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Autore: asia20    17/07/2023    0 recensioni
Terza stagione della celebre serie Lord of the Rings: Darkness Return
Il ritorno di un nemico di Arda, il ritorno di un cristallo perso da tempo. Famiglie verranno distrutte, l'ordine sarà ristabilito
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fëanor, Figli di Fëanor, Maglor, Melkor, Nuovo personaggio, Sauron
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lord of the Rings: Darkness Return
Stagione 3

 

Episodio 1: La nebbia agli irti colli

 

Primula

*Sono giorni che si allena sotto l'occhio vigile di Vader. E non solo, ché quando si decide a mandarla a riposare dopo averla stremata e strizzata come un cencio la ragazzina testardamente aspetta di essersi ripresa appena un minimo prima di riprendere gli esercizi nel segreto della sua camera.*

Evvai! Cinque su cinque! Non vedo l'ora di fargli vedere che riesco a prendere la spada laser già da 10 metri di distanza.

*Nuovamente richiama la Forza, quel suono ronzante e ormai familiare e rassicurante come le fusa di un grosso gatto che ora riesce a distinguere sempre, come un sottofondo a tutti gli altri rumori che la circondano.

Di nuovo il cilindro argentato scatta dal pavimento e atterra piatto al centro del suo palmo.*

Voglio che sia fiero di me. Voglio essere la migliore allieva.

*Il tono deciso, un impegno dichiarato con tutta la determinazione della sua gioventù.

La Forza vibra nella stanza.

Come quando Vader si avvicina a grandi passi per insegnarle e guidarla. Come se lui la spingesse fisicamente al suo passaggio.*

Vader!!! Vader!!!!

*Non ha mai sentito la Forza vibrare così decisamente. E un attimo di timore la pervade, forse ha sbagliato qualcosa e sente improvvisamente il bisogno di aver accanto il suo Maestro.*

 

   

Vader: *Vader chiude brevemente gli occhi, aprendosi alla Forza e collegandosi mentalmente con l'allieva.

Solo cinque giorni prima, il suo controllo sul tessuto dell'universo era poco più forte di un giovane padowman alle prime armi.

Ora? Sarebbe stata per lo meno in grado di difendersi adeguatamente in una rissa contro avversari non troppo addestrati.

Un netto miglioramento, ma aveva ancora molta strada da fare prima di potersi considerare un'apprendista accettabile.

Tuttavia, meritava almeno qualche elogio, se non altro per cimentare ulteriormente il loro attaccamento.*

Noto con piacere che il tuo controllo telecinetico è aumentato considerevolmente. Ottimo lavoro *dice attraverso la maschera, mentre le accarezza la testa con movimenti gentili* Hai ancora spazio per migliorare, ma nel frattempo dire che possiamo passare alla prossima fase del tuo addestramento... l'uso della spada laser.

 

   

Primula

*L'arrivo di Vader è un sollievo per la ragazzina e sente distintamente che la vibrazione della Forza torna a essere più controllata, come se lui l'avesse calmata con la sua presenza.

Le posa una mano guantata sulla testa e la accarezza gentile, un gesto più da cucciolo che da ragazza ma che stranamente la conforta e non le offende.

I suoi occhi si accendono di gioia alle parole di lode e di entusiasmo e eccitazione alla menzione della spada laser*

La spada! Evvai!!! Vader grazie! Non vedevo l'ora di cominciare a imparare a usare la spada!

*Saltella di entusiasmo e muovendo la mano usando la Forza per pavoneggiarsi un po' si fa atterrare nuovamente il cilindro argentato sul palmo teso.*

Ecco! Sono prontissima!

*Gli sorride fiera di sé stessa, con la gioiosa allegria di una ragazzina *

Cominciamo? Che devo fare?

 

Vader: *In tutta risposta, Vader mette la mano sotto il mantello... ed estrae una coppia di spade di spade di legno, una delle quali porge tra le dita dell'elfa.

Per prima cosa, ho bisogno di farmi un’idea delle tue capacità di combattimento.

Ha quanto ho notato fino ad ora, le creature di questo mondo prediligono l’uso dell’arma bianca, il che potrebbe rivelarsi un vantaggio a lungo termine… ammesso che tu ne abbia mai impugnata una.

*Inclina la testa, scrutandolo curiosamente*

Hai familiarità con l’uso della spada?

 

  

Primula

*Lo guarda basita mentre le posa sul palmo una spada di legno.

L'entusiasmo che cede il passo ad un senso di ingiustizia, come se lui si stesse facendo beffe di lei.

Fremendo di rabbia batte i piedini sul pavimento come una bimbetta capricciosa*

Mi prendi in giro? Hai detto spada laser! Ce l'ho in mano la spada laser!

*Non appena però le parole impertinenti le lasciano le labbra si pente dello sfogo infantile e impulsivo.

China la testa con un piccolo broncio.*

Scusa Vader.

*Sospirone...molto maturo...*

Scusa Vader. Ho familiarità con la spada ma è molto che non mi esercito.

*Risponde poi con tono sommesso e contrito.

Proprio come l'arma bianca che già sa usare la impugna correttamente e assume la posizione di difesa. Spada in avanti, punta in alto, braccio piegato e corpo di lato a offrire il minor bersaglio possibile. Gambe leggermente piegate e pronte a muoversi con agilità.*

Ai tuoi ordini.

*Dice per fargli capire che è pronta a seguire i suoi insegnamenti.*

 

 Vader: *Vader si limita ad agitare una mano con fare sprezzante*

Non sono offeso. Ma in futuro...

*Prima che l'elfa possa reagire, solleva la propria spada e glie la tira in testa. Non abbastanza forte da lasciarle qualche livido, ma certamente la farà desistere dal comportarsi di nuovo in un modo così infantile... almeno durante il loro addestramento*

cerca di trattenerti *la avverte, mentre anche lui assume una posizione pronta al combattimento*

Non userai una spada laser fino a quando non sarò sicuro che potrai impugnarla attiva senza il rischio di tagliarti una mano. Tutti i giovani Sith hanno cominciato dal basso, e così farai anche tu. è una tradizione vecchia quanto l'ordine stesso.

*Solleva la spada...*

Ora prova a bloccarmi!

*E la abbassa con forza*

 

    Primula

*La reazione di Vader è immediata e talmente veloce che la ragazzina non ha modo nemmeno di cercare di evitare di essere colpita*

Ahi!

*Una lacrima spunta all'angolo di un occhio, scendendo lentamente lungo la guancia. Non è dovuta al dolore del colpo ma al dispiacere causato dal disprezzo del rimprovero.*

Scusa Vader

*Ripete una terza volta con un tono che lascia intendere che la lezione è stata appresa.

È dispiaciuta che il suo comportamento infantile abbia rovinato il momento. Il tono di Vader è secco e brusco, non più permeato di orgoglio per i suoi progressi.*

"Voglio che prima della fine della lezione sia di nuovo contento di me"

*Quando Vader alza la propria spada si mette in posizione cercando di tenere la spada come le è stato insegnato dagli Elfi.*

La spada di Vader cala con forza, spietatamente. E lui è molto più forte e imponente di lei. Riesce a pararlo per un pelo ma colpo riverbera tremendamente sul legno e la ragazzina sente una fitta al braccio anche se riesce con uno sforzo di volontà a non mollare la presa.

Lo guarda timidamente, incerta, in cerca di approvazione, temendo di sentire ancora la disapprovazione e anelando invece una lode*

 

   Vader: *Invece, il Sith mena un altro fendente che la ragazza è costretta a parare*

Ti ho forse dato il permesso di fermarti? In un vero combattimento, un avversario non ti offrirà mai del tempo prezioso per lasciarti recuperare le forze, a meno che non voglia schernirti.

Come puoi pensare di tenere in mano una spada laser, quando non puoi affrontare un semplice allenamento?

*Ad ogni parola, muove la spada di legno sempre più veloce, facendo indietreggiare la ragazza. I colpi, dapprima lievi, diventano veri e propri fendenti capaci di percuotere i muscoli dell’avversario, e presto gli effetti di quegli assalti cominciano a farsi sentire anche sul corpo dell’elfa.

Finché… l’ennesimo colpo non le toglie la sua spada dalle mani, facendola cadere al suolo.

Vader riprende una posizione rilassata*

Vedo che abbiamo un po’ di lavoro davanti a noi. Ma non disperare, poiché non sei la prima allieva che prendo sotto la mia ala… e ho intenzione di renderti una guerriera degna dei Sith. Riprendi in mano quella spada e prova a imitare i miei movimenti. Non avere fretta, sei qui per imparare.

 

    

 

Primula

*Alza la spada e di nuovo para il colpo. Le parole secche di Vader bruciano come sale su una ferita, ma riaccendono la rabbia e la danno la forza di reagire.

I primi colpi sono lievi seppur veloci e i riflessi prontissimi della giovane elfa le permettono di controbattere.

Ma Vader è tanto più forte, impossibilmente più bravo e ha tutto il vantaggio dell'altezza. Per Primula è impossibile resistere all'assalto, ad ogni suo passo in avanti lei ne fa almeno tre indietro cercando di mantenere la posizione e la distanza.

Ma i fendenti sempre più forti, più veloci, percuotono il legno e di riflesso il braccio della ragazzina.

Lacrime di fatica e dolore le scorrono sul viso fino a quando, inevitabilmente, un fendente micidiale le fa volare la spada dalla mano.

Ansante Primula porta il braccio al petto, quasi reggendolo con l'altra mano.*

"Che figuraccia. Faccio schifo"

*Pensa la ragazzina sconfitta, le emozioni scritte sul visetto arrossato dallo sforzo.

Ma le parole di Vader non lasciano tregua.

Usa la Forza con naturalezza per riprendere la spada. Un gesto fatto non per impressionare, ma risultato inconscio dei giorni di addestramento.

Il braccio trema mentre imita la posizione del Maestro. Ma testardamente la ragazzina squadra le spalle e con un sospiro stringe i denti e forza i muscoli a restare saldi e non tremare.*

Sono pronta Vader.

 

Vader: Eccellente *si complimenta Vader, annuendo soddisfatto* Ricorda: il fallimento rimane tale finché non viene usato per migliorarsi. Solo allora l'errore diventa una lezione, e da quella lezione siamo in grado di apprendere nuovi modi per superare gli ostacoli. è così fin dall'alba dei tempi... ed è il principio alla base di ogni allenamento.

*A quel punto, Vader mena un altro fendente, e presto i due si ritrovano coinvolti in un altro duello.*

Usa la forza *la incita* Non serve solo per far fluttuare gli oggetti. Può anche aiutarti a concentrare i tuoi sensi...a renderti vigile, più veloce... a prevedere le mosse del tuo avversario.

Ascolta, proprio come hai fatto in questi giorni...

 

   

Primula

*La lode di Vader giunge come un balsamo. Lenisce e infonde nuova forza e le parole incoraggianti terminano di rinfrancare lo spirito e il fisico della ragazzina.

Di nuovo le spade di legno cominciano a incrociarsi in un turbine di fendenti sempre più veloci a cui Primula riesce a ribattere, per un pelo e sempre in difesa, cedendo di un passettino ogni volta.*

Usa la Forza

"Eh mica posso chiudere gli occhi "

Oppure sì. Il rischio di prendere un colpo? No. Vader si arrabbierebbe: quale nemico ti lascerebbe il tempo di chiudere gli occhi e concentrarti?"

*Le parole sferzanti di prima le risuonano nelle orecchie.

A occhi aperti e cercando di non farsi colpire richiamare la Forza è ben più difficile. Eppure...eccola!!*

Frrrr

*Il suono lieve che le sfugge dalle labbra probabilmente rende ancora più ovvio al maestro che è riuscita.

La spada della ragazzina arriva ora con un millesimo di anticipo, il corpicino esile minimamente più reattivo.

Ma lo sforzo si fa sentire, Vader non è affatto leniente e la presa di Primula sulla Forza si sfalda in pochi minuti.

Ansante, tremante di fatica, il braccio ormai intorpidito dai colpi parati, per non arrendersi la ragazzina elfa passa velocemente la spada all'altra mano. Ma ora non ha più scampo. La sinistra non è allenata, la presa non è salda e sicura. I colpi feroci le mandano fitte sempre più dolorose e richiamare la Forza non le riesce. È ormai stremata.*

Vader... Vader

*Il sussurro è una richiesta di aiuto. L'allieva si rivolge al Maestro in cerca della sua guida*

 

    Vader

*Vader abbassa la lama verso Primula... ma si ferma, prima che questa possa colpirla effettivamente.

Riesce a percepire la sua stanchezza e il suo dolore, che riecheggiano attraverso il loro legame come una triste melodia. Vader ha imparato ormai da tempo a celare le proprie emozioni... ma anche lui non può ignorare la profonda connessione tra un Maestro e un Apprendista, e così allontana l'arma e si avvicina alla giovane elfa, sostenendola prima che possa cadere. *

Hai fatto bene, mia giovane apprendista *si congratula* In poco tempo sei riuscita ad adattare i tuoi sensi alla Forza per migliorare le tue abilità di combattimento. Sei una brava allieva.

*Comincia pian piano ad usare i suoi poteri per allontanare la stanchezza e il dolore*

Ora riposati. Continueremo domani, quando sarai nuovamente in forze. Sappi che sei sulla buona strada per diventare una vera Sith... una grande Sith.

 

Primula

*Il colpo che la ragazzina sente che non sarebbe più riuscita a parare cala e l'esile corpicino si prepara stancamente a subirlo inerme. Ma la lama si ferma, questa volta clemente, senza causarle altra sofferenza.

Un esausto sospiro di sollievo accoglie la tregua e Primula si accascia lasciando che il maestro sostenga il suo lieve peso.

Troppo stanca per reagire alla sua lode con il solito vivace entusiasmo gli rivolge un sorriso grato.*

Grazie Vader... Non ce la facevo proprio più. Domani farò meglio.

*Promette spronata dalla lode.

E lo guarda con meraviglia e riconoscenza quando sente il suo potere circondarla come una calda coperta e allentare la morsa del dolore sui muscoli contratti dalla fatica*

Oh. Vader. Grazie.

*Le parole escono lentamente, mentre la sua massiccia presenza confortante la rilassa e la ragazzina fiduciosamente chiude gli occhi per riposare.

Qualcosa intanto sembra vibrare appena al limite della sua coscienza ormai quasi abbandonata al sonno*

Frrrrrrr

*Le labbra della ragazzina tremano nel mimare il suono che esce appena percettibile. Chiaro solo per il maestro.*
 

Minas Morgul
 

Coralith*Minas Morgul era immensa. Coralith esplorava sale e corridoi alla ricerca del posto migliore dove impiantare i nuovi laboratori che servivano...Pandora era stata estremamente chiara e concisa nel dare istruzioni su quanto dovevano fare, lasciandole carta bianca per le sue ricerche personali. Ma la Mon Calamari aveva ben capito che erano arrivati su Arda nel bel mezzo di una crisi, ed era ben lieta, in primis, di poter aiutare la sua amica. Il resto poteva aspettare.
Cercando macchinari potenzialmente utili, si ritrovò a lottare con un vecchio armadio a muro con la porta di metallo, chiuso ermeticamente da chissà quanti secoli... Aggrappata con tutte le ventose alla maniglia, tira tira, stava per andare a chiamare Glaruk che le desse una mano quando la lastra cedette e lei si trovò per terra mentre uno strano oggetto rotondo cadeva da una mensola interna sfiorandole la testa e cominciando a rotolare allegramente per tutta la sala.*
- Ouch!...Ma che?... - *protestò sfregandosi il bernoccolo e guardando la boccia che se ne andava per i fatti suoi. Era grossa, vitrea, luminescente, sembrava avesse qualcosa al suo interno che si muoveva...* - Pandora!...Glaruk!...Che cos'è quella roba? - *strillò*
 

Glaruk
*È impegnato con alcuni compagni a sistemare e ripulire alcune stanze che erano state giudicate adeguate a diventare laboratori per poter procedere più in fretta a produrre il vaccino per il virus. Prima faranno più persone potranno salvare.
Il richiamo della Mon Calamari lo fa accorrere in fondo ad un altro corridoio dove la trova intenta a strofinarsi un bernoccolo e guardare con sospetto una specie di palla di vetro luminescente che aveva qualcosa all'interno che si muoveva*
Non saprei signora Coralith
Vi siete fatta male?
*Chiede sollecito poi fa per prendere su la boccia e riporla nell'armadio da dove doveva essere caduta quando appena la sfiora viene invaso da una specie di visione.
Una torre nera si stagliava contro un cielo scuro come se assorbisse tutta la luce residua. Sulla torre un uomo dagli occhi di fiamme.
Con un grido strozzato si fa indietro inciampando e cadendo pesantemente sul didietro.
Senza nemmeno rialzarsi comincia a chiamare con voce piena di paura*
Pandora! Pandora!
 

Pandora
*Affaccendata correva su e giù per il laboratorio principale, poiché già ne stavano allestendo un paio nelle sale di sotto, impartendo ordini e nello stesso tempo calcolando a mente dosi e tempi.
Attorno era tutto un caos di uruk che correvano da una parte e dall'altra, parenti e amici di Uruk che arrivavano "per un salutino" e che lei faceva finta di non vedere lasciando che si trovassero da sé un posto dove stare...da quando si era sparsa la voce che da lei gli uruk erano protetti, Minas Morgul era diventata una meta agognata ..
L'urlo di Coralith la fa scendere veloce nel sotterraneo, preoccupata
Chissà cosa si nasconde ancora a Minas Morgul, tra segrete e stanze murate, probabilmente nulla di buono..*
Eccomi, che accade? Oooohhhh
*Resta a bocca aperta mentre gli occhi ancora increduli le brillano cupamente*
Un Palantiri...dammelo presto
*Dice prendendo la sfera e coprendola velocemente sotto un lembo del vestito*
È un'antica pietra veggente...serviva nel passato, remoto passato, per comunicare.
È un oggetto che se usato incautamente può ritorcersi contro chi lo osserva, perciò l'ho coperto
*Spiega*
Uh che brutto bernoccolo cara
*Guarda preoccupata l'amica*
Vieni che ho qualcosa da metterci
 

Coralith
- No...no, tranquilla...non è niente, mi ha solo preso di striscio! - *Si rialza da terra ancora un po' scossa, ed i suoi occhi notano subito Glaruk, seduto per terra spalmato contro un muro, con un'espressione tra lo sconvolto e il terrorizzato dipinta sul volto...*
- Glaruk! Che succede? - *i suoi occhi si spostano su Pandora, che regge in braccio cullandola come fosse un bebé quella palla misteriosa che ha subito coperto e che le ha spiegato chiamarsi Palantir.*
- Oh, quella cosa che è saltata fuori dall'armadio!... - *punta il dito contro il fagotto* - Glaruk l'ha raccolta...probabilmente ci ha anche guardato dentro... - *Si precipita verso l'uruk, controllandogli gli occhi e i riflessi, poi torna a rivolgersi a Pandora con espressione preoccupata*
- Guarda...sembra in stato catatonico...per gli Dei, ma cosa può aver visto per ridursi così? Cosa possiamo fare per lui? - *In cuor suo, considerando la struttura fisica robusta e massiccia dell'uruk, crede possa riprendersi da solo con un po' di riposo, ma la sua mente?....*
 

Glaruk
*Il terrore si impossessa del giovane uruk strisciandogli addosso come vermi e chiudendogli la mente in una gelida morsa.
Come fosse intrappolato nella sfera, rivive quello che ha visto prima, la nera Torre su cui si staglia una figura di uomo con gli occhi di fuoco. Ma ora, ora lo sguardo bruciante della figura è proprio volto a lui, lo inchioda e non gli permette di sottrarsi alla sua vista.
Chiudere gli occhi è impossibile.*
"Aiuto"
*Il rombo del panico nelle orecchie esclude qualsiasi altro rumore o parola. Non sente il richiamo della Mon Calamari.*
"Aiuto"
*Il pensiero intrappolato non riesce a raggiungere le sue labbra che rimangono immote; eppure nella sua mente, sotto lo scrutinio impassibile della figura il giovane grida, grida, grida implorando l'aiuto della sua signora*
"Aiuto Pandora"
*E, nella sua mente, la figura si fa improvvisamente attenta*
 

Pandora
Glaruk! Hai guardato...oh Glaruk maledizione
*Grida voltandosi e vedendo l'Uruk in un angolo, gli occhi vacui e sbarrati, il corpo sbattuto da violenti spasmi. Inginocchiandosi prende le mani del suo assistente chiudendole tra le sue e sussurrando parole in una lingua arcana incomprensibili alle orecchie di Coralith.
Respira profondamente mentre con la sua mente attraverso il contatto delle mani viaggia verso le mente di Glaruk
Il volto teso, raccoglie dentro sé in un'unica corrente ogni sua energia, mentre apre gli occhi e vede ciò che Glauruk vede attraverso il suo sguardo . È un passato remotissimo ma troppo potente ancora per una mente come quella di un Uruk
Deve portarlo via da lì prima che perda il senno ..*
"Glaruk, con me"
*Gli ordina cingendogli il collo con un braccio e coprendo il suo sguardo col suo corpo, mentre l'altro braccio si leva in gesto di monito verso la figura stagliata sulla torre oscura*
"Questo non è il tuo tempo, ombra
Torna nell'oblio"
Un fragore come di onda che scuota tutta la terra diparte dalla cupa figura, che si dissolve in lontananza disperdendosi in minuscoli frammenti di polvere.
Con un respiro profondo e consumando le ultime energie Pandora torna indietro, tenendo stretto Glaruk a sé.
Riapre gli occhi e sono di nuovo nella stanza, il corpo dell'Uruk trema ancora ma gli occhi sono tornati vigili, coscienti.
Lo osserva per assicurarsi che stia bene, annuendo compiaciuta*
È tutto finito, Glaruk, quello era il passato*
Si accascia a terra, sfinita, mentre si concentra per recuperare le forze*
Molte cose può mostrare un Palantiri..cose che furono, cose che sono...e cose che potrebbero essere.
*Quella figura era Mairon, ai tempi della terza era... questo deve essere il suo Palantiri dunque, il terzo che si suppose andò distrutto con il crollo di Barad-Dur...*
 

Coralith
*Non capisce bene quello che sta succedendo, ma se ne tiene discosta comprendendo bene che quella è una cosa che non le compete e su cui non può agire. Lei non è nata su Arda, non sa nulla della cosmologia e della mitologia locale, quindi lascia che Pandora si occupi di tutto. Vede che la sua amica è sfinita, dopo essersi occupata di Glaruk, e si siede per terra vicino a lei prendendole una mano per dimostrarle la sua vicinanza...il giovane uruk sembra essersi ripreso, fortunatamente, e ora c'è da occuparsi di lei.*
- Pandora....va meglio? - *si volta preoccupata verso di lei* - Vuoi andare a stenderti? Non pensare più a quell'aggeggio, non ho capito bene cosa sia ma non lo voglio sapere...fossi in te lo nasconderei nel posto più segreto di Minas Morgul, e me lo dimenticherei. A meno ovviamente che tu non sappia già cosa farne o come utilizzarlo, ma secondo me deve essere tenuto ben lontano da tutti, e tranne noi che eravamo qui nessuno dovrà sapere della sua esistenza...Glaruk, hai capito? Non dire a nessuno, ma proprio a NESSUNO. di questa cosa... -
 

Glaruk
*Torna al presente con un sussulto, il corpo ancora scosso da un forte tremore e brividi di un freddo che è dato dal residuo di paura.
Eppure un'emozione potente si fa strada nel suo cuore, riconoscenza e adorazione per Pandora che è accorsa in suo aiuto e lo ha salvato *
Grazie mia signora, non dimenticherò mai questo giorno
*Le sussurra avvicinandosi e prendendole l'altra mano con gesto reverente e deponendovi un bacio che esprime una tale emozione da fargli vincere la sua abituale ritrosia.*
Certo signora Coralith, non dirò nulla a nessuno, i miei compagni sarebbero curiosi e non voglio che vedano quello che ho visto io
*Promette serio il giovane uruk mentre un ultimo brivido gli scorre lungo la schiena*
Mi permetto di dirmi d'accordo con la signora Coralith. Quella palla dev'essere nascosta a tutti.
*Dice mentre man mano riguadagna la sua compostezza.*
Volete stendervi nella vostra stanza e riposare un poco mia signora, vi posso portare, sarebbe un onore
*Propone con adorante imbarazzo arrossendo leggermente*
 

Pandora
*Non riesce a trattenere un sorriso alle parole di Glaruk, mentre stringe con affetto la mano di Coralith*
Grazie, starò bene presto, non ti preoccupare... è che usare i miei poteri mi toglie energie
"E mi lascia anche con una bella emicrania di qualche ora ma vabbè"
*Poi china il capo osservando la sfera la cui forma si intravede da sotto la stoffa del vestito*
Queste pietre, chiamate Palantiri o pietre veggenti, sono state create da ..un genio folle, diciamo, ere fa
Sono state create per servire semplicemente come mezzo per comunicare da una parte all'altra della terra di mezzo, in un'era in cui non esistevano holocall o simili..
Poi però purtroppo
*Sospira mentre si perde nei ricordi*
C'è stato chi...chi non ne ha fatto buon uso.
Chi le ha corrotte all'oscurità
Di per sé sarebbero state innocue, come un'holophone.
Comunque sì, va nascosto, concordo con voi
Neanche io so se sarò in grado di usarlo da subito, mi servirà allenamento e concentrazione.
Anche se mi piacerebbe trovare un modo di analizzarlo in sicurezza, chissà se può esserci qualcosa in esso collegato in qualche modo alla tua materia Coralith, che dici?
*Osserva guardando l'amica*
Lo nasconderò subito
*Dice alzandosi lentamente*
A che punto siamo con i laboratori? E Glaruk bisogna mandare qualcuno a fare ulteriori provviste.
*Evita di specificare per chi tanto sa che lui ha capito benissimo a cosa si riferisca.
Se continua così quello che non servirà da laboratorio servirà come camerata...*
 

Coralith
*In attesa che Pandora si riprenda completamente o quasi, resta qualche minuto in silenzio soppesando le sue parole e riflettendo con attenzione*
- Si, alla fine dovremo nasconderlo, ma forse si potrebbe aspettare...Per ora non perdiamolo di vista, questo..."palantir"...e non appena ti sarai rimessa completamente vorrei fare un esperimento - *La guarda, conscia della potenziale pericolosità di quello che ha intenzione di chiederle*
- Questo oggetto è stato costruito su Arda. E' stato, da quanto mi dici, modificato e corrotto da qualcuno appartenente a questo pianeta...ma originariamente era solo un mezzo di comunicazione. Glaruk ha visto in quell'oggetto qualcosa appartenente ad Arda, che l'ha terrorizzato perché fa parte di qualcosa che conosce essendo nsto qui. Ma io? Io sono una Mon Calamari, appartengo ad un altro pianeta, non ho nulla in me che mi colleghi ad Arda, a parte degli amici - *stringe di più la mano di Pandora e fa quello che per una Mon Clamari rappresenta un sorriso*
- Quando starai bene, vorrei provare a guardarci dentro....mal che vada, farai per me quello che hai fatto per Glaruk -
 

Glaruk
*Si è appena ripreso dal terrore vissuto prigioniero nelle spire oscure del Palantiri.
Il fatto che Pandora tenga la sfera coperta lo rassicura e sussulta sorpreso e preoccupato alle parole della Mon Calamari*
Signora Coralith, siete sicura? Quell'affare è terrificante.
Non so se è una buona idea
*Osa avanzare la sua obiezione con tono nervoso, temendo che lei possa trovare offensive o impertinenti le sue parole.*
Vado a controllare e dare istruzioni mia signora
*Risponde a Pandora con un inchino e velocemente esce dalla stanza per correre sia a vedere se i laboratori sono già operativi e soprattutto di mandare una squadra o due a fare incetta di provviste.
Se tutti i parenti e amici li raggiungeranno la popolazione uruk di Minas morgul triplicherà come minimo.
Forse, pensa con una punta di preoccupazione, ho forzato un po' troppo la mano a Pandora. *
 

Pandora
*Riflette pensierosa sulla richiesta di Coralith, mentre osserva compiaciuta come Glaruk si stia affrettando ad eseguire il suo compito, stringendo ancora la veste attorno al globo*
Non appartieni ad Arda, vero. Ma appartieni come tutto l'universo alla Creazione dell'Uno, Iluvatar.
Quindi... potresti vedere qualcosa, sì, potresti
*Sospira, indecisa. Da una parte la preoccupazione che qualcosa di brutto possa accadere alla sua amica scrutando il globo, dall'altra la curiosità di un possibile studio sul Palantiri la tenta moltissimo, erano millenni che sognava di averne uno a disposizione...*
Va bene allora, d'accordo.
Recupererò le energie presto, se vuoi già stasera potrai guardarlo, ed io sarò con te.
*Poi un dito sul mento, mentre pensa e riflette, gli occhi che guardano un punto indistinto in alto*
Non mi avevi parlato di quel rilevatore di non-particelle? Potresti tenerlo con te mentre guardi e così già stasera potremmo iniziare qualche ricerca...e...un localizzatore anche, si ..se qualcosa si vede nella pietra veggente è perché c'è un'altra pietra da qualche parte che riceve.
Potrebbero non funzionare entrambi i dispositivi, sia chiaro e noi fare un bel buco nell'acqua.
Ma se non tentiamo, non sapremo mai, giusto?
*Le brillano già gli occhi al pensiero, mentre rivolge uno sguardo di complicità alla Mon Calamari.
Ha davvero trovato la creatura giusta.
Assetata di sapere e disposta a mettersi in gioco per la conoscenza*
 

Coralith
- Certamente...Ho trovato in un armadio un rilevatore che posso facilmente modificare per renderlo attivo alla negatività molecolare. Non mi ci vorrà più di una mezz'oretta... -
* E' eccitatissima al pensiero di provare a guardare nel Palantir, del resto sa che qualsiasi scoperta scientifica si basa, dopo la necessaria teoria, sulla sperimentazione...ed è quello che vuole fare, sa di correre dei rischi ma ne ha già corsi così tanti, in vita sua, con le sue ricerche...Le sembra che Pandora si sia ripresa, e la guarda con l'analogo di un sorriso mentre va a prendere l'apparecchiatura di cui ha parlato. La sinergia che si è sviluppata tra di loro è perfetta, sa che insieme potranno fare grandi cose.
Poco dopo torna con lo strumento, che posa su un bancone e su cui comincia a trafficare*
- Ci serve ancora il localizzatore...Glaruk, per piacere, puoi andare a prenderne uno? Passami il Palantir ben coperto, lo tengo io... - *L'uruk sparisce per eseguire l'ordine, e lei resta appoggiata di schiena al bancone tenendo saldamente in braccio il fagotto*
- Caspita, quanto pesa questo coso...ha una massa notevole!... Beh, cara, non appena torna Glaruk io finisco con il rilevatore poi quando vuoi possiamo cominciare. Voglio solo che tu ti sia ripresa completamente, non dobbiamo correre troppi rischi -
 

Glaruk
*Il giovane uruk ha controllato lo stato di allestimento dei vari laboratori, dato qualche istruzione qua e là ai compagni perché qualche cosa fosse sistemata in maniera più pratica o più ordinata in base all'uso.
Ha istruito altri per la preparazione di camerate per l'accoglienza dei rifugiati e ora, con il localizzatore stretto al petto con attenzione, sta tornando indietro.
È preoccupato per la Mon Calamari, teme che anche lei possa rimanere intrappolata nella oscura magia della sfera.*
"Non augurerei una cosa simile nemmeno al mio peggior nemico. Bè, forse a qualcuno sì. Ci restasse dentro mica sarebbe male"
*Pensa con un guizzo di ribelle divertimento senza però nemmeno osare sillabare nella mente il nome oscuro che è tornato a portare il terrore nel mondo*
Eccomi signora Coralith
*Posa il localizzatore sul bancone e lo prepara.
Guarda con un brivido di profondo disagio la sfera occultata dalla stoffa che la Mon Calamari sembra reggere a fatica.
Eppure sa già quale sia il suo dovere*
Datela a me signora Coralith, è troppo pesante perché la reggiate a lungo
*Si offre cortesemente anche se il tono suo malgrado tradisce il nervosismo che prova*
 

Pandora
*Sul volto di Glaruk sono stampate a chiare lettere terrore e preoccupazione, ma nonostante ciò si offre di reggere la sfera
Avverte molta ammirazione in quel momento per il suo assistente e ne sorride compiaciuta
Gli si avvicina posandogli la mano sulla spalla, gesto che ha notato spesso lo calma*
Stai tranquillo... sappiamo bene che è rischioso ma sappiamo anche meglio quanto sia importante riuscire a capire cosa si nasconda nella pietra
Può esserci di grande aiuto se gestita bene o darci preziose informazioni su ciò che ancora non sappiamo.
Tu piuttosto sai cosa dovresti fare, prima dell'esperimento?
Reclutare qualche volontario tra gli Uruk che sono arrivati ultimamente per un piccolo prelievo di sangue.
Gli uruk presenti sicuramente hanno già sviluppato qualche forma di anticorpi, ma dobbiamo sapere come reagisce l'organismo degli ultimi arrivati.
Servono vaccini il prima possibile.
Quando li hai trovati e fatto prelievo, mandalo ad esaminare in lab3 e poi torna qui se vuoi.
Se non te la senti capiremo, se invece vuoi esserci ti basterà non guardare nella sfera, resterai girato verso il muro e ti volterai solo quando ti chiamerò, intesi?
Coralith, io sono quasi pronta
*Dice sgranchendosi ironicamente gambe e braccia come prima di un allenamento*
E.. vediamo se riusciamo ad entrare un po' nella tua essenza, caro, antico, volubile e folle Palantir...folle esattamente come quel folle del tuo artefice
 

Coralith
*Fa una risatina, per nulla preoccupata per quanto si accinge a fare. Si rende conto di essere parecchio incosciente, ma sa di aver messo da anni la ricerca scientifica al primo posto tra gli interessi della sua vita...In un certo senso qualsiasi nuovo esperimento ha in sé qualcosa di esaltante, e non vede l'ora di guardare dentro il manufatto*
- Su, su, diamoci sotto...vediamo che succede, Glaruk ha preparato tutto - *dice* - piuttosto fissiamo per terra questo coso, non vorrei che rotolasse di nuovo dappertutto - *Si siede per terra posando davanti a se il fagotto* - Apro? - *chiede, eccitatissima, e senza neanche aspettare una risposta scopre la Pietra Veggente...*
- Mh...niente di orribile, per ora...vedo solo oscurità. Però è strano, sembra un'oscurità "viva", c'è qualcosa che si muove. Ah, ecco...il buio si dirada, si vede un luogo molto alto, potrebbe essere una stanza in cima ad una torre. Oh...un respiro. Profondo, peggio di quello di Vader attraverso la maschera. Credo che anche tu conosca il Signore dei Sith, vero?...Aspettiamo ancora, vediamo se lo scenario cambia. No...ma l'Oscurità mi ha visto, sento che mi guarda e osserva in giro, per quanto il buio abbia occhi per guardare. Ma non provo paura, anzi, l'Oscurità ha visto qualcosa vicino a me che l'ha, per così dire, "ammorbidita". Non capisco...Credi che basti per oggi o aspetto ancora? Comunque nessun effetto negativo, forse perché sono di una razza estranea ad Arda -
*Si sente un po' stanca e anche se Pandora non le ha ancora risposto sta per distogliere lo sguardo dalla pietra quando la sentì...Una voce...profonda, gutturale, come se uscisse dagli abissi del tempo. Questa volta non se lo aspettava, ed ha uno scatto all'indietro, sorpresa e spaventata.*
- Chiedile se mi è sempre fedele -
 

Glaruk
*Seguendo le direttive di Pandora il giovane uruk esce nuovamente dalla stanza e va a cercare il primo gruppo dei nuovi arrivati.
Li trova raccolti nella sala di svago in attesa di avere assegnata una stanza man mano che vengono approntate*
Amici, fratelli uruk, la mia signora chiede se qualcuno di voi si offre volontario per un prelievo di sangue. Servirebbe a creare un vaccino per il virus.
*Sebbene titubanti in diversi alzano la mano. Probabilmente sentono di doversi rendere utili per paura di essere cacciati se fossero in troppi. Ma al momento non c'è tempo di andare per il sottile. Penserà più tardi a rassicurarli sulla genuina gentilezza della sua signora.*
"Ora che ci penso, potrebbero arrivare anche rifugiati contagiati"
*Senza perdere tempo si affretta e va ad allertare il gruppetto di uruk che sta allestendo i laboratori di selezionare anche stanze capienti da allestire a ospedale e di cercare tra i nuovi arrivi chiunque abbia qualche genere di competenza medica e preparare un presidio.*
"Spero che Pandora approvi"
*Per quanto spaventato e nervoso però non vuole lasciarle sole ad affrontare la sfera.
Rientra giusto in tempo per vedere la Mon Calamari fare uno scatto all'indietro.*
Che succede? Signora Coralith?
*Chiede incerto volgendo lo sguardo a Pandora in cerca di indicazioni*
 

Pandora
*Siede concentrata e tesa accanto alla Mon Calamari, cercando di cogliere sul viso ogni minimo mutamento di espressione che possa far intendere difficoltà, pronta ad intervenire
Ma tutto sembra procedere per il meglio, il localizzatore lampeggia raccogliendo i dati, chissà se il rilevatore anche se sta funzionando... freme dalla curiosità ma cerca di mantenere la calma, non vuole compromettere la raccolta di informazioni e segnali con vibrazioni nervose.
Poi mentre aspetta lo sente.
C'è lui, dall'altra parte della sfera, il suo Maestro è lì... sarà passato presente..o futuro?
Speriamo presente... c'è molto bisogno in Arda di un po' di ordine e ristabilimento di ruoli, oltre che di qualcuno abbastanza illuminato di ragione da riuscire a guardare avanti.
Improvvisamente vede Coralith trasalire spaventata e gettarsi all'indietro, istintivamente la sostiene posandole una mano dietro la schiena.
Il contatto con il corpo della sua amica, con i suoi sensi ancora allertati dall' intervento su Glauruk, le fa percepire con le sue orecchie quello che lei sta sentendo in quel preciso momento...
Un sorriso si dipinge sul suo viso*
Rispondi di si. Digli: sempre fedele, Maestro
*Le sussurra all' orecchio
Alza poi il viso verso Glaruk che le guarda preoccupato, facendogli un cenno col capo ed unendo pollice ed indice della mano in un cerchio, a far intendere che va tutto bene
Hanno scoperto quel segno con le dita durante la loro gita su Coruscant, quando hanno incontrato viaggiatori che sostenevano di aver visto il futuro e che lo chiamavano okkei se ricorda bene ...*
 

Coralith
*Si riprende presto da quel piccolo shock, del resto quella voce era una cosa che non si aspettava...Guarda Pandora, che sorride. Ha udito anche lei, sembra che la sua amica sappia cosa sta succedendo e di chi è quella voce ultraterrena. Prende coraggio, punta gli occhi alla sfera e risponde.*
- Si...Pandora dice "Sempre fedele, Maestro" - *Non sa che altro fare, la sfera ora tace, ma l'oscurità al suo interno persiste. Guarda Pandora, incerta e decisamente emozionata...non vede l'ora di controllare cosa hanno registrato le apparecchiature.*
- Pandora, cosa facciamo? - *Vorrebbe chiederle CHI ha parlato attraverso la sfera, perché mai lei l'ha chiamato Maestro, ma ha l'impressione che dovrebbe tenersi al di fuori di quella storia che riguarda solo Arda, e Potenze al di fuori dalla sua comprensione. Ha una gran voglia di coprire nuovamente il Palantir e di non pensarci più per un bel po', ma la curiosità è davvero tanta.*
- Pandora....di chi era quella voce?... - *Non sa se l'amica le risponderà, e se non lo farà andrà bene lo stesso.
Ma solo ora, al termine dell'esperimento, si accorse di tremare leggermente e di sentirsi un po' spaventata da quello che è successo.*
 

Glaruk
*II giovane uruk trasalisce di paura quando realizza Chi ha parlato attraverso la Sfera.
Teme che l'arrivo di colui che è ancora l'incubo che infesta i sonni degli uruk da intere ere sia sempre più imminente.
E solo il gesto e il sorriso che Pandora gli rivolge per rassicurarlo lo ancorano al presente e alla certezza che Lei sia l'unica loro speranza di salvezza*
"Pandora ha detto che ci proteggerà e io ho fiducia in lei"
*Con questo pensiero in testa le rende il gesto imparato su Coruscant, quasi un segnale segreto con cui comunicare che ha compreso*
"La signora Coralith sembra scossa"
*Tuttavia indicando con gli occhi la Mon Calamari che ora ha iniziato a tremare leggermente il giovane uruk propone sollecito*
Tutte queste emozioni direi che meritino un buon thè e qualche tramezzino.
*Guarda Pandora per ottenere la sua approvazione.*
E forse è meglio mettere al sicuro la sfera fino alla prossima volta. Direi che fare esperimenti sia stancante in questo caso
 

Pandora
Credo che sia un'ottima idea ..pausa, riposo e qualcosa da mangiare, grazie mille Glaruk
*Dice prendendo la sfera e coprendola con un lembo del vestito*
Intanto che mangiamo vediamo i dati raccolti e se è il caso di settarli diversamente, poi vorrei guardare io stavolta, ma ho bisogno di concentrarmi un attimo...
Coralith come stai? Tranquilla, passa presto
*Le sorride mentre le tocca un tentacolo trasmettendole un po' della sua energia*
Ti è piaciuta come esperienza? Sicuramente più interessante di una fredda chiamata in holo suppongo
*Ridacchia servendosi del tè e di un tramezzino che il lesto uruk ha già prontamente approntato davanti a loro.
È un po' come fare un picnic, pensa divertita vedendo come si sono sistemati a terra.
Guarda la sua amica e le sembra di vedere il viso riprendersi un po'*
È molto stancante guardare il Palantiri se non si possiede sufficiente energia mentale
Perché è stato creato da un Eldar per comunicare con altri Eldar
*Poi chiede a Glaruk come è andata con i prelievi, annuendo soddisfatta nel sapere la partecipazione*
Ottimo, speriamo che almeno il vaccino per gli uruk sia pronto entro domani..non perché sia di parte eh
*Sghignazza ironica lasciando intendere che si... è di parte*
Ma anche perché se iniziamo ad ammalarci qui non avremo sufficiente personale per lavorare agli altri vaccini
*Poi con un sospiro si rivolge a Coralith, raccontandole succintamente la storia di Arda, dagli inizi della Creazione fino alla guerra d'Ira e al confinamento di Melkor nel vuoto*
Quello che hai visto, che ti ha parlato... è lui.
È stato mio Maestro per molti secoli, da lui ho appreso tanto...ed ora è tornato, non so come ma è tornato.
*Si rilassa mentre sorride rassicurante a Glaruk*
E voi, ripeto, non temete.
Farò tutto ciò che è in mio potere per proteggervi, non tradirò la vostra fiducia così come voi non avete mai tradito la mia.
Ma dubito fortemente che gli uruk siano l'interesse di Melkor, al momento...se lo conosco bene avrà molto da sistemare altrove
*Dice mentre uno scintillio cupo e sadico le brilla negli occhi scuri*
"Peccato solo che mi perdo lo spettacolo..."
 

Coralith
- Glaruk, se tu non ci fossi bisognerebbe inventarti!...Che meravigliosa merenda! Grazie! Devo ammettere di essere un po' provata da questa esperienza - *Fa i complimenti al giovane uruk che ancora una volta si dimostra premuroso, gentile e capace. Si sta riprendendo, ed ascolta piena di interesse le spiegazioni di Pandora. A dire il vero non sa cosa pensare...quel Melkor, anche da quanto ha visto lei nel Palantir, dovrebbe rappresentare il Male puro, ma se è stato il Maestro di Pandora, stenta a crederlo.
Mentre sorseggia lo splendido thé di Arda, le viene da chiedersi cosa significa l'espressione di Pandora "Peccato solo che mi perdo lo spettacolo...". Indubbiamente succederà qualcosa, nel breve futuro, ed è divertita dal fatto che la sua vacanza, invece di essere un periodo di studio, riposo e relax come si preannunciava, stia diventando una vera avventura...
- Ora sto bene, sì...è stato solo molto stancante - *dice a Pandora* - Cara, mi raccomando...anche tu, non fare cose avventate. Come hai detto ora controlliamo i dati, poi vedi tu se devi guardare nella sfera...comunque tu sai come stanno le cose, e sai cosa fare. Non voglio solo che tu corra pericoli -
 

Glaruk
*Arrossisce per i complimenti schermendosi con palese imbarazzo, ma gli occhi gli brillano di orgoglio per le lodi e soprattutto di assoluta fiducia alle parole di Pandora.*
"Speriamo che altrove abbia modo di sfogarsi"
*Pensa il giovane uruk pur sentendo una punta di rammarico e vergogna.
Ma in tempi oscuri il vecchio detto mors tua vita mea diviene veramente il metro della possibilità di sopravvivere. E alla vita, è inutile dirlo, il giovane uruk tiene eccome.*
Mia signora!! Aspettate!! E se la sfera vi intrappolasse? Noi non siamo in grado di fare quello che avete fatto voi!
*Esclama spaventato nel sentire Pandora progettare di affrontare la Sfera.
Il suggerimento della Mon Calamari è sensato, prima è bene controllare i dati.
Velocemente e con cura sgombera i resti della merenda e sistema in modo che possano rivedere i dati. È chiaro che la sua signora è impaziente di provare lei stessa in prima persona*
"Ah i ricercatori!"
*Pensa con un sorrisetto, in fondo beh consapevole che anche lui avrebbe provato gli stessi sentimenti se non avesse provato quell’agghiacciante terrore *
 

Pandora
Uh non preoccuparti per me Glaruk, non mi creerà alcun problema, sono una Maia.
Grazie però del tuo pensiero
*Gli sorride facendogli una breve carezza sul viso*
Si si, assolutamente prima i dati
*Controlla con Coralith, gli impulsi rilevati dal localizzatore non le riservano alcuna sorpresa sulla locazione... Barad-Dur, ovviamente.
Pensosa riflette...da dove potrebbe essere arrivato per sbucare a Barad-Dur? Perché sicuramente non è stato liberato... poi un pensiero improvviso le sovviene, la porta della stanza segreta di Mairon!! Ma certo, dava nel Vuoto e la spada laser del Signore dei Sith l'aveva lasciata aperta...ogni tanto anche Measse fa la cosa giusta allora, sogghigna divertita.
I dati del rilevatore intanto vengono prontamente inviati da Glaruk al computer decriptatore, ci vorrà qualche minuto ancora per vedere eventuali risultati... intanto ora è più curiosa che mai di guardare finalmente anche lei nella sfera.
La solleva con una mano tenendola dritta di fronte a sé, scrutando curiosa ed attendendo...sul momento nulla, poi dal centro della pietra sembra nascere una luce, come una stella di una galassia lontanissima...attorno alla luce si delinea qualcosa
Pandora corruga la fronte mentre l'immagine diventa via via più nitida ..*
Vader: *Il mondo cambia improvvisamente.
Dapprima, sembra crollare su se stesso, come se la realtà fosse scossa da un titanico terremoto capace di annientare qualsiasi cosa si trovi nelle vicinanze. A quella visione catastrofica, segue un pallido bagliore, che nell’oscurità di una notte senza stelle comincia a diventare sempre più intenso, creando una patina bianca tutt’attorno.
Poi… crepe color pece cominciarono a diramarsi su quella pallida superficie, trasformandola in un mosaico spezzato. Frammenti grandi come montagne crollano in mezzo alle spettatrici, infrangendosi come lastre di vetro e lasciando il posto ad un sistema solare in miniatura.
Ci sono pianeti, lune, satelliti, stelle lontane… e dopo qualche istante di assoluta immobilità, un’ombra cala su quei corpi celesti. Un’alta figura d’ebano, con il volto coperto da una maschera scheletrica illuminata da orbite rosso sangue.
Nella mano destra regge qualcosa… un oggetto vermiglio che brucia più intensamente del sole stesso. Viticci neri cominciano a diffondersi dalla misteriosa figura, avvinghiandosi attorno ai pianeti, inglobandoli, rendendoli corpi sferici di nera pece… quasi li stesse trasformando in un’estensione di se stesso… come se li stesse divorando…*
 

Coralith: *E' piuttosto preoccupata, ma lascia ovviamente che Pandora gestisca a modo suo il Palantir...Sa cos'è quella strana sfera, sa come funziona. Ma la vede corrugare la fronte...Coralith non sa cosa sta vedendo la sua amica, di certo non quello che ha visto lei, ma per la Mon Calamari questa volta la sfera resta vuota ed inerte. *
- Glaruk, hai inserito nel computer tutti i dati? Quando saranno pronti i risultati? - *chiede al giovane uruk, che osserva la sua maestra alle prese con il Palantir in silenzio ma senza riuscire a mascherare la sua preccupazione.*
- Caro ragazzo, stai tranquillo, Pandora sa bene cosa sta facendo, lasciamola tranquilla - *cerca di calmarlo e, dopo aver controllato che la sua amica non dia segni di sofferenza, si avvicina alla strumentazione. Prende in mano il nastro con i dati che sta uscendo dalla stampante e gli dà un rapido sguardo, scorrendo le cifre ed i simboli. Ed improvvisamente si blocca, trattenendo il respiro...Non è possibile! Non riesce a credere che la risposta ad anni ed anni di studio potrebbe infine trovarsi in una boccia di vetro costruita nella notte dei tempi in un pianeta per lei alieno...*
 

Glaruk
*Da lontano la Sfera resta oscura, non sa cosa stia vedendo la sua signora ma è teso per l'ansia mentre la osserva in silenzio, timoroso di disturbarla e ancora di più di non individuare un possibile segnale di stress o che indichi qualcosa che non va.
La voce della Mon Calamari lo distrae e il giovane uruk si ricompone e si mette coscienziosamente a controllare i dati per essere sicuro di non avere fatto errori.*
Stanno uscendo ora signora Coralith
*Resta perplesso quando ella si blocca fissando la pagina con l'espressione basita di chi sta avendo una epifania*
Signora Coralith? Tutto bene? Ho forse fatto un pasticcio?
*Chiede preoccupato di aver fatto perdere dati preziosi e di deluderle.*
 

Pandora
*La luce che brilla in fondo alla sfera improvvisa esplode come in un collasso cosmico, senza alcun rumore, lasciando intorno a lei vuoto e infinito...il velo della realtà si sgretola, cadendo come frammenti di vetro di in bicchiere rotto.
Intorno a lei??
Pandora si guarda attorno, allibita: come in un sogno vede se stessa a terra con in mano il Palantiri, vede Coralith e Glaruk chiacchierare davanti al rilevatore...alza gli occhi, contemplando una terribile e meravigliosa visione di un sistema solare che ruota tutto sopra di lei, trattiene il respiro quasi per non rovinare quell'incanto.
Di colpo lo vede. Arriva come un drappeggio di oscurità che si abbatte sul sistema...una figura a lei nota appare.
È il Signore dei Sith, Vader.
Pandora lo conosce bene di fama, dai racconti in egual misura tra entusiasti e terrorizzati di chi lo ha visto in azione.
Lei personalmente l'ha intravisto solo di sfuggita, a Barad-Dur quando venne a liberare Measse, ma la sagoma è unica ed inconfondibile.
Oscuro, terribile e ammantato di potenza.
Socchiude gli occhi per vedere meglio cosa lui tenga in mano, una luce rosso intenso pulsante come una stella in procinto di implodere: che artificio è mai quello che sembra fungere da tramite e legame tra il Sith e i pianeti? Rovi di pece sembrano dipartirsi dal suo corpo ed inglobare ogni cosa attorno ... Pandora avverte un fremito di paura e meraviglia.
Qualsiasi cosa sia quello che sta vedendo, deve essere qualcosa di terribilmente potente.
La sua mente scientifica cerca di memorizzare ogni dettaglio della visione, prima di vederla dissolversi come nebbia al sole ..
Un istante dopo avverte di nuovo il peso della sfera nella sua mano .. è tornata.
Stranita distoglie lo sguardo dal globo ormai spento, fissandolo su Coralith e Glaruk*
Ho visto...un possibile futuro, almeno credo
*Dichiara con voce bassa e grave, mentre pensa quanto sarebbe interessante poter scambiare conoscenze scientifiche e tecnologiche con qualcuno come Vader, se solo non fosse anche lui un tirapiedi di Measse come quell'inutile Emrys..*
"Che fine ingloriosa per il Comandante dei Sith"
*Pensa scuotendo la testa*
 

Coralith
- No, no, Glaruk...anzi, hai fatto un ottimo lavoro! - *Mentre è ancora attonita e basita da quanto ha letto nel flusso di dati, percepisce improvvisamente su di sé lo sguardo di Pandora. Sembra stia bene, è rimasta per molto tempo a guardare nel Palantir ma a quanto pare ora la visione è finita, e fortunatamente la sua amica sembra non averne risentito in alcun modo.*
- Va tutto bene? Sei stanca? - *Accorre vicino a lei sempre stringendo il nastro dei dati in mano. Non lo poserebbe da qualche parte per nessuna ragione al mondo, è troppo prezioso... Non vede l'ora di parlare con Pandora di quello che ha scoperto, ma aspetta che sia lei a raccontare cosa ha visto nel globo, se vorrà farlo...*
- Un possibile futuro?... - *E' incuriosita. Potrebbe anche darsi che il Palantir abbia una funzione pandimensionale alternativa e temporale, che mostri cose che si verificheranno solo in base al concetto di azione/reazione...Ha la testa che le scoppia. Troppe cose tutte assieme...Si sfrega la testa con una mano* - Ho...bisogno di stendermi... - *sorride rassicurante a Pandora e Glaruk* - Tranquilli, sto bene, devo solo riposare un po'. Poi dovremo parlare... -
 

Glaruk
*Sospira di sollievo nel vedere Pandora riscuotersi e posare la Sfera.
La signora sembra stare bene anche se ha uno sguardo a metà tra il malinconico, il meravigliato e il deluso assieme.*
"Forse sperava di vedere il suo Maestro. Meglio così secondo me"
*Le parole della Mon Calamari però sono alquanto sibilline, e aprono scenari assai preoccupanti. Se davvero pensare un'azione consultando la Sfera potesse dare una previsione del risultato finale di tale azione*
Oh mio Dio!
*Borbotta io giovane uruk. Nelle mani sbagliate potrebbe essere un'arma terribile.
E forse, persino pericolosa per qualche affamato di conoscenza. Potrebbe portare a mettere in secondo piano la prudenza fidarsi troppo delle previsioni di quell'artefatto spaventoso*
Mettiamola al sicuro. Penso che per oggi sia meglio smettere e riposare
*Si chiede cosa la signora Coralith abbia da dire loro, ma non oserebbe mai insistere per farla parlare quando è evidente che abbia bisogno di tranquillità e riposo*
Venite signora Coralith, vi accompagno alla vostra stanza e mi assicurerò che abbiate tutto il necessario a riposare e riprendervi
*Offre il braccio con cortesia, sempre servizievole e attento.*
 

Pandora
*Sembra riscuotersi dalla visione che ancora adesso le sembra di vedere nitida e vivida, accorgendosi della sua amica tremante e visibilmente ancora scossa*
Oh Numi, cara...si si, hai bisogno di riposo, te lo avevo detto che poteva essere davvero sfiancante guardare nella sfera.
Glaruk occupati tu per favore di accompagnarla a riposare e falle portare qualcosa da mangiare, metti qualche goccia di Vigorilla dentro
*Sua personale invenzione a rapido effetto rinvigorente, poche gocce e recupero forze immediato...che in effetti avrebbe potuto mandarne un po' a Mairon ma la cosa le sovviene solo ora .. vabbè, pensa facendo spallucce, tanto lui recupera benissimo da solo
Osserva attenta il nastro del rilevatore che Coralith sembra tenere come un tesoro, chissà cosa ha scoperto...non vede l'ora di saperlo, ma dovrà pazientare che la sua amica stia meglio, anche se sarà durissima attendere.*
Vai tranquilla a riposare adesso cara, quando starai bene ti racconterò tutto ciò che ho visto e tu mi dirai di ciò che abbiamo scoperto
*Dice mentre Glaruk si occupa di scortare la Mon Calamari nella sua stanza.
Poi appena sola crolla su una sedia, pensosa.
A mente adesso fredda e lucida rivede passo passo e analizza di nuovo la visione, immagine dopo immagine...quella luce tra le mani di Vader doveva essere un artificio in grado di estendere il suo potere al cosmo? O in grado di farlo diventare un tutt'uno con esso?
In grado di influenzare semplicemente la fisica planetaria o anche di dominarla ..?
Tutte le ipotesi erano ugualmente e tremendamente affascinanti ai suoi occhi
Non aveva dubbi su quali terribili effetti potessero accadere, la visione dei pianeti intrappolati come un passero in un cespuglio di rovi era fin troppo chiara..
Il Palantiri aveva mostrato qualcosa che sarebbe potuto accadere o che stava per accadere?
In ogni caso la curiosità era troppo forte, doveva sapere .. non le restava che un modo per iniziare la sua indagine, contattare Measse per aggiornarla sui vaccini e riuscire ad avere qualche informazione su dove si trovasse ora Lord Vader e cosa stesse facendo...
Prende la sfera avvolgendola in un panno e poi in un vecchio baule, mettendosi in tasca la chiave.
Avrebbe anche lei riposato un attimo e poi avrebbe chiamato Measse, questa volta forse meno malvolentieri del solito…
 

Minas Tirith, palazzo del Re
 

Inmwe
*Dopo aver compiuto il giro delle case di guarigione cercando rimedi ed erbe medicamentose e nello stesso tempo assicurandosi che si stesse facendo tutto il possibile per i feriti e dopo aver purtroppo contato i morti ..tanti, cittadini di Minas Tirith e assalitori ..tutti morti allo stesso modo, torna verso la stanza di Mairon.
Non si sente stanca adesso, anzi sembra che l'adrenalina della battaglia scorra ancora in lei
Si sente molto giù però, speriamo che Mairon nel frattempo abbia recuperato le forze ..
Apre piano la porta, timorosa di ciò che potrebbe vedere ..e vede Mairon, steso a letto che sembra dormire con Adar e Myrelyn vicino a lui
Si avvicina tremante, non osa quasi dirlo...*
Dorme ..vero? Vero che dorme soltanto?
 

Adar/Maglor: *Adar allunga una mano e la poggia sul polso dell'Oscuro Signore, per assicurarsi che sia ancora vivo... o meglio, che il suo spirito non abbia abbandonato questo corpo per ricongiungersi ai Valar e al resto dei loro cagnolini.
Con suo sollievo, avverte il battito cardiaco sottostante, e così si rivolge al resto degli occupanti nella stanza.*
Vivrà, ma gli ci vorrà un po' di tempo per rimettersi in sesto. Non sono un guaritore esperto, ma il mio consiglio è di lasciarlo riposare fino a domani mattina ed evitargli qualsiasi situazione potenzialmente stressante per permettere alla medicina di fare il suo lavoro senza complicazioni.
 

Myrelyn
*Si lancia tra le braccia di Inmwe e la stringe forte*
È vivo! Vivrà vedrai, gli abbiamo dato le medicine che ci ha mandato una signora di nome Pandora. Ho mandato i falchi a prenderla!
*Le racconta in fretta per rassicurarla e toglierle l'espressione tormentata dal viso. Poi si avvicina e posa la manina sulla fronte del Re.*
Prima era più pallido, l'antidoto sta facendo effetto
*Evita di dire freddo come un morto per non rigettarla nel panico*
E più tardi posso venire a cantare ancora così riposerà meglio
*E se devono lasciare dormire il Re vorrà dire che le mille domande che ha sulla punta della lingua dovranno trovare risposte da qualcun altro. Qualcuno a cui non permetterà di sfuggire.
Con quel pensiero in testa torna ad affiancarsi all'uruk.*
 

Alcare
* entra nella camera in penombra ed il suo sguardo cambia vedendo il sovrano in stato d'incoscienza nel letto. Tuttavia udite le parole di Adar , viene invasa da un senso di sollievo*
Non siate in ansia vostra maesta'. Il Re si riprendera' completamente ma ora è necessario si riposi, sarà meglio uscire.
*così dicendo esce lentamente dalla stanza e senza dire una parola va nelle cucine: sono tutti digiuni da ore quindi si mette a preparare qualcosa da mangiare.
Circa un'ora dopo torna al piano di sopra con piatti acqua, bicchieri ed una torta di verdure da dividere con gli altri*
 

Sauron: *sento la voce di Inmwe, anche se sembra lontana ed inarrivabile. Ho sentito l'amaro dell'antidoto...e la voce di Adar....Cerco di muovermi, di cercare la mano di Inmwe...ma tutto ciò che ottengo è muovere due dita. Spero lo abbiano visto...è un mio tentativo di comunicare* In.....m....we....
 

Inmwe
È vivo... è vivo, si salverà
"Singhiozza mentre lacrime di gioia e sollievo iniziano a rigarle le guance.
Ricambia contenta l'abbraccio di Myrelyn ripetendo*
È vivo!! Starà bene!
Poi si ferma e di colpo si avvicina a Mairon, sedendo dolcemente a bordo letto per non rischiare di svegliarlo.
Ha mosso le dita e l'ha chiamata nel sonno, ne è sicura...ma anche se non fosse così non ci sarebbe un altro posto al mondo ora dove vorrebbe stare che accanto a lui
Allunga delicatamente una mano sfiorandogli il viso*
Amore sono qui...va tutto bene, starai bene
*Sussurra sporgendo il viso per posargli un bacio in fronte*
Adar, hai indicazioni sul medicinale se deve prenderlo ancora ed in che dosi? E ogni quanto?
Voi andate pure a mangiare qualcosa e riposare.
Resto io qui con lui, nel caso si svegliasse
 

Adar/Maglor: *Adar riflette attentamente sulla domanda della regnante.
Visto che non è stato lui personalmente a preparare le medicine, non può essere davvero sicuro al cento per cento di come dovrebbero comportarsi... ma basandosi sulla rapidità degli effetti, riesce comunque ad elaborare una stima approssimativa.*
Applicategliela dopo che si sarà svegliato, monitorando attentamente i suoi cambiamenti fisici. Data la sua... natura, non credo che avrà bisogno di una terza dose, ma per qualsiasi problema non esitate a contattarmi.
*A quel punto, offre alla donna un rapido inchino*
Con permesso *borbotta, per poi fuoriuscire dalla stanza*
 

Myrelyn
*Mi affretto dietro ad Adar salutando Inmwe con una mano e un sorriso e appena a pochi passi di distanza dalla camera del Re non esito a bloccargli la strada appendendomi al suo braccio.*
Adar aspetta! Devo farti un milione di domande!
*Non gli do tempo di cercare di scrollarmi via che come un fiume la domanda più pressante mi sfugge dalle labbra*
Adar chi è Aiwendil? Mairon ha detto a quella signora che è mio padre. Ma il mio papà si chiama Radagast e io non so nulla di lui. Non l'ho mai visto in vita mia. Tu sai chi è?
*Il tono è implorante e la ragazzina lo guarda con gli occhioni azzurri che brillano di un misto di curiosità e apprensione a causa del mistero*
E la signora? Chi è Pandora? Come ha fatto a curare il Re?
E perché quel uruk ti ha chiamato Padre? Sei suo papà? Pensavo che i tuoi figli fossero piccoli.
*Le domande escono a raffica mentre la piccola elfa lo stringe con tutta la forza che ha per il timore che lui voglia sottrarsi all'interrogatorio.
Un attimo per riprendere fiato e un altro particolare le sovviene*
E tu Adar? Chi sei davvero? Canti come un elfo, conosco la canzone che hai cantato.
E perché devi nascondere quello strano sassetto lucente?
Adar chi è questo tizio che sta arrivando? Perché ti fa paura?
*Parole alla velocità della luce, domande a volte facili e a volte terribilmente dolorose che la ragazzina gli pone guardandolo con piena fiducia, certa che lui abbia le risposte, e inconsapevole di quali emozioni scatenino nel granitico uruk al quale è attaccata come una tellina allo scoglio*
Timorosa, come se il gesto potesse essere un passo grande e pericoloso quanto saltare un burrone, alza lentamente una mano a sfiorargli il viso deturpato dalle cicatrici in una lieve carezza*
Per favore Adar, per favore dimmelo
*Lo prega con voce sottile*
Sono tua amica Adar, ti aiuterò. E ti proteggerò con il mio canto come al vulcano. Te lo giuro.
*Promette solenne in un tono incredibilmente autorevole per una elfa così giovane e di solito ancora piuttosto infantile*
 

Sauron: *dopo quelle che mi sono sembrate ore, riesco a sentire di nuovo il calore della mano di Inmwe. Mi sto riprendendo....Pandora ha detto la verità, l'antidoto sta agendo. Presto...sarò di nuovo me stesso...Sorrido, sperando che Inmwe sia ancora accanto a me.*
 

Inmwe
Amore...amore mi senti? Non parlare, non fare sforzi ..se puoi sentirmi stringimi la mano
*Sussurra prendendogli la sua e avvicinandosi ancora di più, sfiorandogli la guancia con le labbra
Lo guarda teneramente, non si è mai sentita più vicina a lui e mai così bene come adesso che lo vede pian piano riprendersi, sorride felice.
Poi si gira verso il comodino afferrando il flacone della medicina, corruga un attimo la fronte vedendo l'etichetta quasi completamente sbiadita...beh farà come le ha detto Adar e gliela darà appena si riprende.
Poi nota un altro flacone, questo contiene pillole ..due medicine?*
 

Alcare
*entra lentamente con in mano il vassoio del cibo : nota il sollievo sul volto della regina nel vedere il marito riprendersi pian piano *
Vostra Maesta' il re ha bisogno di riposo, comprendo la vostra voglia di stargli accanto ma dovreste mangiare qualcosa
*dice posando la torta sul tavolo di fronte al letto: anche lei nota i due flaconi ma non sapendo il tipo di trattamento cui Adar ha sottoposto il re non ci fa molto caso*
 

Sauron: *le stringo la mano....quanto vorrei continuare a dormire...ma ho del lavoro da fare...devo assolutamente svegliarmi, prima che il mio potere sul popolo di Gondor svanisca del tutto. Anni di lavoro...buttati nel nulla da una ferita avvelenata. Anche la mente di Inmwe è leggermente annebbiata, ora. Non riesco a leggere bene i suoi pensieri o a comunicare con lei...* "le pillole sono per te. Per proteggerti dal virus....credo.."
 

Inmwe
Per me dunque ..
*Dice prendendo in mano il flacone ed osservando in controluce*
Va bene allora, le prenderò
*Svita il tappo e si fa scivolare due delle capsule blu in bocca, accompagnandole con un bicchiere d'acqua preso dal vassoio che Alcare ha portato*
Grazie Alcare...si, ora mangeremo qualcosa, tu hai mangiato?
*Le chiede preoccupata mentre versa in un cucchiaio un po' del liquido della prima boccetta allungandolo verso la bocca di Mairon*
Amore ..ce la fai a prenderlo? Fai uno sforzo su ..apri la bocca che arriva il Nazgul
*Ridacchia mimando il gesto di imboccare un neonato*
 

Alcare
*taglia un paio di fette di torta e ne porge una ad Inmwe *
Non ancora, se volete posso mangiare con voi: è una torta di verdure, spero vi piaccia l'ho fatta io. Inoltre non va bene prendere medicine a stomaco vuoto
*dice con un lieve sorriso *
 

Sauron: *è amaro, ma so che devo prenderlo...se voglio combattere il veleno che ancora sta infiammando il mio corpo. Apro leggermente la bocca...Riesco a comunicare solo mentalmente, per ora. Non ho nemmeno le forze per aprire gli occhi.* "grazie per ciò che stai facendo per me, Inmwe....nonostante il mio potere su di te...sia quasi nullo, ora." *è vero....ci vorrà del tempo prima che io possa corrompere Gondor...ma riuscirò. Ne sono certo. Sempre che Melkor mi lasci il controllo di Minas Tirith*
 

Inmwe
*Sospira sollevata vedendolo inghiottire, seppure con sforzo, la medicina.
Questa è la seconda dose, dovrebbe riprendersi in fretta ormai*
"Amore non mi ringraziare...senza di te la mia vita ormai non sarebbe più la stessa, ti amo...e non hai bisogno del tuo potere per me. Io sono tua comunque"
*Gli accomoda la coperta fin sotto il mento, assicurandosi che stia al caldo*
Credo per lui sia presto per mangiare qualcosa, ora ha bisogno solo di riposare.
Io invece prenderò volentieri la tua torta e ti ringrazio moltissimo di aver pensato al mangiare!
*Dice sentendo lo stomaco brontolare voglioso al profumino che si sprigiona dal piatto..*
 

Alcare
Non c'è di che, siamo tutti molto provati da quello che abbiamo passato, certo il re avrà tutto il tempo di mangiare, ho sentito che questo virus ha fatto molti morti, siamo stati fortunati
*dice prima di addentare un pezzo di torta*
 

Sauron: *sorrido ...a quanto pare, ha già le voglie. Spero capisca presto di essere incinta...avremmo molto da organizzare per l'arrivo del piccolo Feanor.* "non preoccuparti, non ho freddo. Sto bene. Devo solo riprendere le forze...e, credo...entro domattina di essere già in grado di comunicare a parole. Adar è fuori, vero?" *non percepisco la presenza del silmaril....deve essere uscito dalla stanza dopo avermi dato la prima dose di antidoto. Spero stia bene...se Melkor dovesse arrivare, lui dovrà proteggere Inmwe....*
 

Adar/Maglor: *Adar reagisce istintivamente.
La paura e il nervosismo accumulatisi nel corso delle ultime ore ruggiscono come una bestia impazzita desiderosa di liberarsi, graffiando e ringhiando le pareti della sua mente.
Sorpreso dall'assalto improvviso di Myrelyn, solleva la mano destra con tutta l'intenzione di colpirla... ma si blocca nell'istante in cui i suoi occhi terrorizzati e furiosi in egual misura incontrano quelli supplichevoli dell'Elfa, così desiderosa di risposte.
Deglutisce a fatica e abbassa lentamente la mano, rammentando a se stesso che lei non è sua nemica, che vuole solo aiutarlo... che non merita di essere ferita solo per il suo grande cuore.
Così prende un lungo respiro calmante e cerca di frenare il battito impazzito del proprio cuore.*
Mi dispiace *borbotta* sono solo un po' nervoso, non avevo alcuna intenzione di ferirti.
*La fissa seriamente, valutando l'idea se risponderle o meno. Potrebbe restare in silenzio... ma in fondo, lei non merita di essere un'altra vittima della rete di bugie fabbricata da Sauron, e così decide di accontentarla. Le deve almeno questo, dopo averla quasi colpita.*
Per rispondere alla tua prima domanda...Aiwendil era il vero nome di tuo padre Radagast. Un nome vecchio quanto il primo silenzio... poiché apparteneva ad uno dei Maia di Yavanna. Un membro della stessa razza di Mairon.
 

Myrelyn
*La mano destra di Adar si alza di scatto, minacciosa e pronta a colpirla, fortunatamente i suoi occhi pieni di paura ritrovano la lucidità in tempo per fermarsi prima di farle male*
Non mi hai colpito, sono io che dovrei scusarmi per averti preso alla sprovvista.
*Poi le parole di Adar svelano il mistero dietro la figura di mio padre.*
Maia? Tipo un semidio? Mio papà è un semidio?
*Lo guardo scioccata mentre la realtà si fa strada lentamente nella mente.*
Aspetta hai detto che Mairon è un maia come papà. Ma allora quanti anni ha? È una specie di zio?
* Altre domande a raffica.*
Ehi aspetta un minuto! Anche io sono una po' semidea? E tu? Quanti anni hai tu?
*Sconvolta sì, ma in fondo non sembra poi malaccio la cosa.*
Gli occhioni che gli punto in viso contengono altri milioni di domande ed evidente da come alza gli occhi al cielo che ha già capito che dovrà armarsi di tanta tanta tanta pazienza*
 

Adar/Maglor: *La mano di Adar scatta in avanti... ma questa volta, non per colpire la giovane Elfa, bensì per tapparle la bocca in modo stranamente gentile.*
Una domanda alla volta *la ammonisce, con tono severo* Ma sì, possiamo dire che tuo padre era una specie di divinità... e una molto vecchia, più della stessa Arda. Questo rende te una creatura molto speciale, qualcuno che cammina a metà tra due mondi... e la ragione per cui il tuo canto è così potente.
*Si tira indietro, liberandole la bocca*
Non sono vecchio quanto tuo padre, ma anche io sono un essere molto antico. Ho camminato su questa terra per millenni, visto cose che i comuni mortali non potrebbero nemmeno sognare in cento vite... io ero lì, quando Melkor e la sua bestia, Ungoliant, provocarono la distruzione degli alberi di Valinor. E sarò ancora qui quando i mortali di questo regno esaleranno il loro ultimo respiro, a meno che il fato non mi sia avverso.
 

 

Myrelyn
*Assorbe ogni sua parola ad occhi sgranati, grata che la mano gentile che le tappa la bocca impedisca alle mille domande di uscire.
Bisogna riflettere su ciò che sta apprendendo. Sia su sé stessa che su quello che le ha confidato di sé stesso.*
Grazie Adar, grazie!!!
*Irruente come sempre lo abbraccia di slancio e di nuovo, ma questa volta senza timore e con gli occhi che riflettono l'affetto per lui, gli accarezza il viso per sciogliere la tensione e il cipiglio provocati dal nominare Melkor e quello che ha visto e vissuto*
"Sono veramente una bimbetta ai suoi occhi"
*Realizza la ragazzina elfa ora comprendendo meglio la sua burbera esasperazione ai suoi scherzi e la pazienza riluttante degli inizi della loro conoscenza.*
Adar, ho ancora mille domande da farti. Ho capito che questo Melkor deve essere una pessima persona. Ma io ti prometto che sarò al tuo fianco qualunque cosa accada.
*Lo dichiara serissima, il visetto alzato a guardarlo negli occhi con tutta la testarda incrollabile sicurezza di chi ha vissuto ancora solo l'infanzia.*
"Essere mezza Maia deve servire a qualcosa."
*Un attimo e la ragazzina ha come un flash: lei schierata a scudo di Adar, gambe ben piantate a terra e braccia spalancate, davanti a una figura oscura con lunghi capelli neri svolazzanti.
Un battito di ciglia e il viso di Adar è di nuovo davanti a lei.*
"Cos'era?"
 

Adar/Maglor: *Adar sbuffa al termine usato dalla giovane Elfa, quasi divertito*
Definirlo semplicemente una “pessima persona” sarebbe alquanto riduttivo.
Ricordo ancora la prima volta in cui mi ritrovai alla sua presenza… era come svuotato. Non aveva coscienza, non sentiva, anche nel senso più rudimentale, né gioia, né amore, o la minima distinzione tra cosa fosse giusto o sbagliato. Era…Spaventoso.
*Chiude gli occhi, deglutendo al ricordo.*
Un essere con una faccia atona, bianca, completamente spenta. E gli occhi neri... occhi senza fondo. Vuoti…
*All’improvviso, una sensazione di pesantezza si abbatte sull’Uruk, come se un masso invisibile gli fosse appena caduto sulla schiena.
Sente lo stomaco contrarsi e il desiderio di vomitare, così si porta una mano davanti alla bocca.
Quella libera si stringe istintivamente attorno alle dita di Myerelyn, in cerca di conforto.*
Per i Vala… lui è qui *sussurra, con voce gracchiante*
 

Myrelyn
*Sentire Adar sbuffare divertito alle sue parole è un sollievo e la ragazzina gli rende un sorriso allegro e una mezza linguaccia, impertinente monella come sempre.
Allegria che si spegne alle parole che seguono e soprattutto al cambiamento nel tono di Adar che si fa sempre più basso e esitante.
Gli si fa più vicina nel vederlo chiudere gli occhi e deglutire con sforzo.*
"Diamine sto Melkor mi sta già più antipatico di quell'altra"
*Pensa la ragazzina elfa notando che l'uruk sembra lottare per non vomitare.
E quando le stringe la mano intorno alle dita in cerca di conforto, smarrito mentre sussurra* lui è qui* con un tono spezzato Myrelyn non può fare altro che mantenere immediatamente la promessa.*
Ci sono io Adar!
*Svincolando dalla sua stretta gli si pone davanti, piedi ben piantati a terra e braccia aperte. Visetto alzato testardamente.*
Se sei qui fatti vedere! E non provare a fargli male o ti faccio vedere io!
*L'incoscienza della più innocente giovinezza e tutta la forza dell'affetto per l'uruk burbero e gentile che ha trovato un posto speciale nel suo cuore.*
"Chi cavolo è che sghignazza?"
*Dietro la sua schiena Adar trema leggermente, ma non capisce se solo di paura o di una esasperata risatina*
 

Melkor: *La figura dell'individuo in piedi sul punto più alto della Torre espanse i propri sensi entrando in risonanza con la materia circostante: quella Terra era sottovalutata, nella Pietra Veggente l'aveva vista spoglia e derelitta eppure possedeva le potenzialità per offrirgli tutto ciò di cui aveva bisogno in questo momento.
A suo tempo, in un' Era lontana, aveva consumato tutto il proprio Essere per infondere la sua essenza nella materia del Mondo ed ora quella forza gli veniva restituita triplicata.*
Arda, mia amata
Arda, desiderata
Arda, con disperazione bramata!
Per tutta la vita ho dato ogni fibra di Me stesso per te!
Ho disperso la mia Forza per te!
Ho accettato esilio ed umiliazione per te!
È giunto il tempo della mia ricompensa!
*Levò gli occhi verso il cielo, senza vederlo davvero, concentrato nella natura astrale di tutto ciò che lo circondava; allargo le braccia disegnando lentamente un arco sopra il proprio capo, rapidamente sabbia, detriti, roccia, schegge di vetro ed altro materiale cominciò a vorticare velocemente intorno alla sua persona.
La materia parve turbinare con violenza in mille direzioni, fino a disgregarsi, per poi ricomporsi infine in nuovi materiali e nuove forme. Un veicolo dalla forma bizzarra, frutto di un sogno folle generato nel Vuoto, prese forma sul belvedere della Torre Oscura: pareva un sedile di foggia antica, intrecciato di maglie dorate, un complesso timone anch'esso dorato e due console asimmetriche assemblate sui braccioli, l'intera struttura era incastrata in una serie di cerchi metallici e concentrici, alcuni fissi ed altri mobili che, ad una mente fantasiosa, sarebbero sembrati la riproduzione di un sistema solare complesso.*
Non male, dalle visioni del mio sogno non speravo sarebbe riuscito qualcosa di così elegante.
Dovrò trovargli un nome prima o poi...
*Prese posto sul veicolo appena costruito, tracciando la rotta con la forza del pensiero. I cerchi metallici presero lentamente a roteare, a due a due, in verso e direzioni opposte, crepitando ed generando fulmini ogni qualvolta gli ingranaggi si sfioravano. L'umidità nell'aria ando concentrandosi intorno al enorme meccanismo roteante del velivolo, generando una nube temporalesca via via più grande e minacciosa.
Gli Uruk che abitavano nelle vicinanze della Torre Oscura compresero che c'era qualcosa che non andava nel momento in cui videro i fulmini e le nubi addensarsi sulla cima, intorno alle guglie più alte della stessa.
Un'ombra crepitante di lampi, densa e minacciosa si andò allargando, impossessandosi del cielo, riempiendo i loro cuori di un timore antico ed arcano.
Quando si librò in cielo il tempo sembrò fermarsi, come se l'aria stessa restasse a guardare l'Oscurità fatale pronta a mettersi in moto.
Poi la nube colossale si spostò rombando verso ovest, seminando vento, pioggia grandine e inquietudine, lasciando la Torre Oscura, superando le Montagne, il Grande Fiume e la pianura, andando ad oscurare la distesa di ciò che fino a poco prima era stato un feroce campo di battaglia.
Fermandosi infine sopra la Città Bianca, che si ergeva incastonata nelle sue sette muraglie.
Chiunque avesse guardato il cielo dagli spalti della città, avrebbe visto il giorno diventare notte e la notte diventare tempesta furiosa.
Il fulmine parlava con la voce del tuono e il tuono sembrava una voce tonante e trionfale.
Ma solo pochi avrebbero colto quelle parole, perché solo pochi conoscevano la lingua di coloro nati prima che il Tempo stesso fosse creato.*
Infine sono giunto
Padrone del mio stesso Destino,
Io sono il Primo, l'Unico e il Solo,
Io sono il Dio del Regno Venturo,
Venuto infine a riscuotere il proprio Premio!
 

Sauron: *sono ancora steso a letto, pare che l'antidoto stia facendo effetto, perchè mi sento pieno di energie. Inmwe dorme accanto a me...ed Alcare è uscita da poco. Ad un certo punto, sento chiaramente la voce di Melkor...risuona nelle mie orecchie come il rombo di un tuono. Percepisco la sua rabbia, ogni sua parola è come una frustata, una corda discordante che suona una melodia acre e dolorosa. D'istinto stringo la mano di Inmwe....devo proteggerla da lui...devo proteggere nostro figlio.* Non mi avrai, Morgoth, non mi avrai. Sono cambiato...*sono parole in Valarin...che solo lui può sentire e capire...parole che, di certo, lo renderanno più infuriato...ma...non penso sia tornato al suo potere originario, altrimenti i Valar sarebbero già qui...Sentirei la risata di Tulkas, il galoppo di Orome. Oh, quanto vorrei sentirli ora. Abbiamo bisogno estremo di aiuto.*
 

Inmwe
*Si sveglia di soprassalto da un sogno lunghissimo e terribile, in cui vedeva Mairon steso a terra ai suoi piedi che sembrava disintegrarsi sotto alte fiamme e fumo, la stanza ne sembrava intrisa...lei provava a salvarlo ma le sue mani sembravano attraversare la materia come fossero le mani di un fantasma, mentre nelle orecchie le risuonava una risata crudele e sardonica*
"Mairon ..amore. "
*Ricambia forte la sua stretta di mano, cercando energia e sicurezza più che dandone in quel momento*
"Ho avuto un incubo terribile amore...qualcuno vuole farti del male, tanto male...e ho sognato che stava arrivando.."
*Si gira verso di lui, osservandone il bel viso che le era così caro come potesse non vederlo mai più
Come in trance si alza andando di corsa verso la porta, chiudendola a chiave...poi si gira osservando i mobili, corre verso il gigantesco tavolo in marmo e legno di noce sospingendolo con tutte le sue forze verso l'uscio
Si sente un po' sciocca a dare tanta importanza ad un incubo, ma da un po' di tempo la differenza tra sogno e realtà sta diventando sempre più fievole ai suoi occhi, come ci fosse solo un manto di stoffa trasparente a separarle*
 

Sauron: *per un attimo, la osservo stranito...so benissimo che Melkor riuscirà ad entrare...è un Vala, non ha un vero bisogno di porte. Sta solo ritardando il suo arrivo...ma prima, dovrà superare le guardie che ho messo all'entrata del palazzo....ed Adar...* Amore, non servirà....è Melkor. E' tornato....e se vuole vendetta verso di me, l'avrà...con ogni modo possibile. *il mio sguardo incrocia il suo....la vedo stanca, provata dalla battaglia e dalle mie debolezze...ma ancora fedele e piena di amore per me* non preoccuparti per me...starò bene. Ma tu....devi scappare il più lontano possibile da Minas tirith, con Adar e Mirelyn....trovate un luogo dove ripararvi da Melkor....e restate li, finchè io non potrò tornare da te. Ti prego, fallo per me...e per il bambino.
 

Inmwe
Bambino??
*Balbetta allibita, mentre freneticamente cerca di fare i conti del suo ciclo...Melkor.. Melkor...se la stessa divinità che le avevano insegnato a venerare e adorare fin da piccola stesse davvero arrivando...le scappa una risatina isterica, pensando al tavolo con cui ha cercato di fermare la porta*
Non esiste, non lo dire neanche per scherzo...dove sei tu sono io e se qualcosa accadrà io sarò vicino a te...e ci sarò anche dopo, quando sarà finito tutto e avrai bisogno di me, non ti lascerò solo ad affrontare una cosa del genere Mairon
*Ribatte guardandolo decisa*
Sono una donna di Gondor.
E sono la regina.
Non scappo davanti al pericolo che minaccia le persone che amo Mairon
*Va poi vicino a lui, sedendoglisi accanto e prendendogli la mano*
Aspetteremo ciò che accadrà, insieme
 

Sauron: *arrossisco per un attimo...ma torno subito serio, non posso permettermi di mostrare emozioni, ora....non con Melkor qui* beh....ricordi quella notte di luna piena ...sull'Orodruin, noi due...soli. Direi....due giorni dopo il matrimonio...Quando mi dicesti che avresti voluto che quella notte non finisse mai....*noi due, soli....attorno a noi, solo i fumi del vulcano ed il calore del magma....la luna piena, unica testimone di quella meravigliosa notte*
 

Adar/Maglor: *Nonostante i suoi migliori sforzi di impedirlo, il corpo di Adar comincia a tremare, permeo di quella nuova - quanto familiare - sensazione di terrore che ha cominciato a farsi strada dentro di lui, come una specie di malattia.
Melkor... no... Morgoth è qui. Il nemico in persona, colui che lo ha mutilato e torturato per secoli, trasformandolo in uno dei primi Uruk... l'unico essere in tutto il creato ad essersi guadagnato il suo eterno timore.
Subito, i suoi occhi scattano verso Myrelyn, impanicati.*
Che stai facendo?! *le sibila a bassa voce* Sai chi stai cercando di deridere? Quell'essere non conosce alcuna pietà! Pensi davvero che non ti farà del male solo perchè sei giovane? Oh, forse proverà ad ingannarti con false promesse e parole gentili... poi ti userà come sua cavia e ti torturerà fino a quando non avrai esalato il tuo ultimo respiro!
Dobbiamo andarcene di qui SUBITO...
 

Myrelyn
*Guarda piccata l'uruk tremante a cui stava facendo da scudo. Troppo giovane per capire, troppo irruente per riflettere*
Ti stavo proteggendo. Sai?
*Ma l'evidente panico di Adar, che per lei rappresenta il non plus ultra del coraggio e della forza resiliente dei sopravvissuti finalmente scalfisce la patina di apparentemente sicurezza.*
Dobbiamo andarcene? Ok. So come fare! Ho esplorato.
*Gli indica i pesanti tendaggi del corridoio.*
C'è un passaggio che porta alle cucine e poi fuori. Starai un po' stretto con quelle spalle larghe ma ci passi.
*Glielo dice strizzando un occhio e cercando di allontanare il panico dal suo viso.
Alza la manina per fargli una carezza incoraggiante *
Dobbiamo anche nascondere quel cosetto che la signora ti ha detto di non farti trovare addosso
*Sussurra allungandosi sulle punte dei piedini per parlargli all'orecchio.
Poi lo prende per la mano e apre il pannello segreto celato nel muro*
Andiamo!
 

Alcare
*era rimasta nel corridoio di guardia alla camera di Inmwe e Mairon nel caso qualcuno avesse provato ad entrare, tuttavia l'elfa non era tranquilla, qualcosa la turbava anche se non sapeva ancora definire cosa. Una forza strana si agitava dentro di lei e non sa cosa sia.
O forse si .
Vede passare Adar e Myrelyn e istintivamente decide di seguirli tanto ormai il pericolo sembra essere passato, non sa dove stiano andando a quell'ora né perché ma lo fa lo stesso , il vestito verde e bianco a mezze maniche le sfiora le caviglie, qualcosa la attira irresistibilmente , un oggetto bianco e brillante che è sicura di aver visto...
L'elfa prova un misto di sensazioni tutte insieme che non sa descrivere, cosa rara per lei, certo non sempre mostrava i suoi sentimenti belli o brutti che fossero ma in generale sapeva sempre perfettamente cosa provava e perché.
In quel momento, mentre seguiva i due le stavano affiorano in testa parecchi ricordi, la sua famiglia, suo padre, sua madre.
Il giuramento*
Maglor...
*mormora avvicinandosi a Myrelyn ed Adar*
 

Adar/Maglor: *Adar sospira, cercando di frenare il battito impazzito del proprio cuore*
Io... mi dispiace. So che stavi solo cercando di aiutarmi, ma non hai idea di cosa quel mostro potrebbe farti. E per quanto tu possa essere esasperante, non ho alcuna intenzione di vederti morire tanto presto... o peggio *aggiunge, mentre entrambi cominciano ad allontanarsi rapidamente.
Può solo sperare che questo passaggio si rivelerà effettivamente utile per fuggire da questo luogo... e che la presenza di Sauron basterà quantomeno a rallentare il Maligno.
Nel momento in cui Myrelyn gli ricorda del Silmaril, riesce a malapena a trattenere un sussulto nervoso.*
Sì, la considero un'ottima linea d'azione *borbotta a bassa voce* Morgoth è sempre stato ossessionato da questi oggetti... e per nulla al mondo dovremmo lasciare che entrino finalmente in suo possesso.
*Un sussurro improvviso richiama la sua attenzione, costringendolo a fermarsi.
Inclinando appena lo sguardo, nota una terza figura che si avvicina a loro*
Alcare! *esclama sorpreso* come sapevi che eravamo... non importa.
*Scuote la testa*
Dobbiamo assolutamente andarcene di qui. Il Nemico è tornato e sta per ridurre questo luogo in cenere!
 

Myrelyn
*Alle parole affettuose e burbere reagisce con un abbraccio stretto stretto, impulsivo. Poi ricomincia a guidarlo per lo stretto passaggio sempre tenendolo per mano. In realtà la sua mano forte che circonda la sua ben più piccina la rasserena. Non è sola nel cercare di fuggire dal nemico in arrivo. E per quanto spaventato è sempre un guerriero esperto, veterano di millenni di battaglie. Il suo corpo reagirà in automatico, con l'istinto sviluppato nei secoli.*
Maglor
*Il sussurro della voce di Alcare che evidentemente li ha seguiti senza che nemmeno se ne accorgessero per la fretta ferma l'incedere di Adar.*
Maglor? Maglor il menestrello? Sei tu Adar? Ecco perché il tuo canto lo conoscevo ed era così bello!!!
Sei un elfo! Conosco tutte le tue canzoni! Perché non me lo hai detto?
*Continua a trascinarlo a passo di corsa lungo il passaggio ma le domande escono a raffica con il tono accusatorio e petulante di una ragazzina offesa.*
Appena saremo fuori mi devi dire tutto! Sai?
*una svolta e la ragazzina apre un passaggio ancora più stretto. Devono procedere più lentamente, ma l'odore umido e freddo rende evidente che sono molto al di sotto delle mura. *
Ancora poco, spicciati!!! In fondo alla discesa c'è l'uscita!
 

Melkor: *La Città Bianca pareva piegarsi sotto il peso della pioggia e della grandine, proiettili di ghiaccio che cadevano dal cielo scheggiando gli edifici e devastando i giardini, sollevando un fragore assordante, accompagnato dal sordo rumore della pioggia e dai rimbombi irregolari dei tuoni.
Dal cuore della tempesta un turbine di nuvole nere si staccò vorticando, depositando una figura slanciata, svolazzante e oscura sul bastione più alto, di fronte a quello che sembrava il Palazzo del Re.
Un prato verde sobrio e curato, un piazzale della struttura geometrica, un edificio di marmo bianco e nero, dalle curve antiche ed il portamento solenne.
Il bastione era deserto. Mentre la bufera infuriava intorno il cuore della perturbazione restava tranquillo e solo un leggero soffio di vento gli disturbava le vesti. I suoi passi risuonavano sul selciato ed era strano ascoltare i propri passi dopo così tanto tempo.*
Mairon tu sei qui, si avverte la tua presenza! Questa città è letteralmente trattenuta dal filo sottile del Tuo pensiero. Non male per uno che era finito seppellito vivo sotto la propria Torre. Dici di essere cambiato? Certo! Sei abile ad ingannare gli altri, non tentare di ingannare anche te stesso... potresti rimanere deluso!
*Distolse lo sguardo dalla visione sublime della città devastata, per osservare più attentamente lo spazio che si offriva davanti a lui, fu allora che lo vide veramente: un grande Albero Bianco, splendido e orgoglioso che si ergeva solenne nel centro dello spiazzo, le fronde rigogliose rivolte verso il cielo, abbracciando tutto lo spazio intorno, il vento dondolava tra le sue fronde sciogliendo l'incantesimo davanti ai suoi occhi. Non era bianco ma nero, poderoso ed elegante, intrigante, celato.
Sorrise compiaciuto: era palese l'opera di Mairon. L'inganno plateale celato in piena luce. Lasciò il parapetto e dirigendosi verso la pianta oscura le rivolse la parola, con la voce della mente e delle labbra.*
Chi sei, splendida creatura? Tu non sei come appari, eppure sei unica della tua specie. Da dove provieni? Vuoi parlare con me...?
*Appena il palmo della propria mano si posò delicatamente sulla ruvida corteccia dell'albero, uno spazio ed un tempo estranei si spalancarono davanti ai suoi occhi: una distesa di lava scura ed un alto vulcano all'orizzonte, un albero morente sotto il giogo del fuoco ed un piccolo seme portato via dal vento incandescente per essere raccolto dalla mano di un Maia, una presenza che lui conosceva bene, che aveva trasportato quel seme nella propria tasca per così tanto tempo da impregnarlo nella notte del suo cuore, una notte che l'aveva reso nero, ma capace di sentire, vedere ascoltare e comprendere l'animo degli umani e dell'intera città; così mostro la corruzione e la decadenza, l'ipocrisia e le cose celate, la brama di potere ed il culto oscuro dell'Antico Se Stesso che da secoli perdurava, nascosto dietro una facciata rispettabile...
Era questo il Mondo in cui era tornato dunque? Un Mondo abbandonato a se stesso? Dov'erano le Potenze dell'Ovest? Non era stato in nome di questo Mondo che si erano permessi di distruggere la sua casa, umiliarlo e bandirlo? Erano solo parole dunque? miserabili e bugiardi! Ipocriti!*
Hai visto e patito molto, solitaria creatura, ti capisco sai? Ma non preoccuparti, la tua lunga veglia ti verrà ricompensata. Presto.
*La visione offerta dall'Albero Nero era durata parecchio, si guardò intorno ma il bastione più alto della Città Bianca era ancora deserto. Mairon mi aveva sentito, lo sapeva eppure non aveva intenzione di mostrarsi?*
Il tempo può scorrere tanto a lungo quanto vuole, ma a quelli come Noi non è concesso di dimenticare. Ti sei costruito un bel angolino in questo Regno, ma se dall'alto del tuo trono non hai il coraggio di farti avanti sarò io a stanarti, sulla carne e sul sangue dei tuoi stessi sudditi!
*La Terra era salda sotto i suoi piedi e sentì che gli apparteneva, si mosse ancora in direzione dei bastioni allargando le braccia coi palmi rivolti verso il cielo, chiuse gli occhi espandendo i propri sensi col temporale che furiosamente vorticava sopra di lui, il vento soffiava, la città diventava tutt'uno nella sua mente e tutta la campagna intorno non aveva segreti per lui, penetrando la montagna, la pianura, il fiume, fino alle fondamenta della terra ed allora si fermò, tanto bastava. Con forza strinse i pugni liberando tutta la forza del proprio risentimento e la Terra rispose al suo ordine, fremendo e rombando, si scosse e tremò.*
 

Sauron: *sento chiaramente i piedi di Melkor che toccano la piana dei Re, il parapetto del Palazzo Reale di Minas Tirith....dove ha sede il magnifico Albero dei Re. Sento la terra tremare...e subito faccio appello al mio potere per aprire la porta chiusa da Inmwe. Non sono un codardo, non mi farò trovare tremante in un angolo...no!, io sono Sauron, il Re degli Uomini, il Re di Arda stessa. Non tremerò, non cadrò.* Inmwe....la spada e la mia armatura. Non mi farò trovare chiuso in una stanza. Anche se debole, devo proteggere il mio popolo, il nostro popolo. La terra trema, ma noi siamo più forti. Noi abbiamo l'Amore dalla nostra. Un sentimento più forte dell'Oscurità di Melkor.
 

Inmwe
*Silenziosa lo aiuta ad indossare l'armatura lucente e finemente cesellata, prendendosi un attimo per osservarlo, orgogliosa di ciò che vede.
Gli sorride mentre gli porge la sua spada*
A te, mio Re
*Poi gli prende il viso tra le mani e lo bacia dolcemente sulle labbra calde.
In quel momento il pavimento inizia a tremare facendole perdere l'equilibrio, vacilla e si aggrappa al braccio di Mairon*
Un terremoto... questo è lui, vero Mairon? È il suo richiamo per farti uscire..e allora usciamo ed affrontiamolo, una volta per tutte
*Sussurra con un filo appena di voce. Sente una morsa come di dita ghiacciate stringerle convulsamente lo stomaco, il sangue sembra aver fermato il suo scorrere nelle vene, fredde goccioline di sudore le imperlano la fronte.
Ma si sente più determinata che mai ad accompagnare il marito, qualsiasi cosa là fuori lo attenda.. .e pronta anche a sacrificare se stessa se questo potesse servire a salvarlo*
Andiamo amore
 

Myrelyn
*Gli ultimi metri del passaggio sono stretti, le spalle di Adar sfregano da una parte e dall'altra la pietra umida e scivolosa mentre Myrelyn continua a tirarlo e incitarlo.*
Ci siamo, vedrai dove siamo !
*Sta aprendo il passaggio quando la terra trema e si scuote, rombi di tuono e pioggia battente accolgono l'apertura del pertugio in cui la ragazzina elfa si infila, sbucando ai piedi della città, a poche centinaia di metri dal fiume dove Mairon le aveva trovate pochi mesi prima.*
Adar! Ricorda di nascondere quel coso! Non lo deve trovare nessuno. Ho un'idea per un nascondiglio se ti fidi di me
*La sensazione di pericolo pare alleggerirsi, o forse è solo l'illusione dell'apparente successo della fuga fino a quel momento*
Muovetevi dai!!! Non avrete mica paura di due gocce?
*Minimizza la ragazzina impertinente rivolgendosi ai compagni con una linguaccia ma in realtà quella tempesta che impazza e strapazza i dintorni e l'ha già infradiciata come un pulcino non le sembra affatto normale *"Certo che infilarsi nella foresta con i lampi potrebbe non essere un'idea geniale. Bè, tornare indietro non se ne parla "
Avanti miei prodi!!!
 

Adar/Maglor: *Gli occhi di Adar si spalancano come piatti al sentire quel nome*
Come… come mi hai chiamato?
*Maglor… il nome che aveva da tempo dimenticato. Il nome del suo vecchio io, prima che Melkor lo deturpasse, rendendolo un’aberrazione. Il nome di un’anima pura, immutata dall’oscurità… e dall’ossessione per la pietra che ora nascondeva alla stessa entità che lo aveva torturato per secoli. Il nome di uno dei figli di Feanor.
Ma come poteva Alcare conoscere il suo nome, quando pure lui era rimasto ignorante per troppo tempo di ciò che era stato quando il mondo era un posto ancora giovane? A meno che… a meno che non si fossero conosciuti in passato…*
Come fai a sapere chi sono? *le sussurra, quasi disperato per una risposta.
Poi rammenta della situazione in cui si trovano e scuote la testa*
No… ora non c’è tempo per soffermarsi su certe questioni…
*Devono continuare a fuggire, sperando che Melkor non si accorgerà di loro. Così continua a seguire Myrelyn, seguendo le sue istruzioni di malavoglia, anche quando giungono in quel luogo umido e pieno di odori sgradevoli. Sembra quasi una fogna.*
 

Alcare
*vede gli occhi di Adar farsi enormi: ha capito perfettamente . È lui. C'è suo fratello maggiore sotto quell'involucro da creatura crudele che ha di fronte.
Non riesce a credere di averlo ritrovato dopo tutti quei secoli: credeva di essere l'unica soppravvissuta della loro famiglia e invece no.
Chissà cosa ti hanno fatto, povero fratello mio.
Pensa guardandolo mentre in lei riaffioravano i ricordi del dolce canto e della gentilezza di Maglor.
Al suo sussurro risponde guardandolo dritto negli occhi come per dire : sono tua sorella lo so.
Ma ora non c'è tempo di chiacchierare, meglio continuare a procedere in quel luogo desolato*
 

Makar: *emergo dall'acquitrino di fronte a loro...si, non è il luogo migliore dove nascondersi...ma li osservo da tempo....ed è giunta l'ora per svolgere il mio piano....e portarli in dono a Melkor...* no...no...no....dove state andando voi tre? la festa è là, in alto....e voi tre verrete con me...vivi o morti, voi verrete con me...*punto lo sguardo su Adar ed Alcare* ohh...due Figli di Feanor in un colpo solo. Voi siete come la muffa...più vi si elimina, più tornate....*i tre restano come sospesi in aria, immobili...nelle catene invisibili che sto creando per loro* forza...forza...non c'è motivo di lamentarsi...su, su....fino a Melkor.
 

Sauron: *Eccolo....ora che sono di fronte a lui, la paura di perdere tutto ciò che ho creato finora...mi attanaglia le viscere. È come se il veleno fosse tornato a farmi del male, a distruggere il mio corpo pezzo per pezzo. Il solo sguardo di Melkor è sufficiente per farmi tremare. Sento le gambe piegarsi da sole ed in un attimo sono a terra, inginocchiato di fronte a tanta potenza * Melkor, mio unico maestro. Torno a te, come discepolo fedele e piegato alla tua volontà. * con lo sguardo controllo Inmwë, spero che lui non le faccia del male*
 

Melkor: *Lo sente avvicinarsi mentre la terra lentamente si stabilizza sotto i suoi piedi.
Il cielo oscuro, il palazzo bianco, il cortile verde, l'Albero Nero tutto sembra disposto alla perfezione.
Lo guarda, dopo tanto tempo può nuovamente possare lo sguardo su quella creatura che per tutta la sua vita è stato quanto di più prezioso avesse mai avuto, dopo i tre Silmaril.
Lo osserva con attenzione e non può fare a meno che restare colpito dalla sua bellezza, ancora, come la prima volta: il volto pulito, i lineamenti nobili, i capelli castani che elegantemente gli incorniciano il viso, quegli occhi azzurri che parlano di onestà, tutto quanto straordinariamente ordito. Il tempo e la sventura non avevano scalfito la sua capacità di costruire splendide maschere.
Vestito in armatura, si era messo in pompa magna per lui ed ora si inchinava i suoi piedi.
Non potè trattenere un sorriso compiaciuto.*
Eccoti! Sei arrivato finalmente! Ti rendi conto ho dovuto scuotere la Terra per staccarti dalle tue stanze? Se il tuo Regno ha sofferto è stato solo per causa tua!
*Percorse il largo piazzale a passi lenti e cadenzati, andando oltre l'Albero Nero e dirigendosi solennemente verso le due figure che si avvicinavano.*
Sei splendido... veramente splendido! mio antico compagno, mio discepolo, mio consigliere, mio confidente... mio traditore!
*Si fermò di fronte a loro, statuario, pronunciando l'ultima frase con la durezza di una lama di ghiaccio*
 

Sauron: Sbagli, Melkor. Non ti ho mai tradito. Nel mio profondo, sono ancora totalmente fedele a te...ed a te soltanto. * so che non sono tornato da lui dopo l'attacco di Huan e Luthien a Tol in Gauroth...ma non potevo fare altrimenti, avrei dovuto sentire il dolore del suo sguardo sul mio spirito nudo....Avevo bisogno di tempo per riprendermi e cercare di continuare ciò che lui aveva iniziato * Se vorrai punirmi, sono qui....sono tuo, ma ti prego di non fare del male a Inmwe. * mi volto leggermente quando sento i passi di Makar....e con dispiacere, vedo Alcare, Adar e Mirelin in trappola* State lontani! Nessuno si metta in mezzo! é un ordine!
 

Melkor: E così mi sbaglio... davvero?
*Un gesto frenetico delle sue dita ed una spada lucente in acciaio brunito si genera nella sua mano. La impugna e nel giro di un attimo la lama raggiunge il collo del Maia inginocchiato a pochi passi da lui, tagliando la carne quanto basta per macchiare la superficie del suo sangue.*
Dovrai fare molto meglio di così per giustificarti dopo tutto questo tempo...
*Poi mosse lo sguardo dal suo servo inaffidabile alla donna ancora in piedi poco distante di lui, sembrava impietrita e lo fissava: Inmwe dunque, era questo il suo nome, l'aveva vista nella visione offerta dall'Albero Nero, insieme ad un uomo che sembrava suo padre, compiere sacrifici umani in Suo nome. I capelli biondi di un oro purissimo, la pelle candida, gli occhi azzurri... non poté fare a meno di notare la sua straordinaria bellezza e la gelosia gli morse le viscere, con un impeto feroce che fece fatica a trattenere, facendo sì che la spada tremasse, affondando ancora un poco nella carne di Mairon. Al di là delle sue parole di circostanza il suo cuore temeva che egli lo avesse davvero messo da parte.*
Tu lo sai chi sono, Regina? Sai chi è l'essere al tuo fianco? Sai cosa ha fatto? Sai perché sto per dargli una lezione che non dimenticherà per tutte le Ere che restano a questo Mondo?
 

 

Inmwe
Si, lo so chi sei e so perché
*Avanza con le gambe che sembrano non reggere più il peso seppur lieve ormai del suo corpo da quanto trema, il viso più pallido che mai, gli occhi lucidi ma rispettosamente abbassati
Arrivata di fronte a Lui non ha neanche tempo di inginocchiarsi che le gambe le cedono, prostrandosi a terra*
Oh potente ed immensamente divino Melko, io ti invoco affinché tu ascolti la mia umile supplica
*Resta muta qualche secondo, ma nessuna risposta...solo silenzio dalla scura figura di fronte a sé a cui non osa rivolgere uno sguardo che vada più in alto dei piedi*
Non oso supplicarti di frenare la tua giusta collera, fermare la tua lungamente attesa vendetta verso colui che ha nome Mairon .. perché so che immensamente grande è la tua ira e altrettanto immensamente giusta e meritata la vendetta.
Ti imploro solo, divino Melkor che ho imparato a venerare e adorare fin dall'infanzia, di accettare me in cambio di Mairon...
*Sussurra quasi le ultime parole, la gola chiusa da cui pare passare appena un filo d'aria, mentre sente le sue guance iniziare a bagnarsi di lacrime*
Ti offro me e il figlio che porto in grembo, fa di noi ciò che vuoi e ciò che ti piacerà...per la salvezza dell'uomo.. .che amo
 

Sauron: * sento il freddo della lama di Melkor nella mia gola....sono troppo concentrato su Inmwe per sentire dolore, ma le mie mani si sporcano del mio sangue....e cerco di restare concentrato e lucido. Sento chiaramente le parole di Inmwe...e vorrei urlare, se solo potessi.* "non farlo, nemmeno per sogno, Inmwe. Non sai a cosa andresti incontro....un Destino anche più crudele della morte. Non farlo" *poi appoggio le mani sulla lama, spingendola....* Fallo Melkor, affossa la tua lama in me. So che vuoi farlo. Lo leggo nei tuoi occhi, nel tuo pensiero....*il mio pensiero va ad Adar, Mirelin ed Alcare...ancora prigionieri di Makar...sono ormai di fronte a noi, costretti a guardare.* loro non hanno colpe, liberateli....prendete me...ed andatevene entrambi. Non avrete nulla da Adar ed Alcare, nulla. *spero solo che Mirelin trovi la forza di cantare....forse può guadagnare tempo*
 

Melkor: E così... tu lo ami. Comprensibile, Egli fa questo effetto sulle persone...
*Ancora per qualche istante osserva la donna con interesse, disturbato da un pensiero così scomodo da risultare sconvolgente, inconfessabile.*
Una nobile offerta la tua, ma non posso accettarla, bambina. Non hai vissuto abbastanza a lungo ed i tuoi peccati non possono neppure lontanamente pareggiare le sue colpe.
*Fece un lungo respiro e proseguì*
Questo non è uno scambio di prigionieri, ma una lezione che lui deve imparare! Meglio tardi che mai, perché troppo a lungo ho lasciato correre accecato dal suo ascendente su di me...
*Bilanciandosi sui piedi rigiro la lama sul collo del prigioniero, costringendolo a mollare la presa, sbilanciandosi di lato e chinandosi ancor più profondamente.*
Fai silenzio verme ignobile e pensare che il tuo nome è... "Mairon"
*Si chinò verso il Maia, avvicinando il proprio volto al suo e rivolgendosi ancora alla Regina.*
"Marion", l'Ammirevole, forse il più antico ed il primo fra i suoi nomi, quello con cui si presentò a me la prima volta. Lui non è mai come appare, ma quando te ne accorgi ormai è troppo tardi. Lui ti sceglie, ti ammalia, ti vincola, ti usa... e poi ti abbandona.
È così che funziona con lui...
È il futuro che ti attende se decidi di restare al suo fianco.
 

Inmwe
*Istintivamente alza di scatto la testa, trovandosi a fissare in volto Colui che ora tiene la vita di Mairon crudelmente ed elegantemente in punta di spada...vede un volto giovane e bellissimo, contornato di lunghi e ondulati capelli neri, come fosse un suo coetaneo e nello stesso tempo molto antico... lineamenti affilati e nobili, occhi dorati e caldi come miele e nello stesso tempo ardenti come lava. Occhi profondi, tristi e rabbiosi come una tempesta..con un singhiozzo si trova stupita come a guardare se stessa riflessa in quegli occhi, mentre le ultime parole ancora aleggiano nell'aria sembrano fare eco fin nel suo profondo*
"Ti usa..ti abbandona...il tuo destino"
*Cerca di soffocarle, annegarle di rabbia e diniego ma come onde in un lago le parole continuano a riproporsi, propagarsi, rimbalzare nei suoi sensi e nella sua mente con la forza dirompente della verità amara, ineluttabile e potente come un veleno senza antidoto, intossicando ogni fibra del suo essere
"Ti usa, ti abbandona...il tuo destino..il tuo destino"
Una cupa disperazione la stringe e un urlo soffocato di rabbia e dolore le trabocca dalla gola contratta fino alle labbra; abbassa lo sguardo sull'uomo ora completamente sottomesso a terra, poi guarda di nuovo Lui e un'accecante comprensione ed accettazione sembra trafiggerla come la punta di quella lama trafigge ora la carne, scavando rossi e profondi solchi..*
Io..io ti capisco. Tu lo ami, come me.
*Sussurra meravigliata e incredula, mentre una cruda consapevolezza si fa strada in lei.
China il capo, rassegnata e nello stesso tempo partecipe del dolore che aleggia come una corrente su di lei, attorno a lei, attorno a loro
Dolore che può provare e sentire come fosse la lama sulla sua stessa pelle*
Abbi la tua vendetta... è giusta. Ti supplico solo di poter restare qui per ...per aiutarlo... dopo... se l'amore che hai provato e che provi ancora ti farà salvare qualcosa di lui.
E oso anche, nella mia misera persona ai tuoi occhi, o potente Melkor, supplicarti di non far male ad Adar, Myrelyn, Alcare...sono la nostra famiglia e non hanno fatto nulla che meriti la tua punizione...ti prego, considera la mia umile offerta valida anche per loro e la loro vita
*La voce le muore in gola mentre le ultime parole faticosamente diventano suono udibile.
Dopodiché, affranta e nello stesso tempo lucidamente cosciente di cosa inevitabilmente accadrà, si accascia in terra, lo sguardo verso Mairon.
Abbandonerà anche lei, ora lo sa ...ma ci penserà dopo, se mai ci sarà un dopo per loro.
Adesso l'unica cosa che vuole è restare lì, pur se il legame tra loro dovesse farle sentire come fosse sulla sua stessa pelle i tormenti a cui verrà sottoposto, attende silenziosa e tremante che il destino ineluttabile si compia*
   
 
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