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Autore: Fiore di Giada    28/06/2023    0 recensioni
[Libera di amare/ El privilegio de amar]
Vittorio Duval, dopo la morte del suo (presunto) figlio, scoppia a piangere tra le braccia del padre.
Cosa avrà pensato Andrea, in quei momenti?
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A passo rapido, entro nel bar dell’ospedale.
Lancio brevi sguardi a destra e a sinistra. Devo trovare Vittorio.
La tragica morte di suo figlio lo ha sconvolto.
Pochi istanti dopo, scorgo la sua figura seduta ad un tavolo.
Si stringe le mani e il suo sguardo fissa un punto indefinito.
Mi avvicino a lui, mi siedo e lo osservo. Scorgo il luccichio delle lacrime nei suoi occhi cerulei.
Il suo cuore si incolpa per la tragica morte di suo figlio.
D’istinto, lo abbraccio e lui crolla tra le mie braccia.
Si appoggia contro la mia spalla, come un bambino spaventato, e, per alcuni istanti, dalle sue labbra escono mormorii incomprensibili.
Scuoto la testa e gli sfioro i capelli. Non è giusto che lui si tormenti per un tragico incidente.
Non ha certo desiderato lui la morte di quella creatura indifesa!
Stringo la mascella. Quando abbiamo saputo della gravidanza di Tamara, io e Luciana gli abbiamo ricordato le sue responsabilità.
E ora mi chiedo se sia stato giusto.
Quella donna non ha esitato a commettere pazzie, nonostante il suo stato.
E ora, con le sue sceneggiate patetiche, condanna Vittorio ad una vita di dolore senza fine.
E io, come padre, non posso sopportare l’agonia di mio figlio.
− Non mi perdonerò mai per quanto è successo… − sussurra la voce di Vittorio.
Il suo tono, così straziato, mi lacera il cuore. Il suo rimorso mi soffoca e io non so che cosa fare.
A cosa serve il mio amore di padre?
− Vittorio, capisco che per te sia duro e doloroso, ma cerca di fare uno sforzo, in questo momento non puoi lasciarti andare.  – mormoro.
− Ma tu sai che significa che Tamara ha perso il nostro bambino? E il modo in cui l’ha perso? – replica. La sua voce, pur flebile, vibra di disperazione.
Ne sono sicuro, i suoi occhi vedono ancora Tamara trascinata dall’auto.
E tale visione inasprisce il suo senso di colpa, già forte.
Lo stringo ancora di più contro il mio petto e freno un sospiro. No, devo mostrarmi forte.
− Devi stare attento. Non permettere che si formi dentro di te un inutile senso di colpa. – affermo, risoluto. No, non merita un simile, orribile peso sull’anima.
Ne sono sicura, Tamara potrebbe usarlo contro di lui.
− E’ soltanto mia la colpa, papà. – ribatte lui, disperato.
Appoggio la mia guancia sulla sua fronte. Il suo amore di padre, così profondo, gli impedisce di vedere la realtà nella sua completezza.
Lui non ha visto Tamara e non ha potuto evitare la collisione.
Anzi, lei non si è curata del suo stato e lo ha seguito in una corsa inutile e insensata.
− No, questo non è vero. Tu non hai nessuna colpa. E’ stato solo un incidente. E’ terribile perdere un figlio, ma ti passerà. E comunque… E’ stata una imprudenza di Tamara e non tua a provocarlo. – affermo, pacato.
− Mio figlio, capisci? Mio figlio… − ripete.
Freno un sospiro amaro e continuo a toccargli i capelli. La sua pena riflette il suo amore per quel bambino così sfortunato.
Per lui, non ha esitato a sacrificare la sua felicità e il suo amore per Cristina.
Ha cercato di dargli l’amore che lui, figlio senza madre, ha ricevuto da Luciana.
Ma il suo gesto, così generoso, non è servito a nulla.
E ora una domanda tormenta la mia mente, mentre lo stringo tra le mie braccia.
Che cosa ne sarà di lui?

   
 
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