Una sensazione assolutamente ridicola
Chloé
scopre
la definizione di asessualità e la sua vita cambia.
Poche,
semplici parole trasformano il senso di alienazione che ha sempre
provato in
una realtà condivisa da altre persone. Prova sollievo,
sapendo di non essere
sola. Prova sollievo nello studiare lo spettro asessuale e,
più avanti, lo
spettro aromantico. Prova confusione, anche, perché che cosa
sia l’attrazione
romantica non riesce proprio a comprenderlo – anche
l’attrazione sessuale la
confonde, come idea, ma le sue descrizioni sono più fisiche,
le danno qualcosa
da immaginare. Forse l’assenza di qualcosa è di
per sé una risposta?
Chloé
ha 17
anni quando decide di identificarsi come aromantica e asessuale. Non
che senta
il bisogno di urlarlo a chiunque: sono etichette che aiutano prima di
tutto lei
stessa. (È parlando con lei, però, che Sabrina
scopre di essere omoromantica e bisessuale:
Chloé non trattiene un sorriso ascoltandone la confidenza.
Nel loro passato ci
sono fin troppe cose di cui non va fiera, ma finalmente sente di aver
fatto
qualcosa di buono per lei.)
Chloé
ha 19
anni quando si sente avvampare le guance e accelerare il cuore alla
vista di un
sorriso. Il suo migliore amico è di ritorno da un tour di un
mese in cui hanno
potuto sentirsi pochissimo, ma questo non spiega la reazione che sta
avendo.
Non ha mai provato niente del genere.
Luka muove
un
passo indietro, l’osserva curioso. “Tutto bene,
Chlo?”
Lei si
concede di sbattere le ciglia un paio di volte e inspirare a fondo
prima di
ricomporsi. “Sì. Non so che mi è preso,
è…” ridicolo, vorrebbe
dire, ma
la sua psicologa le ripete di non sminuire ciò che prova
almeno una volta ogni
seduta. Scuote la testa. “Mi sei mancato.”
“Anche
tu.”
Luka si fa più vicino, inizia a parlare del concerto che la
sua band ha tenuto
a Bologna mentre camminano verso il parco dove
li aspettano gli altri. Chloé si perde ad
ascoltare la sua voce – è
sempre stata così… piacevole?
– e quasi non si accorge di quando Luka si
ferma. “Sei certa di stare bene, Chlo? Sei tutta rossa in
faccia.”
“Sto
bene. È
solo… Non so che succede, mi-sento-strana,”
confessa di corsa, come se
parlare veloce rendesse tutto meno reale.
La risposta
di
Luka è poggiarle il dorso della mano sulla fronte.
Chloé ha l’impressione che
le guance le si arrossino ancora di più, se possibile.
“Non credo sia febbre,” decreta
lui dopo alcuni secondi. “Da quanto ti senti
così?”
“Da…”
Le
parole le muoiono in bocca quando si rende conto che la risposta, da
quando
ti ho rivisto, suona come qualcosa che potrebbe pronunciare
la protagonista
di una delle commedie romantiche di cui si diverte a prendersi gioco.
“Non è
niente. Sto bene.” Luka inarca un sopracciglio, ma ritira la
mano. “Ho solo
bisogno di bere qualcosa,” insiste Chloé.
“Qualcosa di molto freddo.”
Luka alza
le
mani in segno di resa e ride. “Okay, okay. Stai bene,
ricevuto.”
Ha una
bella risata. Ma che le
prende, oggi?
Dev’essere colpa della serie che si è lasciata
convincere a guardare da Alya e
Marinette. Tutto quel romanticismo concentrato le ha fritto il
cervello, non
c’è altra spiegazione.
“Andiamo,” dice tornando a camminare,
“vedo Adrien.”
Quella
sera,
da sola nel letto, Chloé digita sul cellulare una domanda su
cui ha smesso di
lambiccarsi ormai da tempo. Che cos’è
l’attrazione romantica?
Apre un
link
dopo l’altro, ma più scorre e più il
nervosismo che le attanagliava lo stomaco
a inizio ricerca viene sostituito da irritazione. Tutto ciò
che trova è
assolutamente inutile.
‘Ti
senti infatuato.’
E come ci si sente quando si è infatuati? Rotea gli occhi e
prosegue nella
lettura.
‘Ti
senti
protettivo, la tua felicità è legata a quella
dell’altra persona.’ ‘Vuoi
condividere esperienze di vita con loro.’ ‘Vuoi
condividere ciò che provi, che
sia qualcosa di triste o di felice.’ E la differenza con
l’amicizia quale
sarebbe? Ridicolo. Assolutamente ridicolo.
Frustrata
per
l’inutilità della sua ricerca, Chloé
sbatte senza troppa cura il telefono sul
comodino e si morde un labbro. Quel che ha provato nel pomeriggio non
significa
niente. Come non significa niente che abbia tuttora in mente Luka e
come gli si
è illuminato il viso quando l’ha notata in
stazione, come le è corso subito
incontro. Si nasconde la faccia tra le mani, anche se non
c’è nessuno a
guardarla. Sono migliori amici da anni, pensarlo è del tutto
normale. Niente di
strano. Tutto assolutamente…
Il suono di
una notifica la porta a recuperare subito il telefono e accenderne lo
schermo,
aspettandosi un messaggio di Luka. Dopo un secondo lo riabbassa delusa;
è solo
Marinette che l’ha taggata in un post, sicuramente la foto di
gruppo scattata a
fine pic-nic. Un momento, perché è
delusa?
Sospira
frustrata e si lascia sprofondare nel cuscino. Internet è
inutile. Quel che può
– dovrebbe – fare è chiedere
direttamente a qualcuno che sappia di che cosa
parla. Prova a immaginarsi domandare ad Adrien dei suoi sentimenti per
Marinette e scarta l’idea in più o meno due
secondi. Sarebbe una conversazione
dolorosa per entrambi: Adrien è praticamente suo fratello,
ma in questioni del
genere è più negato di lei. Nella migliore delle
ipotesi le risponderebbe
citando i suoi shojo preferiti, nella peggiore passerebbe tre ore a
decantare
le lodi della sua ragazza. Meglio evitare. Tolto Adrien, può
chiedere a…
Considera e scarta un nome dopo l’altro, prima di riconoscere
quel che in fondo
sapeva fin dall’inizio: la persona migliore a cui chiedere
è proprio Luka, dato
che si identifica asessuale e alloromantico. Chloé si rigira
nel letto. Non
dovrebbe essere agitata all’idea di parlargli, non
è normale. Hanno affrontato
discorsi simili troppe volte per contarle, è stato proprio
lui a starle accanto
quando lei ha iniziato a esplorare la possibilità di
rientrare nello spettro
asessuale.
Si forza a
chiudere gli occhi. Basta porsi problemi inesistenti. Domani
chiederà a Luka di
uscire e parleranno come fanno sempre. Magari per allora
avrà già dimenticato i
dubbi ridicoli della giornata precedente, e se così non
fosse… Confrontarsi con
lui l’aiuterà di certo.
Presa
questa
risoluzione, non passa molto prima che scivoli in sogni confusi.
“A
cosa
pensi?”
Chloé
fissa
il suo drink, giocherellando con la cannuccia. Si rende conto di star
procrastinando e smette con un sospiro. “Devo chiederti una
cosa.” Ancora non
alza lo sguardo.
“Dimmi
tutto.” Il tono di Luka è… Curioso?
Divertito? Chloé non sa dirlo.
“L’attrazione
romantica,” pronuncia lentamente. “Non
l’ho mai capita, non davvero, ma vorrei
riprovare.” È la verità, anche se
incompleta.
Luka non le
chiede perché. “Capisco che ti
confonda. È piuttosto simile
all’attrazione platonica, almeno per me.
C’è una leggera differenza nel
relazionarmi con qualcuno per cui ho una cotta… Non
è meglio o peggio, solo
diverso. È difficile da descrivere.” Fa una pausa.
“È una sensazione. Forse è
anche un po’ più fisica. Non bacio i miei amici,
in genere,” le spiega con un
sorriso divertito. “Una cotta può anche renderti
molto più nervoso di un amico
– le famose farfalle nello stomaco sono abbastanza accurata
come descrizione.”
Luka ne
parla
e lei non può evitare di immaginarsi a baciarlo.
È la prima volta che l’idea di
un bacio non le sembra disgustosa ma, anzi, l’incuriosisce.
Se un buco
apparisse adesso sotto i suoi piedi e la facesse sparire, non le
dispiacerebbe.
È tutto così strano.
“Chloé,
è
tutta la mattina che eviti di guardarmi negli occhi. Devo
preoccuparmi?”
Quello
riesce
a spezzare la spirale di pensieri in cui stava precipitando.
È tempo di essere
onesta. “Penso,” inizia, ricambiando finalmente lo
sguardo di Luka (basta
scappare!), “di aver provato dell’attrazione
romantica. Sono in crisi perché è
la prima volta e non credevo sarebbe mai successo
e—” Luka sorride e Chloé si
ferma. “Cosa?” Lo trova divertente?
“Scusa,
scusa, ora capisco.” Luka si china sul tavolo con un brillio
scherzoso negli
occhi. Chloé prega che le sue guance non siano tanto rosse
quanto crede. “Ti
sei presa una cotta per me, Chlo?”
“Ti
odio,”
sibila lei – sa che come risposta basta e avanza.
“Grazie.
Tornando alla tua crisi d’identità… Sai
che le etichette con cui ti identifichi
possono cambiare. Sono termini utili solo se ti fanno stare
bene,” aggiunge in
un tono più dolce.
“Lo
so.” Certo
che lo sa. È solo che non ha mai vissuto un simile
cambiamento prima, non dopo
aver capito di non essere etero – quello
non era stato un così grande
shock. “È solo… Strano.”
Luka
annuisce. “Ti chiederei cos’hai provato nello
specifico, ma non vorrei metterti
più a disagio.”
Chloé
sospira
e finisce il suo drink. “Forse ho finalmente capito che cosa
si intende con farfalle
nello stomaco,” ammette. “Non sono mai
stata tanto nervosa quanto
stamattina al pensiero di incontrarti. Mi sono detta che era solo per
la crisi
d’identità, ma non ci credevo molto
neanch’io.”
“Capito.”
Luka torna a poggiarsi contro lo schienale della sedia e prende un
sorso dalla
sua Sprite. “Chlo… Sto per dirti una cosa per
metterti più a tuo agio, spero,
ma so che mi dirai se non è d’aiuto.”
Chloé annuisce, improvvisamente curiosa.
“È da un po’ che sono innamorato di te.
Non ho problemi a mantenere platonico
il nostro rapporto, amo ciò che abbiamo, ma a questo punto
mi sembrava giusto
dirtelo.”
“Mi
stai
prendendo in giro.” Il suo cuore batte decisamente troppo
veloce. Come fanno
gli allo a vivere senza avere un infarto ogni volta che si prendono una
cotta?
“Sai
che non
scherzerei su questo.”
Sì,
Chloé lo
sa. Solo che è troppo, tutto: a quanto
pare si trova su una parte dello
spettro aromantico diversa da quel che ha creduto per due anni; sta
sperimentando la sua prima cotta; la sua cotta la ricambia. Ha
parecchio a cui
pensare, e il suo cervello non sta collaborando. “Lo so. Mi
serve un po’ di
tempo.”
“Ma
certo,
Chlo.” Luka si alza. “Forse alla tua melodia
interiore si è aggiunto uno
strumento, e questo ti confonde. Ricorda solo che non tutto deve
cambiare,
anche se adesso ti sembra così, okay? Il nostro rapporto
può rimanere lo stesso.”
Le sorride. “Ascoltati cercando di non stressarti
troppo?”
Il nodo di
tensione che l’ha accompagnata tutta la mattina si allenta un
po’ e Chloé
ricambia il sorriso. “Non faccio promesse.”
È
passata una
settimana.
Luka le ha
mandato un paio di meme nel frattempo – per rinforzare
l’idea che non sia
cambiato nulla tra loro, sospetta Chloé – ma non
ha fatto niente per pressarla
o metterle fretta. Chloé ne è contenta e
scontenta allo stesso tempo: ha
chiesto tempo e Luka ha rispettato la sua richiesta, ma le manca
moltissimo.
La
distanza
l’ha aiutata, però. Oltre a vedersi con Adrien e
Sabrina un paio di volte, ha
passato la maggior parte del tempo chiusa in stanza a leggere post e
saggi
sull’aromanticismo. È piuttosto certa di essere
demiromantica; se non altro, il
termine rispecchia come si sente adesso, e questo è
abbastanza – deve
esserlo. Superata la crisi d’identità, i suoi
pensieri si spostano sulla
confessione di Luka: inaspettata e per niente romantica, eppure adatta
a loro, decide
mentre è seduta a gambe incrociate sul letto.
Luka ha una
cotta per lei, e lei per lui. Non è certa di cosa
significhi. Lui ha detto che
le cose tra loro non devono cambiare per forza e lei è
d’accordo, ma che cos’è
che vuole? Ha sognato di baciarlo, una notte.
Provare a farlo davvero non
le dispiace come idea. Forse le piacerà, forse
sarà disgustoso come era solita
pensare – se non altro sarebbe un segno di mantenere tutto
platonico tra loro.
Qualsiasi
decisione
prendano, staranno bene. Lo spera, no, ne è certa.
Conoscendo
le
sue abitudini, Chloé sa che Luka è quasi
sicuramente libero oggi, quindi gli
manda un messaggio per chiedergli di vedersi al parco. Il minuto che
passa
prima di ricevere risposta le sembra più lungo di quel che
dovrebbe, ma dimentica
ogni ansia leggendo il messaggio. Si prepara la borsa, indossa le
scarpe ed
esce; non le dispiace arrivare in anticipo.
Non
succede,
o meglio, Luka è arrivato anche prima di lei.
L’aspetta all’entrata del parco
con un ampio sorriso. Chloé lo ricambia e accelera il passo.
“Ti
sono
mancata?” Ora che è qui, al suo fianco, si accorge
di non essere più tanto
nervosa.
“Un
po’.
Sembri molto più in forma oggi, Chlo.” Lei alza un
sopracciglio e Luka ride. “Più
in pace, intendo. Non che tu non sia sempre perfetta,”
chiarisce con un
occhiolino.
Luka ha
ragione, ovviamente: una delle cose che l’ha più
messa a disagio la settimana
prima era proprio il sentirsi poco in controllo di sé
stessa. “Anche tu non stai
male,” replica divertita, osservandolo. Indossa la maglia
viola che gli ha
regalato lei per il compleanno insieme a jeans neri strappati sopra il
ginocchio. La stilista che è in lei approva.
Luka
incassa
il complimento con un sorriso. Di comune accordo, iniziano a camminare.
“Quindi
è
stata una bella settimana?”
Chloé
non ha
bisogno di pensarci. “Sì.” Prima che lui
possa chiedere – non è certa lo
farebbe – aggiunge: “Sono demiromantica.
Credo.”
Lo vede
annuire con la coda dell’occhio. “Ti va un
gelato?”
Chloé
sbatte
le ciglia. Davanti a loro c’è il chiosco di
André, che in parte spiega la
domanda. Non è comunque la risposta che si aspettava (non
sa cosa si
aspettasse). È tutto così…
Normale. Ma certo. Sorride. “Offri
tu?”
Luka le
risponde con un’alzata di spalle, come a dirle che non
c’era neanche bisogno di
chiederlo. Si comporta come se non fosse cambiato nulla, e in effetti
è così:
Chloé è ancora Chloé, loro due sono
sempre amici e niente deve cambiare per
forza.
Qualcosa è
cambiato, però, e Chloé non ha
più intenzione di ignorarlo. Non ha paura. (Forse
ha paura, giusto un pizzico, ma non significa che qualcuno debba
saperlo.)
(Sospetta che Luka lo sappia.)
“A
te.” Luka torna
reggendo due coni e gliene porge uno. Chloé sorride nel
notare mirtillo e arancia,
i suoi gusti preferiti.
“Grazie.”
Trovano una panchina libera e finiscono a parlare di tutto e niente.
Luka sta
lavorando a una nuova canzone e le racconta alcune delle sfide che sta
affrontando nel farlo.
È
piacevole.
Somiglia a mille altri pomeriggi che hanno speso così e al
contempo le sembra
una novità totale.
Quando si
alzano ed è chiaro che l’appuntamento stia per
finire, Chloé prende una
decisione e il cuore inizia a batterle un po’ più
forte.
“Tutto
bene, Chlo?”
“Quasi.”
Gli
si avvicina di un passo. “Solo che…”
Luka piega
la
testa, curioso. “Cosa?”
“Non
mi hai
ancora baciata.”
Questo
ottiene una risata sorpresa. “E se non lo facessi?”
“Allora
dovrò
pensarci io.” Chloé regge il suo sguardo.
“Suona
come
una sfida.” Luka sorride e le si avvicina. “Sei
sicura?” sussurra, la voce
adesso priva d’umorismo. “Non siamo
obbligati.”
“Lo
so.” Sono
alti praticamente uguale, grazie ai suoi tacchi, quindi
Chloé non ha bisogno di
mettersi in punta di piedi per iniziare il bacio. Luka inclina di poco
la
testa, evitando che i loro nasi si scontrino, e l’accoglie
schiudendo le
labbra. Porta una mano ad accarezzarle il collo e la lascia
lì, solida e calda.
È una bella sensazione, nell’insieme. Non le
cambia la vita come ha letto in
mille romanzi, ma è bello.
Si separano
dopo alcuni secondi e Chloé si accorge di star sorridendo.
“Non male,”
commenta.
“Non
male,”
ripete Luka. “Cercherò di non
offendermi.” Sarebbe suonato più convincente,
forse, se l’avesse detto con un’espressione meno
luminosa.
Chloé
indietreggia
d’un passo. Non le dispiacerebbe sperimentare qualche altro
bacio, ma avranno
tempo per quello. Per adesso… “Vogliamo farlo,
quindi?”
Luka la
scruta divertito. “Fare cosa?”
Vuole
farglielo dire a chiare lettere? Bene, allora. “Frequentarci.
In senso romantico.”
Il sorriso
di
Luka si addolcisce. “Se vuoi,” risponde.
“Mi piacerebbe provare, ma sono
contento in ogni caso. Ero serio quando ho detto che amo il rapporto
che
abbiamo già.”
Chloé
annuisce. “Proviamo. Se decideremo che è troppo
strano, possiamo sempre tornare
indietro. Giusto?”
“Giusto.”
Luka le prende la mano e se la porta alle labbra, sfiorandola. Le
guance di
Chloé, traditrici, vanno a fuoco. “Ti
vedrò presto, allora?” le chiede con un
occhiolino.
Lei si
rende
conto in quel momento di non sapere nulla di come funzioni una
relazione di
questo tipo. Non riesce a ricordare neanche una delle commedie
romantiche che
ha guardato negli anni. Domani è troppo presto per
rivederlo? L’incontro di
oggi conta come il loro primo appuntamento, ora che ci pensa?
Chloé scuote la
testa. Questa linea di pensiero è ridicola; è
certa che concorderebbe anche la
sua psicologa. Luka non è un estraneo, e loro non sono
tenuti a seguire un
qualche schema astratto per frequentarsi (ammesso che simili schemi
esistano). Creeranno da
sé le proprie regole.
Si sta
facendo
tardi, però. “Passa domani da me,”
propone d’impulso. “Per parlare e decidere
come muoverci.”
“Perfetto.
A
domani, Chlo.” Luka le sorride e si gira dopo un ultimo cenno.
“A
domani,”
sussurra lei anche se lui non può più sentirla.
Lascia passare un minuto prima
di incamminarsi verso l’hotel. Rivede a mente il pomeriggio
appena trascorso,
dall’arrivo al parco al bacio, allo
scambio che ne è seguito. Non
rimpiange niente.
Una
settimana
fa le sembrava che il suo mondo fosse andato in pezzi. È
così, in un certo
senso. Ma quando si rompe qualcosa, basta ricostruirla, ed è
questo che ha
fatto Chloé: mischiato tasselli nuovi ai vecchi per
ritrovare sé stessa.
Adesso,
è
pronta per una nuova avventura.
NdA
Questa storia partecipa alla Rainbow Challenge indetta dal forum Siate Curiosi Sempre e alla To Be Writing Challenge 2023 indetta da Bellaluna sul forum Ferisce la Penna. Vi invito a dare un'occhiata a entrambi i forum, se siete in cerca di ispirazione per scrivere (o per attività varie legate a lettura e recensioni)!
Non
considero Chloé OOC perché la immagino maturare e
redimersi nel corso degli anni, percorso che trovo molto più
verosimile della direzione ridicola,
assolutamente ridicola in cui la manda il canon dopo la
terza stagione. :)
Ringrazio tantissimo Shireith, Sia e Sofifi per aver letto la storia in anteprima e avermi aiutata a migliorarla. 💚💚💚
Grazie
per aver letto, spero che la storia vi sia piaciuta. Alla prossima,
Mari