Film > Altro - Avventura/Azione
Ricorda la storia  |      
Autore: Cida    25/07/2023    4 recensioni
[The 355 (Secret Team 355)]
[Mace/Marie]
La vita da loro due ha sempre preteso tutto senza dare quasi niente in cambio, ora è giunto il momento di riprendersi un pezzo alla volta.
Questa storia partecipa alla Themed Challenge - Summer Edition del forum Siate Curiosi Sempre.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La Spia che ti Ama'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The355 Second Part
Questa OS partecipa alla Themed Challenge - Summer Edition  del forum Siate Curiosi Sempre.
Prompt 27:
L’estate ha messo tutto il suo cielo dentro il tuo palmo.
Ti tocco, e sai di luce.
(Fabrizio Caramagna)

Seguito di Come prima mai.  Si consiglia la lettura in ordine cronologico.




Mace non dorme più, è sveglia.
Dai rumori della natura che entrano dalla finestra lasciata socchiusa, sa già che è mattina. Non apre gli occhi, non ancora, e si crogiola nel non avere il rombo di un aereo nelle orecchie, di non percepire la paura di fallire una missione nel cuore. Sa di essere in un posto sicuro, accanto ad una persona di cui, adesso, si fida ciecamente.
Alza piano le palpebre e si gira: Marie dorme ancora, lo capisce dal suo respiro profondo e regolare. Per una volta i suoi capelli biondi sono sciolti, liberi di adagiarsi scomposti sul cuscino e su una delle sue spalle. Il collo è esposto, così come la sua schiena nuda. Il suo corpo è tonico, nonostante sia a riposo può intravederne i muscoli scattanti: è una macchina per uccidere, cosa che le riesce benissimo tra l'altro. Mason lo sa che le è fisicamente più forte: lo ha ammesso a se stessa molto tempo fa, a lei mai. La pelle, di solito candida, le ha preso una lieve tonalità dorata, grazie a tutti quei giorni sole. Sono in un rifugio sicuro, in un'isola sperduta del Mediterraneo, non seguono missioni da un po': il mondo può salvarsi da solo per qualche tempo.
Passano le loro giornate nella frescura del loro pergolato, vanno in paese il minimo indispensabile, leggono, si allenano perché ferme a lungo non ci sanno stare, si tuffano nelle acque cristalline del mare, giocano, si stuzzicano, fanno l'amore. Semplicemente vivono un giorno alla volta, il domani ha perso d'un tratto importanza.
Mace ripensa al bagno che si sono concesse in quella notte afosa, a come l'acqua del mare fosse sorprendentemente calda e alla labbra di Marie sulle sue. Fosse stato per lei l'avrebbero fatto direttamente lì, sulla spiaggia deserta, ma non aveva considerato l'odio profondo dell'altra per la sabbia. Erano salite in moto con i costumi sotto ai vestiti ancora bagnati di mare e non solo, in una corsa veloce verso casa. Si era stretta a lei, premendo deliberatamente il seno sulla sua schiena, decisa a farle pagare più che mai quella stupida attesa a cui l'aveva costretta. Quando aveva fatto scivolare una mano nei suoi pantaloncini, avevano sbandato e, per poco, non erano cadute. Marie l'aveva presa come una dichiarazione di guerra: quella notte era stata indimenticabile.
Sorride al ricordo ma, senza sapere il perché, i suoi pensieri tornano a quello stronzo di Nick. Il sorriso si spegne.
La vita di orfana di Mason era, da sempre, stata votata al bene superiore, ogni legame rifiutato come il peggiore dei mali. I legami deconcentrano, scoprono, feriscono, uccidono. Aveva aperto il suo cuore una volta soltanto e il risultato era stato il trovarselo stracciato e sanguinante. Nick ci aveva provato infinte volte, lei gli si era sempre negata perché sapeva che sarebbe stato un errore ma, al tempo stesso, era ben consapevole di quei sentimenti che le crescevano dentro ogni giorno di più. Per lui, invece, il riuscire a portarsela a letto era stata soltanto una sfida da vincere, nient'altro. Perché sì, Nick non l'aveva mai amata. Anche quell’offerta di passare dalla sua parte, non era stata per amore ma possesso. Se pensava che avrebbe tradito quello in cui aveva sempre creduto, per lui e per i soldi, beh, in tutti quegli anni non si era mai sprecato ad imparare niente di lei. Certo, non poteva negare l'avesse fatta godere in più modi ma era sicura che non l’avesse fatto per lei, bensì per un puro compiacimento personale. Giusto quel quid in più per poter dire: ho scopato l'agente Browne e l’ho fatto alla grande.
Marie, invece, la fa vibrare come mai le è successo prima e un po' di esperienze si può dire le abbia. D'altra parte, se l'amore non è l'ingrediente principale della vita di una spia, il sesso ne è parte integrante: spesso unico modo per sfogare l'adrenalina e la paura di essere scampati un'altra volta alla morte. Marie ha piacere nel darle piacere, è un cosa che percepisce chiaramente, per questo prova la stessa cosa nel sentirla fremere sotto ai suoi baci e alle sue carezze: la vita da loro due ha sempre preteso tutto senza dare quasi niente in cambio, ora è giunto il momento di riprendersi un pezzo alla volta.
Non si sono mai dette apertamente di amarsi ma, in realtà, lo fanno in continuazione ogni giorno, con tanti piccoli gesti: il dormire profondamente nello stesso letto ne è un esempio lampante. Il riposo per quelle come loro è un rischio, le rende vulnerabili, chiudere gli occhi e perdere il controllo potrebbe voler dire non riaprirli mai più. Farlo significa avere piena fiducia l’una dell’altra.
Nel ripensare ai loro inizi - con i loro scontri, i loro sospetti, le reciproche minacce – le scappa quasi da ridere.
La sente muoversi appena e si sporge un poco per vederla meglio. Ha un braccio disteso e la mano semiaperta. I raggi del sole, che filtrano dalle tapparelle, le riempiono il palmo: sembra quasi tenere l'Estate fra le dita. In quel momento, le viene in mente un nome soltanto: Elena di Sparta, la più bella fra le donne. Non resiste, si china a baciarle la pelle nell'attaccatura fra il collo e la spalla. Profuma di mare: sa di sale, sa di luce.
La sente inspirare più a fondo, si è svegliata. «Io starei cercando di dormire qui... » Dice quasi stizzita, ma un sorriso le piega le labbra.
Le posa il mento nel punto che ha appena baciato, le cinge un fianco con una gamba e porta un braccio fra il suo corpo e il materasso. «Dovremmo alzarci, ti ricordo che oggi abbiamo ospiti… » Le soffia sulla pelle.
«Mm-mm… » Annuisce l’altra, spostandosi un poco per essere sicura di non schiacciarla con il suo peso, gli occhi sempre chiusi. «Ancora cinque minuti… » Mormora.
Mace passa il braccio libero sotto a quello di lei, rafforzando la stretta, e struscia piano il bacino sui suoi dorsali. «Non costringermi ad usare le maniere forti… » La minaccia, mordendole appena il lobo dell’orecchio.
«Mason… » La sente dire con un sospiro, ed è talmente stupita che l’abbia chiamata col suo nome per intero che nemmeno si rende conto che, nel frattempo, si è girata. I suoi occhi azzurri, seppure assonnati, la guardano in un modo inequivocabile. «Se vai avanti così, nel letto, ci staremo ben più di cinque minuti… » Le intima, prima di posarle le labbra nell’incavo della gola. Le regala un bacio, poi un altro.
La sente sistemarsi meglio fra le sue gambe, la lascia fare. Trattiene il respiro, quando la sua bocca arriva a lambirle la punta di un seno. «Stai continuando tutto da sola… » Le fa presente ma non la ferma.
Marie le prende una mano nella sua e le costringe il braccio sopra alla testa. «Non mi pare ti dispiaccia. » Le dice, riportando il viso all’altezza del suo. Le fa scivolare la mano libera sul ventre tonico e la fa scendere sempre più giù.
Mace si tende quando sente le sue dita arrivare a stuzzicarla con una quasi perfida lentezza. Piega la testa all’indietro, mentre un mugolio di piacere le sfugge dalle labbra. L’altra le morde appena il mento e si alza un poco, per permetterle di muoversi ed assecondare al meglio il movimento della sua mano. Chiude gli occhi ed è in sua completa balia.
«Ehi, piccioncine. » La voce di Khadijah le gela sul posto. «Avreste almeno potuto farvi trovare presentabili... »
Mason non sa se essere più arrabbiata per l’interruzione, che l’ha lasciata decisamente insoddisfatta, o imbarazzata per quello che le altre hanno appena visto. C’è anche una terza opzione, ossia quella di ridere della furia omicida che si è appena dipinta sul volto di Marie.
«Siete in anticipo di due ore! » La sente ribattere a denti stretti, infatti. La vede prendere al volo una camicia dalla sedia accanto alla sua parte del letto, infilarla e cominciare ad allacciarla.
Lin le guarda e scuote appena il capo, mentre Graciela si copre gli occhi con una mano. «Questa è l'ultima cosa che avrei voluto vedere qui oggi...»
Mace decide che è troppo tardi per farsi prendere dall'imbarazzo. «Se non volevate incappare in una situazione scomoda come questa, » Dice, guardandole maliziosa. «Immagino sappiate che esistano sia i telefoni che i campanelli. »
Khadijah ghigna. «Chiamarvi avrebbe rovinato l’effetto sorpresa e, poi, a cosa servono i campanelli se si hanno le chiavi? »
Marie, che è sempre stata la più alta fra tutte, le va vicino e la guarda dall’alto in basso, mentre chiude l’ultimo bottone: la camicia è abbastanza lunga da coprirla quel tanto che basta. «A rimanere in vita, ad esempio. » Le sibila, tagliente.
Khadijah non si scompone davanti a quella minaccia. Si gira verso Lin e Graciela, scopre i denti bianchi in un sorriso soddisfatto e porge il palmo di una mano. «Sganciate i cento bigliettoni. »
Mace si infila un vestito floreale direttamente sulla pelle nuda e si alza a sua volta. «Avete scommesso sul come ci avreste trovate? » Quasi ride.
«Già. » Le conferma Graciela, tirando fuori i suoi cinquanta dollari. «A quanto pare ho dato troppa fiducia al vostro buon senso… »
Vede Lin fare altrettanto. «Tu su cosa avevi puntato? »
Lei sorride ed è incredibile come i suoi occhi siano così espressivi da riflettere tutto il suo divertimento. «Che vi avremmo trovate addormentate, probabilmente nude, nello stesso letto… »
«E indovinate chi ha vinto? » Chiede trionfante Khadijah, stringendo il suo bottino. «Colei che ha scommesso che vi avremmo trovate a scopare. »
«Stai rischiando… » Le intima, di nuovo, Marie. Non fatica ad immaginare le pupille dei suoi occhi azzurri pericolosamente ristrette.
«Non ci crede nessuno: » Ribatte quella. «Tu mi adori, Schmidt. » Conclude, facendole uno sfrontato occhiolino. 
Mace non può vedere Marie in faccia ma è sicura che, dietro al nervosismo che sta ancora provando, un sorriso le ha piegato le labbra. «Perché non vai a farti una doccia? » Le suggerisce, avvicinandosi e posandole una mano sulla spalla: non si era sbagliata.
L’altra le lancia uno sguardo con la coda dell’occhio, poi torna a guardare la donna davanti a sé: socchiude appena le palpebre ma non aggiunge nient’altro, si avvia verso il bagno.
Mason sospira e sorride a sua volta. «Avete fatto buon viaggio? » Chiede, scambiando un abbraccio con ognuna di loro. Sebbene arrivino tutte da parti diverse del mondo – Inghilterra, Cina e Colombia – per una volta, non sono incappate in nessun intoppo all’aeroporto e tutto è filato per il verso giusto, anzi, Graciela è persino riuscita ad anticipare il suo volo ed è per questo che sono già lì. Della prima cosa non può che esserne felice, della seconda un po’ meno. «Andiamo, vi accompagno alle vostre stanze. »
«Potresti almeno metterti un paio di slip. » La prende in giro Khadijah. 
Mace tira appena le labbra di lato. «Ti infastidisce che non li porti? » Le chiede.
«No, no. » Le risponde scuotendo la testa. «Ma qualcun altro potrebbe non gradire. » Aggiunge e non ha davvero bisogno di spiegare a chi si riferisca.
«Dijah! » Il ringhio di Marie arriva forte e chiaro anche dal bagno. 
Graciela inarca le sopracciglia e piega appena il capo. «Udito da pipistrello. » Si complimenta, senza riuscire a fare a meno di ridacchiare.
«Non serve che ci accompagni, » Interviene Lin. «Anche se è la prima volta che veniamo questa è anche casa nostra: sappiamo dove andare. » La rassicura. «Raggiungi pure Marie, sono ragionevolmente convinta che abbia bisogno di una doccia anche tu. » Aggiunge, con una scintilla di malizia che le accende gli occhi scuri. 

«Fredda, però. » Non demorde Khadijah. 
Mason inarca appena un sopracciglio. «Hai finito? »
L'altra sorride. «È il mio modo per dirvi che mi siete mancate. » Confessa. «Spero almeno abbiate trovato un po' di tempo per recuperare le provviste necessarie alla nostra missione. »
«Ehi! » Esclama allarmata Graciela. «Missione? Nessuno mi aveva parlato di una missione, mi avevate promesso una vacanza. »
Khadijah le circonda il collo con un braccio. «È una missione di vitale importanza, Ciela. » Le dice con aria cospiratrice. «Per cui servirà tanto sale, tequila, triple sec e qualche chilo di lime. »
«Ma di cosa state parlando? » Chiede quella, confusa. 
Gli occhi verde mare di Mason scintillano. «Della missione Margarita. »
Graciela sospira sollevata. Ridono assieme e, pian piano, la lasciano sola.
Il sorriso di Mace indugia un poco sul suo viso: quasi non ci crede che siano tutte lì, non per risolvere una qualche crisi mondiale ma semplicemente per godersi un po' di riposo. Saranno giorni intensi, ne è sicura. È incredibile come quelle quattro donne le abbiano saputo regalare quanto di più simile ad una famiglia di quello che abbia mai avuto. 
Il rumore dell'acqua che scroscia arriva dalla porta aperta del bagno: Marie è entrata in doccia. La raggiunge e la trova appoggiata alla parete, il getto a battere direttamente sulla schiena e sul collo. Si sfila il vestito ed entra con lei. Quando le prime gocce la colpiscono, sgrana gli occhi. «Cazzo, come fai a stare qui sotto? È gelida! » Esclama, con la pelle d'oca ad incresparle la pelle. 
L'altra piega appena le labbra e gira il miscelatore per rendere la temperatura più gradevole. «Meglio? » Le chiede. 
Annuisce. 
«Se ne sono andate? » Vuole sapere. Le si avvicina, posandole le braccia sulle spalle. «Vuoi riprendere da dove ci hanno interrotte? »
Mason scuote il capo. «No. » Le dice, girando 
appena la testa per lasciarle un bacio sulla pelle fresca. «Ho come l’idea che verranno presto a cercarci di nuovo. » Sogghigna. «Non ci tengo a ripetere l'esperienza di poco fa: una volta può essere divertente, due decisamente no. »
«Ah, l’hai trovata divertente? » Le chiede, inarcando le sopracciglia stupita. «Sei strana, Browne... »
«Una strana che ti piace. »
«Che mi piace molto. » La corregge. 
Mace sorride.  «Vieni, » Le dice, invitandola a voltarsi. «Ti lavo i capelli, ti va? » Avranno tutta la notte per recuperare. 
Marie annuisce. «Sì, grazie. » Le dà la schiena e piega un poco il collo all'indietro, per farla arrivare meglio. E quella giugulare tesa, esposta ed indifesa, che le porge senza timore alcuno, vale più di qualsiasi ti amo.



Ciao!
Penso di non aver mai pubblicato due OS a distanza di meno di una settimana in tutta la mia permanenza su EFP.
Nemmeno la mia OTP suprema c'è mai riuscita, quindi non so che strano incantesimo queste due mi abbiano fatto. 
Cioè, anche la scena spinta! °O°
Ci sono sotto dieci treni: le amo e basta.
Dopo aver presentato prima il POV di Marie, mi sembrava doveroso lasciare spazio anche a quello di Mason e, quindi, eccoci qui. Con tanto di cameo di tutto il Team 355, di cui - forse - Mace e Marie avrebbero fatto volentieri a meno.
Chi mi conosce sa quanto mi piaccia disseminare Easter Eggs in ogni dove: se mi beccate quello di Elena di Sparta vincete la mia stima più profonda.
La seconda parte del titolo è un mix di quelli di due film di 007 (giusto per rimanere in tema): Il domani non muore mai e La morte può attendere.
Non so se tornerò a scrivere di loro oppure no, quello che spero è che anche questa OS vi sia piaciuta.
Se vorrete lasciarmi un segno del vostro passaggio ve ne sarò immensamente grata.
Grazie per essere arrivati fino a qui!
Cida

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Altro - Avventura/Azione / Vai alla pagina dell'autore: Cida