-Hai dei ripensamenti?- Sussurrò Kagaya.

Amane Ubuyashiki guardò il proprio marito, ricoperto di bende e sdraiato sul futon.

La malattia o meglio, la maledizione, ormai gli permetteva a malapena di muoversi e anche pronunciare quelle parole con un filo di voce gli costava una fatica immane.

-No.- Rispose, composta come sempre.

Ci fu un momento di silenzio in cui gli unici rumori erano le due figlie all'esterno della casa, intente a giocare, e il crepitio fuco, stavolta a bruciare non era incenso di glicine.

-Verrà stasera.

Hai ancora tempo per scappare con le bambine.

Sei ancora giovane e potresti trovare un altro com...- Le parole dell'uomo vennero interrotte da dei colpi di tosse, un rivolo di sangue gli colò dalle labbra.

La donna, con un movimento automatico, come se l'avesse fatto molte volte, prese un pezzo di stoffa e pulì il sangue con delicatezza.

-Le nostre figlie sono decise, dicono che sarebbe sospetto se ci fossimo solo noi e non vogliono lasciarti.

Quanto a me, ricordi quel giorno?- Domandò dopo aver allontanato il panno.

-Sei venuto da me e con tutta la sicurezza hai detto di essere disposto a rinunciare a tutto se avessi rifiutato la proposta di matrimonio.

Mi avevano già detto della maledizione e sapevo che entro pochi anni mi sarei ritrovata in questa situazione ma la risolutezza e decisione nei tuoi occhi e nella tua voce mi fecero vedere oltre.

Allora come oggi, posso vedere la tua anima ardere del tuo immenso amore per la vita e per la giustizia. È stato quello il momento in cui mi sono innamorata di te.

Mai scelta fu più benedetta dagli dei, per tutto questo tempo, mi hai sempre amata e rispettato e così hai fatto con i figli, tutti i tuoi figli.-

Delicatamente, mise una mano sulla sua e sorrise dolcemente.

-Non avrei potuto chiedere uomo, marito e padre migliore di te.

Per questo ti chiedo di rimanere al tuo fianco in quest'ultimo viaggio.-

Anche se oramai cieco, Kagaya avvertì il sorriso della moglie.

Amane non sorrideva spesso e le rare volte in cui lo faceva, era bellissima come un fiore appena sbocciato.

- E io non avrei potuto chiedere donna, moglie e madre migliore di te.- Sussurrò, sorridendo a propria volta.

-Spero che nella prossima vita i kami ci permettano di rincontrarci in in situazioni migliori... e in un mondo senza demoni.-

La donna annuì e fra loro calò nuovamente il silenzio.

Non avevano più bisogno di parlare, rimasero semplicemente in attesa, pronti ad affrontare il destino a testa alta.

Angolo Autrice

Eccomi qui finalmente con una One shot a tema demon slayer.

Onestamente mi è dispiaciuto che questi due non abbiano avuto nessun approfondimento, in particolare Amene di cui conosciamo quell'aneddoto solo nella “sezione curiosità” fra i capitolo 136 e 137, così ho deciso di rimediare^^

Saluti da Ala