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Autore: JeanGenie    31/07/2023    0 recensioni
"È fantastico curvare, impennare, schizzare in alto. E gridare a squarciagola per la gioia."
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Scritta per il gruppo FB "Fondi di Caffè"
Prompt: Il gusto della sfida
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Shmi Skywalker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La faccia diventa di gomma quando l’attrito dell’aria ci sbatte contro. Sembra quasi che le labbra ti vengano strappate via. La polvere copre gli occhiali e gli riempie la bocca e ci sono momenti in cui non vede nulla e gli sembra di soffocare.  

Ed è fantastico. La cosa più bella dell’universo intero.

È fantastico il rumore dei motori nelle orecchie, simile a un colpo di frusta metallica. È fantastico curvare, impennare, schizzare in alto. E gridare a squarciagola per la gioia.

È fantastico quando il cuore arriva in gola e lo stomaco perfino più in alto. E poi giù. In picchiata.

Dicono tutti che lui sia un po’ matto. “Povera Shmi. Con quel figlio matto.” Che le corse degli sgusci non sono roba da esseri umani e quell’Anakin Skywalker dovrebbe proprio metterselo in testa. A lui non interessa. Tanto nessuno di loro può capire. La vita è sua, dopotutto. O no?

La vita è sua?

Non proprio. Perché lui è uno schiavo. E poi c’è sua madre e lui sa che ha paura, anche se non dice nulla. Non gli dirà mai di non farlo, di non salire su uno  sguscio e di non correre. Ma lui sa che ha paura. Una paura folle. Ha paura ogni volta che lui finisce fuori pista e si rompe qualche osso. Ogni volta che lui emerge dai rottami gridando “Tutto bene! Sono vivo!”

Anakin vorrebbe essere un bambino più tranquillo,  uno di quelli che non procurano preoccupazioni ai genitori. Lo vorrebbe davvero. E si sforza di esserlo, almeno quando non corre. Ma non può farci nulla se ha voglia di andare veloce. Si sente felice solo quando schizza fra i canyon. E, per uno schiavo come lui, è già molto avere una via di fuga che gli permetta di sentirsi libero per almeno una ventina di giri. Anche se è solo un’illusione. Non importa se rischia la pelle. Non importa se non ha mai finito una corsa. Non importa se sente la paura di sua madre. Sa che in fondo lei è fiera di lui.

Un giorno vincerà. Un giorno le bandiere sventoleranno per lui. Un giorno taglierà il traguardo per primo e sua madre lo abbraccerà, piangendo di gioia. 

Quel giorno sarà un eroe per tutti di schiavi. E quel giorno non è lontano. Lo sente in fondo al cuore. È una di quelle strane sensazioni che lo prendono ogni tanto e a cui non sa dare un nome. Ma non ha tempo di pensarci, ora. Ha un sacco da fare. Deve rimettersi al lavoro,  e in fretta. Watto sta entrando nella bottega in compagnia di tre stranieri. Un uomo, una ragazza e un tizio di una  specie sconosciuta. E al suo padrone non piace nemmeno un po’ che lui se ne stia con le mani in mano.

   
 
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