“dalla dipendenza di me non ci sono vie di fuga, o si muore di astinenza o si va in overdose”

Michelle continuava a guardare Tony davanti a lui, incastrato in quegli abiti accuratamente studiati per la sera, fatti solo per essere tolti con lo sguardo dalle donne intorno a lui. Glielo aveva detto, con la solita flemma dannatamente lenta di tutte le sue parole. Delle maledettissime sentenze che sputava sul mondo, che questo fosse pronto o meno.

“io farò a meno di te, lo giuro, sono stanca di essere il tuo giocattolo”

Urlandoglielo in faccia, incurante di tutti quelli che si chiedevano dove fosse la composta Michelle, la perfetta studentessa agghindata in abiti succinti. Quella che con una parola decretava quanto tu fossi in o aut, quella che, da quando aveva la priorità su Tony Stonem si era fatta più dolce, comprensiva, amorevole quasi. Quella che da quando si faceva sbattere regolarmente da Tony, incurante di tutti i suoi tradimenti aveva quasi smesso di essere acida, tranne che con lui.

“tu non puoi fare a meno di me capezzola, sono la tua droga preferita, lo sai”

E lui aveva riso, con la gola spiegata al freddo intenso della notte e uno sbuffo di fumo sui tetti della città. Incurante del suo sgomento, indifferente al suo disprezzo, perché era sicuro, dannatamente sicuro, che sarebbe ritornata, che ogni ferita le avrebbe ricordato chi gliel’aveva fatta riportandola a lui, come un cane al suo padrone, con la coda tra le gambe, pronta a fare qualsiasi cosa, a pagare il prezzo più alto, per poter ancora dire in giro di essere la sua buttana preferita.

“non chiamarmi così!”

Non poteva ancora sentirlo quel nomignolo buffo tra le sue labbra, quel vezzeggiativo speciale che lei non ritrovava opportuno ma aveva sempre accettato. Perché c’era una stilla di dolcezza nella sua pronuncia sarcastica, perché oltre l’imbarazzo rivelava che in fondo si appartenevano, che avevano condiviso molto di più che un letto. Che lui aveva scoperto fino in fondo il suo corpo, registrandone dettagli, ricordandoglieli quando la vedeva troppo seria. Quando tra le lacrime ricordava a se stessa che Tony non sapeva nulla su chi era lei in realtà, che non ricordasse niente di lei, che non sapesse, in fondo, quanto lo amasse.

“sono sadico quanto tu masochista, siamo fatti per completarci Michelle”

Le diceva Tony quando lei si chiedeva ancora quanto avrebbe dovuto sopportare , quanto mancasse alla fine. Quale sarebbe stato il gradino mancato. Perché un sadico e un masochista non sono fatti per completarsi, o no, troppo facile.
Sono fatti per annullarsi, per cadere in una voragine senza fine che aumenta da sola, che non lascia via di scampo, perché non ti uccide mai del tutto.
Ti lascia semplicemente senza fiato, chiedendoti una risposta ad una domanda che non esiste.
Quanto in basso può portarti.
Facendoti dimenticare del mondo, ricordandoti di respirare solo perché fingi di chiedertelo ancora, quando cederai del tutto, quando infine ti libererai di lui, per sempre. Ma la verità è sempre stata una, sempre e solo una.

Che lui avrebbe avuto sempre fottutamente ragione.
E lei non avrebbe mai imparato a farne a meno.


n.d.a.

la verità è che mi stavo deprimendo, ho passato il pomeriggio a pensare quanto sia incredibilmente ‘normale’ la storia di Michelle e Tony da stare male. Perché in fondo la loro storia non ha nulla di speciale se siete abbastanza sfortunati nella vita da incontrare qualcuno come Tony, credetemi, è una disgrazia che vi condizionerà per sempre e non una benedizione come potreste pensare a primo impatto. Comunque. Ho pensato che magari condividendo i miei pensieri potevo sentirmi meglio. Non so neanche se ne è uscito qualcosa di decente … tu cosa ne pensi?