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Autore: Hime Elsa    11/07/2023    0 recensioni
Meredith Rose è una ragazza irlandese di origini italiane di 24 anni che lavora in una focacceria gestita dai suoi genitori, occupandosi della preparazione delle focacce. Adora cucinarle ed ha chiamato il negozio "Rose e Focacce" proprio perché adora le focacce ed allo stesso tempo anche le rose, tant'è che la focacceria si distingue per essere abbellita di rose, scelta inusuale essendo un locale rustico.
Da sempre oggetto di bullismo da parte dei suoi coetanei a causa di un handicap di cui non le permette di parlare come gli altri, a causa di ciò non riesce ad instaurare un rapporto sociale con le persone, può solo contare l'appoggio e l'aiuto dei suoi genitori. Le cose iniziano a cambiare quando un certo Micheal viene assunto come fattorino del negozio e tramite questo ragazzo, conoscerà alcuni suoi amici e nuove persone, tra cui Anthony Pitton, un ragazzo dal carattere un po' tenebroso e dal passato tumultuoso. Come lei, anche Anthony si fida ben poco delle persone...
- IL RATING POTREBBE CAMBIARE DIVENTANDO UNA STORIA EROTICA!
- La storia verrà accompagnata da degli artwork disegnati dalla sottoscritta. (solo su wattpad)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Cara, si può sapere perché non hai accettato la proposta di Hitoya -o come si chiama-?» fu la domanda cruciale una volta tornate a casa da lavoro.
Senza pensarci due volte, presi la lavagnetta per sbrigarmela.
“Hitoya avrà invitato diversi ex compagni del liceo, tra cui quelli della mia classe che mi hanno sempre e solo preso in giro. Non ho la benché minima intenzione di vederli...
Infine sono già impegnata”
«Ma non è detto, nel dubbio potevi domandarglielo. Poteva essere una buona occasione per farti degli amici, uscire fuori e divertirti con i tuoi coetanei... Tra l’altro non ci credo proprio che tu debba uscire con un ragazzo» rispose seccamente mia madre.
“Ma perché ci devo provare con un ragazzo che manco mi piace?! Non hai capito che a me piace un altro?!”
Stavo incominciando a perdere la pazienza.
«Tesoro, non ti ho detto di provarci perché ho già capito che a te piace quell’Anthony, giusto? Ma secondo me ti sei persa una grande occasione per farti degli amici!»
Amici? Quali amici? Quelle persone che mi avevano sempre bullizzata e che non si sarebbero degnati neanche a delle scuse?
La cosa che più mi fece soffrire è che mia madre, per quanto mi volesse bene, la faceva fin troppo facile e soprattutto pensava di vivere in un mondo utopico, fatto solo di brava gente, o magari di persone che hanno sì sbagliato per poi pentirsene e chiedere scusa. Ma non era il caso dei miei compagni di classe.
I miei compagni erano ben consapevoli di quello che mi facevano a scuola e dubito che col passare del tempo avrebbero avuto dei rimorsi per ciò che mi avevano fatto.
Per colpa loro, incominciai a nutrire sempre poca fiducia nelle persone ed ad essere più solitaria. Solo con l’arrivo di Micheal e dei suoi amici avevo incominciato, sebbene di poco, a cambiare. Se dovevo avere degli amici, mi bastavano loro perché erano davvero delle brave persone, ad eccezione di Scarlet.
“Ho già Micheal ed il suo gruppo amici, non mi interessa farmi degli altri... ora basta per piacere”
E corsi in camera a piangere, chiudendo la porta a chiave per non essere disturbata.
Mia madre provò a bussare in cerca di un confronto ma le urlai dicendo di andare via, avevo bisogno di stare da sola. Saltai la cena perché proprio non mi andava di mangiare.
-
Erano le 3 del mattino e non riuscii più a prendere sonno, così accesi il cellulare per perdere un po’ di tempo prima che la sveglia suonasse per le 7:30.
Notai che intorno le 23:00 di sera, Anthony mi inviò un messaggio e lo lessi tutto di un fiato.
Mi stava chiedendo di uscire di nuovo con lui.
Se prima ero giù di morale, in quel momento mi ritornò il sorriso sulle labbra... ed anche il rossore sulle guance ovviamente.
"Va benissimo! Quando?" gli domandai.
Posai il cellulare sul comodino quando il cellulare vibrò per una notifica: allora anche lui era già sveglio!
"Io sono sempre libero, quindi dipende da te quando non sei indaffarata col lavoro"
"Giusto, allora facciamo domenica pomeriggio, per le 18:00?"
"Ok, perfetto! Come va?"
Domanda cruciale. Dirgli la verità, ovvero che avevo avuto una discussione con mia madre perché non mi capiva per niente oppure fingere?
Con molto coraggio e con tanto rischio, scelsi la prima opzione.
"Insomma, ho litigato (più o meno) con mia madre..."
"Ah, mi dispiace molto" fece lui.
Silenzio. Non andò oltre. Apprezzavo questo suo lato così discreto e rispettoso, non era affatto un ficcanaso. Ed io i ficcanaso non li sopportavo per niente.
"Quando vuoi sfogarti, io sono qui. Non farti problemi... certo, non sono bravo a consolare ma quando posso, cerco di dare un minimo di supporto morale"
Che ragazzo dolce; magari all'apparenza sembrava molto freddo e scontroso, a tratti anche un po' altezzoso, invece se lo si conosceva meglio, si poteva intravedere un altro lato del suo carattere.
Mi chiedevo perché allora si comportava sgarbatamente con gli altri (basti pensare alla festa di Charlotte che spruzzava antipatia da tutti i pori), che avesse avuto un passato simile al mio e quindi anche lui faticava nell'instaurare i rapporti con le persone?
Risposi alla fine al suo commento.
"Grazie mille per le tue parole, magari non adesso che non me la sento molto... però domenica sì se non ti dispiace!"
"Certamente, nessun problema"
"Comunque non mi aspettavo che mi rispondessi subito, anche tu non riesci a dormire?"
"Già, ho il sonno leggero e solitamente dormo poco, fanculo. E ringrazia il cielo che la casa di Stephen è molto grande tanto da avere 3 camere da letto... altrimenti lo avrei già steso a terra!"
"Perché? Parla nel sogno e disturba?"
"Parlare? Disturbare?! RUSSA COME COME UN TRAPANO"
Non potevo fare a meno di ridere ma mi dovevo contenere a causa dell'ora tarda e non potevo disturbare i miei che stavano dormendo.
"Anzi no" continuò lui "un trapano è molto più silenzioso!"
“Tu invece non russi?” gli scrissi io divertita.
“Io? Oh beh, ogni tanto (quando dormo bene eh) ma almeno non arrivo ai livelli di Stephen… quello lì è imbattibile”
“Beh, io stacco perché dovrò svegliarmi presto per andare a lavoro. Meglio che io cerchi di dormire altrimenti sarà dura svegliarmi!”
“Sì, hai ragione. Ti auguro una buonanotte, ci vediamo domenica!”
“Certo! Buonanotte!”
Spensi il cellulare riponendolo sul comodino e dovetti constatare che la chiacchierata con Anthony non solo mi fece tornare il buon umore, ma anche il sonno.
   
 
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