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Autore: Little Firestar84    21/06/2023    7 recensioni
Dopo aver difeso da uno stalker la bella testimonial dello spot di una caramella che promette di avere il sapore di un bacio d'inverno, Ryo e Kaori si ritrovano a litigare, e le cose...non vanno esattamente come avevano immaginato.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Seduti al tavolo della loro cucina, Ryo e Kaori contemplavano le loro misere finanze; Ryo aveva messo il muso, e sospirava tapino mentre giocherellava col sacchetto di bon bon che aveva davanti, mentre Kaori gli stava lanciando delle occhiate feroci degne di un predatore dai denti aguzzi affetto da rabbia silvestre.

“Non riesco a credere che tu sia stato così idiota, Ryo!” Kaori abbaiò, sputandogli addosso tutta la sua collera. “Come diavolo hai fatto a farti imbambolare così? Possibile che tutte le volte che vedi una donna inizi a pensare col tuo stramaledetto mokkori e smetti di ragionare?”

“Sigh…Hagi, era così carina… e anche la presidentessa della compagnia…e l'agente di Hagi…sigh… e io adesso sono qui tutto solo, soletto come un cane, sigh…”

Ci sarei io qui, cretino col mokkori facile, kaori fece per dire, ma decise di evitare- tanto, a cosa sarebbe servito? A nulla: Ryo non sembrava darle retta, e ben avesse deciso di degnarla di una risposta, sarebbe stato di certo la solita solfa di tu non sei una donna, tu non conti, maschiaccio, travestito, mezzo uomo ed il suo solito repertorio.

E sinceramente, era già troppo arrabbiata, una sola parola di troppo sarebbe bastata per trasformarsi nella proverbiale goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso e l’avrebbe fatta impazzire di rabbia - Ryo aveva deciso di seguire quel caso di nascosto, senza dirle nulla, col risultato che il cliente aveva finito per pagarli in caramelle, il prodotto a cui la bella modella Hagi prestava il volto - e frustrazione - due mesi da quando erano quasi morti in quella maledetta radura e Ryo aveva di nuovo finito col prendere parte ad una partita di Gioco dell’Oca con lei, ritornando bellamente alla partenza senza considerarla.

“Sigh…dovremo tirare di nuovo la cinghia questo mese….” Kaori sospirò, mettendosi un bon bon in bocca e lasciando che la delicata pralina le si sciogliesse sulla lingua. “Beh, almeno sono buone… chissà se davvero hanno il sapore di un bacio, però.” Le parole le uscirono di bocca così, di getto, senza nemmeno che lei se ne rendesse conto, e Ryo alzò lo sguardo verso di lei, occhi sgranati, palpebre che si aprivano e chiudevano mentre lui la guardava incredulo, quasi non si potesse capacitare che proprio lei, la timida, casta e pura Kaori, avesse osato parlare di un simile argomento - di fronte a lui, per giunta, riferendosi allo spot in cui la giovane modella recitava la parte di una graziosa studentessa che diceva che quelle caramelle avevano il sapore di un focoso bacio davanti al caminetto in una notte d’inverno.

Ryo ingoiò a vuoto: Kaori era stata già baciata? Non da lui, che l’aveva cercata solo attraverso un freddo vetro per poi correre in ritirata usando le scuse più becere, ma… altri? Sapeva che c’era stato un tizio, che adesso faceva fotografie, che si era preso una sbandata per lei al liceo, poi c’era stato Uragami, e anche Kitao, e soprattutto… Mick, era mai andato oltre quello che lui aveva definito come un innocuo bacio datole quasi sulla bocca? Certo, quella domanda sussurrata da Kaori sembrava suggerire che non fosse ancora successo nulla, ma poteva esserne certo, lui, lo sweeper che non capiva le donne- specie quella con cui condivideva il tetto?

Ryo iniziò a sudare freddo, ed ingoiò a vuoto: sapeva che era del tutto irrazionale pretendere che Kaori rimanesse vergine casta e pura vita natural durante mentre lui si dava ai bagordi con le altre, eppure era così. Non tollerava nemmeno l’idea che un altro uomo la baciasse, ma lui non riusciva a farlo.

Lei ora però gli stava offrendo la possibilità di farlo senza problemi- l’avrebbe dicendo che lo faceva solo perchè così lei avrebbe avuto le sue risposte, ed intanto si sarebbe tolto lo sfizio, e certamente sarebbe tornato tutto a posto da lì in poi, lui si sarebbe tolto la sorella di Hideyuki dalla testa una volta compiuto il fattaccio, lei avrebbe avuto il suo primo bacio (con cui avrebbe comparato tutti i baci successivi, facendo uscire Ryo sempre vincitore, lo sweeper ne era certo) e sarebbero stati tutti felici e contenti.

“Vuoi provare?” Le disse, col suo tono da seduttore, allungandosi verso di lei e afferrando il mento di Kaori tra due dita, obbligandola a guardarlo negli occhi.

“Eh?” Lei balbettò, arrossendo, chiedendosi se lui la stesse prendendo in giro, come avrebbe reagito lui ad una risposta affermativa o ad una negativa.

Ryo, però, non attese oltre: si abbassò sulla giovane, posando le labbra su quelle di lei. Subito non andò oltre, perché avvertiva quanto lei fosse rigida, lo stupore, gli occhi sgranati e le labbra serrate… poi però accadde qualcosa, nemmeno lui seppe dire esattamente cosa.

Kaori sospirò, languida. Rilassò il suo intero corpo, e socchiuse gli occhi mentre il cuore le batteva a mille, e dischiuse leggermente le labbra per dare accesso a Ryo. Lui non se lo fece ripetere oltre, approfondì il bacio stuzzicando Kaori con la lingua, e nel giro di un attimo fu lui a mugugnare di piacere, quando lei prese a far scorrere le dita affusolate nei suoi capelli corvini.

E poi… e poi Ryo sentì solo più dolore, quando rovinò a terra con un bernoccolo grande come una bottiglia di sakè, sprofondando nel pavimento sotto al peso di uno dei pesanti martelli di Kaori.

“Ma… ma… ma….”

“RYO, SEI SOLO UN BRUTTO IDIOTA BASTARDO!”

Quando i muri tremarono dopo che Kaori aveva sbattuto la porta, sbraitando insulti su insulti, Ryo non si era ancora del tutto ripreso, e non capiva cosa diavolo fosse successo… e perché Kaori se la fosse presa tanto per un semplice bacetto.

“Beh, allora cosa ha fatto Ryo stavolta?” Miki le domandò, sorriso radioso nonostante non si fosse ancora del tutto ripresa dopo essere stata quasi uccisa al proprio matrimonio.

“Perchè credi che Ryo abbia fatto qualcosa?” La voce di Kaori era seccata, quasi provasse anche disgusto fisico solo al pensare al suo socio, e Miki sghignazzò, trovando i due City Hunter quasi teneri nel loro dimostrarsi amore in quel modo così adolescenziale ed infantile.

“Beh, non hai ancora messo lo zucchero eppure giri da…vediamo… quasi dieci minuti il caffè e non lo hai ancora bevuto.”

“Io, io… io lo voglio bere freddo ed amaro, sì!” Kaori arrossì, imbarazzatissima, e bevve in un solo sorso la bevanda: seppure adorasse il caffè di Miki, freddo e senza zucchero era davvero disgustoso, ma non avrebbe mai dato all’amica la soddisfazione di aver visto giusto sul motivo del suo turbamento.

“Ne sei del tutto sicura, Kaori?” Domandò, alzando un sopracciglio, con un sorriso saccente e saputello sul viso.

“Io… io… io…”

Kaori avrebbe magari anche aggiunto qualcosa, dimostrando come le sue abilità linguistiche potessero andare ben oltre i semplici monosillabi o il pronome personale di prima persona singolare, ma fu battuta sul tempo dalla porta del locale che veniva sbattuta contro il muro, rumore a cui fece seguito lo sbattere di piedi sul delicato pavimento in cotto.

Piedi che appartenevano ad un furibondo Ryo.

“Ecco dov’eri finita, avrei dovuto saperlo che eri qui a complottare con Miki, mentre io mi preoccupavo per te!” La aggredì, avvicinandosi con passo pesante. Kaori fu dapprima spiazzata, poi però qualcosa scattò in lei, e la donna si alzò, sovrastando Ryo nonostante lui fosse uno dei pochi uomini più alti di lei.

“Tu? Da quando tu ti preoccupi di me, o dei miei sentimenti, brutto scimmione arrapato!”

Miki li guardò per circa venti minuti litigare e lanciarsi cose addosso; afferrò il blocco che teneva in un cassetto dietro al bancone, e sospirando sconsolata prese ad annotare tutto ciò che quella coppia sgangherata stava distruggendo, e non per la prima volta si domandò perchè tutta quell'energia sessuale non la potessero impiegare sotto alle lenzuola invece che tra le mura del suo amato locale.

Una martellata- un servizio di porcellana a pezzi.

Insulti- vetri in frantumi.

Colpi di pistola- il pavimento trivellato.

Altri insulti - uno dei lampadari cadeva a terra, andando in frantumi.

“Tu non pensi mai ai miei sentimenti!” Sbraitò lei.

“E tu non pensi mai che io possa averne, di sentimenti!" Lui le rispose, la voce una nota più alta, la loro una gara a chi si faceva sentire di più dal vicinato.

“Dovrò passare la vita consapevole che tu mi abbia dato il mio primo bacio!” Lei piagnucolò, ma quelle parole, in quell’ordine, fecero scattare un meccanismo nel cervello di Miki che fece ricadere la sua attenzione nuovamente sulla coppia di sweeper, che prese a fissare quasi fosse stata una consumata reporter della colonna di gossip di un giornaletto di provincia.

“Eh no, cara, tu adesso passerai la vita a paragonare ogni bacio al primo, perché sono stato io, Ryo Saeba, a dartelo, lo stallone di Shinjuku!"

Le avesse avuto, Miki avrebbe rizzato le antenne- e forse lo fece anche Kaori, perchè smise di urlare e di picchiare a sangue il suo partner, e lo fissò, invece, stupefatta, sbattendo gli occhioni da cerbiatta che si ritrovava.

“Tu… tu… tu…” Kaori si tappò la bocca: a quanto pare, andare oltre ai monosillabi e ai pronomi oggi non era cosa, per lei.

“Sono settimane che ci penso, va bene? Da quando quell’idiota di un biondino ha iniziato a prendermi per il culo perchè ti avevo raccontato quella fesseria sull’istinto di conservazione!” Le sbraitò contro. “E io sarò stato un demente, ma tu fai smepre la preziosa, e la timida, e la verginella… E HAI FATTO GLI OCCHI DOLCI A QUEL COGLIONE PATENTATO E NON POTEVO PERMETTERE CHE QUELL’AMERICANO DA QUATTRO SOLDI TI BACIASSE, VA BENE? SE QUALCUNO DOVEVA DARTI IL TUO PRIMO BACIO QUELLO SONO IO E…!”

E Ryo non poté andare oltre; si fermò, quando vide Kaori piangere. Lei, senza smettere di singhiozzare, gli gettò le braccia al colle, e lo strinse il più forte possibile contro di sé, nonostante lui non fosse del tutto a proprio agio.

“Oh, Ryo… sono così felice…” ammise lei, tra i singhiozzi. “che sia stato tu il mio primo bacio…e che tu me lo abbia dato perché lo volevi, e non perchè… perchè era un capriccio.”

Ryo arrossì, sentendosi leggermente in imbarazzo; poi, pensò che dare un bacio - leggero, dolce e vero e consensuale - a Kaori a quel punto sarebbe stata la cosa giusta da fare - inoltre, lei aveva già socchiuso gli occhi, e si era messa sulle punte sporgendosi verso di lui. La magia stava per avvenire quando entrambi sobbalzarono, udendo qualcuno schiarirsi la voce alle loro spalle.

Umi . che, lanciarazzi in mano, sorrideva con un sorriso a denti stretti, un sorriso che aveva un qualcosa di diabolico.

“Piccioncini…. che ne dite di saldare il conto?” Domandò (minacciò) loro.

“Ehm… magari un’altra volta, anzi, sai che ti dico, ti giro quello che mi hanno pagato quelli della pubblicità delle caramelle, eh, ehe, eh…” E senza aggiungere altro, Ryo afferrò Kaori per la mano, e corse fuori dal locale, inseguito dal suo nemico-amico del cuore.

Senza mai smettere di stringersi la mano, Ryo e Kaori scoppiarono a ridere, mentre correvano verso casa- quattro mura che dal quel momento in poi avrebbero avuto tutto un altro sapore.

   
 
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