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Autore: TheLastReader    15/06/2023    0 recensioni
Conosciamo tutti la storia del Saiyan di nome Kakaroth, di come suo padre, capito le intezioni di Freezer, decide di far evaquare Kakaroth su una navicella, con destinazione il pianeta Terra. Ma in questo universo, un piccolo ed apparente incidente cambierà per sempre il corso della storia.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cooler, Freezer, Goku, Vegeta
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bardack si trovava da solo contro tutti, a lottare per il destino del suo pianeta, per il destino di sua moglie e per quello di suo figlio, Kakarot. Certo, ormai Kakarot era sano salvo, lontano dal pianeta Vegeta, ma sarebbe andato a recuperarlo subito, una volta ucciso quel demone di Freezer. 

il guerriero d'infimo livello si ritrovò ben presto accerchiato da miriadi di nemici, che tentarono il tutto per tutto pur di fermarlo. Lo scontro non pareva mettersi benissimo per il saiyan, che perdeva sangue dalla testa ai piedi, e probabilmente, sarebbe morto pirma o poi per mano dei soldati. Ma al solo pensare al figlio ed a Gine, gli diede una carica tale da non sentire quasi più il dolore fisico, continuando a lottare come un forsennato. 

"Freezer! Esci fuori e battiti con me! La devi pagare per il tuo tradimento!" sbraitò il Saiyan, mentre si apprestava ad abbattere l'ennesima orda di soldati.

Nonostante le parole provocatorie di Bardack, nessuno dei soldati di Freezer credette che sarebbe uscito contro un miserabile Saiyan come Bardack. Nemmeno lo stesso Bardock, credette che potesse uscire per suddette frasi. [Se non uscirai da lì... ALLORA VERRO' A PRENDERTI!] Pensò Bardack ancora più rabbioso.
Pensiero che però cambiò radicalmente quando, dallo sportello di quella gigantesca navicella spaziale, uscì il tiranno galattico, seduto sulla sua piccola poltrona volante.
I soldati rimasero letteralmente scioccati di fronte a Freezer, molti nemmeno lo avevano mai visto; I soldati, senza nemmeno rendersene conto, smisero di attaccare Bardock, quasi ammagliati dinanzi al loro capo. Altri invece, sentirono un brivido scendere lungo la schiena non appena incrociarono lo sguardo con Freezer, ed inconsciamente cominciarono ad allontanarsi dal tiranno galattico lentamente.
Lo sguardo del demone del freddo era estremamente brutale e tagliente, e non nascondeva il fatto che disprezzasse tutti quegli inutili soldati, che non erano riusciti ad abbattere un solo Saiyan. Freezer poi osservò quel lurido Saiyan, che tanto lottava per la sua inutile vita e di quella dei suoi compagni: Freezer odiava con tutto il suo cuore i saiyan, e vederne uno dinanzi a lui cercare di lottare contro il fato, gli fece ribollire il sangue.

"Eheheh.." ridacchiò il saiyan, che finalmente si trovava dinanzi al suo nemico mortale: Bardack, che ormai era allo stremo delle forze, cominciò a caricare tutta la sua energia in un unico, devastante colpo finale nel palmo della mano. 

"Ora riuscirò a cambiare il mio destino.. Quello di mio figlio Kakarot e di mia moglie, quella dei saiyan... Ed infine il tuo FREEZER! E' GIUNTA LA TUA ORA!"

Bardock, fece partire dalla sua mano un fascio di luce bianco, la onda più potente che avesse mai scagliato in vita sua, nel quale erano racchiusi tutto il suo disprezzo per il demone del freddo e tutta la sua rabbia per aver perso quelli che considerava fratelli. Bardack credeva che quel colpo avrebbe messo fine alla vita del tiranno galattico, ma ahimè, la potenza di Bardock non valeva nemmeno un briciolo della enorme e spaventosa forza di Freezer; il tiranno, che ormai aveva perso tutte le staffe, fece una sonora risata, e per una frazione di secondo, il saiyan vide nel suo volto l'immagine del demonio. Freezer, con il suo indice, generò una piccola sfera rossa, che cominciò ad espandersi ad una velocità pazzesca, inglobando dentro di se il raggio di Bardock ed espandendosi sempre di più.

"No non ci credo!" Il saiyan rimase esterefatto da tale sfera, che illuminava lo spazio buio come un piccolo sole. Forse avrebbe fatto meglio ad ascoltare Gine, quando gli propose di scappare dal pianeta insieme a Kakarot: Bardack credeva realmente di poterlo sconfiggere, ma ogni suo sogno di gloria venne praticamente fatto a pezzi. [Q-QUESTA E'... LA MIA FINE?!]

Freezer lanciò quella super sfera di energia rossastra sul pianeta, non curandosi dei suoi alleati che tanto lo avevano seguito. Molti dei soldati, capito la situazione, tentarono di fuggire, ma ormai il dado era tratto: Furono colpiti da quell'incredibile forza, ed i soldati, a contatto con la sfera, evaporarono in un istante. Bardack cercò di resistere invano, ma ormai era troppo tardi: Il suo corpo iniziò a bruciare, mentre via via perdeva coscienza di se. Ormai aveva perso la vista, e sentiva sempre di più le sue forze abbandonarlo.

Ma prima di chiudere gli occhi per sempre, ebbe un'altra visione: Nella sua visione, vide un'uomo alto, dalla capigliatura molto simile alla sua, circondato in una mare di sangue. Indossava una battle suit nera, e le sue braccia erano ricoperte da miriadi di cicatrici.
Piano piano l'uomo si voltò, come se stesse fissando Bardock. I suoi occhi erano completamente freddi e vuoti, ed il suo volto malinconico. [K..K..Ka-karot...?] Queste furono le ultime parole di Bardock, prima che venne completamente evaporizzato, così come il suo amato pianeta, che pochi secondi dopo la sua stessa fine.

"HAHAHA!" - Urlava di gioia il tiranno galattico, autocompiacendosi per il suo lavoro - "Meraviglioso, Stupendo, Meraviglioso! Zarbon, Dodoria, venite a Vedere! Uno spettacolo veramente indimenticabile, no?! HAHAHAHAHAH ".

Zarbon e Dodoria, che rimasero all'interno dell'astronave, rimasero incredibilmente scioccati dinanzi a tale potenza distruttiva: infatti, entrambi avevano sempre saputo che il loro Lord fosse un essere estremamente forte, ma mai prima d'ora l'avevano visto all'opera. Una cosa era diventata ormai certa per entrambi: se mai avessero deluso Freezer, sicuramente avrebbero fatto una brutta fine.


******


Intanto a qualche chilometro di distanza dall'esplosione del pianeta Vegeta...

Una piccola navicella riuscì quasi per miracolo a scappare dall'esplosione del pianeta Vegeta. In quella piccolissima navicella adatta ad una sola persona, risiedeva il piccolo Kakarot, figlio degli ormai defunti Bardock e Gine. Essendo che la sua potenza combattiva era solo 2, avevano deciso di mandarlo sulla terra, un pianeta con delle tecnologie sottosviluppate e con livello combattivo complessivo molto basso. In pochi anni, Kakarot sarebbe riuscito a conquistare il pianeta, in attesa che qualcuno fosse andato a recuperarlo.
Ma all'improvviso, un grossa roccia, probabilmente proveniente dall'ormai ex pianeta Vegeta, colpì la navicella del piccolo neonato deviando la traiettoria originale della navicella: fortunatamente, la navicella stessa non subì gravi danni, ma il computer di bordo andò completamente in tilt, e  la traiettoria della piccola navicella cambiò irremediabilmente.

Così, la navicella cominciò a navigare nel nulla cosmico per giorni, giorni che però divennero lunghissimi mesi. Certo, il piccolo Kakakrot era ignaro di quello che stava succedendo là fuori, visto che era stato addormentato con la tecnologia criogena, ma ormai il suo destino pareva segnato prima ancora di iniziare a muovere i suoi primi passi. La minuscola navicella, stava vagando nell'oblio dello spazio, circondato da rocce e detriti dello spazio, forse di qualche pianeta esploso non molto tempo fa. La sua ora sembrava vicina, se non fosse che per di lì, quasi miracolosamente, passava un'altra navicella spaziale, che lo recuperò tempestivamente: La navicella era molto grande e simile a quella di Freezer, sebbene pareva di un modello leggermente più vecchio rispetto a quello del tiranno galattico.


"Ehm... signore..." disse un uomo dalla pelle bluastra e dai capelli corti biondi con il riportino, mentre pilotava quell'enorme battello spaziale.

Un'uomo, al centro della stanza, aprì leggermente gli occhi, cominciando a stiracchiarsi di qua e di là. Era un'uomo alto, dalla pelle viola e da delle protezioni esoscheletriche naturali bianchi sul cranio, sul petto, sugli avanbracci e sulle tibie. Possedeva inoltre, una strana placca bluastra sopra la nuca, che si estendeva in modo verticale fino alla collottola*

"Cosa diavolo vuoi, Sauzer? Non vedi che sto riposando?"  disse l'uomo in mezzo alla stanza,  infastidito dal fatto che fosse stato svegliato.

"... Chiedo scusa, Lord Cooler. Ma mi hanno appena riferito di aver recuperato una navicella data in dotazione ai Saiyan... All'interno di questa navicella, c'era un cucciolo di Saiyan. Pensavo che le potesse interessare."

"Ancora con questi luridi Saiyan..." - lo sguardò di Cooler si fece sempre più minaccioso, e la sua aura cominciò a far tremare tutta la navicella, rischiando di farla esplodere da un momento all'altro. Ogni volta che sentiva parlare dei Saiyan, il suo sangue ribolliva: Infatti, anni prima della colonizzazione del pianeta Saiyan, fu grazie alla strategia di Cooler se riuscirono a colonizzare il pianeta Vegeta senza troppi problemi, ed il fatto che suo padre, oltre a non riconoscere il suo lavoro, diede il totale controllo all'odiato fratello, l'aveva mandato su tutte le furie, tentando addirittura alla vita di Freezer, fallendo miseramente e venendo malamente sconfitto da quest'ultimo. Per questo, fu esiliato per quasi 10 anni dal pianeta COLD-751, e gli venne dato l'infimo compito di amministrare gli altri pianeti conquistati nella galassia, quasi 300. Ora Cooler stava per far ritorno a casa, ma quella storia era ancora una ferita aperta per lui, e difficilmente se ne sarebbe dimenticato.

"Dannato Sauzer!" - sbraitò il demone del freddo, facendo rabbrividire tutta la sua squadra all'interno della navicella - "Cosa diavolo vuoi che mi interessi di un infimo Saiyan! Uccidilo, prima che mi arrabbi sul serio!" disse Cooler, con gli occhi che stavano per uscire fuori dalle orbite per la rabbia.

Sauzer, che rimase pietrificato per qualche istante, sapeva che quando Cooler dava un'ordine, doveva eseguirlo senza fiatare. Ma l'alieno aveva un piano in mente, un piano che forse sarebbe piaciuto al suo commandante.

"E-E se lo prendessimo con noi invece? Ci pensi un'attimo: pure lei ha detto che i Saiyan sono una razza utile perché agiscono senza controbattere. Amano distruggere cose ed amano il brividi del combattimento... Forse, potrebbe rendersi utile per aiutarci ad amministrare quei pianeti così lontani e così fastidiosi... Che ne dice, mio signore? Inoltre, la navicella aveva il simbolo reale, quindi, potremmo addirittura aver trovato un piccolo tesoro. Potrebbe essere utile come quei 3 saiyan sotto l'ala di Freezer..."

Cooler ci pensò un'attimo: la cosa che odiava più di tutte, era la gestione di quei pianeti così lontani, nei meandri della galassia del sud. Anche se detestava recarsi lì ogni anno perché lo teneva lontano dalle questioni famigliari, vista la grande distanza tra il pianeta COLD-751 e le colonnie di suo padre ereditate da Cooler era enorme e lo teneva in viaggio per almeno 8 mesi. Inoltre, quei pianeti erano poveri, ed il loro livello combattivo complessivo era particolarmente basso: un pianeta di poco conto per lui, e che un Saiyan, anche di infimo livello, poteva gestire dei pianeti così scadenti.

"Voglio vederlo" - disse il demone del freddo, digrignando i denti - "Voglio vedere il marmocchio prima di prendere una qualsivoglia decisone..."

Sauzer, accompagnato da Cooler, si diressero verso il centro medico installato nella navicella, dove era stato incubato il neonato.

Cooler fantasticava sul livello combattivo del ragazzino, curioso di conoscere il suo livello combattivo. [Per essere stato spedito via in una navicella reale... Può darsi che abbia una potenza latente enorme...se è come quella del principe...Potrebbe rivelarsi decisamente utile] Pensò tra se e se il demone, fantasticando su quello che avrebbe potuto fare con il saiyan, ma le sue attese vennero estremamente deluse, quando vide la potenza combattiva del Saiyan.

"...2?" Cooler rimase in silenzio, mentre Sauzer, temendo la reazione negativa di Cooler, si scaglio verbalmente contro un'uomo alto e muscoloso, dalla pelle verde e dai lunghi capelli castani.

"Dannato Dore! hai sfaticato il lord per una merda come questa?!"

"Non urlare con me, Sauzer!" - urlò l'omaccione, rispondendo con tono - "Non avevo lo scouter con me, così ho pensato che dovesse essere forte, visto che si trovava nella navicella con il simbolo reale di Re Vegeta!"

Sauzer non seppe cosa rispondere e, stizzito da tale situazione, decise di far fuori dall'incubatrice il bimbo prima che Cooler perdesse le staffe. Sauzer prese il piccolo saiyan, pronto ad ucciderlo.

Il piccolo Saiyan cominciò a piangere ed a dimenarsi, colpendo ripetutamente con i piedi il viso di Sauzer che, innervosito, lo sbatté per terra, facendogli perdere i sensi.

Sauzer caricò una piccola sfera d'energia, quando, nel momento in cui stava per dargli il colpo di grazia, fu bloccato per il braccio da Cooler.

«L--Lord Cooler...?» disse spaesato Sauzer, non capendo le azioni del suo boss
Cooler aveva il sorriso sulle labbra, divertito da quella strana situazione: Il marmocchio sembrava inutile, è vero, ma forse, i saiyan avevano scoperto qualche sua potenzialità, all'apparenza nascosta. D'altronde, quale poteva essere l'utilità di salvare una nullità come quel bambino? Magari si stava sbagliando, ma non poteva lasciarsi sfuggire una simile opportunità.

"Sauzer, risparmiamolo. Potrebbe tornarci utile..." disse l'alieno al suo sottoposto che, calmatosi, annui senza dire una parola, abbassando la sua aura.

"Dora" - disse Cooler, riferendosi all'uomo dalla pelle verde - "Ascoltami attentamente: per i prossimi 5 anni, voglio che lo alleni fino allo sfinimento. Ha la pelle dura, non morirà. Finito quei 5 anni, lo manderemo "nel purgatorio".

"Purgatorio..." disse Dore, deglutendo in modo vistoso: lui, a differenza dei suoi compagni, oltre ad avere un cuore "più morbido" rispetto a Sauzer,non odiava i Saiyan, anzi, li riteneva una razza interessante. Per questo, quando sentì di mandare a solì 5 anni il piccolo Saiyan nel purgatorio, ebbe un piccolo sussulto. Il purgatorio era un luogo estremamente pericoloso, un concentrato di assassini e psicopatici, il peggio del peggio al servizio di Re cold. Avrebbe voluto evitare di mandare un essere così debole in quel regno dai tratti demoniaci ed infernali. Ma lui, come molti altri, doveva solamente eseguire gli ordini, come aveva fatto per moltissimi anni ormai, senza obiettare. "Come desidera, padrone..."

"Bene" - disse Cooler, mentre si voltò per ritornare nella sala piloti, per poi fermarsi dinanzi alla porta scorrevole "Tagliate quella stupida coda da Saiyan, non voglio che si trasformi all'interno della mia navicella. E trovategli un nome."

Un nome? Dore e Sauzer si guardarono perplessi: difatti, i soldati non avevano un nome. O meglio, c'è l'avevano, ma veniva rimpiazzato da numeri seriali. Solo coloro che entravano nelle squadre speciali, riottenevano un nome, scelto sempre e comunque da Cooler e Freezer.

"E io come diavolo lo dovrei chiamare questo moccioso? Dore, occupati tu di questa faccenda..."  disse Sauzer, che non aveva tempo da perdere nel cercare un nome futile per un bimbo inutile.

Sauzer se ne andò, lasciando Dore ed alcuni medici da soli con il piccolo Saiyan.
Dora, appena Sauzer se ne andò, tirò fuori una piccola targa di rame con inciso degli strani simboli, che trovò negli affetti personali del cucciolo di Saiyan.
Lui non si ricordava del suo nome, ed a stenti, non si ricordava nemmeno il nome dei suoi genitori. Ma una cosa, non dimenticherà mai: l'immagine dei suoi genitori, che lo nascosero dalle incursioni dei soldati di dubbia provenienza. Si era salvato per miracolo, e se non fosse stato per Cooler, ora sarebbe semplicemente cenere. Dora si rivedeva nel bambino, cominciando a provare qualcosa simile alla compassione.

"Hey voi" - disse l'uimo verde, rivolgendosi ai medici nella stanza - "Sapete leggere cosa c'è scritto?"

I medici osservarono la targa, non riuscendo a comprendere quei caratteri così rudimentali; solo uno di loro però, riusi a leggere quei caratteri così rudimentali.
"Penso che ci sia scritto... Kakarot?"

"Kakarot, eh?" - disse Dora, con un leggero sorriso sulle labbra - "Che nome buffo..."

FINE PROLOGO - IL DESTINO E' SEGNATO.





PRECISAZIONI: PER LA PRIMA PARTE DI QUESTO PROLOGO, HO UNITO IL VECCHIO SPECIAL DI BARDOCK CON LA STORIA DI BARDOCK IN DRAGON BALL MINUS... 

   
 
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