Era estate, per l'esattezza agosto, un caldo torrido che non si poteva respirare in Giappone, era un lunedì un giorno lavorativo come tanti e come al solito camminavo per le strade di Tōkyō per andare in ufficio. Facevo la giornalista per un giornale del quartiere, la paga era abbastanza buona e riuscivo a mantenermi in una città cara come Tōkyō. La casa dove vivevo non era tanto grande ma l'affitto era economico e riuscivo a gestirmi con il resto dello stipendio per le altre spese, anche perché non avevo una macchina e non avevo bisogno nemmeno di fare la pendolare perché l'ufficio era vicino casa mia. Alle 9 di mattina arrivai in ufficio e salutai tutti i colleghi in corridorio che nel frattempo stavano bevendo un caffè americano dalla macchinetta. Mi sedetti sulla mia scrivania, accesi il PC quando ad un tratto mi si avvicinò Robin la mia collega e amica da circa 4 anni precisamente da quando mi trasferii a Tōkyō per lavoro e disse:"Buongiorno Hancock, ascolta il capo redattore ti vuole subito in ufficio, deve dirti una cosa". Le risposi:"Ma perché che ho fatto? Se è per lo scorso numero gli ho detto che non si può fare più nulla su quell'articolo!". Robin si avvicinò ancora di più a me e disse a voce bassa:"No no, non credo che sia per quell'articolo, non so dirti bene i dettagli ma è meglio che vai, oggi è pure nervoso che poco fa litigava con la moglie al telefono, sarebbe meglio evitare di farlo arrabbiare". A quel punto risposi:"Ok, ho capito Robin, vado subito, grazie. Come farei senza di te amica mia?". Lei mi sorrise e nel frattempo mi dirigevo verso l'ufficio del capo.