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Autore: aelfgifu    06/07/2023    3 recensioni
La lunga notte e lo strano mattino di Karl-Heinz Schneider [seguito di “Noi siamo noi ovvero mio fratello, il Kaiser”)
Genere: Introspettivo, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Karl Heinz Schneider, Marie Schneider, Nuovo personaggio, Stefan Levin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tutti i miei cari'
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Emperor in Love
 

Ha segnato otto gol uno di seguito all’altro, e alla fine della partita era come se non avesse giocato neanche un minuto. Quando i tifosi impazziti sono entrati in campo, si è ritrovato con un fiume di lacrime ruscellante più per le guance, non ci vedeva più. Per diversi minuti non ha fatto altro che passarsi automaticamente il dorso della mano sulla faccia, a intervalli. E rientrando negli spogliatoi, è vero, si è messo a cantare sotto gli occhi sbalorditi dei compagni e dell’allenatore. Si è infilato sotto la doccia a testa bassa, ci è rimasto il tempo necessario, si è rivestito, ha buttato le sue cose nel borsone ed è uscito senza neanche asciugarsi i capelli.  Ora vorrebbe andare da lei, subito, ma da lei c’è un bambino che si è appena addormentato. 

 

Non torna a casa. Allunga il tragitto, prende l’A95. È tarda sera e c’è pochissimo traffico, l’Audi scivola a gran velocità lungo l’asfalto, sotto le luci dell’autostrada che gli passano sul viso a intervalli regolari. C’è silenzio, dentro di lui e attorno a lui, ma non gli passa neppure per la mente di accendere, che so, la radio. Dopo aver risposto al messaggio di Marie ha anche spento il cellulare. 

È l’una e mezza di notte quando raggiunge Berg. Parcheggia sotto un lampione, vicino al lungolago. L’aria ora è fredda, il lago non si vede, lo si può solo ascoltare. Mentre cammina meditabondo, lo sguardo rivolto verso le luci dell’altra riva, oltre l’acqua nera, un dubbio lo sopraffà all’improvviso. Che cosa è venuto a fare? È qui che è cominciato tutto. Era piena estate allora, aveva tolto il gesso da pochi giorni, portava un tutore. Si guarda la mano sinistra; apre e chiude il pugno più volte. Sono guarito. Immagina il gran bordello sui media, stasera, e ha ragione suo padre, è possibile che la federazione internazionale antidoping decida di fargli una visitina a sorpresa quanto prima. Karl cammina, non sa neanche per quanto tempo. Quando si ritrova accanto alla macchina, l’orologio che porta al polso segna le 4,09. Ha giocato una partita, ha segnato otto gol, ha camminato per ore e non è stanco. Magari può aspettare ancora un po’ prima di rimettersi sulla strada per Monaco. Tra un po’ dovrebbe albeggiare. Non ha mai visto un’alba sul lago di Starnberg. 

 

Stefan viene svegliato dalla suoneria della chat WhatsApp esattamente alle 5,57. 

 

Sei sveglio? 

 

“E chi è quel fenomeno che mi chiede se sono sveglio alle 5,57 della mattina?” si chiede lo svedese. Poi guarda meglio: trattasi di Schneider. “Come non detto” ridacchia Stefan: sa che il capitano non fa mai nulla a caso, neanche mandare un WhatsApp. 

 

Dove sei? risponde.

 

Sul lago di Starnberg, ma sto tornando a Monaco

 

E che fai sul lago di Starnberg a quest’ora?

 

Ho fatto una passeggiata. Volevo vedere l’alba

 

Pensavo fossi distrutto dopo ieri sera

 

Ti dispiace se passo tra un’oretta?

 

Figurati. Ormai sono sveglio!

 

E così, quando Karl-Heinz si lancia per le scale dell’elegante condominio dove abita Levin, trova il numero 12 del Bayern ad aspettarlo sulla porta, le braccia conserte, le gambe incrociate, in t-shirt, pantaloncini e ciabatte e un lampo sardonico negli occhi che sembrano neve sotto un cielo assolato. 

 

“Fai colazione con me?” esordisce Levin. 

Karl gli agita sotto il naso un cartoccio dal quale esce un profumo stordente di Krapfen freschi. Con ripieno di marmellata di mirtilli!

“È il minimo per averti svegliato”.

"Be’, io offro da bere, allora”. 

E quale non è la sorpresa di Karl-Heinz, quando Levin gli mette davanti una tazza di camomilla fumante! 

“Fai sul serio?” chiede il Kaiser. 

“Ti sembro uno che scherza?” risponde Levin sedendosi di fronte a lui e versandosi un generoso bicchiere di succo d’arancia. “Ho sentito tua sorella, mi ha detto che eri fuori di te e che se per caso avessi bussato a casa Levin avrei dovuto prepararti una camomilla”.

“Eh già, mia sorella” commenta Karl, assente. 

“Eh già, tua sorella”. 

Karl porta la tazza alle labbra con tutte e due le mani, ci soffia sopra ripetutamente perché la camomilla è ancora bollente e poi si arrischia a sorbire un piccolo sorso. 

“Mmm”. 

“Non hai dormito, eh?” 

“No, te l’ho detto, sono andato a farmi un giro sul lago di Starnberg”.  

"E perché proprio sul lago di Starnberg?” 

“I laghi favoriscono la meditazione, tu dovresti saperlo”. 

“Avevi bisogno di meditare?” 

Per tutta risposta, Karl prende un altro sorso di camomilla.  

”C’entra per caso la nostra comune amica?”

Karl posa la camomilla sul ripiano del tavolo e agita una mano, stizzito:

“La nostra comune amica è la mia ragazza”. 

Wow! Con quanta fierezza lo dice, pensa Levin.

“Uh, scusa tanto! Comunque c’entra lei?” 

Karl annuisce. Ha gli occhi cerchiati dalla stamchezza e dalla mancanza di sonno. 

“Hmmm. Se grazie a Jools segni otto gol a partita, la dirigenza ci mette la firma e ti raddoppia il bonus marcature”. 

Karl, che sembra non essere stato neanche a sentire, spara: 

“Mi trovo a un bivio, Stefan”. 

“Ah, sì?” chiede Levin incuriosito.

“Io voglio essere alla sua altezza”. Altro sorso di camomilla. “E voglio fare un figlio con lei, voglio che andiamo a vivere insieme, voglio che prendiamo un gatto, voglio sposarla, voglio che scriva il racconto più bello del mondo e lo scriva per me, voglio che venga a fare il tifo per noi ogni volta che giochiamo, voglio vincere tutto quello che posso perché glielo voglio dedicare, non necessariamente in quest’ordine. Sono impazzito?” 

“Ti era mai capitata una cosa del genere?” 

“No”. Altro sorso di camomilla.

“Perché non ti stendi un attimo sul divano? Ti rilassi un po’. Più tardi chiamala, vedetevi. Robby entra alla KiTa alle nove e poi lei torna a casa, oggi non ha impegni all’università”. 

Inaspettata, una fitta di gelosia punge Karl all’altezza delle costole. 

“Come sai che il piccolo entra alla KiTa alle nove e lei oggi è a casa?” “

“Io e Robby siamo grandi amici e conoscendo ormai a menadito il sito della LMU, so quando Julia ha lezione o ricevimento”. 

“Ah”. 

“Ora dai, riposati”. 

Schneider obbedisce e si sistema sul divano del salotto, di traverso, con la testa posata sul bracciolo e le gambe allungate. ‘Chiudo gli occhi solo per un minuto’ si ripromette.

Quando Levin si affaccia, asciugandosi le mani con uno strofinaccio - non ha lavastoviglie e lava personalmente tutti i suoi piatti - lo trova profondamente addormentato. Con un sogghigno afferra il telefono e avvisa chi di dovere. 
 

A: Mariechen 

È qui da me che dorme. Ha fatto colazione con Krapfen e camomilla

 

 

  
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