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Autore: Weltschmerz    09/06/2023    1 recensioni
"[...]Hai il cervello in fase refrattaria." disse semplicemente, raccogliendo i libri e gli spartiti sotto lo sguardo perplesso del diretto interessato.
"In che senso?" chiese quello, assai confuso, ma l'altro continuò imperterrito.
"Sei una testa di cazzo, Paolo." concluse Theo, prima di dirigersi verso la porta e uscire da quella stanza che lo stava iniziando a nauseare.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Eravamo d’accordo su questo: non avresti copiato dal mio foglio.”

Théo si morse l’interno della guancia, ancora non capacitandosi del fatto che lo avessero bocciato a quell’esame per il quale aveva tanto faticato, e tutto per colpa di Paolo, quel Paolo Fermi dall’aria antipatica che stava occupando la sua stessa aula in quel preciso istante.

“Le bocciature capitano, Théophraste. Fanno parte della vita…” affermò Paolo con un’enorme, impareggiabile faccia tosta.

Si udì uno schianto e poi il rumore metallico di un leggio caduto assieme ai libri ed agli spartiti posti sopra ad esso. Théo era furente.

“Se tu non avessi copiato da me non mi avrebbero bocciato. Coglione che non sei altro.” ringhiò, il respiro sempre più sibilante dalla rabbia e dall’ansia.

“Rilassati, Fournier: hanno bocciato anche me. Mal comune mezzo gaudio, come si dice…”

Théo avrebbe voluto spaccare la faccia di Paolo a suon di pugni ed insultarlo pesantemente, ma quel ragazzo era almeno dieci centimetri più alto e non ne sarebbe valsa la pena, così tirò fuori la sua arma migliore: il cinismo.

“Sai Paolo, non pensavo fosse la verità, ma ora mi tocca dare ragione a Leonardo: hai il cervello in fase refrattaria.” disse semplicemente, raccogliendo i libri e gli spartiti sotto lo sguardo perplesso del diretto interessato.

“In che senso?” chiese quello, assai confuso.

“Sei una testa di cazzo, Paolo.” concluse Théo, prima di dirigersi verso la porta e uscire da quella stanza che lo stava iniziando a nauseare, lasciando Paolo da solo.

Il ritorno a casa sulla corriera numero trecentosei non fu uno dei migliori, in quanto il ragazzo si ritrovò a dover soffocare il pianto, ma una volta chiusosi in camera non riuscì più a trattenere le lacrime.

Lacrime di rabbia che iniziarono a cadere non appena Théo telefonò a Leonardo.

“Mi hanno bocciato.”

   
 
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