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Autore: Duchessa712    06/06/2023    0 recensioni
[Elena Ferrante-L\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'amica Geniale]
Vorrebbe chiedere a sua madre se è così che s'è sentita quando s'è trovata a fronteggiare la sua fame di sapere, la sua ostinazione negli studi (perchè Elena doveva studiare, studiare fino a sapere tutto, studiare fino a non smettere mai - ciò che Lila vuole, Lila ottiene): incapace di capire da dove venisse quell'estranea
Elena, Lila e le sue figlie
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Decadenza (per sempee estranea)

Ci sono volte in cui Elena le guarda e non le riconosce, queste figlie che ha messo al mondo, che si è portata in grembo per nove mesi - si dice che è perchè son troppo simili ai loro padri. (Nei momenti meno caritatevoli, più cinici, si dice che, invece, han preso tutto da lei, quella parte di lei nutrita con la violenza e la povertà del Rione, affamata, ossessionata, gelosa, tutta tesa a una volontà di riscatto).

Non vuol dire che non le ami. Elena ha capito tardi che ciò che non sa svelare, lo ama più di tutto il resto.

(E nulla sarà un mistero più prezioso di Lila).

Quando la neve e la pioggia cercano di ripulire il mondo, Elena sfiora le bambole con dita invecchiate - di Lila nessuna traccia, sparita nel nulla e nel vento come la sua bambina anni e anni fa.

Si chiede cosa penserebbero le sue figlie delle bambole, della storia sua e di Lila. Si chiede come risponderebbero alla domanda senza risposta: chi è l'amica geniale? Chi è che definisce l'altra? In un binomio di amore e rancori che spezzano il cuore chi è che c'è riuscita? (A fuggire, a vincere, a vivere).

Elena non sa chi essere senza qualcuno a definirla, un obiettivo a cui aspirare (studiare, riscattarsi, dimostrare di avere il diritto, di essere brava, più brava di tutti).

Si chiede cosa penserebbero di lei le sue ragazze - cosa si comunicherebbero in quel linguaggio di sguardi e ammiccamenti che lei, con sua sorella, sa di non aver avuto. Si chiede cosa penserebbero della sua prospettiva, della sua vita, del matrimonio, degli amanti. Si chiede cosa pensino di lei.

Le ama, Elena sa di amarle - sono carne della sua carne, sangue del suo sangue, le ha partorirte e create e nutrite e non riesce a vedere in loro una singola stilla della donna che è diventata.

Non le conosce: Dede gliel'ha detto una volta, un'accusa lanciata senza malizia, la constatazione che quando lei cresceva, sua madre era troppo occupata a correre dietro a un altro uomo.

Certi giorni Elena è convinta che Dede la odi e, vecchia con fili bianchi per capelli e mani nodose, si dice che è giusto.

Lei non le odia, le sue figlie, ma ha odiato Lila - d'una rabbia bruciante intensa abbastanza da togliere il respiro, farle tremare il corpo e anche l'anima, costringerla a ingoiare urla su urla.

Le bambole sono vecchie e vecchia lo è anche lei: che ne sarà di loro quando lei non ci sarà più? Che ne sarà della sua casa e dei suoi libri e della sua vita? (Non c'è nulla che le ragazze vorranno tenere: estraneo tutto, per loro, oggetti senza valore).

Si chiede se, a lasciar scritto qualcosa, la ascolteranno - Imma forse, la sua Dede raderebbe tutto al suolo per farle dispetto.

Lila la ascolterebbe (per quanto Lila ascolti qualcuno), ma Lila è scomparsa chissà dove e chissà quando. Magari è morta prima di lei.

Elena scrive la loro storia - l'amica geniale di (chi è l'amica geniale? Chi è che definisce chi?) - e riavvolge il filo dei pensieri, si confronta dopo anni con gli errori e le debolezze e le mancanze. E le sue figlie.

Vorrebbe chiedere a sua madre se è così che s'è sentita quando s'è trovata a fronteggiare la sua fame di sapere, la sua ostinazione negli studi (perchè Elena doveva studiare, studiare fino a sapere tutto, fino a non smettere mai - ciò che Lila vuole, Lila ottiene): incapace di capire da dove venisse quell'estranea. Ma lei, almeno, aveva Elisa (povera, dolce, bambina Elisa - persa al Rione, sacrificata alla violenza che, divenuta abitudine, ha il sapore confortante della salvezza).

Elena non ha nemmeno quello: tutte estranee, le sue figlie, tutte come i loro padri (e le parti peggiori di lei).

Ripone le bambole, chiude gli occhi, interrompe il nastro dei pensieri. Per oggi può bastare - non è che a raccontare la sua storia, Lila tornerà indietro.
   
 
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