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Autore: Shaina    15/06/2023    3 recensioni
[Mare Fuori]
Non credo che Edoardo farà una bella fine. Non la auspico nemmeno. Quello che vorrei, lo leggerete qui.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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AGNELLI SACRIFICALI 
 
A nessuno di loro sembra possibile che ci sia lui in quella bara. La foto, sul cavalletto davanti all’altare, mostra il viso di Edoardo Conte sorridente, con la sua solita espressione innocente ed arrogante allo stesso tempo.
Carmela ha chiesto che la bara fosse posizionata un po’ più indietro, così che ci fosse abbastanza spazio per permettere a tutti loro, di attorniarla completamente.
Questa volta, però, è stata padrona di decidere a suo nome, come voleva, e senza che nessuno potesse intervenire nelle sue scelte.
Non ci sarà spazio per i ragazzi del clan, ma non importa. Non vuole che siano i loro tirapiedi a salutare Edoardo per primi.
Carmela è in piedi, tra l’altare e la bara, accanto al cavalletto sul quale troneggia la foto di suo marito. L’espressione sorridente sul suo viso sembra innocente come quella di un bambino. È stata la prima cosa che l’ha colpita di lui, il giorno in cui lo ha conosciuto. Era convinta di poterci credere. Invece, è bastato poco perché l’incantesimo si spezzasse. Eppure, ancora oggi, una parte di lei è assolutamente sicura della sua buona fede.
Ha deciso che le prime a salutarlo siano le sue ragazze.
La urta un po’ che tra di loro ci sia anche Teresa. Faceva la volontaria in carcere, la prima volta che Edoardo l’ha incontrata. Ed è la donna con cui Edoardo l’ha tradita, lasciandola sola, in ospedale, il giorno in cui lei stava mettendo al mondo suo figlio.
L’ha scelta due volte, al posto suo e di quello del bambino che Carmela portava in grembo. Grandissimo figlio e’ zoccola, cosa diavolo mi staie a ffa’ fare? Eri nu’ maledetto sciupafemmine ra’ strapazzo…
Avrebbe voglia di urlare a squarciagola, invece ingoia tutto come sempre.
L’abito nero che indossa si addice alla perfezione al suo stato d’animo. Uno stato d’animo che l’accompagna ogni giorno, ormai. E il piccolo Ciro non ha nemmeno un anno.
Lugubre.
L’ironia della sorte è profetica. Teresa è la prima a raggiungerla accanto alla bara. Si ferma sul lato opposto della bara, di fronte a lei, e anche i suoi occhi sono sofferenti, timorosi, e stracolmi di lacrime, non abbassa lo sguardo.
Non ne aie cchiu' motivo, bambolina. Non song arrabbiata cu te.
Ed è davvero così. Carmela è incazzata nera, ma Teresa, adesso, è l’ultimo dei suoi problemi. Persino vestita a lutto, sembra una principessa. Indossa un abito lungo, ma vaporoso. Come gli abiti che si indossano in primavera. Ha sciolto i capelli.
Al contrario, Carmela li ha legati in uno chignon. La madre di Edoardo ha tentato persino di convincerla a mettere i guanti. Lei non ne ha voluto sapere. Il suo abito nero è formale, anche se morbido sulle maniche, ed indossa una gonna a tubino, abbinata ad una giacca elegante. Tutto l’opposto di Teresa, insomma, perché, dice Rosa Conte, lei deve salvare le apparenze. Dio solo sa quante volte avrebbe voluto mandare al diavolo anche lei, ma la madre di Edoardo è tutto quello che rimane della sua famiglia, eccetto suo figlio.
Rosa Conte compare sul fianco destro della bara, con in braccio il piccolo Ciro. Suo figlio strilla, vuole la mamma, e per un breve istante, Carmela si lascia andare ad un triste sorriso affettuoso. Ora però, il suo istinto materno non può prendere il sopravvento.
Il suo sguardo è catturato da alcune sagome familiari che stanno percorrendo la navata. Familiari perché le riconoscerebbe in mezzo milioni di persone, ma non è certa che siano le benvenute.
C’è Rosa Ricci, la sua amica di una vita. Suo padre ha tentato di uccidere Edoardo, e per poco non c’è riuscito. Rosa non ci voleva credere. Non ne hanno più parlato.
La scena che si sta svolgendo sotto i suoi occhi ha qualcosa di assolutamente insolito, anzi a dir poco surreale. Rosa non è sola, ma non c’è Don Salvatore accanto a lei. L’uomo ha avuto il buonsenso e il buongusto di rimanere sulla soglia della chiesa. Se ne sta in piedi, all’ingresso, con le mani congiunte, e l’espressione spietata di sempre.
Pensandoci bene, non ha visto Rosa e suo padre scambiarsi gesti d’affetto. Sembra ci sia della tensione, ed è ancor più sorprendente, anche per lei, che l’uomo che sta procedendo al suo fianco, lungo la navata, appartenga al clan dei Di Salvo. Sarebbe persino sconcertante, almeno per i capi, che Rosa si stia facendo accompagnare proprio dall’uomo che ha rinnegato tutto il loro sistema.
Carmine Di Salvo.
Carmela stringe gli occhi. Ha alzato le barriere, e accoglie il nuovo ospite con una certa diffidenza, ma non perde tempo a tentare di scavare nella testa del ragazzo. Conosce i fatti e tanto le basta, per sapere che Carmine non è una minaccia. In fondo al suo cuore, lo sa da molto tempo. Tu sì ‘no dei buoni, propeto comm’me.
Sa come si sente, perché quel mondo intrappola anche la sua anima da anni. Non ha bisogno di dimostrazioni. Quando il suo sguardo si sposta sull’amica, Carmela vede il terrore negli occhi di Rosa. La sta supplicando in silenzio. Non aia temere me, peccere’…
Poi il suo sguardo si sposta su Don Salvatore. Carmela non è sorpresa dalla sua faccia tosta. Il problema è che le sale il sangue alla testa ogni volta che lo vede, ormai.
Prende un bel respiro. Non è il momento né il luogo per scatenare un’altra sparatoria.
Quella era la guerra di Edoardo, e lei ormai ne ha fin sopra i capelli. Non ha senso che anche lei continui ad alimentare il veleno che quel mondo le ha trasfuso nel cuore.
Volge lo sguardo altrove, e i suoi occhi si fermano su Teresa, senza che lei lo voglia davvero. Curioso come possa essere solidale anche con l’ospite che detesta di più, a quella cerimonia funebre.
Teresa aveva davvero il potere di toglierle lo scettro del comando che Edoardo le aveva assegnato. E non all’interno della famiglia, ma nel suo cuore.
Posso capi’ cosa e’ piacesse e’ te…. te teng definita a' sua bambola cu cui se divertiva nu' po’, ma ppe isso eri assaie e' cchiu' e' questo. Simboleggi a' purezza ca' Edoardo ha perzo tantu tiemp fa… o' juorno in cui a' famiglia ppe cui faticava sua madre o' ha accusato ingiustamente e' aver arrobbato int'a' loro casa.
Il primo istinto è quello di raggiungere Teresa, ma prima che lo faccia, il figlio dell’arpia dai capelli rossi, richiama la sua attenzione. «Per chillu ca' può valere… Edoardo ci stava provando davvero, a impegnarsi cu te, Carmela…»
Lei spalanca gli occhi, allibita. Tutto l’astio e la diffidenza che ha covato nei confronti di quel ragazzo, si dissolve. È di poco più giovane di Edoardo, ma i suoi occhi sono limpidi. Innocenti come quelli di un bambino.
Carmela conosce molto bene quell’innocenza. La vede tutti i giorni negli occhi di suo figlio.
Le torna in mente che anche lui ha una bambina. Non l’ha portata con sé, a quanto pare. È di qualche mese più piccola del suo Ciro. Rosa le aveva mostrato una sua foto. Anche la tua bambina ha gli occhi così limpidi, Di Salvo?
«Che ne saje tu?» gli domanda. Una punta di risentimento trapela dalla sua voce, senza che Carmela riesca a controllarla, e l’amarezza nel suo cuore fa in fretta a prendere il sopravvento. «Mi stai a’ piglià per u’ cul?»
Il tono le esce più velenoso di quanto vorrebbe.
Carmine scuote la testa, in silenzio. Il fatto che non reagisca in modo sgarbato alla sua aggressività, fa aprire un’altra crepa nel suo cuore. Le viene quasi da ridere, adesso. «Chistu è nu covo di belve inferocite… Comm’ hai fatt’ a non diventare un mostro?» gli domanda, cambiando completamente argomento.
L'astio nella sua voce non si è placato affatto, ma è abbastanza intelligente da sapere che Carmine di Salvo è l’unico di loro che ha mostrato davvero coraggio.
«E tu? Dove trovi la forza di annà annanz’?»
Carmine le sta restituendo uno sguardo tristemente intriso di dolcezza che la spaventa, proprio perché ci si riconosce nel profondo. Non trova le parole, pur conoscendo benissimo la risposta che dovrebbe dargli.
Lui, tuttavia, non le lascia il tempo di mettere in ordine le idee, perché cambia totalmente argomento. «Prim’ d’essere accis’, Edoa’ m’ha ritt ca voliv fars’ perdona’ da te per tutt’ chill ca te ha fatto passa’…»
Che cosa?
«M’ha ritt “Teresa sarà libera quando io nun ci sarò chiù… A Carmela invece ‘a farann for comm’a na pezza vecchia. Semmai riusciss’ a’ ascì for d’o sistema… porterai Carmela co’ te, assiem’ a Rosa?»

Mo’ s’ha da fa scrupoli pe’ me?
La rabbia travolge Carmela come un’ondata di marea furiosa. Di punto in bianco se ne sbatte completamente della forma, dell’autocontrollo e di tutto il resto.
Si dirige volutamente verso la parete e sbatte ripetutamente la testa contro il muro, per poi alzare gli occhi al cielo, urlando a squarciagola. «E mo’ c’aggia fa’ io, secondo te, Edoa’, eh? C’aggia fa? Mo’ che m’hai lasciata sola per sempre, dovrei aver pietà pe’ te?»
Non si cura di tutti quelli che si voltano a guardarla sconvolti, compreso il prete, sull’altare. Teresa e Rosa la guardano spaventate e amareggiate, e l’amica vorrebbe correre ad abbracciarla, ma Carmine anticipa le sue azioni, e si avvicina a Carmela, afferrandole il braccio per costringerla a voltarsi. Non ci prova nemmeno a farla ragionare. Sa bene che sarebbe fatica sprecata. E non si sorprende minimamente quando la giovane moglie di Edoardo lo respinge con violenza tempestandolo di pugni.
Quando la rabbia si consuma, nel cuore di Carmela, Carmine è ancora lì. La sua voce le parla dolcemente, mentre la tiene tra le braccia come nessuno ha mai fatto.
Si è lasciata andare per puro sfinimento, ma sa riconoscere la differenza tra un abbraccio protettivo totalmente disinteressato, e lo stesso gesto fatto con l’intento di ammaliare qualcun altro. L’abbraccio del figlio di Wanda trasmette più calore di tutti gli abbracci che le ha dato Edoardo dal giorno in cui si sono conosciuti, fino alla sua morte.
È un abbraccio protettivo, privo di secondi fini.
Nessuno ha mai provato per lei sentimenti tanto genuini e, se è successo, nessuno glieli ha mai dimostrati. E lei in questo momento è troppo amareggiata, per tenere alzata la guardia.
Sa benissimo che tutti i presenti l’hanno guardata per tutto il tempo come se fosse completamente impazzita, ma per una volta, vorrebbe fregarsene. Anche se non è così che dovrebbe comportarsi la signora Conte.
Non si spreca nemmeno a guardare sua suocera. E solo quando ha esaurito le sue lacrime, lascia vagare lo sguardo sulle persone che ha raccolto attorno alla bara di suo marito.
Rosa li ha guardati preoccupata tutto il tempo. E anche Teresa, ha quell’espressione addolorata nello sguardo.
«Edoa’ è con Ciro, adesso, Carmé.» le sta dicendo l'amica. È un patetico e ingenuo tentativo di rassicurarla, ma Carmela non ne fa una colpa alla sorellina di Ciro. Anche lei era una delle protette di Edoardo.
Prima che la loro storia iniziasse, Edoardo le aveva confidato di aver provato amore anche per lei. «Oh, mi raccoma’, acqua in bocca co’ Ciro, però, eh… se sa qualcos’ m’accide…»
Rosa non sospetta nulla di tutto questo, chiaramente. E poi, sia Ciro sia Edoardo avrebbero accettato un uomo come Carmine al fianco di Rosa. Carmela è sicura di questo.
Quante principesse avevi, Edoa’?
E pensare che la prima volta che l’ha incontrato, era convinta che lui l’avesse liberata per sempre. Proprio come il principe che libera la principessa dall’orco malvagio.
L’orco era suo padre, ma Edoardo era un pirata, anziché un principe. Ed era già schiavo di un sistema che solo la pecora ha avuto il coraggio di rinnegare. Era uno dei tanti sciacalli al servizio del lupo. Proprio come le iene che frugano tra le carcasse lasciate dai leoni, quando il branco ha terminato la caccia perché non sono in grado di vincere in uno scontro frontale.
Soltanto la pecora ha avuto il coraggio di rinnegare l’intero sistema. Iene, sciacalli e lupi non hanno fatto altro che disprezzarla, eppure, lei è quella che ha dimostrato più coraggio, rinnegando totalmente il loro ecosistema.
Il pirata cercava la sua degna regina, colei che avrebbe potuto essere al suo fianco a capo della nave, ma sognava una principessa da salvare.
Teresa è quella principessa.
Lei è la regina.
Sono state entrambe vittime delle sue razzie e adesso sono finalmente libere, anche se questa libertà ha un sapore molto amaro. Sono libere da qualunque regola, da qualunque costrizione, o condizionamento. Sono libere anche da lui.
Carmela sa che non ha più senso prendersela con Teresa.
Adesso c’è suo figlio. Deve pensare a Ciruzzo. E poi Carmela sta morendo dalla voglia di scappare via.
Non è certa di poter accettare la proposta di Rosa, però. «Io e Carmine stamm’ pienzan' d’annarcene. Perché non vieni inziem’a noi?»
Quella proposta ha il suono del canto delle sirene. Si sa che sono diaboliche tentatrici.
La fuga è tutto quello che lei vorrebbe, ma gli scagnozzi di Salvatore Ricci non le darebbero pace. Non è certa che abbiano chiuso un occhio nemmeno con Rosa e Carmine, ma è sicura che lei non avrebbe nessuno scampo.
Sentirsi in trappola, non è ciò che Carmela voleva, quando ha iniziato a frequentare Edoardo. E lui invece, dopo averla attirata nella tana dei leoni, l’ha usata come esca per poter fuggire. I predatori che puntavano su Edoardo, adesso prenderanno di mira lei. E Carmela ha la sua piccola creatura da proteggere.
Tu s’i vissut’ come voliv, e sei morto come voliv, lassan’ a me tutti i cocci da raccogliere, Edoa’… M’hai lassat’ sul. Ma io non so’ carne e’ maciell… non firnarà accussì.
  
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