Anime & Manga > 19 Days
Ricorda la storia  |      
Autore: SonounaCattivaStella    10/07/2023    0 recensioni
In una calda giornata estiva Mo Guan Shan se ne stava mollemente sdraiato sul divano di casa, intento a fare zapping tra i programmi che trasmettevano alla TV in quel preciso momento. Mentre ridacchiava sommessamente per una battuta fatta dal presentatore del programma che aveva deciso di guardare, lo schermo del suo cellulare si accese e il suono inconfondibile della notifica di un messaggio riecheggiò per la stanza.
"Piccolo Mo~
Vieni a prepararmi il pranzo."
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: He Tian, Mo Guan Shan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

In una calda giornata estiva – con l’afa che si appiccicava addosso, creando un fastidioso strato di sudore sulla pelle, e il frinire incessante delle cicale a fare da sottofondo fuori dalla finestra –, Mo Guan Shan se ne stava mollemente sdraiato sul divano di casa, intento a fare zapping tra i programmi che trasmettevano alla TV in quel preciso momento.

Dopo aver sudato anche l’ultima goccia di energia vitale che gli era rimasta in corpo, finalmente riuscì a percepire e a godersi un po’ la frescura del ventilatore che si era puntato contro e che gli scompigliava appena i corti capelli rossi, trovando anche uno show interessante da seguire che gli permetteva di non pensare troppo alle goccioline dispettose che gli scendevano giù dalla nuca e si insinuavano sotto la canotta.

Mentre ridacchiava sommessamente per una battuta fatta dal presentatore del programma che aveva deciso di guardare, lo schermo del suo cellulare si accese e il suono inconfondibile della notifica di un messaggio riecheggiò per la stanza – seguito subito dopo da un altro trillo e dall’intensa vibrazione che aveva impostato per l’app di messaggistica. Si allungò svogliatamente fino al basso tavolino su cui aveva appoggiato lo smartphone e l'agguantò con uno sbuffo scocciato. Avvicinò il telefono al viso, lo sbloccò tenendo premuto il pollice sul touchscreen e, una volta letto il mittente, imprecò sonoramente.


Stronzo Tian
Piccolo Mo~
Vieni a prepararmi il pranzo.


Erano quelle le poche parole che l'altro gli aveva scritto; parole che ebbero il potere di fare incazzare Mo Guan Shan oltre ogni misura. Chi si credeva di essere, quel He Tian? Lo trattava come fosse il suo chef personale o il suo tutto fare. Si sbrigò a rispondergli un secco "Scordatelo" e si rimise comodo a godersi lo show televisivo. Quell’attimo di pace durò giusto un paio di secondi, dato che il suono fastidioso di un'altra raffica di notifiche interruppe nuovamente il momento. Per un'istante, pensò seriamente di lanciare il telefono contro il muro, ma accantonò immediatamente l’idea dopo essersi ricordato di non avere i soldi per comprarne uno nuovo – oltre al pensare che non ne valesse la pena; non per quello stronzo di He Tian.


Stronzo Tian
Peccato.
Oggi avevo intenzione di darti qualche soldo in più.
Ma, se non ti va, proverò a cercare qualcun altro.



Ed eccolo lì che giocava sporco. Ancora una volta.

He Tian sapeva quanto Mo Guan Shan fosse facile da corrompere. Per quello cercava sempre di comprarlo per mezzo dei soldi, obbligandolo a fare tutto ciò che gli chiedeva, e usava quel metodo ogni volta che aveva bisogno di qualcosa – anche avanzando la più inutile e stupida delle richieste, sapeva che il rosso non avrebbe rifiutato, se in cambio gli prometteva un compenso.

Come da copione, Mo Guan Shan accettò senza più replicare. Si alzò dal comodo divano dopo aver risposto con un secco "Arrivo" e si avviò verso il bagno per darsi una sciacquata al viso madido di sudore. Mentre si asciugava, lanciò un’occhiata al suo stesso riflesso che lo guardava di rimando da sopra il lavandino con le sopracciglia aggrottate e l’espressione contrariata. Non era per nulla felice di uscire a quell’ora, di incamminarsi spontaneamente per le strade battute dal sole cocente, ma scrollò ugualmente le spalle con fare disinteressato e gettò l’asciugamano tra i panni da lavare. Qualche spicciolo in più faceva sempre comodo, anche se avrebbe dovuto sgobbare per quel riccone nullafecente e preparargli il pranzo.

Afferrò velocemente le chiavi di casa e uscì per dirigersi verso il modesto appartamento dell'altro ragazzo – ci era stato solo un paio di volte, ma ricordava benissimo in quale zona della città si trovasse. Una volta messo il naso fuori dalla porta d’ingresso, l'afa lo investì in pieno e il primo pensiero fu quello di rientrare immediatamente per andare a piazzarsi di nuovo davanti al ventilatore. Poi, però, ripensò ai soldi che He Tian gli aveva promesso. Magari avrebbe potuto comprare un buon condizionatore, se fosse stato tanto bravo da estorcergli qualche banconota in più del solito. Con quell’idea allettante per la testa, uscì definitivamente di casa e si incamminò con passo sostenuto. Tuttavia, per tutto il tragitto non fece altro che lamentarsi e imprecare contro il moro che gli aveva stravolto la vita, in un modo o nell’altro, e che sapeva sempre come tenerlo in pugno.

Dopo un tempo che parve infinitamente lungo, Mo Guan Shan giunse finalmente ai piedi del grande palazzo che ospitava la suite di He Tian e guardò verso l’alto. Le vetrate dell’appartamento del moro rilucevano per via dei raggi solari che si infrangevano contro la superficie riflettente, ma quella era l’unica cosa che riusciva a intravedere, data l’altezza a cui erano situate. Il rosso non poté fate a meno di ringraziare il cielo per il fatto che al mondo esistessero gli ascensori e benedisse chiunque li avesse inventati.

Varcò il portone di ingresso che qualcuno aveva inavvertitamente lasciato aperto e si diresse tutto baldanzoso verso le porte che celavano la tromba dell'ascensore. Arrivato lì, un foglio bianco con su scritto "Guasto" uccise del tutto quel po' di buonumore che gli era rimasto. Rosso di rabbia – in tinta con il colore dei suoi capelli –, iniziò a calciare le spesse ante di metallo e a imprecare contro He Tian, utilizzando il suo ricco vocabolario di insulti personalizzati. Gliene avrebbe dette di tutti i colori, una volta giunto a destinazione; e avrebbe preteso il doppio della paga, per tutta quella fatica.

Come un toro in carica, Mo Guan Shan iniziò a salire i gradini due alla volta – cosa di cui si pentì una volta arrivato a metà scala, ma che non lo fece desistere, testardo per com’era. Sentiva i polmoni chiedere pietà e il sudore che gli scendeva lungo le tempie fino a gocciolare giù dal mento ad ogni scalino, eppure continuò imperterrito con quel ritmo fino a giungere davanti la porta di casa di He Tian. Con il fiato corto e piegato in due per riprendere aria, si preparò a buttare giù quella superficie di legno a suon di calci. Tuttavia, inquadrata bene la soglia, si accorse di un piccolo dettaglio che lo mandò totalmente in confusione: il pomello era sporco di sangue e la porta se ne stava leggermente aperta.

In un attimo, l’orribile pensiero che fosse successo qualcosa a He Tian gli attraversò la mente come un fulmine a ciel sereno. Senza pensarci su due volte, varcò con irruenza l’ingresso e iniziò a perlustrare l’appartamento in cerca dell’altro ragazzo. Quando i suoi occhi si posarono sulla figura di He Tian, sdraiata in maniera scomposta sul letto e contornata da piccole chiazze di sangue sparse qua e là per il lenzuolo, il suo cuore perse un battito. Era morto? Qualcuno a cui aveva pestato i piedi l’aveva colto di sorpresa all’interno di quell’alloggio spoglio?

«He Tian?» Lo chiamò flebilmente non avendo il coraggio di avvicinarsi per controllare se le sue supposizioni fossero vere.

Il moro non si mosse di un centimetro. Continuava a starsene sdraiato supino, le gambe penzoloni fuori dal letto e le braccia aperte sul materasso. Alla fine, Mo Guan Shan raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo e si avvicinò lentamente all’altro ragazzo. Si sporse per guardarlo meglio e provò nuovamente a chiamarlo.

«He Tian?»

Ed ecco che, improvvisamente, il moro alzò un braccio, afferrò la nuca di Mo Guan Shan e se lo tirò contro, facendo sì che le loro labbra cozzassero e si unissero in un bacio inaspettato. Il rosso spalancò gli occhi all’inverosimile e, dopo un attimo si sorpresa, puntellò le mani sul petto del moro e si allontanò bruscamente, pulendosi subito dopo la bocca con il dorso. Non era la prima volta che He Tian lo baciava, ma continuava a fargli sempre lo stesso effetto: un misto di schifo e strano piacere.

«Vaffanculo, brutto stronzo! Mi hai fatto venire un accidente!» Gli urlò contro, rosso di rabbia e imbarazzato fino alla punta dei capelli.

«Piccolo Mo, finalmente sei arrivato. Ti ho aspettato per così tanto tempo.» Disse in risposta He Tian, biascicando appena le parole. «Ho tanto freddo. Riscaldami.» Concluse cercando di afferrare l’altro dalla vita per tirarselo nuovamente addosso. Sembrava ubriaco.

Mo Guan Shan lo fissò con un grosso cipiglio stampato in viso. Perché quel ragazzo doveva essere così strano e a tratti quasi bipolare? I messaggi che aveva ricevuto non avevano lasciato trasparire niente di inconsueto – non più del solito, quanto meno –, eppure non si aspettava di certo di arrivare a casa del moro e trovarlo delirante, con le nocche coperte di sangue senza un apparente e reale motivo.

«Cos’hai combinato?» Chiese alla fine con uno sbuffo seccato, per poi sedersi sul materasso a pochi centimetri dal corpo dell’altro ragazzo.
He Tian aprì appena le palpebre e osservò Mo Guan Shan con occhi leggermente lucidi. Poi si girò su un fianco, cinse con un braccio le gambe del rosso e iniziò a parlare.

«Stamattina mi sono svegliato con un filo di febbre, così ho deciso di andare in farmacia a prendere qualche medicinale per evitare che la situazione peggiorasse. Mentre tornavo a casa, mi è venuta fame e mi sono fermato in un minimarket a comprare qualcosa da mettere sotto i denti. Uscendo dal conbini, uno stronzo mi è venuto addosso proprio mentre scartavo i miei tramezzini, facendoli cadere per terra insieme alla busta delle medicine che sono finite dritte sotto le ruote di una macchina. Non mi ha nemmeno chiesto scusa; anzi, pretendeva fossi io a guardare dove stessi mettendo i piedi. Gli ho smontato quell’aria da presuntuoso che si ritrovava a suon di pugni e sono tornato qua.» Concluse ridacchiando, stringendo un po’ di più le gambe del rosso per poi strofinare il naso contro una delle cosce.

Mo Guan Shan lo guardò con tanto d’occhi. Chi era quello scemo che si faceva venire la febbre, in estate, con quaranta gradi all’ombra? E che se ne andava in giro a spaccarsi le nocche sulla faccia del primo povero malcapitato? Quasi non credendo a quello che He Tian gli aveva appena raccontato, poggiò il polso destro contro la fronte dell’altro ragazzo e portò il sinistro sulla propria, per come gli aveva insegnato sua mamma. Effettivamente era parecchio caldo, ma non riusciva a capire quanto.

«Hai almeno un termometro in casa?» Chiese seccato. Non solo era andato lì per preparare il pranzo a quello stronzo, adesso doveva pure fargli da balia. Il quadruplo, gli avrebbe chiesto il quadruplo dei soldi.

«Sì, sta nell’armadietto del bagno.»

Dopo essersi tolto di dosso il braccio di He Tian, il rosso si diresse nella stanza indicata e tornò verso il letto con in mano il termometro. Con non poca fatica – He Tian continuava a ridacchiare e a cercare di farselo cadere addosso –, riuscì a infilare quell’aggeggio sotto l’ascella dell’altro e attese pazientemente il suono che annunciava la temperatura corporea raggiunta. Quando lesse il numero sul display, quasi non gli venne un coccolone: 39,5°. Non ci credeva. Quel coso doveva essere rotto, per forza! Misurò nuovamente la temperatura di He Tian per altre due volte, ma il risultato non cambiò di una virgola.

«Mi prendi per il culo?! Come fai ad avere trentanove gradi e mezzo di febbre in piena estate?!» Sbottò Mo Guan Shan, irritato.

Non sapeva esattamente cosa fare, dato che il moro stesso aveva ammesso di non avere niente in casa per curare la febbre. Così decise di utilizzare l’unico rimedio momentaneo che conosceva grazie alle cure di sua madre. Certo, l’effetto non sarebbe durato a lungo, ma avrebbe fatto abbassare la temperatura dell’altro giusto il tempo di andare a comprare delle nuove medicine. Il prezzo di quei trattamenti stava salendo sempre di più; stavolta avrebbe fatto sborsare un sacco di soldi, a quel He Tian.

«Spogliati.» Disse Mo Guan Shan, senza pensarci su due volte.

He Tian lo fissò per un lungo attimo, sorpreso. Poi sfoggiò il più malizioso dei ghigni, si alzò e cominciò a slacciare la tuta che aveva addosso.

«Piccolo Mo, non ti facevo così intraprendente.» Rispose mentre cominciava a far scendere i pantaloni lungo le gambe muscolose. «Vuoi già arrivare dritto al punto? Così, senza preliminari?» Chiese cercando di apparire provocante, anche se l’unico risultato che ottenne fu quello di barcollare pericolosamente in avanti.

Mo Guan Shan, con riflessi pronti, lo afferrò al volo prima che potesse schiantarsi di faccia contro il pavimento. Certo, sarebbe stato un bel vedere, ma aveva deciso che per quel giorno He tian stava già subendo troppe sventure.

«Ma quanto puoi essere scemo?» Lo prese in giro mentre lo aiutava a mantenere l’equilibrio. «La tua temperatura è troppo alta. Ti faccio fare un bagno tiepido per farla scendere un po’ mentre vado a comprare dei medicinali, con i tuoi soldi.» Concluse aiutandolo a raggiungere la toilette.

Una volta arrivati a destinazione, Mo Guan Shan si dedicò a riempire la vasca con l’acqua, accertandosi di portarla alla giusta temperatura – il tutto fatto evitando di guardare He Tian che aveva ripreso a spogliarsi stando ben attento a non perdere nuovamente l’equilibrio. Dopo aver svolto quei pochi passaggi, il rosso aiutò l’altro ragazzo ad entrare nella vasca. Non che gli piacesse avere He Tian nudo tra le braccia, ma l’aveva visto davvero troppo instabile sulle gambe e aveva deciso di aiutarlo a non scivolare e spaccarsi la testa contro la ceramica.

«Perché lo stai facendo?» Se ne uscì di punto in bianco He Tian, mentre lo osservava intento a calarlo nell’acqua.

«Perché così potrò chiederti il quadruplo dei soldi che avevi promesso di darmi per il pranzo.» Rispose Mo Guan Shan, con un ghigno soddisfatto sulle labbra.
Il moro lo guardò senza dire più una parola e un sorriso spontaneo gli affiorò sulle labbra. Quella testa rossa e dura non avrebbe mai ammesso che, oltre ai soldi, c’era della sincera preoccupazione che lo spingeva a occuparsi di lui.

«Che ti ridi? Piuttosto, comincia a darmi qualche spicciolo che vado a prendere le medicine.» Disse Mo Guan Shan, mentre si apprestava a rimettersi eretto per andare a svolgere ciò che aveva appena detto.

He Tian non rispose subito. Si limitò ad afferrargli un braccio per tirarlo nuovamente giù, alla sua altezza. Lo fissò dritto negli occhi, portò una mano ancora leggermente sporca del sangue che si era rappreso sulle nocche dietro la nuca di Mo Guan Shan e lo avvicinò al suo viso per posargli un altro bacio dritto sulle labbra.

«Grazie.» Disse subito dopo, godendosi il lieve rossore che stava tingendo le guance di Mo Guan Shan. «I soldi sono nel mio portafogli che sta sul comodino in camera.» Rispose, alla fine, lasciando andare a malincuore il suo Piccolo Mo.

Il rosso si alzò di scatto, gli girò le spalle senza replicare e, presa una banconota, si fiondò dritto fuori di casa. Quel He Tian, gli stava letteralmente mandando in pappa il cervello!

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > 19 Days / Vai alla pagina dell'autore: SonounaCattivaStella