C'era una volta una principessa di nome Naysha.
Un giorno suo padre la chiamò nel suo studio e le disse: - Naysha, domani io e tua madre dovremo andare per qualche giorno in un regno vicino e tu dovrai governare in nostra assenza.
- Ma papà, sei sicuro che io sia pronta?
- Certo! Sei una ragazza intelligente e poi ci sarà Silas ad aiutarti.
Silas era stato il precettore del re quando era piccolo e adesso era quello di Naysha.

Il mattino dopo, il re e la regina partirono e Silas illustrò alla principessa tutti i suoi compiti e le fece fare un giro del castello per mostrarle le varie stanze.
Erano così tante che Naysha, pure se viveva lì da sempre, alcune neanche le conosceva!
Quando arrivarono davanti all'ultima stanza, Naysha chiese: - E questa cosa contiene?
- Nessuno lo sa più. Vostro padre l'ha fatta chiudere tanti anni fa e ha nascosto la chiave - rispose Silas.

Quel pomeriggio Naysha si stava occupando di alcuni documenti, quando entrarono nello studio Abby e Leah, le sue dame di compagnia e migliori amiche.
- Ciao, Naysha - la salutò Abby.
- Ciao, ragazze.
- Ancora non riesco a credere che tuo padre ti abbia messa a comando del regno! - disse Leah. - Sarai emozionata!
- Altroché! Spero tanto di non deluderlo! Abby, potresti passarmi il registro su quello scaffale?
Ma quando la dama prese il registro, dalle sue pagine cadde una piccola chiave d'oro.
- E questa che ci fa qui? - chiese Abby raccogliendola.
- Non avevo mai visto questa chiave - disse Naysha. - Un momento! Stamattina Silas mi ha fatto vedere una stanza che è rimasta sigillata per anni: e se questa fosse la chiave che la apre?
- Perché non andiamo a vedere? - propose Leah.
- Non credo sia una buona idea, mio padre potrebbe arrabbiarsi se lo scopre.
- Dai, solo una sbirciatina!
Dato che anche Naysha era un po' curiosa, alla fine accettò.
Quando arrivarono nel corridoio dove si trovava la stanza, si assicurarono che non ci fosse nessuno nei paraggi e l'aprirono.
C'erano un armadio, un piccolo letto e tanti giocattoli e il tutto era ricoperto da un fitto strato di polvere e ragnatele.
- Forse questa era la stanza di mio padre quando era piccolo - disse Naysha.
- Ma perché l'avrà chiusa? - chiese Abby.
Poi notarono su una parete un quadro che raffigurava un uomo e una donna in abiti regali che tenevano in braccio un neonato.
- E quelli chi sono? - chiese Leah.
- Sono i genitori di mio padre. Sono morti durante una guerra quando lui era piccolo. Da allora è stato Silas a occuparsi di lui - rispose Naysha. - Ecco perché ha chiuso questa stanza: conteneva ricordi troppo dolorosi. Quando tornerà gliela farò vedere, penso gli farà bene.

Qualche giorno dopo i sovrani tornarono.
- Mi siete mancati! - disse Naysha correndo ad abbracciarli.
- Anche tu, tesoro! - disse la regina.
- Che stanchezza! Voglio andare subito a riposarmi! - disse il re.
- Aspetta papà, prima voglio farti vedere una cosa! Ci vorranno solo cinque minuti!
Il re accettò ma, quando la figlia lo portò davanti alla stanza, si irrigidì.
- Papà, io e le mie amiche ci siamo entrate e penso dovresti farlo anche tu.
- No, non ce la faccio! - disse il re con voce tremante.
- Continuare a reprimere i ricordi felici non ti farà stare meglio! Dai, entra!
Il re allora fece un respiro profondo ed entrò.
Rivedere quegli oggetti gli provocò un senso di malinconia, ma anche di felicità ricordando tutti i bei momenti passati con i suoi genitori.
Quando vide il loro ritratto, accarezzò i loro volti e diverse lacrime gli uscirono dagli occhi.
Abbracciò la figlia e disse: - Grazie, tesoro, per avermi restituito il mio passato!