Era infine giunto il momento.

Aveva cercato di rimandare più che poteva ma ormai non aveva più scuse. La sua mente in quello lo aveva aiutato fingendo che lei fosse ancora viva, che fossero ancora insieme ma purtroppo aveva dovuto accettare quella verità. Elizabeth era morta, sua moglie Elizabeth Warlaggen era morta di parto come tante altre donne, lasciandolo solo. Sapeva bene che lei non lo amava, non come amava Ross ma non gli era importato, alla fine aveva vinto lui. Lui ed Elizabeth erano stati alleati, compagni, amici e amanti, una coppia perfetta, unita dai reciproci interessi e per questo impossibile da scalfire. L’amore non era per i ricchi, era per i sognatori come quello stupido di Ross che si era così scioccamente innamorato della propria serva da aver perso l’opportunità di poter avere legittimamente Elizabeth.

E proprio ora, quando tutto stava andando bene… lei gli era stata portata via.

Non aveva potuto fare nulla, nessuno aveva potuto aiutarlo e quello che prometteva di essere uno dei giorni migliori della sua vita si era trasformato in un incubo senza che lei potesse fare nulla per impedirlo. Aveva due figli di cui prendersi cura, una banca a cui dedicarsi ma in quanto al resto… dubitava che si sarebbe risposato, o almeno se fosse accaduto non sarebbe stato per amore. Il matrimonio era un contratto e se necessario lui ne avrebbe stretto uno vantaggioso anche per i propri figli e soprattutto avrebbe evitato di farsi gabbare com’era accaduto con Geoffrey Charles, stupido come tutti i Poldark.

Per questo aveva deciso per un trasferimento, aveva bisogno di ricominciare con calma in un luogo nuovo e poter dare nuove opportunità a Valentine e ad Ursula.

Aveva dato ordine che nessuno toccasse gli oggetti di Elizabeth, voleva occuparsene personalmente quando sarebbe stato il momento adatto. Si era preoccupato di tutti, inventariando ogni singolo oggetto per poi riporli in un baule. Sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa a riguardo come vendere tutto o conservare gli abiti per Ursula che poi li avrebbe fatti adattare ma era sicuro che non ce l’avrebbe fatta, non subito almeno. Meglio riporre tutto in quel baule e poi… poi ci avrebbe pensato.

Aveva inizialmente deciso di portarlo con sé, per poter avere Elizabeth vicina almeno spiritualmente ma era stata un’idea sciocca. Molto meglio tenerlo da qualche parte in soffitta o nel guardaroba, quando avrebbe giudicato che fosse il momento giusto per tornare a Nampara il baule sarebbe stato lì ad attenderlo, e sarebbe stato come riavere Elizabeth fosse solo per qualche istante ma doveva accontentarsi, era una vita che George Warleggan non faceva altro.

Odiava tutto quello ma secondo il dottor Enys era un bene che avesse accettato la morte di Elizabeth anche se… . sentì una voce che lo chiamava e passò veloce la mano sul baula, era il momento di lasciarsi tutto alle spalle, anche Elizabeth.

Valentine lo stava aspettando nel cortile, assieme ad Ursula erano la prova vivente di quello che lui ed Elizabeth erano stati.

<< State bene, padre? >> gli domandò suo figlio quando salirono in carrozza.

<< Certamente, mai stato meglio >> rispose, non era una bugia ma nemmeno una verità, Valentine era troppo piccolo per capire quanto avesse sofferto e quanto ancora soffrisse per Elizabeth.