Era
scritto nelle carte
«Cosa dicono
le
carte su di noi?»
Autunno
Marlene le si siede accanto un
pomeriggio di settembre.
Hestia non la sente nemmeno
arrivare, il passo leggero come un fruscio di foglie, ma sorride quando
le
chiede se il posto sia libero. Il pomeriggio in biblioteca diventa
presto lungo
cinque anni di scuola, in cui Hestia impara a sbirciare di sottecchi
Marlene
china sulle tazze di tè e Marlene a contare tutti i suoi nei
dietro l’orecchio
destro.
Si intrecciano come
l’edera ai
tronchi – Hestia imparerà che significa
fedeltà, e poi rimpiangerà di averlo
fatto – fino a esserne ricoperte.
Hestia racconta di lei bambina,
e
il futuro ha il sorriso di Marlene.
*
Inverno
Le dice di amarla una mattina
di dicembre.
Le sfugge dalle labbra quando
si
svegliano tardi, insieme, per la prima volta dopo anni a sgusciare via
dal
dormitorio dell’altra all’alba. Non sa nemmeno di
volerlo dire, Hestia, prima
di vederla stropicciarsi gli occhi, la sua sciarpa rossa appesa al
proprio
appendino dietro la porta e una smorfia stanca sulle labbra.
Marlene non le risponde
– non
lo dirà mai, e Hestia fingerà sempre vada bene
così – ma lascia che le
parole di Hestia scivolino a terra come foglie, una dopo
l’altra, finché
l’albero rimarrà spoglio.
La sciarpa resta appesa,
insieme
a tutti i ricordi.
*
Primavera
Marlene la lascia una sera di
maggio.
Il cuore di Hestia è
un guscio
vuoto schiacciato tra le dita: ogni volta che la evita alle riunioni
dell’Ordine, chiede turni più lunghi per non
incrociarla, si sbriciola un po’
di più, come le foglie in autunno sotto i tacchi.
Finché quello che ritrova del
corpo di Marlene non è che una macchia cremisi sul tappeto
buono del salottino
di sua madre, e tutti i mesi precedenti impallidiscono. Allora Hestia
capisce.
Marlene aveva visto –
avrebbe
solo voluto proteggerla, senza dire addio – ed
è scivolata via, una goccia
di sangue alla volta.
Che la Divinazione fosse solo
una
maledizione, Hestia l’ha sempre pensato.
*
Estate
Ritorna a volare una mattina di
luglio.
Il sole è caldo, nel
cielo,
mentre la guerra e il dolore sono ormai scivolati via da anni e rimane
solo
Hestia con le ali spezzate, come un uccellino caduto dal nido. Ha
imparato
tutto quello che sa con Marlene, sedute sul muretto dietro le
serre, e appoggiata
a quello vicino alla sua tomba lascia cadere un sassolino sulla lapide.
Sarebbe stato più
facile
affrontare ogni cosa con lei – non sa se
potrà perdonarla, però avrà tutta
la vita per provarci – ma la direzione scoperta
insieme sa d’averla ancora.
Così Hestia si alza
e riprende la
strada davanti a lei.
«Non vuoi
saperlo»
Note
alla storia: questa coppia mi gira in testa da
quando ho iniziato a
pensare al personaggio di Marlene, tre anni fa (chi avesse letto le
altre due
storie su di lei avrà forse ritrovato qui alcuni tratti
– sì, ovviamente sono
senza fantasia e sarà sempre ossessionata dalla Divinazione,
nelle mie storie),
e la prima drabble, anche se in forma meno limata, era nata per le
Serate Drabble
organizzate su facebook da Gaia
Bessie. L’ho ripresa per completare la raccolta
di drabble grazie alla challenge
di Fuuma.
Niente è minimamente approfondito
come avrei voluto (motivo per cui spero che qualcosa si riesca a
cogliere, nel
mare di non detti che stanno solo nella mia testa), ma spero che un
girono l’ispirazione
per scrivere cose lunghe e strutturate mi tornerà e
potrò dare loro giustizia.
Spero che queste drabble siano state
di vostro gradimento, grazie di cuore per il tempo dedicatomi!
♥
Inverno:
per questa drabble mi sono giocata il prompt jolly,
e si ispira a “All
too well” di Taylor Swift (e ci sono altri riferimenti a sue
canzoni sparse in
giro).
Primavera:
questa drabble segue invece il prompt
“cremisi”. Questo colore un tempo
si otteneva frantumando i gusci delle cocciniglie, da qui certi
riferimenti nel
testo.
Estate:
qui il prompt invece era “Prendi queste
ali rotte e impara a volare”
dei Beatles. Stando a HP7 Marlene dovrebbe essere morta nel luglio del
1981, e
in questa drabble Hestia si reca sulla sua tomba in un anniversario
della sua
morte. Quella di mettere sassolini sulle tombe, invece che fiori,
è una
tradizione ebraica, un cenno a quello che nella mia testa sarebbe il
background
di Hestia e un giorno vorrei approfondire.