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Autore: Tiny58n6    22/05/2023    3 recensioni
A quella domanda Hanma arrestò la cicca a mezz’aria, osservando senza vederle davvero, le innumerevoli bottiglie di alcolici disposte dietro al bancone del bar. Non seppe spiegarselo, eppure nella sua testa gli si formò un’immagine nitida e concreta, la personificazione della creatura che avrebbe potuto davvero donargli un divertimento così grande da mandarlo in paradiso e poi all’inferno, e poi di nuovo in paradiso e poi di nuovo all’inferno… e così via. Non si accorse di star sorridendo finché l’altra non lo scosse per una spalla, chissà che espressione doveva aver assunto.
Note: Il dialogo finale fa riferimento al capitolo 205 del manga.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kisaki Tetta, Shuji Hanma
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Dimmi una cosa Shuji… 

Puntò gli occhi castani nel suo bicchiere, osservando il liquido ambrato con espressione assorta. 

- Cosa stai cercando esattamente? 

Fece tintinnare l’unghia smaltata di rosso sul vetro, per poi girarsi nella sua direzione e constatare che l’altro aveva la testa totalmente da un’altra parte. Non se ne stupì più di tanto, Hanma aveva quasi costantemente questa espressione annoiata sul viso, come se tutto ciò che accadesse nella sua vita non lo riguardasse affatto, come se niente al mondo avesse realmente importanza. Il ragazzo la guardò di sbieco. 

- In che senso? 

- Nel senso.. c’è qualcosa nella tua vita che scaturisca in te un qualche tipo di emozione particolare? 

L’altro sembrò pensarci su, anche se in realtà non ne aveva minimamente bisogno. Era amaramente consapevole della risposta già dalla prima domanda, ma voleva vedere dove andasse a parare con quella conversazione. Conosceva Asako Miura da un paio di mesi, era la figlia del proprietario del bar dove risiedevano e non era poi così raro che intraprendessero delle conversazioni sporadiche sugli argomenti più disparati. A lui fruttava, dato che a quanto sembrava la ragazza, per chissà quale arcano motivo, l’aveva preso in simpatia e la maggior parte delle volte gli offriva dei drink gratuiti. Inoltre erano anche stati a letto insieme un paio di volte. Di bene in meglio, no? L’unico problema è che Shuji Hanma si annoiava quasi subito delle cose, odiava la monotonia e aveva sempre bisogno di cambiare, altrimenti ne era certo, sarebbe caduto in depressione. La quotidianità era qualcosa di assolutamente limitante per uno come lui, per questo cercava di vivere ogni giorno in maniera estrema, alla ricerca di quel brivido di adrenalina che gli ricordava di essere ancora nel mondo dei vivi e non in quello dei morti. 

-Mah, definisci ‘emozione particolare’.

Asako sorrise, aspettandosi una risposta del genere. 

- Simile a quella che provi quando massacri di botte gli altri teppisti per strada, che però non sia qualcosa di momentaneo… ma che ti faccia sentire il sangue scorrere nelle vene il più a lungo possibile. 

Buttò giù il contenuto del bicchiere, emettendo una risatina sarcastica. 

-Ah.. piccola Asako…

Hanma inclinò la testa nella sua direzione, il sorriso leggermente distorto. 

- Venderei l’anima al diavolo per qualcosa di così tanto prezioso. 

L’altra resto a fissarlo per una manciata di secondi, come se si aspettasse di sentire altro. Quando si rese conto che non lo avrebbe fatto distolse lo sguardo. 

- Quindi non esiste. 

- Eh… che io sappia no. 

La sentì sbuffare, che si aspettasse per caso di venire menzionata? A quel pensiero gli venne da ridere. Figuriamoci, sarebbe dovuta rinascere per riuscire in un’impresa così tanto complicata. Il fatto che fosse brava sotto le lenzuola era utile il necessario, ma una volta finita non gli rimaneva altro che il ricordo di una bella scopata, niente di più. E a lui questo non bastava, non bastava mai. 

- Allora riformulo la domanda.. 

Shuji non ci badò nemmeno più di tanto, quel discorso gli sembrò ridicolo. Se davvero ci fosse stato qualcosa nella sua vita che lo facesse sentire in quel modo, era ovvio che in quel momento non sarebbe di certo rimasto seduto lì in quel bar, ad ubriacarsi senza sborsare un soldo con una ragazza conosciuta in una notte d’estate. 

- C’è qualcuno nella tua vita che potrebbe riuscire smuovere in qualche modo la tua apatia? 

- Qualcuno?

Che domande, ovviamente non conosceva nessuno che poteva davvero riuscirci. Trovava le persone che lo circondavano estremamente noiose, che fossero teppisti o meno non faceva differenza. Non aveva ancora incontrato, se mai ci fosse riuscito, nessun essere umano degno di nota che incarnava in maniera completa i suoi ideali di divertimento. 

- Mh mh.

La biondina poggiò la guancia sul palmo della mano e accavallò una gamba, osservandolo prendere il pacchetto di sigarette con un angolo della bocca alzato.

- Cosa cerchi in una persona Shuji? 

A quella domanda Hanma arrestò la cicca a mezz’aria, osservando senza vederle davvero, le innumerevoli bottiglie di alcolici disposte dietro al bancone del bar. Non seppe spiegarselo, eppure nella sua testa gli si formò un’immagine nitida e concreta, la personificazione della creatura che avrebbe potuto davvero donargli un divertimento così grande da mandarlo in paradiso e poi all’inferno, e poi di nuovo in paradiso e poi di nuovo all’inferno… e così via. Non si accorse di star sorridendo finché l’altra non lo scosse per una spalla, chissà che espressione doveva aver assunto. Ad ogni modo questo gesto riportò l’attenzione su di lei, la guardò mentre sfilava dalla tasca l’accendino, ritornando improvvisamente calmo. 

- Allora? Hai capito o no? 

- Cosa cerco in una persona? 

Hanma sorrise mesto, accendendosi la sigaretta e facendo un lungo tiro.

- Che sia crudele e fredda come il ghiaccio. Senza scrupoli, vivente per il solo raggiungimento di quell’obiettivo che le da ossigeno e le fa battere il cuore. 

Asako, che non si aspettava minimamente una risposta così accurata da parte sua, drizzò di scatto la schiena. Shuji alzò lo sguardo al soffitto. 

- Nessuna remora, a costo di perdere se stessa deve ottenere ciò che il suo spirito reclama, che non possa vivere senza il bruciante desiderio di riscatto, di successo e vittoria personale. E al diavolo cosa pensino gli altri, degli avvertimenti della gente, dovrà morire affogando nel suo stesso veleno prima di ammettere di essere la sua stessa malattia.

Prese un bel respiro. Iniziava a sentire caldo, probabilmente le gote gli si erano anche arrossate, improvvisamente ebbro di eccitazione a causa delle sue stesse fantasie.

- Infatti non mi servirebbe essere amato da lei, perché dell’amore non me ne faccio un cazzo, ma una personalità affascinante ai miei occhi diverrebbe supremazia. 

Buttò fuori il fumo, osservandolo disperdersi nell’aria. Dio, cosa avrebbe dato per incontrare un individuo del genere? Sarebbe stato disposto a morire per una persona così. L’avrebbe servita per l’eternità. Si sarebbe fatto usare volentieri pur di riuscire a dare un minimo di colore a quell’esistenza grigia, monotona. Diventare lo strumento nelle mani di un genio del male, quale migliore delle ricompense? L’intelligenza lo affascinava, il cervello umano era un qualcosa di così maledettamente inebriante, non conosceva limiti al peggio. E lui di quel peggio voleva nutrircisi per l’eternità. Voleva sprofondarci in quella sorta di sentimento malsano, che era come acqua fresca per le sue membra assetate di adrenalina. Un pizzico di follia rende il mondo un arcobaleno fin troppo sgargiante per riuscire a reggerne lo sguardo ad occhio nudo, e lui voleva rimanerne accecato, così che avrebbe finalmente dimenticato di che colore fosse il grigio della sua patetica esistenza. 

- Solo a pensarci mi viene duro. 

Asako lo guardò senza scomporsi. Hanma era proprio un tipo particolare, ma anche questo contribuiva a far parte del suo fascino. 

- E dimmi, dove mai vorresti andarlo a cercare questo diavolo?

- Non mi servirebbe cercarlo. Se mai dovesse accadere, sarà lui a trovare me un giorno. 

La sigaretta gli si era spezzata tra le dita, consumata dalla foga di quel monologo da strapazzo. Degno di una delle migliori commedie tragicomiche.
 

********


- Hanma, voglio chiederti una cosa. 

Kisaki lo guardò di sbieco, l’altro era seduto sul cornicione del palazzo, intento ad osservare le luci della città con espressione assorta. Sembrava stranamente calmo quella notte.  

- Perché rimani al mio fianco? 

Non aveva alcun motivo in particolare per chiedergli una cosa del genere, era pura e semplice curiosità. Una curiosità dettata probabilmente da quel clima intimo che si era venuto a creare su quel terrazzo, da quel silenzio confidenziale che ormai avevano imparato ad apprezzare ogni qualvolta si ritrovavano in quel luogo specifico. Ammirare la città dall’alto li faceva apparire un po’ come i padroni del mondo, o almeno era questo quello che pensava Hanma ogni volta che si ritrovava ad osservare Kisaki. In piedi su quell’edificio così alto, l’espressione gelida e la postura dritta, fiera. Gli occhi chiari e bramosi di onnipotenza, gli ricordavano tanto un lago ghiacciato, freddo e ammaliante. Due lastre di ghiaccio sottili su cui camminare, che se spezzate da un movimento troppo brusco ti avrebbero fatto scivolare nell’acqua gelata mandandoti in ipertermia. 

“Proprio come un dittatore” Si ritrovava a pensare Shuji con un sorriso sbarazzino.  

Quella era una nottata senza stelle, cupa. Un po’ come quella domanda buttata lì quasi per caso, che non aveva apparentemente nulla di male, ma che sortiva una piega stranamente distorta. Forse perché a lasciarsi andare a pensieri più profondi non erano abituati. O forse era solo una sua impressione. Hanma in risposta, emise un verso di rassegnazione, quasi come a dirgli che gli ci sarebbero voluti giorni per spiegarglielo nel dettaglio, il motivo. Era bravo a riassumere la ragione per il quale voleva continuare ad essere una sua pedina con frasi di adorazione, alla fine erano reali le cose che gli diceva, le pensava davvero. Eppure sapeva che c’era anche dell’altro sotto, qualcosa di ben più radicato della semplice devozione. Se solo un anno prima gli avessero detto che pochi mesi dopo quella fatidica conversazione avrebbe incontrato Tetta Kisaki, la persona che ormai da un po’ di tempo a questa parte gli aveva mostrato quel mondo dai colori sgargianti che tanto agognava, probabilmente li avrebbe mandati a cagare. 

Ad oggi però, sentiva che quel ragazzo dall’intelligenza così arguta, era diventato il centro della sua esistenza e non avrebbe più potuto farne a meno delle sensazioni deliranti che gli provocava. Quasi non ricordava più come fosse la sua vita prima di incontrarlo. Il giorno in cui Kisaki si sarebbe liberato di lui, ne era certo, dal toccare il paradiso e l’inferno con un dito, si sarebbe ritrovato sbalzato direttamente in purgatorio. Ma non importava, avrebbe corso il rischio se nel frattempo poteva godersi tutto questo. Si voltò finalmente ad osservarlo, l’espressione pensierosa di poco prima era stata spazzata via, per dare spazio al suo solito sorrisetto strafottente. 

- Facciamo così, quando muori te lo dico.  

Kisaki inarcò un sopracciglio, sorpreso. Non si aspettava una risposta del genere, non era da Hanma. Almeno non da quello che lui aveva imparato a conoscere nel tempo, sempre così schietto e senza mezzi termini su qualsiasi cosa lo riguardasse in prima persona. Lo stesso individuo che ogni giorno non perdeva occasione per ricordargli quanto la sua presenza, i suoi modi di fare e le sue strategie per arrivare alla vittoria lo facessero sentire vivo. Gli regalavano un nuovo modo di vedere le cose, da un’altra eccitante prospettiva. Quella risposta così ambigua e apparentemente priva di senso lo fece sogghignare. 

- Sì come no! 

Tetta volse lo sguardo ai palazzi circostanti, un angolo della bocca alzato. Pensandoci meglio, una cosa del genere Hanma avrebbe potuto dirla. Poteva essere da lui. La persona più inusuale che avesse mai incontrato. Non avrebbe insistito su quell’argomento, perché fondamentalmente non gli interessava più di tanto, e la sua risposta era pressoché irrilevante. Ciò che contava realmente era la sua più completa fedeltà verso di lui, la sua utilità come strumento da riutilizzare ancora e ancora, fino a quando non gli sarebbe rimasto altro da fare che disfarsene, come un giocattolo rotto. Hanma questo lo sapeva perfettamente, e gli andava benissimo così. Lo sentì infatti ridacchiare divertito. 

- Ha! Ha! Te lo prometto! 

   
 
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