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Autore: perasperadastra    14/07/2023    2 recensioni
Singolare il fatto, che per ottemperare alla regola 3000, si debbano infrangere le prime 2999. Rinascere ed imparare da capo ad amare. E quel pensiero lo fece sorridere.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per WangJi, il senso profondo delle cose stava tutto lì.  

Lì trovava senso il dolore provato negli anni passati, trovavano senso le cicatrici che deturpavano la sua schiena. Lì trovava senso la perdita, la sofferenza, il pianto, la sfinente attesa e l’apparentemente inutile speranza riposta per anni senza alcuna prospettiva di salvezza. 

Stava tutto lì.  

Nel giovane corpo candido ora disteso tra le lenzuola accanto a lui, addormentato e tranquillo, indifeso, delicato e perfetto. Stava, il senso di tutto quanto, nella pelle liscia di Wei WuXian, nei suoi respiri lenti e regolari, nella mano abbandonata accanto al viso, nelle sue guance rosate, nelle sue labbra dischiuse e nei baci che le avevano divorate per tutta la notte.  

Il senso profondo delle cose, per WangJi, stava nella linea perfetta della schiena di Wei WuXian, nei glutei sodi segnati dalle sue dita, dalla presa stringente con cui ci faceva l’amore, con cui lo teneva stretto a sé per un tempo indefinito, con cui si perdeva nel suo corpo e nel suo respiro. Stava nella libertà e nella fiducia con cui Wei WuXian si faceva amare da lui, totalmente, completamente, ciecamente. 

Stava nel modo in cui le sue ciglia tremavano un poco, quando WangJi gli sfiorava il viso con il dorso della mano, lo guardava per ore e ripensava a quanto tutto il dolore vissuto fosse valso la pena. A quanto non avrebbe desiderato altro per l’eternità a venire, se non lui: stare con lui, ridere con lui, vivere con lui, farci l’amore ancora e ancora avere davanti una giornata da trascorrere insieme. 

  

La pioggia batteva incessante contro il legno del davanzale, l’aria fresca e leggera dell'alba  entrava sottile dalla finestra socchiusa.  

WangJi si mosse appena, sollevò il lenzuolo di seta candida per adagiarlo sul corpo nudo di Wei WuXian, quest’ultimo tremò impercettibilmente e gli si fece vicino in un incosciente desiderio di contatto. 

Fu così che Lan Zhan infranse la regola 1348 “il dovere non deve essere trascurato per il piacere personale” e a sua volta si distese sul letto, abbandonò il pensiero del lavoro che lo attendeva, dei documenti che dovevano essere revisionati, delle richieste che a breve gli sarebbero state inoltrate, del suo ruolo ufficiale nel clan. 

Esisteva solo Wei Ying, il suo profumo dolce, le sue dita strette sulla veste di WangJi. 

“Lan Zhan” sussurrò quest'ultimo “ho freddo” 

E Lan Zhan ruppe in breve tempo anche la regola 2951 “la disciplina della mente controlla il desiderio del corpo”. Lo strinse a sé, lo baciò dolcemente sulla fronte, scostò una ciocca di capelli corvini dal suo bel viso e avvolse entrambi più stretti nelle lenzuola. 

Lo avrebbe stretto per tutto il giorno dimenticandosi volentieri del mondo là fuori. 

Avrebbe, da lì a pochi minuti, infranto la regola 179 “il pensiero sia puro, lontano dalle mondanità e dal desiderio fugace”. Avrebbe scelto di concedersi un certo tempo per compiacersi della vista invitante del viso di Wei WuXian e avrebbe ceduto con il pensiero e con le mani, con il corpo e con la mente. Lo avrebbe baciato di nuovo, amato di nuovo, scopato di nuovo, adorato di nuovo. 

Non si curò nemmeno della regola 653 con cui si decretava che “i beni materiali sono transitori, ad essi non ci si deve legare”. Non si era curato di questa norma, infatti, quando si era follemente innamorato del rosso acceso del lungo nastro con cui Wei Ying si legava i capelli, quando aveva notato che il contrasto del nastro con il nero di questi ultimi e con la sua pelle bianca avesse su di lui un effetto poco composto e che quell’oggetto fosse ai suoi occhi terribilmente eccitante. 

Allo stesso modo aveva da tempo lasciato indietro la regola 529, che spiegava la sacralità del nastro frontale del clan Lan ed anche quella mattina il candido lembo di seta stringeva dolcemente un polso di Wei Ying e si ripiegava morbido tra le sue dita. 

Si destò da questi pensieri, WangJi, e si chinò appena, un altro bacio lieve, una marcata promessa lì, dove i suoi morsi della notte precedente avevano lasciato traccia del loro passaggio, tra il collo e la squisita curva dell’orecchio di Wei Ying, lì dove sapeva di svegliarlo con un brivido, gli occhi chiusi a stropicciarsi appena, la voce roca a sussurrare “Sei già sveglio”. 

Non era una domanda, dunque WangJi non ritenne di dover dedicare del tempo a rispondere se non con baci più insistenti e carezze più pressanti. 

Le mani affondavano nell’inchiostro dei capelli di Wei WuXian, il viso nell’incavo del suo collo, il naso di WangJi premuto contro la sua pelle a domandarsi se avesse mai respirato qualcosa di delizioso quanto quel profumo. 

Le labbra, che risalivano la linea della gola, del mento, tornavano al luogo cui appartenevano, sopra quelle di Wei WuXian. Le cercavano di nuovo, le inghiottivano in morsi scomposti, affamati di amore, conditi di desiderio. Di nuovo le mani, scese ora lungo la schiena inarcata fino ai fianchi, pressavano in una stretta pesante, dolorosa, bramosa. 

WangJi in un instante infranse anche la preziosa regola 23: “fondamentale è mantenere salda la mente, mantenere fisso il pensiero.” Non c’era già più pensiero alcuno nella sua testa, solo vortici, ansimi, impulsi.  

La regola 2089 si affacciò alla sua memoria “Essenziale è evitare il contatto fisico con altri che non siano i parenti stretti o persone in evidente stato di necessità”. Wei Ying non era suo parente di sangue. Ma era il suo cuore, il suo respiro, la forza che lo teneva in vita. Era il suo raro e prezioso sorriso era la linfa che gli scorreva nelle vene. Era il suo amante, il suo amore, il suo tutto.  

E tutto lo voleva WangJi, anima e corpo. 

Godendo della fiducia che a lui solo era riservata WangJi si perse nel corpo di Wei Ying, bevve il suo respiro affannoso, ingoiò il piacere muto con cui lo accoglieva, ancora intenerito dal sonno. Credeva di perdere il senno, WangJi, ad ogni ansimo che portava il suo nome, ad ogni sguardo che riusciva a sollevare verso il viso arrossato dell'altro. 

Le dita sottili di Wei Ying gli circondarono il viso mentre WangJi si riversava in lui, sopra di lui, abbandonando il corpo, svuotando del tutto la mente. Quando la regola 1284 tentò di ricordare a WangJi “il linguaggio deve essere proprio e consono, le parole misurate e necessarie”, quest’ultimo di contro urlò il nome di Wei Ying, e urlò in maniera incoerente quanto lo amasse, quanto lo volesse. Quanto lo facesse godere. Quanto null’altro nella vita, mai, sarebbe stato così. 

Nello stesso istante venne spazzata via anche la regola 12, una basilare regola di comportamento “è vietato fare rumore” e giusto pochi minuti dopo, WangJi avrebbe inconsapevolmente infranto anche la regola 167 che imponeva "la giornata operativa inizia alle ore 5". I minuti scorrevano, ma non avevano forma ne misura per WangJi, che scandiva il tempo a suon di baci e spinte, ansimi e gemiti a battere il ritmo del suo desiderio prima che del suo respiro o del suo orologio. 

Non considerare garanzia alcuna del futuro, perché del futuro non si è padroni.” regola 2192. Gli venne in mente quanto ridicolo fosse, credere di non avere garanzia alcuna del futuro. Lui l’aveva sempre saputo di cosa sarebbe stato fatto il suo futuro, di amore immenso e totale devozione. Non sapeva che la vita gli avrebbe concesso di stringere di nuovo quell’amore tra le braccia, ma che l’avrebbe amato per sempre, quello sì, quello era certo.  

“Per sempre” sussurrò a un ansimante Wei Ying, gli occhi lucidi colore dell’ambra a cercare quelli d’argento dell’altro. 

E gli sorrise Wei WuXian, gli sorrise con una tale dolcezza che WangJi credette di perdere la ragione e di non ritrovarla mai più.  

Eccolo lì, il senso delle cose. 

“Buongiorno, Lan Zhan.” sussurrò lui cercando un ultimo, dolce bacio. 

E lo guardò WangJi, pensando alla regola numero 3000, con cui il lungo elenco si chiudeva sentenziando “il sorriso alla virtù è il sorriso dell'illuminato". 

“Buongiorno, amore.” bisbigliò abbassandosi su Wei WuXian e appoggiandosi con una guancia su di lui, sulla sua clavicola sottile. 

Un amore infinito, questa era la più grande virtù. 

Singolare il fatto, pensò WangJi, che per ottemperare alla regola 3000, si debbano infrangere le prime 2999. 

E quel pensiero lo fece sorridere. 

 


  

Per Wei WuXian, il senso delle cose, stava tutto lì. 

Lì trovava senso la lotta, la fatica, l’isolamento. Lì trovava senso la responsabilità delle azioni compiute, di quelle che avrebbe dovuto compiere, lì trovava senso persino la morte, il suo diventare padre in modo del tutto insolito ed irrazionale. Lì trovava senso l’aver riaperto gli occhi al mondo, dopo che il mondo lo aveva tradito e ucciso. 

Stava tutto lì.  

Nelle mani ferme e delicate che avvolgevano il lenzuolo morbidamente e affettuosamente intorno al suo corpo nudo, stanco e assonnato, marchiato dai segni di un amore irruento e feroce, profondo e insostituibile.  

Stava, il senso di tutto quanto, nelle carezze di Lan WangJi, nelle sue braccia che lo stringevano, nelle sue mani che lo sfioravano, nei suoi baci disordinati e lunghi, che lo avevano divorato per tutta la notte.  

Il senso profondo delle cose, per Wei WuXian, stava nella presenza amorevole di Lan WangJi, nella sua silenziosa ma irremovibile vicinanza, nei suoi occhi profondi e dorati, nelle sue piccole espressioni, così facili in realtà da interpretare. 

Stava nel suo raro e preziosissimo sorriso, nella totale devozione che ogni giorno gli donava e che portava Wei WuXian a farsi amare da lui, totalmente, completamente, ciecamente. 

Stava nel modo in cui Lan WangJi gli sfiorava il viso con il dorso della mano.  

Mentre sentiva i suoi occhi addosso a guardarlo per ore, Wei WuXian ripensava a quanto tutto il dolore vissuto fosse valso la pena. A quanto non avrebbe desiderato altro per l’eternità a venire, se non affrontare ogni giorno la vita con lui, con il suo amore a proteggerlo da ogni dolore, con il sorriso di suo figlio (loro figlio) a illuminare la strada. 

  

Non aveva voglia di aprire gli occhi, Wei WuXian, ma la pioggia che batteva incessante contro il legno del davanzale e l’aria fresca e leggera dell'alba che entrava sottile dalla finestra socchiusa lo avevano svegliato con un leggero tremito.  

“Lan Zhan” aveva sussurrato istintivamente, facendosi più vicino “ho freddo”
Aveva provato qualcosa di simile ad un senso di colpa, Wei WuXian, quando aveva sentito  Lan WangJi infrangere la regola 1348, percependo il corpo di lui abbandonarsi sul letto, trascurando il dovere per il piacere personale, tralasciando per lui il lavoro che lo attendeva, i documenti che dovevano essere revisionati, le richieste che a breve gli sarebbero state inoltrate, il suo ruolo ufficiale nel clan.
Aveva messo da parte così tanto per lui, Lan WangJi, e a questo pensiero Wei WuXian desiderò che il sonno non scivolasse via del tutto dai suoi occhi, che le preoccupazioni non giungessero ancora, che la colpa non si riaffacciasse così presto a tormentare la sua mente e a schiacciare il suo cuore. 

Esisteva solo Lan WangJi, il suo profumo di legno di sandalo, le braccia strette intorno alla sua vita. 

  

Sapeva, Wei WuXian, quanto fosse difficile per Lan WangJi rispettare la regola 2951 ed imporre alla disciplina della mente di controllare il desiderio del corpo.  

Lo sapeva, ma spesso non riusciva a trattenersi dal mettere alla prova la sua resistenza stuzzicandolo senza vergogna.  

Eppure non aveva fatto nulla in quel momento, se non stringere le dita su un lembo della sua veste. Per questo lo colse di sorpresa il dolce bacio sulla fronte che gli diede Lan WangJi, mentre teneramente gli scostava una ciocca di capelli dal viso e avvolgeva entrambi più stretti nelle lenzuola. 

Sarebbe rimasto volentieri per tutto il giorno così, addosso a lui, dimenticandosi del mondo là fuori non potendo fare a meno di domandarsi cosa stesse pensando Lan WangJi, quanto tempo si sarebbe concesso per restare a letto con lui. Ricordava bene la regola 179, l'aveva copiata molte volte, ma sperava che il pensiero del suo compagno quella mattina non fosse rimasto così puro, lontano dalle mondanità e dal desiderio fugace. Sarebbe stato bello se Lan WangJi avesse ceduto con il pensiero e con le mani, con il corpo e con la mente. Se lo avesse baciato di nuovo, amato di nuovo, scopato di nuovo, adorato di nuovo. 

E intanto era così dolce restare in quell'abbraccio, così confortevole. 

Il torpore lo cullava e nel dormiveglia Wei WuXian percepì la seta del nastro frontale di Lan WangJi ancora attorno al polso, ripiegato in parte tra le sue dita.  

Istintivamente si chiese dove fosse finito il suo, di nastro, certo che le sue guance si stessero arrossando al sopraggiungere del ricordo sfuocato delle mani di Lan WangJi che glielo strappavano dai capelli per affondarvi dentro, in basso a reggere la nuca mentre se lo tirava contro e lo baciava come se ne dipendesse della sua stessa vita. 

Aveva notato da tempo che quel semplice oggetto avesse su di lui un effetto poco composto e che fosse, agli occhi di Lan WangJi, terribilmente eccitante, ma non fece di fatto mai nulla per cambiare la situazione, continuando con disinvoltura a legarsi ogni mattina la sua coda di cavallo, tenendo il nastro tra le labbra intanto che riordinava i capelli e Lan WangJi lo divorava con gli occhi. 

Si destò da questi pensieri, Wei WuXian, non appena sentì WangJi chinarsi su di lui, un altro bacio lieve, un brivido  lungo la schiena e a lato del collo, dove i morsi della notte precedente lo avevano lasciato senza fiato, a gridare senza voce un piacere muto, la bocca spalancata e le unghie conficcate nella schiena dell'altro. 

Fu un brivido a svegliarlo del tutto, a fargli dire con la voce roca e graffiata ancora dal sonno “Sei già sveglio”. 

E certamente lo era WangJi e lo era la sua benedetta bocca che di nuovo lo cercava e lo amava e lo adorava, come niente e nessuno aveva mai fatto. 

Tremava Wei WuXian sentendo le mani di WangJi che affondavano tra i suoi capelli, rabbrividiva al contatto del viso di lui nell’incavo del collo, sentiva il naso di WangJi premuto contro la sua pelle ed era la cosa più simile alla sua idea di paradiso, quel percepire un piacere profondo e totale, l'idea di essere amato così, senza freno, senza limite. 

Le labbra di WangJi, risalivano la linea della sua gola, del mento, tornavano al luogo cui appartenevano, sopra le sue. Le cercavano di nuovo, le inghiottivano in morsi scomposti, affamati di amore, conditi di desiderio e non aveva padronanza dei suoi movimenti, Wei WuXian, perché l'amore di WangJi era un vortice e lo stava consumando anima e corpo. 

Di nuovo le mani di lui, scendevano lungo la sua schiena inarcata fino ai fianchi, pressavano in una stretta pesante, dolorosa, bramosa, ma che Wei WuXian non avrebbe cambiato con nulla al mondo. 

WangJi gli aveva ripetuto così tante volte la regola 23, su come mantenere salda la mente, mantenere fisso il pensiero. Ma come poteva, Wei WuXian formulare pensiero alcuno, quando Lan WangJi se lo tirava addosso in quel modo e ci faceva l'amore in quel modo e lo divorava un morso alla volta? 

La regola 2089 si affacciò alla sua memoria “Essenziale è evitare il contatto fisico con altri che non siano i parenti stretti o persone in evidente stato di necessità”. Wei WuXian sentì un sorriso spontaneo salire sulle labbra constatando ancora una volta come La WangJi avesse dimenticato da tempo di dover tenere le mani lontane dal suo corpo, come per lui fosse diventato famiglia, come stringerlo giorno e notte e fare l'amore così, ogni giorno, fosse diventato uno stato di necessità. 

Non poteva fare altro che accoglierlo sopra e dentro di sé, ricambiare i suoi baci disordinati, la sua voglia frenetica, la sua stretta dolorosa, anche se ancora intorpidito dal sonno. Lo vedeva perdere il senno, ad ogni ansimo cui dava il suo nome, quando lo sguardo si sollevava verso il suo viso arrossato. 

Wei WuXian lo amava di un amore totale e giocoso, infantile e appiccicoso al risveglio, bisognoso di conferme. Sentì l'impulso di circondare il suo viso con le mani mentre WangJi si riversava in lui, sopra di lui, abbandonava il corpo nel suo. Era un piacere indescrivibile, la sola cosa oltre al dolore, quello vero, in grado di fargli perdere le parole. 

Contro i dettami della regola 1284 che misurava il linguaggio e lo invitava a essere proprio e consono, la voce greve di Lan WangJi risuonò nelle sue orecchie in maniera incoerente quanto lo amasse, quanto lo volesse. Quanto lo facesse godere. Quanto null’altro nella vita, mai, sarebbe stato così. 

"Shhhh, Lan Zhan, non possiamo fare rumore. Devi alzarti, le cinque sono passate" avrebbe voluto sussurrare Wei WuXian, avrebbe voluto di nuovo stuzzicarlo, prenderlo in giro, amarlo a modo suo. Ma i minuti scorrevano senza che quelle parole prendessero forma, mentre si abbandonava a WangJi, che scandiva il tempo a suon di baci e spinte, ansimi e gemiti a battere il ritmo del loro desiderio prima che dei doveri o dell' orologio. 

  

Tanto tempo prima Wei WuXian aveva ricopiato fino ad avere dolore alle mani anche la regola 2192. Citava l'assoluto divieto di credere di avere controllo alcuno del futuro. Oh sì, lo sapeva bene Wei WuXian quanto il futuro fosse imprevedibile, quanto la vita potesse prendere pieghe indesiderate, quanto rischio comportava affidarsi al proprio istinto, credere nei propri valori.  

Credeva ancora che fosse un valore, il suo. Nonostante ciò cui lo aveva condotto, nonostante la perdita inestimabile e il dolore subito. Era un valore, quello di tutelare la vita di chi è debole, di chi è buono, di chi è indifeso. 

Se non l'avesse fatto A-Yuan sarebbe morto. Suo figlio (loro figlio) sarebbe stato ucciso. 

Eccolo lì il senso delle cose. 

Una vita con la sua famiglia. Per sempre. 

“Per sempre” gli sussurrò in quell’istante Lan WangJi stringendolo tra le braccia, negli occhi lucidi ancora l'ombra del desiderio appena soddisfatto e di un amore più dolce che si faceva strada nel suo cuore, nei suoi occhi che lo fissavano con devozione. 

E gli sorrise Wei WuXian, non poteva fare altro che sorridergli con dolcezza, augurarsi che WangJi lo svegliasse in quel modo ogni mattina, che lo amasse ogni giorno in quel modo così unico che gli faceva girare la testa  

Eccolo lì, il senso delle cose. 

“Buongiorno, Lan Zhan.” sussurrò cercando un ultimo, dolce bacio. 

E guardando WangJi, il suo sguardo severo, illuminato da un tenue ma sincero sorriso pensò inevitabilmente alla regola numero 3000, con cui il lungo elenco si chiudeva sentenziando “il sorriso alla virtù è il sorriso dell'illuminato". 

“Buongiorno, amore.” gli stava sussurrando Lan WangJi abbassandosi sul suo petto, una guancia sulla sua clavicola. 

Un amore indomabile, che gli era costato la vita e che una vita nuova gli aveva donato. Era questa forse, la sua grande virtù. 

Singolare il fatto, pensò Wei WuXian, che per ottemperare alla regola 3000, avesse dovuto  infrangere le prime 2999, uccidere, morire a sua volta, rinascere ed imparare da capo ad amare. 

E quel pensiero lo fece sorridere.

   
 
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