Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |      
Autore: ValeAlcazar    14/07/2023    3 recensioni
Una nuova scritta con Manu Roja per il 14 luglio buona lettura
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Generale Jarjayes, Hans Axel von Fersen, Marie Antoinette
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Come anticipato poco fa per voi la one scritta con Manu Roja buona lettura L'ULTIMO SALUTO Jossigny, Palazzo Jarjayes 1792 Un uomo dal nobile portamento, sebbene abbigliato con semplici vesti che niente portava a far credere il suo rango aristocratico, varcò il viale d'accesso che conduceva a Palazzo Jarjayes, sotto i raggi di un flebile e debole sole di un tramonto di primavera. Il Conte di Fersen, aveva lasciato nuovamente la Svezia, e sebbene in Francia impervessasse il più temibile Terrore della Rivoluzione, aveva voluto in tutti i modi recarsi a Parigi. Aveva appreso nella sua fredda terra natia, le continue notizie di una Parigi ridotta sul baratro, dell'imprigionamento della Regina e di quel fatidico 14 luglio dove un contingente di soldati aveva condotto l'assedio della Bastiglia guidati dall' ex Colonnello delle Guardie Reali, Oscar François de Jarjayes che, rinunciando al suo ceto sociale si era schierata dalla parte del popolo, morendo sotto il fuoco delle barricate. Oscar si era posta in prima linea, sacrificando la sua vita, per quella causa che aveva abbracciato, con lei qualche ora prima se n'era andato anche André, quell'uomo, compagno di una vita, che una sera Oscar gli aveva involontariamente confessato di amare, ora insieme per l'eternità, in pace, fuori da quell'orrore che si stava perpetrando e che aveva come caprio espiatorio la sua Regina. Più volte Fersen, tra le mura della sua magione aveva ricordato l'immenso ed eroico valore di Oscar, mentre lui si rammaricava di aver mancato di coraggio abbandonando la donna che amava, al suo crudo ed infausto destino, sottostando ad un perentorio ordine del Re che lo invitava a mettersi in salvo...perché non si era imposto trasgredendo quel volere del monarca? Avrebbe dato la sua vita per quella donna, si rammaricava di averla lasciata a metà del cammino, a quella sorte che ne aveva immancabilmente ed inesorabilmente segnato il resto dei suoi giorni. Fersen era tornato in Francia, rischiando e tentando l'impossibile per poterla incontrare di nuovo, e forse, poter trovare la maniera per salvarla. Fersen, s'inoltrava sempre più tra quei sentieri, odorosi di una delicata essenza di rose, quei bellissimi fiori che tanto amava Oscar. Non poteva credere a quelle infauste notizie che aveva udito sulla morte di Oscar e André gli unici amici che aveva avuto in terra francese, i soli a cui si era appoggiato quando la corte gli voltava le spalle. Incamminandosi a passo lento in sella al suo cavallo percorse tutto il vialetto che portava all'entrata principale di Palazzo Jarjayes. Con sua sorpresa notò che a differenza di tante altre dimore della nobiltà che aveva incontrato lungo il tragitto per arrivare alla sua meta, fino a pochi anni prima teatro di feste sfarzose ora erano luoghi abbandonati e prede di saccheggi da chiunque ne avesse avuto occasione, Palazzo Jarjayes non presentava niente di tutto questo. Non vi erano tutte le luci accese ad illuminare il suo interno, ma l'esterno tutto sommato era ancora ben tenuto e non presentava segni di saccheggi, a parte il buio che circondava il Palazzo era tutto come ricordava. Una stretta allo stomaco gli arrivò potente da fargli lacrimare gli occhi, quando vide due ombre che si stagliarono davanti la porta d'ingresso...la mente gli riportò le immagini dei suoi amici. Scese da cavallo e man mano che si avvicinava sempre di più vide il Generale in compagnia dell'unico servitore che era rimasto con lui. Il Generale sentì uno scalpitio nel vialetto del Palazzo e con il suo servitore prese un fucile e delle candele per far luce temendo fossero gli ennesimi balordi che tentavano ancora una volta di saccheggiare la sua casa. Quando vide un uomo a passo lento, in sella ad un cavallo avanzare verso di lui abbassò l'arma, non poteva essere un brigante. Mentre Fersen si avvicinava sempre più lo riconobbe. "Conte di Fersen, voi qui? Cosa fate in Francia e fuori a quest'ora della sera!" "Generale Jarjayes! Sia ringraziato il cielo, siete qui e state bene! Non pensavo di trovare nessuno in realtà. Volevo ancora una volta rivedere questi luoghi dove con i miei amici Oscar e André ho vissuto momenti felici." "Venite dentro Fersen. Jacques prepara una stanza per il Conte, sarà nostro ospite." disse al servitore "Subito signor Generale." e si dileguò tra i bui corridoi "Vi ringrazio Generale Jarjayes, non dovete disturbarvi." "Nessun disturbo, anzi, mi fa piacere avere ospiti, sono anni che non vedo più nessuno qui a Palazzo. Venite avrete fame dopo questo lungo viaggio." "Vi ringrazio Generale." "Vedete, dopo la morte di mia figlia Oscar e di André, anche la povera Nanny è morta di dolore e qualche tempo dopo anche la mia adorata Marguerite mi ha lasciato." "Sono addolorato per le vostre perdite Generale. Ho saputo di Oscar e André, ma non ero a conoscenza della dipartita della vostra governante e di vostra moglie." "Ero arrabbiato con Oscar, Mi aveva scritto un biglietto prima di lasciare questa casa per poi trovare la morte davanti alla Bastiglia. Non ho mai voluto capire o per meglio dire vedere, quello che era il suo pensiero. Sono sicuro che non avrebbe approvato tutto quello che è successo dopo quel giorno. Quando ho saputo della loro morte, le ragioni del perché si erano schierati dalla parte del popolo, ho cercato dentro il mio cuore e tutto mi è stato chiaro. Aveva provato a farmi capire ciò che stava succedendo, ma io cieco e forte delle mie convinzioni non ho ascoltato ciò che aveva da dirmi. Sono profondamente pentito di non averle dato ascolto, non saremmo arrivati a questo punto se avessimo fatto qualcosa insieme alla famiglia reale, ma ora è troppo tardi. Ho fatto di tutto ma siamo rimasti in pochi a voler salvare i Sovrani e ormai c'è poco da fare." "Sono sicuro che Oscar non avrebbe voluto tutto questo e che avrebbe fatto di tutto per salvare i Sovrani anche se le loro idee erano ormai all'opposto. In un certo senso è anche colpa mia se i Sovrani adesso si trovano in prigione. Non dovevo obbedire al Re e lasciarli a metà strada, dovevo continuare. Avrei fatto di tutto pur di portarli in salvo, anche a costo della mia vita stessa. Vi confesso Generale che questo senso di colpa mi sta dilaniando l'anima. Non c'è più niente da fare dite? Possibile che sia tutto perduto? Vorrei tanto rivederla." "Non temete Conte, ora che siete qui anche voi un modo possiamo trovarlo. Siete disposto a rischiare?" "Darei la mia vita per lei se è necessario, non m'importa." "Bene, possiamo mettere in atto un piano per farli fuggire. Non sarà semplice, vi avverto. Sono guardati a vista e solo in pochi sono ammessi. Non si dovrà sapere che siete voi Conte." "Farò tutto il necessario, state tranquillo. Mi travestirò anche da guardia rivoluzionaria se serve." "Va bene, dunque. Basterà corrompere qualcuno dei gendarmi che, vigilano e sorvegliano costantemente la cella della Sovrana. Come sapete la prigione del Tempio è un luogo impervio, una vecchia fortezza medievale con mura spesse e pressoché inaccessibili, quindi per entrare occorre non solo un adeguato travestimento ma cercare di avvicinare qualcuno che sia il più possibile vicino alla cella di Maria Antonietta." "Avete già pensato a come farla evadere, signor Generale?" "Sì, ecco...avrei in mente qualcosa, spero che non si rilevi una chimera irrealizzabile. Si potrebbe far pervenire un garofano rosso alla Regina con all'interno le necessarie istruzioni per la fuga. La Regina dovrebbe vestirsi da uomo, se riuscissimo almeno a far sì che una guardia seguisse le indicazioni, condurrebbe Maria Antonietta in piena notte verso l'ala est del Tempio, la parte dell'edificio più antica ed in disuso, da lì un calesse scorterebbe la Regina verso alcuni miei possedimenti al confine con il Belgio...la libertà sarebbe quindi a due passi." "Mi sembra fattibile, potremmo anche riuscirci. Sapete già che Guardie corrompere?" "Ho sentito più di una volta, qualcuno di loro lamentarsi di non essere per niente d'accordo sulla durezza che usano nei confronti dei Sovrani, mi sono avvicinato e ho detto loro di trattare la famiglia Reale con i dovuti riguardi ma senza farsene accorgere dal resto delle Guardie. Dai loro atteggiamenti e dalla gioia che ho visto nei loro occhi mi sono sembrati sinceri, penso di rivolgermi a loro. Avranno un compenso quindi credo non creeranno problemi." "Allora è deciso. Quando faremo scattare il piano?" "Il tempo di organizzare con le Guardie e averli nel turno che ci serve. Ora andate a riposare, sarete stanco. Nel frattempo vi organizzo un incontro con la Regina." "Bene, grazie signor Generale. Buonanotte." Il Generale Jarjayes, come promesso organizzò un incontro tra lui e la Regina. I due cuori adesso battevano all'unisono una stretta tra le braccia dell'altro. Occhi negli occhi, labbra su labbra a godere di quei pochi attimi loro concessi. Fu anche l'occasione che ebbe per parlargli del piano di fuga organizzato con il Generale. Quando Fersen lasciò la Regina, anche se a malincuore, era con l'animo più leggero forte della convinzione che sarebbero riusciti a salvarla. Il Conte di Fersen si aggirava tra le viuzze di Parigi attorno alla Prigione del Tempio, quando una giovane donna attirò la sua attenzione. Si ricordava di lei, aveva avuto modo di conoscerla anni addietro a Palazzo Jarjayes. "Rosalie" la chiamò Rosalie si girò, guardando nella direzione da dove aveva sentito pronunciare il suo nome. Quell'uomo alto, con gli occhi color del ghiaccio lo aveva già visto più di una volta "Conte di Fersen?" "Salve Rosalie, vedo che non vi siete dimenticata di me." "No Conte, non vi ho dimenticato. È pericoloso per voi qui. Venite con me, andiamo a casa mia...non abito molto lontano." Rosalie abitava in un piccolo appartamento ma accogliente. Fersen si accomodò sotto invito di Rosalie offrendogli una tazza di thè caldo "Come state Conte? Non pensavo di rivedervi ancora qui a Parigi." "Sono tornato qualche giorno fa per cercare di rivedere un ultima volta il Re, la Regina e i principini, ma vi prego in nome dell'amicizia che vi legava ad Oscar non fatene parola con nessuno. Vorrei tanto andare a trovare anche Oscar e André, so che non sono sepolti nella tomba della famiglia Jarjayes. Sono passato da Palazzo ed ho incontrato il Generale e neanche lui è mai andato. Mi ha detto che sono morte anche la governante e Madame Marguerite dopo aver saputo della morte di Oscar e André." "Sì, ho saputo anch'io tempo dopo della loro morte. Incontrai per caso una delle cameriere che era al loro servizio e mi ha raccontato tutto. Povera Nanny e povera Madame, sono morte di crepacuore. André ed Oscar sono stati sepolti in un'altura ad Arras l'una accanto all'altro come hanno sempre vissuto, fianco a fianco." "Grazie Rosalie per avermelo detto, ora vi devo lasciare. Grazie per l'accoglienza e spero di rivedervi presto." "Arrivederci Conte, fate attenzione." "Sì Rosalie, vi ringrazio." Dopo aver pianificato il piano di fuga il Generale e Fersen si recarono nottetempo nella prigione per far fuggire la Regina ma lei non volle assolutamente lasciare quel luogo senza i suoi figli, non li avrebbe mai abbandonati, quindi il piano andò a monte. Prima che Fersen lasciasse definitivamente la stanza, la Regina gli fece una richiesta "Avrei una richiesta da farvi. Se aveste la possibilità di andare sulla tomba di Oscar, potreste portarle questa rosa che ho fatto con dei ritagli di stoffa che ho trovato qui. Portatele il mio saluto e il mio affetto Fersen." "Certo mia Regina, lo farò." disse prendendo in mano quel piccolo dono che con tanto affetto e pazienza la Sovrana aveva realizzato pensando alla sua amica. "Se solo l'avessi ascoltata quando venne a trovarmi l'ultima volta. Piangemmo in silenzio, come a sapere che quella sarebbe stata l'ultima volta che ci saremmo viste." A quelle parole Fersen strinse a sé quella donna tanto forte quanto fragile, avevano entrambi il cuore in frantumi, calde lacrime bagnavano i loro volti...quello sarebbe stato il loro addio definitivo. Dopo quell'ultimo struggente saluto Fersen lasciò la sua amata al suo destino, ora davvero era tutto perduto. Con la morte nel cuore tornò con il Generale a Palazzo aveva deciso che sarebbe partito la mattina seguente prima dell'alba. Fece un'ultima richiesta al Generale. "Mi date una piccola pianta delle vostre rose bianche? Vorrei portarla ad Oscar e André se siete d'accordo." "Certo, lo avrei fatto io appena avessi avuto l'occasione, ma fatelo voi Fersen, ve ne sono grato. Jacques puoi fare una piantina di rose bianche che ci sono nell'aiuola sinistra accanto alla grande quercia?" "Vado subito signor Generale.: Dopo un giorno di cammino Fersen arrivò ad Arras che era quasi il tramonto. Chiese in paese indicazioni sulla via che portava all'altura dove erano sepolti André ed Oscar. Tutti lo sapevano, quindi non fu difficile trovarli. I colori del tramonto si stagliavano su quell'accumulo di terra dove al di sotto riposavano abbracciati l'uno all'altra André e Oscar. Sulla piccola sommità vi era una pianta di vite a forma di croce e dove crescevano i tralci che si attorcigliava su se stesso con il piccolo fogliame. Fersen prese quella piccola piantina di rose e la piantò ai piedi alla piccola vite dopo prese la rosa di stoffa datagli dalla Regina e la pose tra i tralci. La mente di Fersen vagava al ricordo di quei suoi due amici. Quando il cielo si fece quasi buio, poggiò le sue mani sul terreno per dare loro il suo ultimo saluto. Tempo dopo seppe che la pianta di rose bianche e la pianta di vite divennero un tutt'uno a simboleggiare le anime di Oscar e di André uniti nell'amore per l'eternità.'
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: ValeAlcazar