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Autore: ShunLi    14/09/2009    4 recensioni
L'amore silenzioso dell'umana e il bacio caldo del demone. Deboli fiocchi di neve che fanno da sfondo ad un immortale storia d'amore appena iniziata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Vergil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno i suoi passi sulla neve erano lenti e misurati. In mano reggeva saldamente la sua katana.
Faceva freddo in quel luogo che con gli Inferi non aveva nulla a che fare.
Eirei seguiva Vergil, stupita e infreddolita.
I fiocchi di neve gli davano un aria davvero effimera.
E non era bello, era stupendo.
Mentre la ragazza lo guardava, riusciva a pensare solamente alla sensazione che aveva provato quel giorno che l'aveva raccolta con sè.

Eirei era solo una misera umana abbandonata negli Inferi.
Solo un demone ebbe pietà di lei e la portò con sè, imparandole a sopravvivere in un luogo dove, forse, da sola, non sarebbe mai riuscita a vivere.
Eirei considerava Vergil il suo eroe. Piccola com'era, non badava molto alle sue poche reazioni e si accontentava di stare ai piedi del letto di Vergil pur di dormigli accanto.
Crescendo, la sua ammirazione si era trasformata in devozione, poi ossessione e adesso...
Chissà se anche lui provava lo stesso tormento.

"Siamo arrivati." Annunciò Vergil, fermandosi.
La ragazza lo affiancò e si guardò intorno con aria interrogativa. La neve copriva però tutto ciò che era dinanzi a lei. Non capiva cosa Vergil volesse mostrarle.
"Cosa vuoi farmi vedere?" Chiese Eirei.
"Presto lo vedrai." E Vergil riprese a camminare.
I due si recarono verso un passaggio, sovrastato da una volta. La neve ne copriva l'intera vetrata, e Eirei, alzando il capo, vide con chiarezza il disegno che adornava il vetro della cupola, non capendone però il significato.
I passi dei due riecheggiavano in quello spazio, dando alla ragazza il senso dell'Infinito.
Poi, alla sua destra, notò una porta.
Su di essa non vi era nessuna targa, nessuna maniglia.
Eirei si avvicinò, come attirata da un brusio al suo interno.
"Tu sei nata nel mondo umano e quel mondo ti ha rifiutato." Disse Vergil.
Eirei abbassò la testa; ricordava poco i volti delle persone che l'avevano messa al mondo, del calore del sole, delle allegre risate dei bambini che giocavano sereni e all'aria aperta.
"E allora? Ormai non ho più nulla a che vedere con quel mondo."
"Ma non lo vorresti visitare almeno una volta?" Eirei trattenne il respiro. Il suo sbigottimento era palese.
"Cosa c'è oltre questa porta?"
"Il tuo mondo. E puoi tornarvi se vuoi."

Con quelle parole Eirei si sentì ferita.
Forse Vergil non aveva più bisogno di lei.
E dire che avevano combattuto insieme.
Che si erano allenati insieme.
Si erano litigati per cose più futili che importanti, tante volte Vergil l'aveva denominata "una mocciosa petulante".
Ma anche se fosse stata l'unica scelta da fare, se gli Inferi sarebbero svaniti, lei non avrebbe mai abbandonato Vergil.
"Perchè?" Gli domandò Eirei.
"Era giusto che sapessi."
I brividi che facevano tremare la ragazza divennero più marcati. Era spaventata, non riusciva a capire.
"Cosa ti prende?"
"Ho f-freddo." Tartagliò la ragazza, mentendo.
Eirei chiuse gli occhi. La vista della neve e di tutto quel bianco gli dava un senso di vertigine. Sembrava che il cielo e la terra si unissero in un unico orizzonte. Un fruscio di abiti però la costrinse a riprendersi. Sulle sue spalle Vergil le aveva posato il suo cappotto, privandosene.
"Perchè me l'hai dato?"
"Avevi freddo, no?"
Vergil si allontanò, osservando qualcosa oltre il paesaggio. Il suo torace era avvolto in un lupetto nero a giromaniche che metteva in risalto la sua figura. Eirei strinse con le mani il cappotto azzurro.
Era caldo.
Caldo come i suoi sentimenti.
Caldo come il suo cuore umano.
E sapeva che Vergil riuscva ad udirne il suo continuo battere.
"Vergil." Sussurrò la ragazza.
"Se devo proprio andare, voglio che tu venga con me."

Il demone si irrigidì.
Dopo tanti anni convissuti con quell'umana, era impossibile non affezionarcisi.
E ora che la battaglia con Dante si stava avvicinando, non poteva metterla in pericolo. Nel mondo umano, nel suo mondo, sarebbe stata al sicuro.
"Non posso."
Vergil sentì il cuore dell'umana fermarsi per qualche secondo. Sapeva di ferirla, ma doveva farlo, doveva. Altrimenti non se ne sarebbe andata.

Eirei cominciò a piangere silenziose lacrime.
Si scrollò di dosso il cappotto e guardò verso la porta. Chissà cosa l'attendeva, si chiese.
Era pronta per tuttto questo?
Avrebbe trovato qualcuno o qualcosa per sopravvivere?
Quando aprì la porta , il brusio divenne più forte. Si voltò verso il suo amato Vergil, ma quest'ultimo fu più veloce di lei e la baciò.
L'unica dimostrazione d'affetto e d'amore che poteva concedergli.
E poi, non avrebbe potuto lasciarla andare senza dirgli nulla.
"Verrò a riprenderti, lo giuro sulla mia vita." Gli disse il demone.
"Ti aspetterò." Rispose l'umana.

E la porta, insieme a quella promessa, si chiuse.

OWARI
  
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