L’ Horcrux
Ronald Weasley, con il medaglione distrutto in una mano e la spada di Grifondoro nell’altra, sorrise. «Hei.»
Hermione Granger, di fronti a lui, dopo un attimo di stupore, iniziò ad urlargli contro e insultarlo. Non era servito raccontarle della pallina di luce con la sua voce, la ragazza era furiosa.
Ron aveva immaginato un ritorno diverso: lacrime, abbracci, Hermione che finalmente gli confidava il suo amore e gli diceva che gli era mancato. Ma niente di tutto questo era successo.
Non che se lo aspettasse, Harry lo aveva avvisato, mentre dal lago tornavano alla tenda. Gli aveva raccontato tutto ciò che era successo da quando lui, Ron, li aveva abbandonati: Hermione aveva passato le sue notti a piangere, facendo attenzione a non farsi sentire da Harry, e ogni volta che si spostavano lasciava un segno, una sciarpa, semmai Ron li stesse cercando…
Harry si era proposto di fare il primo turno di guardia per lasciarli soli e, sospettava Ron, anche perché non sopportava di vedere quell’aria sprezzate sul viso di Hermione ogni volta che Ron apriva bocca.
«Herm..». Ma la Hermione, ignorandolo completamente, spense la luce e si girò dall’altro lato del letto.
Ron non aveva sonno e si ritrovò a guardare la nuca e i capelli della ragazza, disordinatamente poggiati sul cuscino.
Era stato uno stupido, lo sapeva. E sapeva anche che Hermione gliela stava facendo pagare solo perché era molto ferita.
Nella testa aveva ancora la voce dell’Horcrux e l’immagine di quell’Hermione di fumo che baciava Harry.
Ad essere il secondo a casa ci era abituato, con tutti quei fratelli. Ma non poteva sopportare di essere il secondo per Hermione. Era sempre stato geloso del rapporto tra lei ed Harry: così in sintonia, così complici… Lui al massimo riusciva a farla arrabbiare.
Hermione non lo sapeva, ma a volte Ron la faceva arrabbiare di proposito, così almeno poteva sentirla vicina. E anche quando le chiedeva di aiutarlo con i compiti, non era soltanto perché si addormentava durante le lezioni, ma perché poteva passare un po’ di tempo con lei.
Ciò che lo aveva fatto fuggire quella notte era stato vedere il sorriso che Hermione stava rivolgendo a Harry: quel sorriso gli aveva fatto capire che lui, Ronald Weasley, non poteva offrirle nulla. Non aveva soldi, la sua casa era mezza bruciata, i suoi vestiti erano di seconda mano… Hermione meritava qualcuno che potesse darle il meglio.
Subito dopo esserci smaterializzato si era infuriato con sé stesso: l’aveva lasciata sola! Doveva tornare indietro, doveva proteggerla!
Così aveva passato le due settimane successive a cercare Hermione, ma i suoi incantesimi funzionavano davvero bene. Riusciva a sentire la sua presenza, ma non riusciva a vederla…
Poi era arrivato Harry, lo aveva salvato dal lago, aveva distrutto il medaglione e adesso era lì, a guardare nella penombra i capelli scompigliati della ragazza che amava. L’avrebbe protetta sempre, da qualunque cosa.
Avrebbe voluto abbracciarla, dirle che le era mancata, che era tornato per lei. Ma si limitò ad accarezzarle una guancia e, Ron non poteva giurarlo, gli era sembrato di vedere un sorriso comparirle sulle labbra.