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Autore: CatherineC94    23/07/2023    0 recensioni
«Qui?» chiede lui.
«Quaggiù, mmmh già, toglilo» balbetta Sibilla.
Aberforth/Sibilla #Siberforth
lLa storia partecipa alla challenge First Kiss sul gruppo Facebook L'angolo di Madama Rosmerta.
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Aberforth Silente, Sibilla Cooman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
- Questa storia fa parte della serie '#Aberforth'
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Good Intentions
 
 
 
 
Tutto è iniziato in modo losco, scontroso e conturbante.
«Nel mio letto ho trovato due topi giganti» ha protestato lei con gli occhi fuori dalle orbite, le mani tremolanti e la voce che sembra provenire dall’oltretomba.
Lui le ha riservato un’occhiata di sufficienza e ha ringhiato:« Di cosa ti lamenti? Finalmente un po’ di movimento anche dalle tua parti».
Sibilli ha sbuffato furiosa e con aria di sdegno ha eseguito con precisione chirurgica un’uscita trionfale.
Aberforth si è grattato il posteriore, fregandosene altamente.
Il giorno dopo che quella tizia ha deciso di mettere pianta stabile nel suo Pub, Aberforth ha iniziato a fare piani malevoli per togliersela davanti alla vista; Milly ha scalciato furiosa quando l’ha vista aggirarsi nei pressi del suo giaciglio e nel pomeriggio, dopo aver divorato qualsiasi cosa trovata nei paraggi, si è quasi sfiorata la crisi a causa del ritrovamento dei Tarocchi a terra mangiucchiati.
«Questa capra è il male incarnato! Io avverto delle vibrazioni quando si trova nei paraggi!» ha strillato.
«Ti sarai confusa, sono quelle quattro tarme che ti ronzano nel cervello» è stata la risposta di Aberforth che ha lasciato passare le critiche al vetriolo sui topi ma la capra non la deve toccare nessuno .
Nei giorni seguenti la donna è diventata sempre più silenziosa, qualche volta la vede imbronciata ai bordi della stanza che legge quelle dannate carte e sbuffa continuamente.
Nemmeno la notte, quando saltano come topi eclettici sull’antico letto mangiucchiato dagli anni e dall’acido cinismo di Aberforth sembra sortire qualche beneficio.
Il sabato dopo Aberforth decide che non ne può più; si avvicina furioso, batte la mano sul tavolo e ringhia: «Che ti frulla in quel mare di idiozie dove adori sguazzare?!».
Il suo labbro è tremolante e dopo parecchi sbuffi la sente blaterare: «T-tu n-non fai mai niente di carino per me!».
Aberforth ride nevrotico e mentre impreca si chiede cosa debba fare un povero uomo per fare del sano su e giù la notte e continuando a inveire per tutto l’arco della giornata decide che deve risolvere quel dannato dissidio.
La sera le intima di farsi carina e di aspettarlo nel tavolo con tre sole gambe a destra nel Pub.
Aberforth pettina la barba, indossi il kilt meno smunto e le presenta davanti un paiolo di stufato di rognone; Sibilla non sta capendo un fico secco, però ha deciso che indossare la veste lilla e mettere un fiocco gigante sulla testa siano le scelte più giuste.
Quando Aberforth la vede si chiede se abbia sbattuto contro qualcosa o se ha rubato quella tenda a suo fratello.
«Mangia» grugnisce.
Sibilla fa spallucce.
Aberforth si sente intrappolato, dopo dieci minuti inizia a sbronzarsi  e Sibilla decide di seguirlo anche perché non sa che pesci prendere.
Sono ormai alticci, l’iniziale tedio si è trasformato in languore alcolico e represso.
«Ieri hai saltato molto bene» le sta dicendo lui, perché la gentilezza è tutto.
«Una lunghissima notte, non finiva più» ha risposto lei rossa in viso conscia che i complimenti gratificano la persona in una relazione.
«Sì beh, frutto di anni e anni di allenamento» spiega come  se fosse un esperto del settore.
«Hai, mmmh, sì. Hai qui…» bofonchia Sibilla toccandosi il mento.
«Qui?» chiede lui.
«Quaggiù, mmmh già, toglilo» balbetta Sibilla.
Aberforth non la sta seguendo.
«Cosa dici, moscone? Vuoi la bottiglia? Tieni» esclama Aberforth.
Sibilla fa un cenno di dissenso e alza le mani febbrile con tutti quei pendagli che fanno un rumore assordante; allenta i bottoni della veste accaldata e sul viso un alone corallo fa scattare qualcosa nella mente di Aberforth.
«Non vuoi bere? Come no?» bofonchia.
«Aspetta, mmhh se tu ti metti più giù si potrebbe fare, mmh, sì, devi toglierlo perché così sei più libero» mugugna Sibilla, gli occhi lucidi e la lingua che lecca il labbro inferiore.
Aberforth a quel punto è partito per vie poco battute che l’ingrippano parecchio e siccome le mani hanno voglia di esplorarla dove non batte il sole si avvicina pronto a conquistare.
Sibilla, che fin da quando hanno iniziato a cenare non ha mai distolto lo sguardo appannato da  si aggrappa alle braccia possenti salendo a cavalcioni sulle  sue gambe.
«Moscone impazzito, tu sai quello che vuoi! Così si fa!» esclama gutturale Aberforth.
Lei tremolante si avvicina e con la piccola mano destra finalmente riesce a togliere il pezzo di rognone poggiato agli angoli della bocca, vicino all’attaccatura della sua barba.
Poi siccome ha bevuto così tanto da non ricordarsi nemmeno il nome di battesimo perde l’equilibrio e per chissà quale legge della natura le loro labbra s’incontrano.
Aberforth, scioccato da tutta quella vicenda non sa che pesci prendere e quindi decide che ricambiare è l’unico modo per sbloccare quella scena gutturale.
La situazione però prende una piega inaspettata e Aberforth che sa cogliere la palla al balzo più di tutti la trascina al piano di sopra a disturbare i topi che tranquilli stanno sicuramente tentando di mangiucchiare le lenzuola.
«È stato davvero romantico» ha mormorato avvolta da gemiti e calore.
«Sì, sì come no» ha ribattuto lui stringendo le sue natiche e facendola pigolare.
«Ma quello è un topo?!» ha strillato Sibilla all’improvviso.
«Guarda bene» le sussurra malizioso e baciandola ancora constata che anche se è un po' umido non gli dispiace affatto.



 



 
 Note
 



Quanto mi sono divertita!
   
 
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