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Autore: iaia_96    15/07/2023    0 recensioni
Fa parte della raccolta "Il bacio di Klimt".
L'ultima lettera di Akito a Sana.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric | Coppie: Sana/Akito
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un mese, un mese interminabile, in cui non ho fatto altro che lavorare e correre per passare meno tempo possibile a casa per non essere inghiottito dal dolore che sai benissimo non so gestire soprattutto quando ne sei tu la causa ed i ricordi che vorrei bloccare pe rivederli in loop, scopro che sei partita, lontana da Tokyo, lontana da me. Ho trascorso ore fuori quel cancello ad osservare quella finestra chiusa e con le tende tirate di camera tua a sperare di vederti affacciata, intenta a guardare il cielo come fai sempre quando qualche pensiero ti disturba ma, oltre all'ombra che vagava per la stanza, non ho avuto altro, lo sapevi fossi là eppure non hai fatto altro se non ignorarmi. Hai deciso che i nostri occhi non si sarebbero più incrociati perché avrebbero vinto su tutto, anche sul tuo maledetto orgoglio e per quanto io abbia una paura tremenda dell'altezza mi sarei arrampicato su quell'albero pur di raggiungerti. Forse è questa la nostra condanna, il conoscerci fin troppo bene. Sono rientrato a casa, il tuo odore mi ha travolto in pieno viso come un treno a gran velocità senza sapere ancora di essere morto, ho corso verso la nostra camera da letto ma di te niente era rimasto se non la tua sciarpa preferita sul pavimento che forse ti è caduta dalla fretta, l'anta dell'armadio vuoto che ancora sbatteva per il vento che entrava dalla finestra, la piega dalla mia parte di letto, la cornice sul mio comodino con la nostra foto assieme spostata ed il residuo delle tue lacrime che come una calamita si unirono alle mie. Ma allora perché sederti e piangere? Perché andartene pur sapendo che non era ciò che volevi? Sono stato da tua madre, mi stava già aspettando in giardino pronta ad accogliermi tra quelle braccia che mi hanno ricordato tanto le tue calde e confortevoli, avrei voluto ricambiare ma anche lei sa quanto sia dannatamente dura per me dimostrare all'infuori di te. È in momenti come questi che sento di più la mancanza di lei. Penso che il telefono abbia vibrato una cinquantina di volte, temevo che lo schermo rotto sarebbe potuto esplodere, Tsuyoshi si è persino presentato a casa, spazientito di battere il pugno su quella porta che sapeva non si sarebbe aperta se non per rompergliela in testa, ha usato la copia che tu avevi deciso di fare per le emergenze e ti ho odiato per questo perché mentre per lui quella era l'emergenza per me invece era aspettare la morte che venisse a prendermi sorseggiando la quarta birra. Mi guardava dietro a quelle lenti tonde e spesse con quel suo fare accusatorio ed io ancora non capisco il perché debba sempre essere colpa mia, le sue labbra si muovevano ma nessun suono raggiungeva le mie orecchie, bloccato da quel muro che si è alzato di nuovo tra me ed il mondo. Questo però sembra schiacciarmi, fa male al petto e anche il solo respirare sembra impossibile. Perché niente sembra andare come vorrei? Sei ... eri la mia unica certezza in una vita piena di incertezze, delusioni e sfide che ho dovuto affrontare da quando ho aperto gli occhi per la prima volta ed ora anche tu mi hai voltato le spalle e non per fartele accarezzare. Porto ancora nella tasca dei jeans la tua chiave, che hai lasciato sul tavolo senza nemmeno uno straccio di biglietto, nella speranza di vederti chiusa fuori. Quante volte l'hai scordata andando a fare la spesa restando ore ad aspettarmi sotto la pioggia e nel vedermi arrivare quel sorriso si allargava a dismisura facendomi scordare una brutta giornata ma, per qualche scherzo del destino c'è il sole da giorni, forse dovrei arrendermi ma come si fa? Come faccio a rinunciare a te che sei l'unica persona che ha saputo tenermi in vita, te ne sei andata portando via tutto, come se niente fosse realmente esistito, compreso il mio cuore, vorrei cercarlo, cercarti e portarti a casa ma sto realizzando che la vostra casa, ora, è altrove ed io sono solo un ospite indesiderato. Le settimane stanno passando anche se non so di preciso quante, troppo occupato a maledire quella sera, tu che mi inveivi contro con le lacrime che ti annebbiavano la vista ed io impassibile all'apparenza, poggiato alla parete come se senza la mia schiena sarebbe potuta crollare, la testa bassa bassa a guardarmi le scarpe. Solo ora sto ricordando la frase che continuavi a ripetere, mi domandavi esasperata se ancora ti amavo e non ti ho risposto solo per darti fastidio, quando ho alzato gli occhi tu non c'eri più, convinto fossi corsa giù per le scale fermandoti all'ultima rampa non ti ho seguita attendendo di rivederti salire ancora arrabbiata come ad ogni litigata e solo allora ti avrei detto che eri una stupida paranoica ma anche l'amore della mia vita, accompagnato da quel << ti amo >> che tanto aspettavi come i bambini aspettano le vacanze per non andare a scuola. Per una volta, invece, avrei dovuto seguirti, afferrarti all'ultimo secondo e mettere da parte tutte quelle paure che mi destabilizzano ma come al mio solito ho sbagliato tutto. Sì, è colpa mia. Avrai pensato di non essere abbastanza, che ti avevo lasciato andare e per quanto ormai tu sia in chissà quale parte del mondo sappi che io so amare fino a lì. Ti odio, per quanto mi sia possibile farlo, sì perché come sempre hai deciso tutto tu, tu hai deciso il giorno in cui potevo amarti apertamente, tu hai deciso quando andare a convivere perché, parole tue, volevi condividere tutto con me e non solo una stupido letto, tu hai deciso che la nostra storia era conclusa e per quanto faccia male il solo pensarlo so che avresti deciso anche tu quando sposarci e se lo vuoi sapere Sana, lo avrei fatto subito pur di renderti felice ed avere la possibilità di averti mia per il resto dei miei giorni. Ho dato le lettere a tua madre, mi ha promesso te le manderà e tutti e tre sappiamo che le leggerà prima di farlo perché troppo curiosa, proprio come te ed un pò mi imbarazza ma so anche che non appena vedrai il mio nome sulla busta mi metterai in una scatola aspettando che diventi polverosa prima di aprirla e spero ci metta poco tempo, perché il mio corpo ti sta chiamando. Non solo per il sesso, so che ti è passato per la testa. Comunque andranno le cose, amore mio, spero non mi dimenticherai perché io non lo farò e se non potrò averti in questa vita allora ti aspetterò nella prossima e quella dopo ancora. Sto diventando sentimentale e spero farai qualche battuta squallida nel leggere queste righe ma asciugati le lacrime prima perché voglio saperti felice sempre, anche se non lo sarai con me. Non ti dirò addio, forse un arrivederci andrà più che bene. Ti amo in tutte le lingue del mondo. Tuo Akito.
   
 
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