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Autore: nothingdrum    26/07/2023    0 recensioni
Un uomo si ritrova in una situazione inaspettata.
Genere: Dark, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2030.

Non era la prima volta che quel ragazzino si metteva nei guai. Francesco ne aveva fin sopra i capelli, mai si sarebbe aspettato che suo figlio sarebbe potuto diventare così irragionevole e irresponsabile da finire ogni settimana in un modo o nell’altro sulle testate giornalistiche cittadine.
“Banda di vandali sfascia la vecchia sede comunale”
“Ignoti entrano nell’ospedale abbandonato, la polizia perlustra la zona”

Ovviamente Marlon, il ragazzo, non aveva idea che suo padre sapesse fare due più due e ricollegare immediatamente i suoi rientri notturni con le volanti che perlustravano la via di casa. E anche quella notte sarebbe dovuta andare così, sennonché il telefono squillò.

Ore 2:30 di notte. Francesco era nel mondo dei sogni da un bel pezzo.

“Papà.”
“Marlon, cosa succede?”
“Mi serve una mano, sono intrappolato!”
“Cosa dovrebbe significare?!”

Francesco senza rendersene conto era già in piedi, e si stava mettendo i pantaloni.

“Ho una gamba bloccata, sono in Via Garibaldi, numero 7, è una casa abbandonata!”
“Cosa cazzo stai facen…”

Si fermò non appena si rese conto che in quel momento i rimproveri erano completamente inutili.

“Arrivo.”

La moto gli parve il mezzo più rapido per raggiungere il ragazzo, e mentre i riccioli biondi troppo lunghi per nascondersi dentro il casco si gonfiavano al fresco vento notturno, nella testa di Francesco una sola domanda riecheggiava.
“Cosa diamine sta facendo?”

Raggiunse così l’indirizzo suggerito da Marlon. Via Garibaldi era una strada che era stata molto importante, quando Francesco era ragazzo si poteva tranquillamente definire il centro nevralgico del commercio cittadino. Era facile un tempo incontrarci gruppi di ragazzi che andavano a fare shopping nel pomeriggio, e che la sera si fermavano a bighellonare nei numerosi locali notturni. Ora non c’era più nulla.

Come spesso accade nelle città, le popolazioni si spostano, le mode si evolvono, e perfino nella microeconomia di una città con a stento duecentomila abitanti fu difficile trovare posto nel mercato che cambia. E anche Francesco si ritrovò in questa migrazione di massa di pochi centinaia di metri, quelli necessari a raggiungere Corso Mazzini, dove aprivano tutti i nuovi negozi. Non tornava in Via Garibaldi da moltissimi anni, ma ricordava benissimo tutte le giornate passate lì a perdere tempo con quella che una volta era la sua compagnia di amici.

Ciò che non ricordava era cosa c’era al numero 7, nonostante non appena Marlon disse quel civico al telefono un eco lontano gli apparve in mente. Fermata la moto, un brivido attraverso la sua schiena.

Un’insegna blu, con caratteri gialli, molto sbiaditi.

Blockbuster.

Cristo, quanto tempo era che non vedeva quella scritta?
Incredibilmente, al contrario di tutto il resto, l’insegna del Blockbuster spiccava ancora tra i vari edifici, come qualcosa di invulnerabile, indistruttibile. Perfino i caratteri, nonostante il consueto giallo accecante che li caratterizzava fosse quasi svanito, si leggevano benissimo.

Francesco non seppe perché, ma quando dovette avvicinarsi alla porta presumibilmente aperta da suo figlio e i suoi amici, sentì dentro di sé più di una remora.

Si appoggiò sul maniglione che permetteva l’ingresso, e guardando dietro al vetro con ancora attaccati i poster delle ultime uscite in DVD, la sua vista si offuscò.

Vide le luci accese, e la moquette era ricomparsa magicamente in terra.
Era quella la cosa che ricordava di più, la moquette. E il suo odore.
Un’aroma strano, indefinibile. La sua mente lo associava immediatamente ai popcorn e ai gelati Haagen Dazs che mille volte aveva comprato quando era ragazzo. Per lui, che aveva vissuto il Blockbuster i suoi ultimi anni, quando già era intriso di un’atmosfera decadente sintomo di prossima chiusura, quell’odore era la cosa più vicina agli anni 90 che avesse mai sperimentato. Alzò lo sguardo sempre protetto dal vetro rassicurante del portone di ingresso, e vide gli scaffali, pieni di film. Per qualche motivo, ancora quando riguardava un vecchio film in televisione, ricordava benissimo se l’aveva già affittato da Blockbuster anni prima, mentre, tramite una strana epifania, non si ricordava neanche il film prodotto da Netflix che aveva visto un paio di giorni prima.
Spostò di nuovo lo sguardo, e notò la parte dedicata ai videogiochi. Quel posto era stato la culla della sua passione più grande, dove poteva, quando ancora contava gli spiccoli nel portafogli, provare le ultime uscite per qualche giorno e decidere se poi chiedere ai suoi genitori l’immenso patrimonio necessario ad acquistarli. E con questa visione, assaporò anche l’odore della carta delle vecchie riviste con i dischi demo, alternativa ancor più economica al viaggio in Via Garibaldi.
Si rese conto che la soglia che stava per varcare significava per lui qualcosa di più rispetto ad un vecchio negozio abbandonato.

“Papà!”

Marlon l’aveva visto da dentro il rudere, e Francesco a sua volta immediatamente lo notò in fondo alla sala, in mezzo ai vecchi scaffali. Aveva un piede intrappolato sotto uno di questi, caduto a terra.

Entrò rapidamente, facendo scomparire le sue fantasie in nuvole di polvere, e aiutò suo figlio ad alzarsi, stavolta lasciandosi andare a svariati improperi.

Lo trascinò verso la porta semidistrutta di quella che una volta era la cassa, e lo fece uscire.
Ma prima di andarsene a sua volta, non poté fare a meno di notare una scatola, proprio sotto allo scaffale dove una volta era posizionata l’edizione limitata di “Il Cavaliere Oscuro” di Nolan.
In mezzo al vuoto pavimento, solo questo misero cartone era rimasto.

Lo aprì.
Dentro molti fogli scritti a mano, tranne uno, scritto con una macchina da scrivere.
“Storie di un videonoleggio”
Nessun autore.

Solo quando raggiunse casa e cominciò a sfogliare i fogli Francesco si rese conto che erano stati scritti dal proprietario di quel rudere, e che erano delle storie fatte e finite.
Così, una volta messo il figlio a letto, Francesco di nuovo si abbandonò ai ricordi.
   
 
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