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Challenge - Summer Edition del forum Siate Curiosi Sempre. Prompt 27: L’estate ha messo tutto il suo cielo dentro il tuo palmo. Ti tocco, e sai di luce. (Fabrizio Caramagna) Seguito di Come prima mai. Si consiglia la lettura in ordine cronologico. |
Mace
non dorme
più, è
sveglia.
Dai rumori della natura che entrano dalla finestra lasciata
socchiusa,
sa già che è mattina. Non apre gli occhi, non
ancora, e si crogiola nel non
avere il rombo di un aereo nelle orecchie, di non percepire la paura di
fallire
una missione nel cuore. Sa di essere in un posto sicuro, accanto ad una
persona
di cui, adesso, si fida ciecamente.
Alza piano le palpebre e si gira: Marie dorme ancora, lo capisce dal
suo
respiro profondo e regolare. Per una volta i suoi capelli biondi sono
sciolti,
liberi di adagiarsi scomposti sul cuscino e su una delle sue spalle. Il
collo è
esposto, così come la sua schiena nuda. Il suo corpo
è tonico, nonostante sia a
riposo può intravederne i muscoli scattanti: è
una macchina per uccidere, cosa
che le riesce benissimo tra l'altro. Mason lo sa che le è
fisicamente più
forte: lo ha ammesso a se stessa molto tempo fa, a lei mai. La pelle,
di
solito candida, le ha preso una lieve tonalità
dorata,
grazie a tutti quei
giorni sole. Sono in un rifugio sicuro, in un'isola sperduta del
Mediterraneo,
non seguono missioni da un po': il mondo può salvarsi da
solo per qualche
tempo.
Passano le loro giornate nella frescura del loro pergolato, vanno in
paese il
minimo indispensabile, leggono, si allenano perché ferme a
lungo non ci sanno
stare, si tuffano nelle acque cristalline del mare, giocano, si
stuzzicano,
fanno l'amore. Semplicemente vivono un giorno alla volta, il domani ha
perso
d'un tratto importanza.
Mace ripensa al bagno che si sono concesse in quella notte afosa, a
come
l'acqua del mare fosse sorprendentemente calda e alla labbra di Marie
sulle
sue. Fosse stato per lei l'avrebbero fatto direttamente
lì, sulla
spiaggia deserta, ma non aveva considerato l'odio profondo dell'altra per
la
sabbia. Erano salite in moto con i costumi sotto ai vestiti ancora
bagnati di
mare e non solo, in una corsa veloce verso casa. Si
era stretta a lei,
premendo deliberatamente il seno sulla sua schiena, decisa a farle
pagare più
che mai quella stupida attesa a cui l'aveva costretta. Quando aveva
fatto
scivolare una mano nei suoi pantaloncini, avevano sbandato e, per poco,
non erano
cadute. Marie l'aveva presa come una dichiarazione di guerra:
quella notte
era stata indimenticabile.
Sorride al ricordo ma, senza sapere il perché, i suoi
pensieri tornano a quello
stronzo di Nick. Il sorriso si spegne.
La vita di orfana di Mason era, da sempre, stata votata al bene
superiore, ogni
legame rifiutato come il peggiore dei mali. I legami deconcentrano,
scoprono, feriscono, uccidono.
Aveva aperto
il suo cuore una volta
soltanto e il risultato era stato il trovarselo stracciato e
sanguinante. Nick
ci aveva provato infinte volte, lei gli si era sempre negata
perché sapeva
che
sarebbe stato un errore ma, al tempo stesso, era ben consapevole di
quei
sentimenti che le crescevano dentro ogni giorno di più. Per
lui, invece, il
riuscire a portarsela a letto era stata soltanto una sfida da vincere,
nient'altro. Perché sì, Nick non l'aveva mai
amata. Anche quell’offerta di
passare dalla sua parte, non era stata per amore ma possesso. Se
pensava che
avrebbe tradito quello in cui aveva sempre creduto, per lui e per i
soldi, beh,
in tutti quegli anni non si era mai sprecato ad imparare niente di lei.
Certo,
non poteva negare l'avesse fatta godere in più modi ma era
sicura che non
l’avesse fatto per lei, bensì per un puro
compiacimento personale. Giusto
quel quid in più per poter dire: ho scopato
l'agente Browne e l’ho fatto
alla grande.
Marie, invece, la fa vibrare come mai le è
successo prima e un po' di esperienze
si può dire le abbia. D'altra parte, se l'amore non
è l'ingrediente principale
della vita di una spia, il sesso ne è parte integrante:
spesso unico modo per
sfogare l'adrenalina e la paura di essere scampati un'altra volta alla
morte.
Marie ha piacere nel darle piacere, è un cosa che percepisce
chiaramente, per
questo prova la stessa cosa nel sentirla fremere sotto ai suoi baci e
alle sue
carezze: la vita da loro due ha sempre preteso tutto senza dare quasi
niente in
cambio, ora è giunto il momento di riprendersi un pezzo alla
volta.
Non si sono mai dette apertamente di amarsi ma, in realtà,
lo fanno in
continuazione ogni giorno, con tanti piccoli gesti: il dormire
profondamente
nello stesso letto ne è un esempio lampante. Il riposo per
quelle come loro è
un rischio, le rende vulnerabili, chiudere gli occhi e perdere il
controllo potrebbe voler dire non riaprirli mai
più. Farlo significa avere
piena fiducia l’una dell’altra.
Nel ripensare ai loro inizi - con i loro scontri, i loro sospetti, le
reciproche minacce – le scappa quasi da ridere.
La sente muoversi appena e si sporge un poco per vederla meglio. Ha un
braccio
disteso e la mano semiaperta. I raggi del sole, che filtrano dalle
tapparelle,
le riempiono il palmo: sembra quasi tenere l'Estate fra le dita. In
quel
momento, le viene in mente un nome soltanto: Elena di Sparta, la
più bella fra
le donne. Non resiste, si china a baciarle la pelle nell'attaccatura
fra il
collo e la spalla. Profuma di mare: sa di sale, sa di luce.
La sente inspirare più a fondo, si è svegliata.
«Io starei cercando di dormire
qui... » Dice quasi stizzita, ma un sorriso le piega le
labbra.
Le posa il mento nel punto che ha appena baciato, le cinge un fianco
con una
gamba e porta un braccio fra il suo corpo e il materasso.
«Dovremmo alzarci, ti
ricordo che oggi abbiamo ospiti… » Le soffia sulla
pelle.
«Mm-mm… » Annuisce l’altra,
spostandosi un poco per essere sicura di non
schiacciarla con il suo peso, gli occhi sempre chiusi.
«Ancora cinque minuti… »
Mormora.
Mace passa il braccio libero sotto a quello di lei, rafforzando la
stretta, e
struscia piano il bacino sui suoi dorsali. «Non costringermi
ad usare le
maniere forti… » La minaccia, mordendole appena il
lobo dell’orecchio.
«Mason… » La sente dire con un sospiro,
ed è talmente stupita che l’abbia
chiamata col suo nome per intero che nemmeno si rende conto che, nel
frattempo,
si è girata. I suoi occhi azzurri, seppure assonnati, la
guardano in un modo
inequivocabile. «Se vai avanti così, nel letto, ci
staremo ben più di cinque
minuti… » Le intima, prima di posarle le labbra
nell’incavo della gola. Le
regala un bacio, poi un altro.
La sente sistemarsi meglio fra le sue gambe, la lascia fare. Trattiene
il
respiro, quando la sua bocca arriva a lambirle la punta di un seno.
«Stai
continuando tutto da sola… » Le fa presente ma non
la ferma.
Marie le prende una mano nella sua e le costringe il braccio sopra alla
testa.
«Non mi pare ti dispiaccia. » Le dice, riportando
il viso all’altezza del suo.
Le fa scivolare la mano libera sul ventre tonico e la fa scendere
sempre più
giù.
Mace si tende quando sente le sue dita arrivare a stuzzicarla con una
quasi
perfida lentezza. Piega la testa all’indietro, mentre un
mugolio di piacere le
sfugge dalle labbra. L’altra le morde appena il mento e si
alza un poco, per
permetterle di muoversi ed assecondare al meglio il movimento della sua
mano.
Chiude gli occhi ed è in sua completa balia.
«Ehi, piccioncine. » La voce di Khadijah le gela
sul posto. «Avreste almeno
potuto farvi trovare presentabili... »
Mason non sa se essere più arrabbiata per
l’interruzione, che l’ha lasciata
decisamente insoddisfatta, o imbarazzata per quello che le altre hanno
appena
visto. C’è anche una terza opzione, ossia quella
di ridere
della furia omicida che si è
appena dipinta sul volto di Marie.
«Siete in anticipo di due ore! » La sente ribattere
a denti stretti, infatti.
La vede prendere al volo una camicia dalla sedia accanto alla sua parte
del
letto, infilarla e cominciare ad allacciarla.
Lin le guarda e scuote appena il capo, mentre Graciela si copre gli
occhi con
una mano. «Questa è l'ultima cosa che avrei voluto
vedere qui oggi...»
Mace decide che è troppo tardi per farsi prendere
dall'imbarazzo. «Se non
volevate incappare in una situazione scomoda come questa, »
Dice, guardandole
maliziosa. «Immagino sappiate che esistano sia i telefoni che
i campanelli. »
Khadijah ghigna. «Chiamarvi avrebbe rovinato
l’effetto sorpresa e, poi, a cosa
servono i campanelli se si hanno le chiavi? »
Marie, che è sempre stata la più alta fra tutte,
le va vicino e la guarda
dall’alto in basso, mentre chiude l’ultimo bottone:
la camicia è abbastanza
lunga da coprirla quel tanto che basta. «A rimanere in vita,
ad esempio. » Le
sibila, tagliente.
Khadijah non si scompone davanti a quella minaccia. Si gira verso Lin e
Graciela, scopre i denti bianchi in un sorriso soddisfatto e porge il
palmo di
una mano. «Sganciate i cento bigliettoni. »
Mace si infila un vestito floreale direttamente sulla pelle nuda e si
alza a
sua volta. «Avete scommesso sul come ci avreste trovate?
» Quasi ride.
«Già. » Le conferma Graciela, tirando
fuori i suoi cinquanta dollari. «A quanto
pare ho dato troppa fiducia al vostro buon senso… »
Vede Lin fare altrettanto. «Tu su cosa avevi puntato?
»
Lei sorride ed è incredibile come i suoi occhi siano
così espressivi da
riflettere tutto il suo divertimento. «Che vi avremmo trovate
addormentate, probabilmente
nude, nello stesso letto… »
«E indovinate chi ha vinto? » Chiede trionfante
Khadijah, stringendo il suo
bottino. «Colei che ha scommesso che vi avremmo trovate a
scopare. »
«Stai rischiando… » Le intima, di nuovo,
Marie. Non fatica ad immaginare le
pupille dei suoi occhi azzurri pericolosamente ristrette.
«Non ci crede nessuno: » Ribatte
quella. «Tu mi adori, Schmidt. » Conclude,
facendole uno sfrontato occhiolino.
Mace non può vedere Marie in faccia ma è sicura
che, dietro al nervosismo che
sta ancora provando, un sorriso le ha piegato le labbra.
«Perché non vai a
farti una doccia? » Le suggerisce, avvicinandosi e posandole
una mano sulla
spalla: non si era sbagliata.
L’altra le lancia uno sguardo con la coda
dell’occhio, poi torna a guardare la
donna davanti a sé: socchiude appena le palpebre ma non
aggiunge nient’altro,
si avvia verso il bagno.
Mason sospira e sorride a sua volta. «Avete fatto buon
viaggio? » Chiede,
scambiando un abbraccio con ognuna di loro. Sebbene arrivino tutte da
parti
diverse del mondo – Inghilterra, Cina e Colombia –
per una volta, non sono
incappate in nessun intoppo all’aeroporto e tutto
è filato per il verso giusto,
anzi, Graciela è persino riuscita ad anticipare il suo volo
ed è per questo che
sono già lì. Della prima cosa non può
che esserne felice, della seconda un po’
meno. «Andiamo, vi accompagno alle vostre stanze. »
«Potresti almeno metterti un paio di slip. » La
prende in giro Khadijah.
Mace tira appena le labbra di lato. «Ti infastidisce che non
li porti? » Le
chiede.
«No, no. » Le risponde scuotendo la
testa. «Ma qualcun altro potrebbe non
gradire. » Aggiunge e non ha davvero bisogno di spiegare a
chi si riferisca.
«Dijah! » Il
ringhio di Marie arriva forte e chiaro
anche dal bagno.
Graciela inarca le sopracciglia e
piega appena il
capo. «Udito da pipistrello. » Si
complimenta, senza riuscire a fare a
meno di ridacchiare.
«Non serve che ci
accompagni, » Interviene Lin. «Anche
se è la prima volta che veniamo questa è anche
casa nostra: sappiamo dove
andare. » La rassicura. «Raggiungi pure
Marie, sono ragionevolmente
convinta che abbia bisogno di una doccia anche tu. »
Aggiunge, con una
scintilla di malizia che le accende gli occhi scuri.
«Fredda,
però.
» Non demorde Khadijah.
Mason inarca appena un sopracciglio.
«Hai finito? »
L'altra
sorride. «È il mio modo per dirvi che mi
siete mancate. » Confessa. «Spero almeno abbiate
trovato un po' di tempo per
recuperare le provviste necessarie alla nostra missione.
»
«Ehi! » Esclama
allarmata Graciela. «Missione?
Nessuno mi aveva parlato di una missione, mi avevate promesso una
vacanza. »
Khadijah le circonda il collo con
un braccio. «È
una missione di vitale importanza, Ciela. » Le dice
con aria
cospiratrice. «Per cui servirà tanto
sale, tequila, triple sec e qualche
chilo di lime. »
«Ma di cosa state
parlando? » Chiede quella,
confusa.
Gli occhi verde mare di Mason
scintillano. «Della
missione Margarita. »
Graciela sospira sollevata. Ridono assieme e,
pian piano, la lasciano sola.
Il sorriso di Mace indugia un poco
sul suo viso: quasi
non ci crede che siano tutte lì, non per risolvere una
qualche crisi mondiale
ma semplicemente per godersi un po' di riposo. Saranno giorni intensi,
ne è
sicura. È incredibile come quelle quattro donne le abbiano
saputo regalare
quanto di più simile ad una famiglia di quello che abbia mai
avuto.
Il rumore dell'acqua che scroscia
arriva dalla porta
aperta del bagno: Marie è entrata in doccia. La raggiunge e
la trova appoggiata
alla parete, il getto a battere direttamente sulla schiena e sul collo.
Si
sfila il vestito ed entra con lei. Quando le prime gocce la colpiscono, sgrana
gli
occhi. «Cazzo, come fai a stare qui sotto?
È gelida! » Esclama, con la
pelle d'oca ad incresparle la pelle.
L'altra piega appena le labbra e
gira il miscelatore
per rendere la temperatura più
gradevole. «Meglio? » Le chiede.
Annuisce.
«Se ne sono andate?
» Vuole sapere. Le si avvicina,
posandole le braccia sulle spalle. «Vuoi riprendere
da dove
ci hanno interrotte? »
Mason scuote il
capo. «No. » Le dice,
girando appena la testa per lasciarle un
bacio sulla pelle
fresca. «Ho come
l’idea che verranno presto a cercarci di nuovo. »
Sogghigna. «Non ci tengo
a ripetere l'esperienza di poco fa: una volta può essere
divertente, due
decisamente no. »
«Ah, l’hai
trovata divertente? » Le chiede, inarcando
le sopracciglia stupita. «Sei strana, Browne...
»
«Una strana che ti piace.
»
«Che mi piace molto.
» La corregge.
Mace
sorride. «Vieni, » Le dice,
invitandola a voltarsi. «Ti lavo i capelli, ti
va? » Avranno tutta la
notte per recuperare.
Marie
annuisce. «Sì,
grazie. » Le dà la
schiena e piega un poco il collo all'indietro, per farla arrivare
meglio. E
quella giugulare tesa, esposta ed indifesa, che le porge senza timore
alcuno,
vale più di qualsiasi ti
amo.
Ciao! Penso di non aver mai pubblicato due OS a distanza di meno di una settimana in tutta la mia permanenza su EFP. Nemmeno la mia OTP suprema c'è mai riuscita, quindi non so che strano incantesimo queste due mi abbiano fatto. Cioè, anche la scena spinta! °O° Ci sono sotto dieci treni: le amo e basta. Dopo aver presentato prima il POV di Marie, mi sembrava doveroso lasciare spazio anche a quello di Mason e, quindi, eccoci qui. Con tanto di cameo di tutto il Team 355, di cui - forse - Mace e Marie avrebbero fatto volentieri a meno. Chi mi conosce sa quanto mi piaccia disseminare Easter Eggs in ogni dove: se mi beccate quello di Elena di Sparta vincete la mia stima più profonda. La seconda parte del titolo è un mix di quelli di due film di 007 (giusto per rimanere in tema): Il domani non muore mai e La morte può attendere. Non so se tornerò a scrivere di loro oppure no, quello che spero è che anche questa OS vi sia piaciuta. Se vorrete lasciarmi un segno del vostro passaggio ve ne sarò immensamente grata. Grazie per essere arrivati fino a qui! Cida |