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Autore: Iuccy_97    16/07/2023    0 recensioni
[Lockwood & Co]
"Te lo chiedo per favore, Lockwood! Condividi quello che stai pensando, dicci con chiarezza quello che dobbiamo fare! Io mi fido di te ma... ma lo rendi difficile."
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Dopo l'ennesimo lavoro concluso per il rotto della cuffia, Lucy decide di affrontare Lockwood e le sue idee imprevedibili.
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TvSeriesVerse. Ambientata tra il caso di Annabel Ward e quello di Edmund Bickerstaff.
Genere: Introspettivo, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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"Lasciami stare, Lucy!"
"No, non ti lascio stare! Stavamo per morire! Di nuovo!"
Con un sospiro carico di frustrazione, Anthony sfilò lo stocco dal fodero e lo mise nel portaombrelli dell'ingresso, poi proseguì verso la cucina, slegando con mani tremanti la cintura.
"Siamo vivi, abbiamo concluso il caso e incassato i soldi. Per me è stato un successo sotto ogni aspetto."
Lucy sbottò.
"Siamo stati fortunati! Come facevi a sapere che sarebbe caduto nella trappola? Se invece che andare a destra fosse andato a sinistra? Ti avrebbe preso in pieno! Saresti nella morsa ora!"
Anthony prese un bicchiere d'acqua e ne bevve un lungo sorso.
"Ma non è successo. Ormai siamo lontani e al sicuro. Non importa più."
"Certo che importa! Perché devi imparare a controllare la tua avventatezza! Siamo una squadra, non puoi sempre improvvisare e sperare che tutto vada per il meglio! Dobbiamo collaborare e non possiamo farlo se non sappiamo cosa dobbiamo fare."
Lucy prese un profondo respiro e fece un cenno verso George.
"Anche lui la pensa come me."
Anthony si voltò, appoggiandosi contro il lavandino. I due amici erano sulla soglia della cucina e lo fissavano. George aveva un'espressione di vergogna sul viso.
"Ha ragione", mormorò infine il ragazzo, "è difficile starti dietro quando non abbiamo idea di ciò che vuoi fare. E spesso ti metti inutilmente in pericolo."
"Io faccio sempre i piani, ma nulla va mai come programmato", sbottò di rimando Anthony. "Devo improvvisare molto più spesso di quanto piaccia anche a me!"
Lucy sostenne il suo sguardo. Era arrabbiata, ma sapeva bene che tutto ciò nasceva dalla preoccupazione e dalla paura che avevano vissuto poche ore prima.
"Te lo chiedo per favore, Lockwood! Condividi quello che stai pensando, dicci con chiarezza quello che dobbiamo fare! Io mi fido di te ma... ma lo rendi difficile."
La ragazza abbassò lo sguardo, appoggiando la mano sull'elsa dello stocco.
Anche George si voltò verso di lei, sorpreso da quelle parole. Erano vere, ma non credeva che sarebbero mai saltate fuori.
"Non c'era tempo", mormorò Anthony, appoggiando il bicchiere sul piano dietro di sé.
"Con te non c'è mai tempo! È proprio questo il problema! Perché devi arrivare sempre addosso al pericolo per rendertene conto?"
Anthony serrò i denti e la fissò con durezza. 
"Sembra che voi due vi stiate dimenticando un piccolo dettaglio su di me: non sono un uditore!"
"E questo cosa c'entra?" sospirò esasperata Lucy.
"Significa che, al contrario vostro, io ho bisogno di trovarmi letteralmente davanti al pericolo per riconoscerlo. Per vederlo. Non ho delle super orecchie che mi avvisino del pericolo o che mi dicano 'non entrare in quella stanza, è sicuramente una trappola!'"
George sollevò gli occhi al cielo nel sentirlo parlare con quella vocetta acuta e fastidiosa.
"Non è così che funziona, e lo sai bene."
"Non mi importa George, per me è così! Io non sento le voci dei fantasmi dal piano di sotto o da un'altra stanza! Non ci sono molte opzioni per me, devo essere bravo ad inventare un piano sul momento, quando vedo quello che succede. E se non vi va bene, prendete voi la guida delle missioni!"
Lucy scosse la testa.
"Lockwood, non è di questo che stiamo parlando. Nessuno di noi vuole prendere il comando, e capisco quanto possa essere difficile ma… sei imprevedibile. Non solo per i fantasmi o per il DEPRAC, ma anche per noi. Come possiamo aiutarti se non sappiamo ciò che farai?"
Anthony abbassò lo sguardo, fissandosi i piedi.
"Non dovete aiutare nessuno, dovete attenervi al piano con cui siamo partiti. Non ve ne accorgete, ma siete sempre voi a dover proteggere me. A sentire prima di tutto, a permetterci di prepararci al peggio. Quindi, per favore, lasciatemi almeno fare la mia parte quando le cose si mettono male."
Con quelle parole, Anthony si rimise in piedi e uscì dalla cucina, passando in mezzo ai due amici.
George lo guardò salire le scale con passo pesante, poi tornò a voltarsi verso Lucy, sistemandosi gli occhiali sul naso.
"Credi… credi che si sia offeso? Perché non ha l'Udito?" chiese lei con una smorfia. Anthony Lockwood era abituato ad essere il migliore, sempre al centro della scena. E da quando lei era arrivata, le cose erano cambiate. Nonostante fosse scappata a Londra anche per scomparire, non era riuscita a nascondere il suo talento.
George alzò le spalle.
"Non darci troppo peso. È fatto così, ma gli passerà. Quando ti ha assunta sapeva che eri brava e lui raramente si pente delle sue decisioni."
"Forse perché è troppo egocentrico per mettersi in discussione?" sbottò lei incrociando le braccia. Reclinò la testa di lato, lanciando un'occhiata alle scale. Anthony non c'era più, probabilmente era entrato in camera sua.
George sospirò.
"Questo è anche vero. Ma, ripeto, non dargli troppo peso. Lockwood non cambierà mai e non sarai tu a farlo cambiare. È bravo, geniale in un certo senso, e lo sa. Credo che sia la fiducia in sé stesso che lo ha tenuto vivo fin ora. Credo che dovremo semplicemente accettarlo così com'è, anche se è frustrante e odioso."
Lucy fece un piccolo sorriso.
"Ha abbastanza fiducia in sè stesso da riempire tutta la casa."
Anche lui sorrise. Si sistemò il borsone sulla spalla con un movimento rapido e scosse la testa.
"Non pensiamoci più. Stiamogli solo vicino. Ora, se non ti dispiace, devo andare a sistemare l'attrezzatura."
La ragazza annuì e rimase sola nella cucina.
Sospirò, poi lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e salì anche lei le scale verso la mansarda.



Angolo autrice:
Ciao a tutti, ben arrivati al fondo di questa piccola fic scritta di getto subito dopo avwr finito la serie tv. Una storia senza pretese, che vuole solamente andare a studiare un elemento della trama che mi ha colpito. Non ho letto i libri, ma mi impegnerò a farlo, perché gli urban fantasy sono i miei preferiti e potrà colmare il vuoto in attesa che Leigh Bardugo pubblichi il terzo libro della nona casa.
La cosa che più mi ha colpito del trio di protagonisti è come sia George che Lucy hanno tutti e tre i talenti mentre Lockwood solamente la Vista. Tenendo conto che è spesso quest'ultimo a ideare i piani (soprattutto quelli di emergenza) è quasi ironico che lui possegga un'abilità che non gli è granché utile. Penso che il grande dono di Lockwood, prima della Vista e del suo carisma, sia lo spirito di adattamento e la velocità di pensiero. E la cosa ha senso, almeno nella mia testa. In un mondo in cui avere più di un talento non è raro, averne solo uno (quello di "base" per ogni agente, peraltro) lui è quello che più facilmente è esposto ai rischi dei Visitatori. Per questo immagino che la sua capacità di improvvisare un piano sia anche conseguenza della sua impossibilità di prevedere i pericoli e mantenersi a distanza da essi.
Grazie per essere arrivati fin qui.
Saluti!!:)
   
 
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