Solo
un istante
Lei era là, vicino
alla sua tanto adorata santa, sana e salva.
Kaz
era sollevato, non sapeva spiegarsi perché sembrava diverso dal solito;
dopotutto non era la prima volta che andava per una missione da sola e lui non
era al suo fianco a proteggerla. Anche se Inej sapeva
difendersi benissimo da sola.
Conosceva i
rischi, sapeva che esisteva la possibilità di un non ritorno.
Forse era stato
più in pensiero, perché quella volta la missione era nella Faglia, nel luogo
più pericoloso di tutta Ravka.
Certo, loro non
vivevano nella città più sicura del mondo: Ketterdam
nascondeva pericoli a ogni angolo, ma lui e gli altri corvi sapevano navigare
in quelle acque pericolose. La Faglia era tutt’altra cosa.
Non aveva
dubitato, neanche per un secondo, delle abilità di Inej,
la chiamavano Spettro per un motivo; era un’abile combattente.
Probabilmente era
immaginare un futuro senza di lei a pesargli sul cuore. Non sopportava l’idea
che lei non ci fosse più.
Non si era
soffermato troppo sulla possibilità di cambiare le cose tra loro: a lui bastava
che lei fosse presente, che potesse posare i propri occhi sulla sua figura
snella, che potesse scambiare due parole, starle vicino in silenzio, poiché era
un lusso avere un momento privato, solo loro due.
Non si era chiesto
se per lei fosse lo stesso.
Sentimenti e
emozioni non erano oggetto delle loro conversazioni; erano entrambi tipi
pratici e schietti.
E a Kaz andava bene così.
Gli tornarono alla
mente le parole della santa di Shu: lei era convinta che amare era una forza e
non una debolezza, come aveva sempre sostenuto il capo dei Corvi.
Intanto, però –
gli disse una vocina – teneva ben nascosto il suo fragile e vecchio marito.
Non voleva
ammetterlo, ma le sue considerazioni lo avevano colpito profondamente.
Sembravano dirette proprio a lui, per farlo riflettere e, se necessario, per fargli
cambiare idea.
Avevano smosso
qualcosa in lui, tuttavia non erano state così incisive per permettergli quel
cambio di prospettiva.
Ogni riflessione e
ogni dubbio sparirono non appena i suoi occhi sprofondarono in quelli di lei.
C’erano così tante cose che avrebbe voluto dirle. E lei sembrava pronta,
desiderosa, ad ascoltarle e accoglierle.
Per un istante
credette di farcela; era in procinto di proferire parola – anche se non era
sicuro di quello che avrebbe detto, probabilmente qualcosa che dimostrava la
sua felicità per il suo ritorno.
Quell’incanto si
spezzò, quando Jesper con il suo chiassoso «Sei viva!» si lanciò verso di lei
per abbracciarla.
E Kaz si sentì uno sciocco, perché era quello che avrebbe
dovuto fare. Era quello che avrebbe voluto fare lui.
Salve
a tutti,
non
so bene che ci faccio qui. Un giorno avevo buttato giù queste due righe e le ho
ritrovate di recente. Ho pensato: “Perché non postarle”? Così mi sono decisa,
mi sono detta: “Provo”.
Questa
fiction si riferisce alla serie tv e l’ho scritta prima di leggere Sei di Corvi.
Fatemi
sapere. :)
Grazie
;)
Selly