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Autore: Ai_Amano    03/08/2023    2 recensioni
La oneshot è parte di una raccolta nominata Ophis, che potete trovare su wattpad (mio nume utente asleeppunpun)
Harry trovava davvero noioso stare lì in piedi a sorseggiare bevande alcoliche con le bollicine, piattini di dubbio gusto, dolci zuccherati e l'odore di sudore che cominciava ad aleggiare nell'aria. Guardava infastidito una coppia in particolare, rimanendo in piedi ad osservarla, con il viso arricciato per il fastidio e la gelosia che ribolliva in petto.
Da quando si era ridotto così? Geloso nel vedere qualche collega flirtare con Draco, il suo compagno auror.
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La temperatura adatta per l'ebollizione dell'acqua per cuocere un Uovo di Ashwinder e avere la preparazione perfetta della Felix Felicis è di ben 120° e Harry, in quel momento, si sentiva come se stesse bollendo alla stessa temperatura e stesse affondando in quella calda acqua, sentendosi quasi in colpa per quel povero uovo.
La sala da ballo del ministero, ben preparata per accogliere un evento di promozione per i risultati ottimali degli auror, era scaldata da un camino incantato, enorme e ben elaborato da decorazioni vegetali e ornato ai lati da due teste di leone con le fauci aperte. Harry trovava davvero noioso stare lì in piedi, a sorseggiare bevande alcoliche con le bollicine, piattini di dubbio gusto, dolci zuccherati e l'odore di sudore che cominciava ad aleggiare nell'aria. Guardava infastidito una coppia in particolare, rimanendo in piedi ad osservarla, con il viso arricciato per il fastidio e la gelosia che ribolliva in petto. Aveva bevuto almeno dieci bicchieri di quel probabile champagne fatto da non si sa quale elfo, lo aveva chiesto, lo aveva richiesto nuovamente, ma non gli entrava in mente il nome, era troppo infuriato a vedere quei due ridere e sfiorarsi. Grugnì appena, borbottando infastidito quando vide il ragazzo scostare un ciuffo di capelli platino dal viso del suo collega Draco. Un altro sorso, mentre lo stomaco bruciava e la testa iniziava a girare e il vestito elegante iniziava a essere fuori posto. Si era tolto la giacca, sbottonato il primo bottone della camicia e il papillon era ormai snodato, calando da un lato in modo scomposto.
Da quando si era ridotto così? Geloso nel vedere qualche collega flirtare con Draco, il suo compagno auror. Ripensava alla notte in cui lo vide, a quel tempo era nella scuola di pozioni ma poi, come se il destino avesse voluto metterci lo zampino, quando Ron decise di ritirarsi e lasciare il posto vacante, Draco entrò nella stanza occupando il letto del dormitorio dove alloggiava il rosso, a pochi centimetri di distanza da quello di Harry che incredulo, si ritrovò il suo vecchio nemico Malfoy come suo compagno di stanza e collega. A detta di Draco, aveva deciso di abbandonare pozioni per intraprendere una carriera più proficua e ben vista dal mondo magico, voleva ripulirsi e redimersi il più possibile. Harry egoisticamente era contento, il bel giovane che aveva visto quella notte giaceva a pochi passi da lui, ma una parte di sé era consapevole che tutto ciò era strano. Perché rinunciare a una materia che amava?
« Che dolore ai piedi! » Fu richiamato dai suoi pensieri dalla voce di Hermione. Si girò per guardarla, era vestita con un lungo abito borgogna con scollo omerale e decorato a mano. Si sedette su una sedia che aveva fatto apparire con un colpo di bacchetta, sfilandosi le scarpe e sospirando dal dolore.
« Sono ore che sono in piedi a parlare, ballare e stare dietro a Theo. Maledetta me, avevo accettato il favore di accompagnarlo solo perché speravo di parlare con Blaise.» Harry sorrise divertito mentre la vedeva massaggiarsi un piede « Deduco quindi che tu non sia riuscita ad avvicinarti a lui » Hermione storse  il naso, per poi sospirare nuovamente « Non ci riesco, faccio scena muta. Temo di aver sbagliato a lasciare Ron » disse affranta mentre si infilava nuovamente le scarpe col tacco alto « Hai fatto bene invece, se non lo amavi non aveva più senso restare con lui » Disse l’Auror, mente l’amica sorrise amaramente, indossando nuovamente la scarpa. Harry rimase al suo fianco per la serata, sorseggiando ancora quel buon bicchiere di alcolico, rimanendo a osservare la sala che si riempiva di colori, risate e movimenti sinuosi. Vestiti che svolazzavano, colori che brillavano sotto le luci magiche dove nel mezzo volteggiava qualche bicchiere per giungere al destinatario che l’aveva richiesto. Draco era lì in quella folla, mentre il suo partner lo teneva a sé, la mano sul fianco i nasi che si sfioravano. Lui sorrideva, le guance imporporate mentre il suo accompagnatore gli sussurrava qualcosa all'orecchio.
Il povero Harry sentì una morsa al petto, era lì fermo a guardarli senza osare muoversi. Lo aveva sempre e solo guardato da lontano, aveva lavorato con professionalità al suo fianco e mai aveva osato andare oltre, la paura di perderlo lo attanagliava, vedeva così possibile e facile vederlo scivolare via dalle sue mani e dal suo sguardo, avrebbe preferito tagliarsi le mani o perderne l'uso, piuttosto che privarsi di quella visione che lo allietava ogni mattino che giungeva a lavoro.
Lo trovava già in ufficio, seduto e piegato sulla scrivania a ordinare plichi interi di documenti, gli sorrideva e seguiva un buongiorno mentre tornava poi con la testa piegata sul suo lavoro. Ed Harry rimaneva a fissarlo brevemente, distogliendo lo sguardo per non risultare inquietante. Studiava i suoi movimenti, come muoveva la bocca leggermente mentre leggeva in modo silenzioso, come corrugava la fronte e accigliava lo sguardo per concentrarsi su qualche parola che avrebbe subito provveduto a dare un chiarimento. Era spesso in archivio o in biblioteca, in cerca di delucidazioni o collegamenti ai casi precedenti. Ma  adesso, guardando come il collega lo stringeva a sé, le labbra che si sfioravano e toccavano appena, aveva capito solo in quel momento che forse era anche per altri motivi per cui scappava via.
L'aria aveva iniziato a mancargli, salutò Hermione che cercò però di fermarlo « Harry, perché non andiamo via io e te? » ma appena lo disse Theo si era avvicinato a loro, con Blaise al suo fianco e Hermione, come se si fosse scordata cosa avesse proposto e cosa stesse facendo, imbarazzata ed agitata, si concentrò sui due nuovi arrivati e Harry capendo, la lasciò con loro « Vado a prendere un po' d'aria » disse salutandoli e incamminandosi verso uno dei balconcini della sala che si esponevano verso un enorme giardino.
Arrivato inspirò tutta l'aria fredda che gli pizzicò il naso, osservò l'enorme giardino curato, colonne antiche disposte casualmente e gazebi adornati da piante rampicanti. Poggiando le braccia sul balcone di marmo, rimase a guardare fuori e notò a malincuore che le stelle erano ricoperte da una coltre di nuvole scure, avrebbe piovuto a breve e a Harry piaceva la pioggia, lo rilassava sempre. Eppure, osservando con attenzione pochi bagliori di luce poteva intravedere tra quelle nuvole rigonfie, la costellazione del Drago ma purtroppo non si sarebbe vista da laggiù « Fa freddo qui » girandosi verso quella voce, la trovò brillare in quei occhi di argento vivo, incastonati in un viso pallido e con uno zigomo gonfio. Aveva un alone violaceo attorno all'occhio, si curò da solo con un dittamo che aveva a portata di mano, come se fosse comune averne uno dietro, escluso almeno quando gli auror erano in missione. Completò il tocco facendo sparire il rigonfiamento con un rapido colpo di bacchetta. Sì avvicinò, affacciandosi anche lui alla balconata, osservando quel cielo nero e nebuoloso ed Harry continuava a guardarlo preoccupato.
« Sembra stia per piovere » disse continuando a guardare oltre, senza volgersi verso il suo interlocutore. Harry volse lo sguardo verso la stessa direzione del biondo e pensava a come fosse possibile che non sapesse che, l'uomo che amava, era già occupato. Si sentiva piccolo e stupido, così cieco e credulone nel pensare di sapere tutto di Draco.
« Non merita di stare al tuo fianco se ti picchia. Lo fa spesso? » chiese trattenendo la rabbia e la voglia di andare a picchiarlo, ma Draco al suo fianco rise appena « Mi corregge, così dice. Oggi ho sbagliato, ti ho guardato tutto il tempo per poi volerti seguire » si girò regalandogli un sorriso, un qualcosa che sembrava stonare in quell’ espressione malinconica. Harry arrossì sorpreso, lo stava guardando ed era qualcosa che non riusciva né a concepire né a credere. Non disse niente, rimase a guardare quell'immenso giardino e le nuvole farsi sempre più scure. Draco si avvicinò di qualche passo « Sei sempre un disastro, Harry » il suo nome in quella bocca, era come miele.
Era incantato ogni volta che lo pronunciava, gli si seccava la gola e desiderava baciarlo, ma non osava, non osava mai nulla con lui. Draco gli stava sistemando il papillon e la giacca in modo amorevole, le sue dita fini erano fredde e notò, abbassando leggermente lo sguardo, che erano ferite. Pensó fosse a causa di qualche pozione che aveva preparato e quindi si era tagliato con il coltello sminuzzando gli ingredienti o doveva immaginarlo come master provetto cuoco, ma sentiva dentro di sé che si trattasse di altri lividi, segni di quell’educazione insensata e malata.
« Tu non sei un animale, non vai educato. Lascialo. » Era il massimo che riuscisse a dire, per trattenere il desiderio di correre e gonfiare di botte quell’idiota. Ma Draco lo guardava soltanto, con gli occhi tristi e quell’argento vivo ormai spento come una candela che ha consumato tutta la cera. Sospirò, tornando a guardare verso l'oltre e nel silenzio un po' di musica dalla sala giunse al balcone dove, i due, per un breve attimo rimasero incantati dalle parole:
"When you've been loved
When you know it holds such bliss
Then the lover that you kissed
Will comfort you when there's no hope in sight
Sadness
In my eyes
No one guessed
Or no one tried
You smiled at me
Like Jesus to a child"*
Harry cogliendo quella musica dal ritmo romantico e dalla ballata lenta, piegò il busto verso il collega e allungò una mano per invitarlo. Si sentiva andare a fuoco, i muscoli fargli male e il cuore esplodere in petto e quasi sussultò incredulo, con un infarto alle porte, quando Draco appoggiò la mano alla sua « Con piacere, anche se so bene che mi calpesterai i piedi » rise mentre lasciava che fosse comunque Harry a guidare. Sì mossero lentamente, i volti così vicini che Harry sentiva il fiato caldo di Draco contro il suo viso, il profumo buono che gli aveva regalato un Natale fa. Stringeva il fianco di Draco, era sottile e sodo e nel mentre con l'altra mano teneva la sua. Draco si poggiò completamente a lui, i petti che si toccavano e i due cuori che battevano accelerati. Si sentiva come steso su un letto di un mare caldo, che lo cullava e trascinava in un luogo sicuro. Sentire Draco così stretto a sé era qualcosa che sognava da tempo, almeno immaginava e sperava di poterlo fare. Se avesse dovuto ricordare le volte che si erano toccati così, fu solo in una missione quando, schiena contro schiena e bacchetta alla mano, combattevano i nemici. Ed Harry in quel momento era anche distratto, pensando a Draco a contatto così ravvicinato.
Si muovevano lenti, qualche goccia di pioggia stava iniziando a scendere bagnandoli ma loro continuavano a muoversi, sotto le note dolci di quella canzone.
« Vorrei dirti quanto ti ammiro, quanto meriti di più » Harry spezzò il silenzio, tenendo salda la presa sul fianco dell’altro. Il ragazzo biondo sorrise, ridacchiando un po' amaramente « Sei sempre così grifondoro in ogni cosa che fai e dici » rispose poggiando la guancia sulla spalla del suo accompagnatore. Harry fece un respiro profondo, sentire i capelli di Draco solleticargli il viso lo stava facendo rabbrividire di piacere. Era assurdo quanto poco bastasse.
« Sono serio » continuavano a muoversi mentre la pioggia scendeva scrosciante su di loro, creando un divisorio dal mondo esterno. Non importava che i vestiti si stessero inzuppando nè che gli occhiali di Harry fossero ormai appannati e ricoperti da goccioline e a Draco non importava della sua capigliatura perfetta e che qualche ciuffo biondo si fosse appiccicato sulla sua fronte. Non era importante che il vestito fosse zuppo e rovinato, era stretto ad Harry e questo gli bastava.
« Ogni giorno, quando ti guardo, penso sempre di non meritare la stanza che divido con te. Sei una persona fantastica, intelligente, colta e piena di passioni. Oh Draco, ho aperto più libri con te che con Hermione solo per stare al passo con quello che dici.
Adoro tutto di te, nelle tue imperfezioni sei la persona più magnifica che io abbia conosciuto e mi pento che tutto ciò sia successo ora, in ritardo » le parole fluirono dalla sua bocca come un fiume in piena o forse al pari di quella pioggia che gli stava bagnando anche le ossa. Ma non importava se teneva stretto a sé chi amava. Draco si staccò appena da lui, guardandolo negli occhi e forse, in quegli occhi grigi,  Harry ci vide delle lacrime che si confondevano in quel marasma di acqua. Il volto era più pallido e freddo, lo sentì sotto il palmo della sua mano, la mano che aveva poggiato in quel momento a fatica per accarezzarlo. Quanto aveva osato rispetto ad anni fa. E Draco si lasciò andare, appoggiandosi quasi a quel tocco gentile e caldo « Ti amo Draco » e come ormai trasportato dalla corrente di quelle emozioni, si avvicinò a lui per rubargli un bacio. Le labbra erano fredde, umide e morbide ma era come se fosse il bacio più caldo che avesse mai dato. Non era come il bacio umido con Cho, non era paragonabile a niente di quello che aveva vissuto. Draco rispose al bacio, avvinghiandosi a lui, cingendogli il collo con le braccia e si lasciò trasportare infilando la lingua nella bocca dell'altro che l’accolse.
Stretti tra di loro sotto la pioggia, entrambi si erano resi conto che si desideravano e non avevano fatto caso che la canzone fosse ormai finita da tempo.
Draco si staccò da lui, le labbra a sfiorare quelle dell'amato « Perché non ti sei dichiarato prima? » chiese baciandolo ancora in modo più casto. Harry sorrise vergognandosi « Sentivo di non valere abbastanza » rispose mordendosi le labbra.
« Idiota » concluse Draco baciandolo ancora « È meglio andare o potremmo ammalarci » disse poi il biondo materializzando così il moro a casa propria per poi guidarlo verso la sua camera, fino a giungere nel suo letto.
 
 
Nota autore:
*La canzone citata è Jesus to a child di George Michael.
 
Ringrazio Darcy per aver betato
 
 
   
 
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