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Autore: Un_eroina_alla_Yuei    14/06/2023    0 recensioni
[Matchablossom]
↣Nessuno dei due disse nulla. Non ce ne era bisogno. Ormai era quasi una routine per i due. Una routine che a Kojiro stava scomoda ma per Kaoru avrebbe sopportato anche quello. ↢
Piccola MatchaBlossom narrata dal puntosi vista di Joe. Perché quel ragazzo si merita più introspezione e perché sia lui sia Cherry mi mancano tantissimo.
Spero vi piaccia. ^^
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaoru Sakurayashiki, Kojiro Nanjo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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♡♥︎♡________________________________________________________________

Dalla finestra aperta della stanza passava la luce artificiale dei lampioni che tingeva le pareti candide di una tonalità aranciata. I due occupanti della stanza però erano troppo distratti per notare questo dettaglio. Forse l'uomo, che sembrava avere poco più di vent'anni, registrò la presenza della luce artificiale quando si appuntò mentalmente di chiudere le tende. La donna invece non sembrava nemmeno essersi accorta di essere entrata in una stanza d'albergo, per lei sembravano esistere solo le labbra dell'uomo. Quando lui provò ad allontanarsi per tirare le tende, lei affondò le dita tra le lunghe ciocche verdi e gli catturò nuovamente le labbra con le sue. Le labbra tinte blu della donna si curvarono in un sorriso malizioso quando udì un gemito di approvazione da parte del suo compagno occasionale e decise quindi di spostare la sua attenzione al collo dell'uomo. Non fece però in tempo a lasciarvi alcun segno. Il verde ribaltò completamente la situazione. Dopo aver adagiato la donna sul letto matrimoniale presente nella stanza si posizionò sopra di lei facendo attenzione a non scaricare il peso su di lei. Dopo uno squittio di sorpresa iniziale la donna ridacchiò e attirò nuovamente a se l'uomo.

"Non sapevo fossi così delicato JOE."

Il verde alzò le iridi color nocciola verso il volto della donna dai capelli castani e si lasciò scappare una risata roca prima di mormorare.

"Ci sono tante cose che non sai."

Per poi tornare a costellare il collo della donna con una scia di baci.

꧁❦꧂

L'orologio a parete della stanza che JOE e la donna avevano affittato segnava le 3:28 del mattino. Inesorabile scandiva ogni secondo per chiunque avesse avuto un udito abbastanza fine da poterne cogliere il ticchettio, e purtroppo JOE era tra quelle persone.

Era appoggiato con la schiena alla testata in legno del letto e i capelli verdi, che inizialmente erano legati in un codino basso, ora erano sciolti e gli ricadevano in onde morbide intorno al volto e qualche ciocca più lunga gli solleticava il collo. Nella stanza regnava il silenzio che era di tanto in tanto interrotto dal passaggio di una macchina e da qualche parola bisbigliata nel sonno dalla donna. JOE la guardò e non sentì nessuna colpa nel non ricordare quale fosse il suo nome. Si passò una mano sul volto stanco e sospirò. Se avesse dovuto essere sincero ogni qual volta che distoglieva lo sguardo da lei dimenticava perfino come fosse fatta. Nella sua testa l'immagine della donna si trasformava, mutava e diventava qualcun altro. Qualcun altro a cui Kojiro Nanjo non avrebbe voluto pensare.

Ogni qual volta che il suo sguardo color nocciola vagava altrove, nella sua mente, i lunghi capelli castani diventavano di una particolare tonalità rosea, le spalle nude ed esili diventavano più larghe, la pelle abbronzata diventava diafana e il petto florido di lei diventava il petto di un uomo dentro cui sapeva battere un cuore che mai avrebbe ricambiato i suoi sentimenti. Al momento solo un particolare della donna gli era sottratto alla vista: gli occhi. Kojiro si sforzò davvero di ricordare di che colore fossero. Blu come il suo rossetto sbavato? Verdi come le ciocche dei suoi capelli? Ad un certo punto aveva smesso di dare importanza a questo dettaglio dando per scontato che fossero dello stesso colore dell'oro fuso. Proprio come i suoi.

Proprio come quelli di Kaoru Sakurayashiki.

Se avesse dovuto usare una parola per descriversi in quel momento avrebbe scelto senza dubbio "patetico". Patetico perché cercava di fuggire dall'uomo che amava ma era costantemente perseguitato dal suo ricordo.

Patetico perché ogni qual volta che aveva baciato la sua conquista della serata desiderava di baciare le labbra di Kaoru.

Patetico perché in quel preciso momento voleva essere tra le braccia del rosato, sussurrargli sciocchezze all'orecchio, vederlo arrossire e i suoi tentativi di mascherarlo.

Calciò via le coperte facendo attenzione a non svegliare la donna e iniziò a raccattare i suoi vestiti che erano sparsi sulla moquette viola della stanza per poi rivestirsi in silenzio. Che senso aveva per lui restare in una stanza dove il fantasma dell'uomo che amava sembrava averlo raggiunto? Prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle si girò un ultima volta verso la donna.

No, lei non era Kaoru, era qualcun altro.

꧁❦꧂

Una volta entrato nello stretto spazio dell'ascensore del suo condominio il volto della donna era solo un pallido ricordo e più cercava di ricordarlo più diventava difficile. Ricacciò il telefono in tasca dopo aver constatato che erano le 4:17 del mattino e si rassegnò al pensiero che probabilmente il giorno dopo avrebbe dormito fino a tardi. Per sua fortuna era martedì e questo significava che l'indomani non avrebbe dovuto lavorare.

Il monotono "ding" e lo sferragliare delle porte scorrevoli dell'ascensore gli fecero intuire di essere arrivato al suo piano. Uscì e iniziò a frugare nelle tasche dei pantaloni alla ricerca delle chiavi ma si immobilizzò quando notò che c'era qualcuno davanti alla porta del suo appartamento. Le luci fredde del corridoio facevano sembrare la sua pelle più pallida di quanto non lo fosse, le ciocche rosee non erano legate come al solito e invece ricadevano sulla schiena. Le iridi dorate si posarono su di lui quando alle orecchie del rosato era giunto il suono dei suoi passi.

Ed eccolo lì, Kaoru Sakurayashiki, in tutta la sua grazia ed eleganza. Le sue movenze pacate, in netto contrasto con la sua lingua tagliente, potevano ingannare e mettere a disagio i più ma non lui. No, Kojiro Nanjo, con il tempo aveva imparato ad andare oltre. Dietro ai commenti sarcastici aveva imparato che si nascondeva il bisogno di banalizzare qualsiasi cosa per non provare ansia, dietro alla creazione di Carla si celava la sua necessità di avere tutto sotto controllo e dietro a quello sguardo vulnerabile e sfuggente che gli aveva rivolto sapeva che Kaoru stava combattendo contro mille pensieri.

Nessuno dei due disse nulla. Non ce ne era bisogno. Ormai era quasi una routine per i due. Una routine che a Kojiro stava scomoda ma per Kaoru avrebbe sopportato anche quello.

Il verde aprì la porta, accese la luce e, mentre si sfilava le scarpe, fece cenno a Kaoru di entrare. Il rosato ormai aspettava quel cenno più per abitudine più che per cortesia. Quindi, come da routine, dopo un piccolo inchino, entrò chiudendosi la porta alle spalle.

Non era cambiato nulla dall'ultima volta che era stato lì: il divano rosso occupava ancora l'angolo del salotto davanti al televisore, le mensole, addobbate con souvenir di dubbio gusto provenienti dai luoghi che avevano visitato insieme, erano stranamente immacolate e sul tappeto color panna e sul tavolino al centro della stanza erano sparpagliate diverse riviste di cucina.

"Sei sempre disordinato. Sembra veramente di entrare nella tana di un gorilla."

Il verde sbuffò e alzò gli occhi al cielo fingendosi esasperato. A dir la verità era sollevato nel vedere che il rosato fosse in grado di sputare i suoi commenti sarcastici, nonostante il motivo per cui si trovasse lì.

Dopo aver impilato le riviste fece segno all'amico di sedersi sul divano. Kaoru eseguì senza ribattere e non appena si sedette iniziò a parlare, a lasciar uscire ogni singolo dubbio e preoccupazione.

"Non mi sarei dovuto presentare così senza avviso. Mi dispiace. Non sapevo cosa fare, davvero. Ogni giorno che passa questa cosa mi uccide."

Questa cosa. Kojiro sapeva a cosa stesse facendo riferimento e per un breve istante avrebbe tanto voluto dimenticarsene.

"Lui... è troppo e allo stesso tempo niente."

Quelle parole ormai sembravano un mantra. Ogni volta che Kaoru si sedeva su quel divano non poteva alzarsi se non dopo averle pronunciate.

"Non sono abbastanza per Ainosuke?"

Ed eccola lì la maledetta domanda che Kojiro tanto odiava.

Avrebbe voluto essere sordo solo per non sentirla. Avrebbe voluto essere sordo per poter essere cieco di fronte alla realtà.

La cruda e spietata realtà: Kaoru Sakurayashiki era troppo per Ainosuke e Ainosuke Shindo era niente per Kaoru Sakurayashiki.
Bastava vedere lo stato in cui si riduceva il rosato ogni volta che i due litigavano: insicuro, dubbioso e privo di certezze.

Se il cuore di Kaoru non fosse così ferito al punto da cercare la cura nella malattia stessa che prendeva il nome di ADAM, Kojiro era certo che sarebbe stato in grado di ricucire ogni ferita. Kaoru sarebbe potuto ritornare ad essere quel ragazzo forte e indipendente che ricordava.

Se Kaoru fosse stato suo ora non sarebbe divorato dall'incertezza.

Ed era sempre con pensieri del genere che Kojiro rinsaviva.

Quanto avrebbe voluto non sentire quella fitta di dolore al petto ogni volta che la verità lo colpiva in pieno come un treno in corsa.

Ma la verità era che nel cuore di Kaoru non c'era lui, ma qualcun altro.

♥︎♡︎♥︎

Angolino di un_eroina_alla_Yuei:

Ok, ho tante cose da dire e non so da dove iniziare. XD

Innanzitutto se quelli che vedo sono fiaccole e forconi abbassateli subito, posso spiegare!

Adoro le storie complicate dove ci sono amori non corrisposti? Si da morire.
Mi piace da matti analizzare il punto di vista della persona non corrisposta? Questa OS direi che è una risposta più che sufficiente.

Se a ciò aggiungiamo il fatto che adoro la MatchaBlossom come ship, e il fatto che da più di un anno non abbia episodi nuovi di Sk8 da vedere mi ha fatto andare in astinenza da ship, quindi eccomi qui a partorire un contenuto che possa alleviare il dolore da mancanza di MatchaBlossom.

Avevo inoltre bisogno di una scusa per analizzare Kojiro come personaggio, personalmente credo che sia una di quelle persone che darebbe il mondo se potesse e nel caso in cui non possa si ritrova a tormentarsi per questo. Ho come l'impressione che sto ragazzo sia molto più profondo di quello che da a vedere.
Quindi, ancora una volta, ecco un'altra scusa per scrivere una OS dai tratti un po' introspettivi su di lui.

Se tutto ciò non vi ha convinto abbastanza da mettere giù i forconi beh, io ci ho provato. ^^"

Scherzi a parte, spero che questo piccolo racconto vi sia piaciuto. (^.^)

Anyway, per oggi è tutto quindi alla prossima e vi saluto. ʕ •́؈•̀ 

 

   
 
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