, sei qui.-

-Che è successo Anthony? Perché vi picchiavate?-

-Candy, io…-

-È a causa mia, vero? Anthony te l’ho già detto: non voglio che tu ti batta per me, non voglio certe attenzioni, lo capisci o no?!?!?!?-

-Non si tratta di questo Candy! Neal sa qualcosa su di te, qualcosa che potrebbe nuocerti.-

-E che cosa crede di sapere quell’idiota? Beh, qualunque cosa sia non sono affari tuoi Anthony, sono stata chiara?-

-Ascoltami una buona volta Candy! Cosa vai a fare tutti i giorni nel bosco in una grotta?-

Candy rimase di sasso

-Mi… mi hai spiata Anthony?-

-No, non io maledizione! Neal ti ha spiata! E ha detto che sarebbe andato a cercare quei tipi arrivati qualche giorno fa al villaggio! L’ho picchiato per minacciarlo, capisci? Che accidenti stai combinando Candy?-

-Io… io… devo andare adesso! E non osare seguirmi Anthony!-

Ciò detto la ragazza uscì dal sentiero e si avventurò nel folto del bosco.

 

Arrivò alla grotta di corsa, dopo aver fatto un largo giro per depistare eventuali inseguitori, ed entrò nel rifugio del suo amico Terence che ansimava.

-Ehi, che ti succede Cappuccetto Rosso?-

-Devi… devi andartene subito!-

-Cosa? Ma perché?-

-Qualcuno… al villaggio… mi ha seguita… e vuole avvertire i cacciatori di lupi mannari…-

-Maledizione! Come hai potuto Candy? Non ti sei accorta che ti inseguivano?-

-Ehi! Non è mica colpa mia se non ho l’istinto di un lupo! Io sto rischiando molto per avvertirti!-

-Sì, hai ragione… scusami Candy, ma ora devo proprio andare…-

-Non sei ancora debole per la trasformazione? Mi spiegavi che devi essere bene in forze per trasformarti.-

-Non ho scelta. Quei fanatici potrebbero essere ancora molto vicini, e se mi trovano in queste condizioni… tu torna subito al tuo villaggio e restaci!-

-Terence… io…-

-Vattene Candy!-

Gli occhi di entrambi sembrarono tremare, poi lei lo baciò sulla guancia e lui la abbracciò. Un abbraccio lunghissimo dal quale fu dura per entrambi sciogliersi. Lei si alzò e corse via in lacrime.

Anche Terence si mise a piangere, ma subito si scosse: la sua vita vagabonda non gli consentiva legami!

 

Fatto un largo giro, Candy rientrò al villaggio dal solito sentiero, e trovò lo scompiglio.

Tutti gli abitanti facevano un unico assembramento intorno ad alcuni uomini vestiti in nero che tenevano per la briglia i loro cavalli.

-Eccola!- disse la velenosa voce di Neal appena la vide. -È lei che ha aiutato il lupo!-

Candy rimase paralizzata dal terrore non appena vide quegli uomini in nero avanzare verso di lei. E la gente del villaggio, la SUA gente che conosceva da sempre, la guardava con durezza.

Anche… Nonna Pony ed Anthony? No, loro no. Loro erano terrorizzati per quello che stava succedendo.

-Come ti chiami ragazza?-

La voce cupa e cavernosa dell’uomo in nero davanti a lei gettò nel panico Candy che tuttavia riuscì a rispondere.

-Candy… signore…-

-Sei tu che hai aiutato un lupo a nascondersi?-

-Oh no signore… io ho soltanto aiutato un uomo ferito, non un lupo.-

-Dov’è quest’uomo adesso?-

-È… è andato via… signore.-

-Mente!- gridò Neal -lo sentite l’odore del lupo?-

Solo in quel momento Candy si rese conto che Neal stava dicendo la verità: l’odore del lupo le aveva impregnato i vestiti e i capelli.

-Io… io… ho visto solo un uomo… dovete credermi!-

Quegli uomini la circondarono e le legarono le mani, e la fune fu assicurata alla sella di un cavallo.

-Candy!- gridava Nonna Pony in lacrime -Candy!- ma non poteva fare nulla.

-Portiamola via! Sarà processata come strega!-

La piccola carovana di uomini in nero con prigioniera al seguito attraversò il villaggio fra le invettive della gente rivolte contro quella ragazza che avevano visto crescere, mentre Anthony e Nonna Pony piangevano disperati.

 

La carovana uscì dal villaggio, e Candy appariva rassegnata al suo terribile destino, ma dopo che ebbero superato alcune curve accadde l’impensabile: il lupo apparve dal folto della foresta per salvare Candy!

Il piccolo gruppo di uomini in nero provò a reagire, ma il gigantesco animale non lasciò loro scampo: tre di loro morirono prima ancora di poter accennare una reazione credibile, e gli altri fuggirono in preda al terrore più cieco.

Il cavallo al quale era legata la fune che stringeva le mani di Candy, fu abbattuto da un morso del lupo, e gli altri fuggirono via.

 

-T-Terence?!?!?! Sei tu?-

Il lupo assentì e fece cenno alla ragazza di seguirlo, e lei non se lo fece ripetere due volte.

Corsero per parecchio tempo, finché il lupo non capì che la ragazza era sfinita, e allora si fermò.

Sotto gli occhi esterrefatti di Candy ebbe luogo di nuovo l’incredibile trasformazione di cui la ragazza era già stata testimone, e il lupo divenne Terence.

-Mi… mi dispiace di presentarmi a te in queste condizioni Cappuccetto Rosso. credimi. Non è mia abitudine…-

-Smettila di dire sciocchezze e liberami le mani!-

Pure provato dalle trasformazioni e dalla lotta poc’anzi sostenuta, Terence liberò le mani di Candy.

-Adesso non hai scelta Cappuccetto Rosso! Non puoi tornare al tuo villaggio!-

-Nonna Pony… Anthony… non li rivedrò più…-

-Temo proprio di no… mi dispiace…-

-Portami con te…- disse lei dopo aver preso il volto di lui fra le mani.

-C’è… c’è solo un modo perché questo possa avvenire, mi capisci?-

Lei fece dolorosamente cenno di sì.

 

Diversi giorni dopo Anthony usciva dal villaggio, deciso a non ritornarvi mai più. Non sarebbe più riuscito a guardare in faccia quelle persone dopo quello che era successo.

Nonna Pony vi sarebbe rimasta fino alla fine dei suoi giorni, lei era troppo anziana per poter fare altrimenti, ma lui aveva deciso di cercare altrove il suo destino, quale che esso fosse.

Dopo aver camminato per diverse ore, quando fu quasi per uscire dal bosco, Anthony vide uscire dagli alberi due enormi lupi e si fermò paralizzato non dalla paura ma da tutto un insieme di sentimenti contrastanti. 

Subito si accorse di quello che uno dei due animali portava al collo: una catenina con legata una croce: quella croce della felicità che da sempre Candy esibiva con gioia, quella croce dono della donna che l’aveva cresciuta con tanto amore.

 

I due lupi si mossero e scomparvero insieme nel folto della foresta, ed Anthony li vide andar via dietro le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi.

 

Gridò il nome di lei. 

   
 
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