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Autore: Glance    11/06/2023    1 recensioni
Chi come me ha inciampato nel dolore continua a sceglierlo, perché è la sola cosa che conosce,
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Questa è  la mia elegia amica mia.
Tu che conosci ogni più piccolo anfratto della mia anima e anche conoscendo i lati più insopportabili di me hai scelto di restare, di accogliere le mie fragilità, le mie insicurezze.
Non smetterò mai di ringraziare per questo, quel fato benevolo che ha voluto intrecciare la trama della mia vita alla tua.
Così simili eppure immensamente diverse e, forse, la magia buona tra di noi è proprio questa: il non avere nessun tratto in comune, ci accomuna.
Sicura di te e realizzata tu, e completamente in balia di questo buco nero che non fa che risucchiarmi e risputarmi, io.
Eppure ci sei sempre stata, non sei mai andata via anche quando non ti vedevo eri con me.
Mi sono sempre aggrappata ad ogni tuo gesto ad ogni parola anche quelle non dette, perché tra di noi non sono mai serviti grandi discorsi.
Sai chi sono più di quanto non sia mai stata capace di sapere io stessa.
Non posso dimenticare le tue doti di prevedere il mio futuro davanti alla determinata convinzione che qualcosa per me andava bene.
Le tue previsioni sono sempre state esatte valutazioni dei pro e dei contro, l’avere chiaro in mente le conseguenze della mia caparbia cecità di fronte a quello che continuavo a scegliere per me così ostinatamente.
Chi come me ha inciampato nel dolore continua a sceglierlo, perché è la sola cosa che conosce, e tu hai sempre cercato di allontanarmi da questo maleficio.
Dicevi che una fata crudele mi aveva fatto un sortilegio mentre ero nella culla, e lo dicevi intanto che asciugavi le mie lacrime di bambina incompresa, non vista.
Quante volte hai preso le mie difese, mi hai fatto da scudo dalle crudeltà di chi non sapendo giudicava solo la crosta di quella superficie irta e indurita dalla delusione e dalla mortificazione.
Eri brava, riuscivi in tutto e ti ho sempre ammirata, ho anche cercato di imitarti, ma con scarsi risultati.
Non riuscivo a comprendere le voci dissonanti che mi chiedevano di fare, di essere.
Timida, impacciata, arrabbiata.
Questo ero, una bambola di pezza rovinata che nessuno voleva, che nessuno riusciva ad amare.
Ero stato il giocattolo dimenticato nella vetrina, perché non era riuscito a piacere a nessuno.
Sono cresciuta, con te al mio fianco, ma sono rimasta quella bambola di pezza lisa che tutti continuavano a scartare, a prendere con se e poi puntualmente abbandonare.
Inutile, insignificante, uno zero, che ha continuato a cercare un perché, per scoprire alla fine di tutto che non c’è un perché, c’è solo l’inevitabile realtà che la sofferenza, il dolore, tornano sempre da dove sono scaturiti, non si allontanano mai, non ti abbandonano.
Per quanto tu faccia, per quanto ci provi a nascondere, a fingere che vada tutto bene, che non esiste, il dolore ti trova e ti infetta.
Si insinua in te e ti cambia persino l’odore, tanto che chiunque tenti di avvicinare, lo annusa e si allontana.
Il risultato del dolore è una sterminata solitudine, che scava come vermi voraci in profondità rendendoti debole, e questa debolezza fa diventare tutto grigio, un grigio che inghiotte un pezzo alla volta, fino a farti scomparire.
Tu questo lo sai amica mia, perché tante, tantissime volte hai ridisegnato i contorni di quei pezzi di me che il grigio aveva inghiottito.
Continuo però a restare una potenziale fonte di contagio, di una malattia che sembra non potere avere una cura.
Le malattie fanno paura, nessuno le vuole per se, le persone malate fanno paura, ti mettono davanti all’ineluttabile,  alla fragilità.
Assumersi la responsabilità del dolore di qualcun altro, condividerlo, capirlo, abbracciarlo, vuol dire regalare qualcosa di se prezioso, vuol dire regalare il proprio tempo.
Il tempo è quella parte di noi che passa e non torna più e quando decidi di condividerlo lo fai per qualcosa per cui valga veramente la pena, per cui sei disposto a rinunciare senza rimpianti o rimorsi.
Donarsi è un atto d’amore assoluto, chi ti ama ti dona parte di ciò che è, chi ama condivide frammenti di anima e d’infinito.
Tu amica mia per  me hai fatto questo, mi hai fatto un dono grande, immenso, prezioso.
Non so se sono sempre stata in  grado di esserne all’altezza, mi rammarico del fatto che puoi avere avuto tu bisogno di me e il mio dolore mi ha impedito di vederti.
Ma tu sei un pezzo stesso del mio cuore, e vorrei riuscire a farti sapere quanto importante è per me che tu ci sia.
Non ho un solo ricordo che non sia legato a te, un solo istante che non mi riporti una tua smorfia, il suono della tua risata.
So che alla fine della giornata il telefono squillerà e dall’altra parte la tua voce mi domanderà come sto e come è andata avendo la netta sensazione che è stato qualcosa a cui hai veramente pensato per tutto il giorno.
Quando sono stretta nella morsa dei miei mostri hai la capacità di vederlo, vedi quello che nessuno mai è riuscito a vedere, vedi il sangue, le ferite, la carne lacera, dilaniata da quei morsi che strappano, ogni volta sempre  con rinnovata forza ad ogni ritorno.
Sei lì con me, attenta ad ogni segnale che neanche io riesco subito a cogliere.
Mi guardi dritto negli occhi e scavi nel profondo, poi come se nulla fosse accendi in me la luce incenerendo  le ombre.
Con te amica mia non sono state sempre rose e fiori, sai usare le parole con fare chirurgico, sezionare, passare al microscopio parti di me che so di non avere mai guardato, ma quando tu mi guardi io riesco a vedere in me,  a portare a galla, a tirare a riva detriti di ogni naufragio da ricomporre come un puzzle.
Hai questo di straordinario, tu sai, hai catalogato, con te so che nulla andrà perduto, perché sarai lì a ricordare ogni cosa, ogni più insignificante particolare che ha abbellito e mi ha reso quella che sono, migliore di quella che ero  e che sarò.
Tra di noi non importa la distanza perché so che sei li da qualche parte nel mondo, indaffarata legata a me da un invisibile filo rosso.
So che sarò sempre una tua priorità e che tu rimani la mia.
Continua ad accendere la mia luce e a scacciare i mostri perché anche se non siamo nate sorelle lo siamo diventate per scelta.
Sei la parte migliore di me, quella che da sola non potrei mai essere.
  
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