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Autore: elenabastet    13/07/2023    4 recensioni
Siamo a luglio, ecco l'addio tra Oscar e Maria Antonietta per commemorare questo momento.
Genere: Angst, Malinconico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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IL GIORNO DELL’ADDIO

 

Rating: per adolescenti e adulti

Fandom: Lady Oscar.

Note: i pensieri di Oscar e Maria Antonietta dopo il loro incontro la sera dell’11 luglio

 

Vedere madamigella Oscar, l’unica vera amica che avesse mai avuto in Francia da quando era arrivata quasi vent’anni prima, riempiva sempre Maria Antonietta di serenità.

Quella splendida creatura, una donna così diversa dalle altre, lei compresa, era come un personaggio uscito da una leggenda. A volte, si sentiva pentita di non averla ascoltata di più, soprattutto quando si era dedicata per un po’ troppo tempo al gioco d’azzardo, e poi era rimasta stupita dalla sua decisione di lasciare la Guardia reale.

Oscar le era mancata moltissimo, sentire la sua presenza discreta, sempre con l’inseparabile André dietro, che era chiaro quanto l’amasse, era pura gioia. Ma Oscar era sempre tornata da lei, e le era stata vicina quando era morto suo figlio, il piccolo Louis Joseph. Lei non era madre, senz’altro per scelta, ma aveva capito il suo dolore più di chiunque altro, perché al mondo non esisteva nessun altro che avesse la sua sensibilità.

Quell’accusa di tradimento era stata davvero ridicola, il senso di giustizia di Oscar era tale che non poteva tollerare di vedere persone inermi maltrattate di fronte a lei. Era stato suo dovere intervenire perché venisse scagionata, e anche perché venissero liberati i suoi uomini dalla prigione dell’Abbazia.

Anche perché adesso la posta era molto più grande: Maria Antonietta voleva richiamare Oscar ai suoi ordini e chiederle protezione, per combattere quei facinorosi dell’Assemblea nazionale. Gliel’aveva detto quando era venuta a trovarla qualche giorno prima per ringraziarla, annunciandole che Parigi presto sarebbe stata piena di soldati.

Oscar non aveva fatto commenti, le era sembrata pallida e stanca, ecco un altro motivo per richiamarla a corte e averla vicina.

Poi c’era stata quella sera, giusto poche ore prima. Quel tramonto intenso, quel vento caldo e insinuante, ed Oscar che aveva chiesto di parlarle nel parco.

Si era inginocchiata di fronte a lei e le aveva detto quelle parole inattese:

“Ve ne supplico Maestà fate in modo che i soldati lascino immediatamente Parigi. Perché qualsiasi cosa accada bisogna evitare uno scontro tra il popolo e la famiglia reale!”

Oscar che le chiedeva quello? Oscar erede di un’antichissima famiglia nobile, che aveva le sue origini nei Cavalieri di Carlo Magno, che aveva sempre servito lealmente i reali? Certo che Maria Antonietta avrebbe potuto chiedere a suo marito il re di ritirare i soldati, e lui le avrebbe dato ascolto, in fondo non era certo falso che buona parte delle decisioni fossero prese da lei, ma Luigi andava bene così.

Ma Maria Antonietta doveva capire una cosa:

“Sì, Oscar, ma se accadesse questo voi mi restereste vicina per difendermi?”

Era certo della risposta. Ma quello che sentì era diverso:

“Maestà, io ho lasciato da tempo la Guardia reale, voi lo sapete”.

Maria Antonietta aveva sentito un groppo in gola e di colpo aveva visto le lacrime negli occhi della sua migliore amica.

Tra le lacrime Oscar le aveva detto di nuovo:

“Vostra Maestà, vi prego, richiamate i Soldati, voi non dovete assolutamente permettere che la famiglia reale punti le armi contro il popolo!”

Ma questo era troppo, e la sovrana le aveva risposto:

“Non posso farlo, mi dispiace!”

E mentre diceva quelle parole aveva sentito che qualcosa si spezzava irrimediabilmente, ma ormai erano state pronunciate, non si poteva più fare niente.

Oscar, con calde lacrime che le scorrevano dagli occhi, si era ancora inchinata e poi si era alzata, girata e si era allontanata.

L’aveva richiamata:

“Oscar, perché piangete come se ci vedessimo per l’ultima volta?”

Oscar non si era girata e Maria Antonietta aveva aggiunto:

“Io spero di rivedervi!”

Ma Oscar si era allontanata dicendole:

“Anch’io, Maestà” e mentre Maria Antonietta guardava quella figura elegante, con quei meravigliosi capelli biondi sparsi e quell’uniforme blu notte che la fasciava, capì che se ne stava davvero andando per sempre. Per un attimo, avrebbe voluto correrle dietro, trattenerla, abbracciarla, dirle che avrebbe fatto qualcosa. Ma poi capì che c’era qualcosa tra di loro che si era rotto per sempre, Oscar era diventata un’altra, allora certe voci che aveva sentito non erano sbagliate.

Era tornata nelle sue stanze piena di pensieri, e per un attimo si era attardata di fronte alla scala che portava all’appartamento di suo marito, per andare a dirgli di non coinvolgere comunque i Soldati della Guardia di Oscar nella repressione dei tafferugli di Parigi. Sapeva che il generale Bouillet voleva che anche loro andassero a soffocare la rivolta, come ripicca per il gesto di tradimento che Oscar aveva commesso. Poi, pensò che forse era il caso di seguire un’altra strada, anche perché in quel momento voleva restare sola con il suo dolore, e si ritirò nelle sue stanze. Forse Oscar aveva solo bisogno di stare sola per un po’, non poteva pensare davvero quello che le aveva chiesto. Ma nonostante questo sentiva che quello era un giorno drammatico, uno di quei giorni da cui non si torna più indietro.

 

Ci aveva provato. Dopo l’udienza di dieci giorni prima, quando era andata a ringraziare Maria Antonietta per averla salvata insieme ai suoi uomini, aveva pensato per tutto quel tempo alle parole della sua regina, a cosa aveva detto sui reggimenti che sarebbero arrivati a Parigi, a cosa aveva intenzione di fare. No, non poteva accettarlo.

La situazione stava peggiorando a vista d’occhio e bisognava fare qualcosa. Doveva far ragionare la regina, che era ancora addolorata per la morte del suo adorabile bambino e forse non era lucida.

Ma stavolta era stata ancora più spietata, anche se piangeva, soprattutto di fronte alle sue lacrime.

Non c’era più niente da fare.. erano cambiate entrambe. Era tutto doloroso, sentiva come se si stesse strappando il cuore dal petto, perché sapeva che non si sarebbero più riviste. E sentiva anche che c’era qualcosa di tragico e di ineluttabile che incombeva su entrambe, e non solo per quelle goccie rosse che c’erano sui suoi fazzoletti dopo che tossiva. C’erano tanti giorni che aveva vissuto, giorni lieti, giorni meno lieti, giorni che non ricordava, come quello che mastro Armand le aveva portato alla mente. E poi c’erano giorni che sancivano una frattura definitiva.

Lei non poteva puntare le armi contro il popolo, non poteva difendere ad oltranza una famiglia reale cieca e egoista. Anche se questo le costava dolore.

Andò a prendere Cesar, percorrendo la Reggia, così bella in quel tramonto, e sentendo che anche lì non avrebbe più messo piede. Doveva fare delle scelte, prima c’era un altro momento difficile da affrontare, capire quanto poteva ancora vivere. Perché Oscar voleva vivere, dopo quell’addio, c’erano altre cose invece da costruire, un mondo migliore per cui lottare.

Ma poi c’era qualcuno con cui doveva parlare, qualcuno a cui doveva davvero la vita, l’unica sua ragione di esistere. Sperava solo che per lei ed André non fosse troppo tardi, e il pensiero delle sue braccia e del suo amore, di colpo, la fece sentire più serena.

Forse non era troppo tardi per iniziare a vivere, forse non era troppo tardi per iniziare ad amare. Ma dire addio era sempre troppo doloroso, e un altro addio a chi amava di più non lo avrebbe sopportato, non adesso, non così. Questo le era bastato.

 

  
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