Cap.40 La spada della fenice
La lama di Piccolo roteava
rapidamente, emanava un’energia
pulsante nero-blu che spazzava via i fumi ipnotici dell’edera
pallida e
luminescente che cresceva tutt’intorno a loro.
Non potrai sconfiggermi con le tue
allucinazioni, mi
dispiace. La mia mente non sarà un’altra tua
vittima! Pagherai per tutto quello
che hai fatto soffrire al mio piccolo Gohan pensò il
namecciano.
La lunga lancia di cristallo argenteo
riuscì a ferirlo
superficialmente diverse volte, strappandogli anche i vestiti, ma non a
trapassarlo.
Piccolo balzò, evitando
una spazzata dell’avversaria. "Ancora
non riesco a credere a quello che è successo, si vede che
gli dei fanno riferimenti
a poteri che ancora non conosciamo abbastanza".
Vegeta si
arcuò
all’indietro e i suoi occhi divennero bianchi.
Piccolo
pensò: Ha
ragione lui. Non vorrei dovermi prestare a queste sciocchezze
pseudo-magiche e
molto strane. Però quella pazza deve pagarla per tutto il
male che ha fatto
patire a Goku
Questa cosa
è
dannatamente peggio delle fusion ringhiò, arrossendo. Un
portale di fiamme
blu-nere si era aperto sul ventre di Vegeta, illuminando
tutt’intorno, piume di
fuoco volavano tutt’intorno.
Il
namecciano infilò
il braccio al suo interno e sentì sotto le dita
l’elsa di una spada, la
estrasse, sollevandola sopra la propria testa.
Vegeta si
abbandonò
incosciente, il portale scomparve. Piccolo
gl’impedì di cadere a terra,
afferrandolo con l’altro braccio, passandoglielo dietro la
schiena.
Piccolo riuscì a ferire il
braccio dell’avversaria,
strappandole anche una parte della manica. La stoffa si
trasformò in farfalle
verde acide che scomparvero, dense gocce di sangue caddero a terra.
«Maledetto!
Me la pagherai!» urlò la saiyan, intensificando la
potenza dei colpi. La sua lancia si spezzò, andando in mille
pezzi.
Piccolo conficcò la lama
della spada nel pendente della
regina Sarah, gridando: “«Io,
Demon King, guidato da Zeno-sama ti purifico! Che tu
possa tornare ad essere una dea benigna per il tuo popolo, Selene!».
Il medaglione brillò e la regina urlò,
indietreggiando, cadde in ginocchio e le
iridi dei suoi occhi passarono dal color pece all’ambra. Le
vesti si ritirarono
e da verdi si tinsero di blu, trasformandosi in una battle-suit, il
tessuto di
raso che le stringeva la coda si sciolse, liberandola.
Il grido di Selene
continuò a risuonare, mentre il palazzo
intorno a loro svaniva. Le foglie dell’edera lunare
appassirono e il bagliore
si spense.
Piccolo cadde in ginocchio, il sudore
colava copioso dal suo
viso.